Albertgallus in italiano


Il Pollo di Alberto Magno

contenuto in
De animalibus libri XXVI
I Volume - libri 1-12 - 1916
II Volume – libri 13-26 - 1920
Hermann Stadler – Münster – 1916-1920

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Trascrizione di Fernando Civardi
Traduzione di Elio Corti con la revisione di Roberto Ricciardi
Revisione del testo italiano di Fernando Civardi



Introduzione

È incerta l'epoca in cui Alberto avrebbe composto il suo Libro degli animali, come anche in generale quella dei suoi commenti scientifici ad Aristotele, forse dopo la sua rinuncia alla cattedra episcopale di Regensburg nel 1262. Già verso la metà degli anni 50 del sec. XIII Alberto si sarebbe occupato, come attività principale, di commentare gli scritti di Aristotele. Altri, in modo peraltro poco convincente, ne assegnano la composizione verso il 1268.

Il De animalibus libri XXVI di Alberto è conservato in circa 40 manoscritti, di cui almeno 3 del sec. XIII, 10 del XIV, gli altri del XV. Il più importante è senza dubbio il codex Coloniensis (W 258a dell'Archivio civico di Colonia), che Hermann Stadler ha chiamato C, e che si può considerare lo scritto originario dell'opera, sia perché è l'unico a offrirne il testo completo (mentre gli altri manoscritti e le edizioni a stampa soffrono di lacune e omissioni), sia perché è esente da molti errori di lettura (la cui presenza nei codici testimoni si spiega solo in dipendenza da C), sia per la presenza di correzioni che risalgono alle fonti principali di Alberto, ossia Aristotele e Avicenna, e mostrano l'attività dell'autore che cambia nel corso d'opera. Nel codice C sono inserite altre due opere di Alberto: De motu et origine animae e De principiis motus processivi.

La scrittura, affatto individuale, corrisponde al modo di scrivere in uso verso la metà del sec. XIII. Secondo una tradizione che risale al 1483, Alberto fu sepolto nel Convento dei Domenicani di Colonia. Qui, accanto a un'opera teologica, fu trovato un volumen de naturis animalium de manu sua (appunto il codice C). Queste opere dal Convento, distrutto nel corso delle guerre con i Francesi all'inizio del sec. XIX, furono portate nell'Archivio civico di Colonia, dove tuttora si trovano. Naturalmente, come si è detto, vi sono altri manoscritti di Alberto. Il codice C, pergamenaceo, è costituito di 429 (in realtà 427) fogli; è scritto da una mano, con aggiunte marginali (che sembrano appartenerle). Di un'altra mano sono forse piccole aggiunte (in apparato critico Stadler le designa come m2 e m3). Vi sono numerose abbreviazioni, che non sono diverse dal modo di abbreviare dell'epoca. L'ortografia, come osserva Stadler, è 'conseguente nell'inconseguenza', cioè la stessa parola nella stessa riga può essere scritta in modo diverso. L'interpunzione è quella in uso nei coevi manoscritti francesi.

Si ricordano poi i codici Basiliensis F 1,19 e F 1,20 (= B di Stadler), il codice Divisionensis M. Nr. 262 di Digione (= D), entrambe copie di C, il codice Suessionensis Colb. 3 ms. 33 di Soissons (= S). Gli altri codici hanno minore rilevanza. Per quanto riguarda le edizioni a stampa, la Storia degli animali fu pubblicata in editio princeps (prima edizione a stampa) a Roma nel 1478, poi a Mantova nel 1479, a Venezia in varie ristampe fra il 1490 e il 1515. Nella sua edizione, Stadler ha cercato di distinguere quello che spetta ad Alberto da quello che proviene dalle sue fonti, e ha impiegato barrette verticali, per modo che i prestiti stanno fra barrette semplici (I) e doppie (II), mentre gli ingredienti di Alberto stanno fra barrette doppie (II) e semplici (I). Per esempio in IX 69:

I Adhuc autem omnia [Aristoteles et Scotus] II sive quadrupedia sive bipedia sive pedibus carentia [Albertus] I prima [Aristoteles et Scotus] II ante completam quantitatem [Albertus] I tenent capita sua [Aristoteles et Scotus] II in matrice [Alberts] I etc.

Alberto segue la traduzione arabico-latina di Michele Scoto (ca. 1175 - ca. 1235), che tratta la zoologia in 19 libri (10 De historia animalium; 4 De partibus animalium; 5 De generatione animalium). Per questo si è servito di una riproduzione del codice latino Vindobonensis 97 (= Sc. in apparato critico). Stadler fornisce in apparato i nomi perduti degli animali greci, che Alberto muta nella sua redazione in modo che risultano incomprensibili. Di Avicenna Alberto utilizza i Canones nei suoi libri anatomici, come anche gli estratti del De animalibus di Aristotele, mentre Galeno è da lui citato indirettamente tramite Avicenna, di cui circolavano ai suoi tempi versioni latine, poi stampate.

Albertgallus

L'asterisco indica che la voce è presente nel lessico

Uovo matreshka*

Incipit liber de animalibus primus, qui est de membris animalium et praecipue perfectissimi animalis, quod est homo.

Inizia il primo libro sugli animali che riguarda le parti del corpo degli animali e soprattutto di quell'animale perfettissimo che è l'uomo.

I - 81

I - 81

Ovantium autem quaedam ova sunt durae testae et continent in se duos humores, album videlicet et citrinum, sicut omnia ova avium aput nos notarum. Ego tamen iam vidi ovum gallinae, quod habuit duas testas, unam intra aliam, et in medio duarum testarum habuit albuginem, et intra interiorem etiam non fuit nisi albugo, et fuit ovum parvum, totum rotundum ad modum sperae. Sed hoc erat unum de naturae peccatis et monstris. Quaedam autem ovantium ova sunt mollis testae, quae est sicut pellis, et humor qui est in eis, est unius et eiusdem coloris. Et talia sunt ova piscis quem supra nominavimus, qui keleti vel celeti[1] vocatur. Sunt autem talia etiam ranarum et piscium et aranearum ova et vermium multorum. Animalium autem generantium vermes quidam vermes moventur in eadem hora suae nativitatis, et quidam non faciunt hoc nisi post aliquot dies, sicut vermes formicarum et apum: et de omnibus hiis diversitatibus exsequemur inferius cum ratione subtili causam assignantes omnium dictorum.

Inoltre alcune uova degli animali ovipari hanno il guscio duro e contengono al loro interno due liquidi, cioè il bianco e il giallo, come tutte le uova degli uccelli a noi noti. Tuttavia ho anche visto un uovo di gallina che aveva due gusci, uno dentro l'altro*, e fra i due gusci aveva dell'albume, e anche in quello più interno c'era solo dell'albume, ed era un uovo piccolo, completamente rotondo come una sfera. Ma questo costituiva uno degli errori e delle anomalie della natura. Invece alcune uova degli animali ovipari hanno il guscio molle come la pelle e il liquido che esse contengono è di un solo identico colore. Tali sono le uova del pesce che precedentemente abbiamo citato, il quale è detto keleti o celeti – pesce cartilagineo. Sono tali del resto anche le uova delle rane, dei pesci, dei ragni, nonché di molti vermi. D'altra parte alcuni vermi degli animali che generano vermi si muovono nello stesso momento in cui le uova sono deposte, e alcuni non fanno ciò se non dopo alcuni giorni, come i vermi delle formiche e delle api: e in seguito tratteremo di tutte queste differenze, attribuendo con motivazioni precise la causa di tutte le affermazioni.

Gli speroni e la cresta

Incipit liber secundus de animalibus in quo agitur de comparatione aliorum animalium ad hominem secundum convenientiam et differentiam.

Inizia il secondo libro sugli animali nel quale vengono paragonati all'uomo gli altri animali in base alla somiglianza e alla diversità.

II - 75

II - 75

Amplius autem quaedam genera avium quae non habent magnos ungues habent in crure suo quiddam prominens, sicut sit digitus quidam corneus, sicut gallus: et gallina habet etiam signum istius sed non est perfectum, eo quod fere in omnibus deficit sexus femininus, quae perfecta sunt in masculo. Nullum autem volatile magnorum et curvorum unguium communicat cum isto additamento: quia in illis avibus materia illius additamenti transit in ungues. Volatile autem curvi unguis boni est volatus: et volatile quod praedictum habet additamentum, gravis est volatus sicut fasianus et perdix et gallus et orix[2] et omnia talia, quae aut habent dictum additamentum aut signum ipsius.

Inoltre, alcune specie di uccelli che non hanno grandi unghie, posseggono sulle loro zampe un qualcosa di sporgente come se fosse un dito corneo, come il gallo: e anche la gallina ne possiede un accenno, ma è imperfetto, per il fatto che in quasi tutti gli uccelli il sesso femminile manca di ciò che nel maschio è completo. D'altronde nessun volatile dalle dita grandi e ricurve ha a che fare con questa appendice, in quanto in questi uccelli la materia di tale appendice passa nelle unghie. Inoltre, un volatile dalle unghie ricurve vola bene, ma il volatile che possiede la suddetta appendice vola male, come il fagiano*, la pernice*, il gallo, l'orix e tutti quei volatili dotati della suddetta appendice o di un suo accenno.

Adhuc autem quaedam genera avium habent in capitibus suis additamenta coronalia, quasi sint galeata: et hoc aliquando est ex pluma sicut in pavone et upupa. Aliquando autem est ex dura substantia, quae media est inter carnem et cartillaginem, sicut in capite galli et gallinae et in capite eius quod vocatur pullus aquae[3], et est nigrum habens galeam albam iacentem super verticem capitis sui non erectam.

Inoltre alcune specie di uccelli posseggono sulla loro testa delle appendici a forma di corona, come se fossero fornite di elmi: e talora ciò accade grazie alle piume come nel pavone e nell'upupa. Ma talvolta ciò avviene grazie a una sostanza dura, di consistenza intermedia fra la carne e la cartilagine, come sulla testa del gallo e della gallina e sulla testa di quella specie detta pollo acquatico che è nera e possiede un elmo non eretto e bianco adagiato sulla sommità della sua testa.

Il gozzo

II - 105

II - 105

[...] Quaedam enim huius generis animalium habent in anteriori suo sub collo interius papam[4] quae est a quibusdam dicta struma[5], et a quibusdam vocatur vesicula avis, eo quod creatio eius est ex tela nervali sicut vesica, sicut gallus et columba et perdix et sperewerius et aliae huiusmodi aves: et creatio huius papae est ex corio sive tela magna profunda extensibili secundum cibi tumescentis quantitatem: et in ipso continetur cibus indigestus. Et causa huius est, quia stomachus talium avium est parvus, et aliquando spissae carnis et durae et non extensibilis, in quo non potest reponi cibus nisi prius amittat tumorem inflationis sicut in gallina et ansere.

Infatti alcuni animali di questa specie posseggono anteriormente sotto al collo e più internamente un gozzo che da alcuni è detto struma e da alcuni è detto vescichetta d'uccello, in quanto la sua formazione proviene dal tessuto muscolare alla maniera della vescica, come accade nel gallo, nella colomba, nella pernice, nello sparviero e in altri uccelli siffatti: e la formazione di questo gozzo proviene dallo strato di pelle o grande tessuto profondo che è estensibile a seconda della quantità del cibo che si gonfia: e in esso è contenuto il cibo non ancora digerito. E la causa di ciò risiede nel fatto che lo stomaco di tali uccelli è piccolo e talora costituito da carne spessa, dura e inestensibile, in cui il cibo non può trovare posto se prima non ha perso il turgore del rigonfiamento, come nella gallina e nell'oca.

La voce e il canto

Incipit liber quartus animalium.

Inizia il quarto libro degli animali.

IV - 95

IV - 95

[...] Quaedam vero genera avium sunt, quae uno modo vociferant tam mas quam femina. In quibusdam autem diversificantur mas et femina in vocando: aves vero parvi corporis plus garriunt aliis propter levitatem spirituum et sanguinis: parvae etiam frequentius loquuntur et maxime moderatae quae sunt mediae inter parvas et magnas, sicut sturnus et psitacus et pica et huiusmodi. Garritus autem earum maxime est tempore coitus. Differentiam autem habent in garritu quoniam quaedam musica sunt in garritu ut coturnix et filomena[6] et multa alia. Quaedam autem non cantant, sed sono quodam clamant vocando feminam sicut id quod coaf vocatur et columba et multa alia. Quaedam autem vociferant distinguendo tempora noctis et diei et post victoriam in prelio sicut gallus: et ideo uno gallo cantante et alter cantat, ne videatur vinci ab ipso. [...] In quibusdam autem avibus masculi quidem dant vocem musicam, et non feminae sicut gallus et mas coturnicis: sed mas coturnicis habet vocem exilem fere sicut grillius, et femina habet vocem grossam.

Esistono invero alcune specie di uccelli in cui sia il maschio che la femmina emettono suoni in un solo modo. Invece in alcune specie il maschio e la femmina si diversificano per il richiamo: gli uccelli dal corpo piccolo cinguettano più degli altri a causa della leggerezza del respiro e del sangue: quelli piccoli parlano anche più frequentemente, soprattutto quelli di grandezza non eccessiva che si trovano a metà strada fra quelli piccoli e grandi, come lo storno, il pappagallo, la gazza e simili. Il loro chiacchierio ricorre soprattutto nel periodo dell'accoppiamento. Infatti presentano una differenza nel modo di chiacchierare in quanto alcuni sono musicali nell'emettere la voce, come la quaglia*, l'usignolo e molti altri. Però alcuni non cantano, ma schiamazzano emettendo un certo suono per chiamare la femmina, come quello chiamato coaf - la pernice*, la colomba e molti altri. Alcuni invece vociferano distinguendo il tempo diurno e notturno nonché dopo aver vinto in combattimento, come il gallo: e pertanto quando un gallo canta anche l'altro canta affinché non sembri che sia stato da lui sconfitto. [...] In alcuni uccelli i maschi emettono una voce musicale, e non le femmine, come il gallo e il maschio della quaglia: ma il maschio della quaglia ha una voce debole quasi come un grillo, mentre la femmina ha una voce possente.

Periodo della deposizione delle uova

Incipit liber animalium quintus de generatione animalium in communi, cuius primus tractatus est de coitus eorum diversitate.

Comincia il quinto libro degli animali relativo alla generazione degli animali in generale e il cui primo argomento riguarda il loro modo differente di accoppiarsi.

V - 40

V - 40

Avis autem agrestis non aquatica coit et ovat semel in anno: sed yrundines ovant bis in anno et similiter merula quae Graece a quibusdam fastoroz, ab aliis autem fartokoz vocatur[7]. Sed ova prima quandoque tempore frigoris supervenientis corrompuntur propter hyemem et aliquando proveniunt. Ova vero posteriora semper complentur et faciunt pullos: et hoc fit in hyrundinibus quae frigus sustinere non possunt. Avis vero domestica propter cibi habundantiam et mansionis temperamentum et alia fomenta libidinis coit frequenter sicut columbae et gallinae. Ovant enim istae aves tota aestate et non multiplicantur ova eius nisi propter multitudinem coitus sui. Tempore tamen quo sol intrat tropicum hyemalem, non pullificat columba et certum experimentum est, quod etiam tunc pullificat, si calidam habeat habitationem et cibi habundantiam: sed non pullificat altero istorum deficiente, et hoc quidem faciunt columbae domesticae.

Un uccello selvatico non acquatico si accoppia e depone uova una volta all'anno: ma le rondini* depongono uova due volte all'anno e la stessa cosa fa il merlo* che in greco da alcuni è detto fastoroz, da altri fastocoz. Ma talora le prime uova nel periodo dell'arrivo del freddo si guastano a causa del gelo e qualche volta si schiudono. Invece le uova successive giungono sempre a completamento e producono dei pulcini: e ciò accade nelle rondini che non sono in grado di tollerare il freddo. Un uccello domestico a causa dell'abbondanza del cibo e della temperatura mite della dimora e per altri stimoli di libidine si accoppia sovente, come le colombe e le galline. Infatti questi uccelli depongono uova per tutta l'estate e le loro uova non si moltiplicano se non a causa dell'elevato numero dei loro accoppiamenti. Tuttavia nel periodo in cui il sole entra nel tropico invernale del Capricorno la colomba non produce pulcini, eppure è un esperimento comprovato il fatto che anche in tale periodo produce pulcini se possiede un'abitazione calda e abbondanza di cibo: ma non produce prole se una delle due cose è mancante, e in effetti questo è ciò che fanno le colombe domestiche.

Le uova e la nascita del pulcino

VI

VI

Incipit liber sextus de animalibus de natura et anathomia et generatione ovorum, cuius tractatus primus de alteratione et diversitate est ovorum.

Inizia il VI libro sugli animali che riguarda la natura, l'anatomia e la generazione delle uova, e il primo argomento riguarda la differenziazione e la diversità delle uova.

Cap. I.

De diversitate nidorum et ovorum in numero et colore et figura.

Capitolo I

La diversità dei nidi e delle uova circa numero, colore e aspetto.

[1] Adhuc autem de generatione animalium loquentes oportet etiam in isto libro determinare modum ovantium volatilium et modum, quo ovum mutatur in animal, et tempora, quibus concepta semina in creaturas transmutantur: hoc enim specialem requirit determinationem praeter eam, quam iam in praehabito libro de potentia generativa animalium fecimus.

[1] Inoltre, parlando ancora della generazione degli animali, è opportuno chiarire anche in questo libro il modo in cui i volatili depongono uova, il modo in cui un uovo si trasforma in un essere vivente, nonché i tempi in cui i semi del concepimento si trasformano in creature: infatti ciò richiede una definizione precisa, oltre a quella che abbiamo esposto nel libro precedente a proposito della capacità procreativa degli animali.

Dicamus igitur, quod cum eo, quod diximus in libro praecedente, oportet scire, quod quaedam aves coeunt et pullificant omni tempore, si calidas habeant mansiones et delicatum et habundans nutrimentum, sicut gallinae et columbae: quoniam gallina ovat toto anno, praeterquam in duobus mensibus tropicorum: et tunc etiam forte plures ovabunt, si affuerint ei<s> duo, quae diximus: sed plures retrahuntur in tropico hyemali propter frigus constringens vias et materias ovorum et spermatum.

Diciamo pertanto che, insieme a ciò che abbiamo detto nel precedente libro, è necessario sapere che alcuni uccelli si accoppiano e prolificano in qualunque stagione se dispongono di dimore calde e di un nutrimento raffinato e abbondante, come le galline e le colombe: dal momento che la gallina depone uova tutto l'anno eccetto che nei due mesi del solstizio d'inverno: e anche in quel periodo non è escluso che parecchie deporranno uova se avranno a disposizione quelle due prerogative che abbiamo detto: ma la maggior parte recede dalla deposizione durante il solstizio d'inverno a causa del freddo che riduce le vie e i componenti delle uova e dello sperma.

[2] In tropico autem aestivo, licet sit signum humidum, quod est Cancer, tamen propter sperae artitudinem et nimiam moram radii solaris circa idem exsiccantur etiam humiditates et abscinditur sperma in avibus et animalibus pluribus: non enim habent ingenium impediendi in corporibus suis celestem effectum, quemadmodum habet homo, qui haec celestia praevidens in se praevenit frequenter et in aliis et disponit corpora in contrarium: tamen in tantum praevalet in hominibus, quod mulieres parturientes in tropico hyemali vel alio simili frigore hyemis ex celestibus causato sunt in periculo vitae propter viarum constrictionem, et concipientes circa tropicum aestivum frequenter debiles pariunt propter spermatis parvitatem, quod conceperunt. Quaedam tamen de numero gallinarum in aliquibus regionibus temperatis multa faciunt ova ante cubationem, ita quod forte ponunt sexaginta et amplius ova. Cubantes autem aliquando ova fecundiores sunt in ovando quam non cubantes.

[2] Durante il solstizio d'estate, quantunque sia una costellazione umida poiché si tratta del Cancro, tuttavia, a causa dell'influsso della sfera celeste e dell'eccessivo indugiare dell'irradiazione solare, in tale periodo si prosciugano anche le umidità, e negli uccelli e in parecchi animali lo sperma si fiacca: infatti non hanno la capacità di impedire che nei loro corpi si verifichi l'effetto del cielo come invece possiede l'essere umano, il quale prevedendo questi effetti celesti spesso li previene in se stesso e in altri, e dispone i corpi girati al contrario: tuttavia negli esseri umani ciò ha più influenza, in quanto le donne che partoriscono durante il solstizio d'inverno, o durante un altro simile periodo freddo invernale causato da influssi celesti, si trovano in pericolo di vita a causa del restringimento delle vie genitali, e quando concepiscono intorno al tropico del Cancro, spesso partoriscono indebolite a causa della scarsità dello sperma che hanno accolto in sé. Tuttavia in alcune regioni temperate alcune galline fanno molte uova prima del periodo della cova, tanto che eventualmente depongono 60 e più uova. Ma talora quelle che covano le uova sono più feconde nel deporle di quelle non covano.

[3] Adhuc autem quaedam sunt gallinae, quae Adriani regis vocantur, et aput nos dicuntur gallinae magnae, et sunt magni et longi valide corporis, et habundant in Selandia et Hollandia et fere ubique in Germania inferiori. Ovant omni die et sunt malorum morum ad pullos suos, saepe enim interficiunt eos: et colores earum sunt diversi, sed aput nos frequentius sunt albae: multae tamen etiam sunt aliorum colorum et pulli earum diu iacent sine pennis: quaedam etiam gallinae domesticae propter habundantem pastum ovant bis in die. Quaecumque autem earum multum ovant, debilitantur et citius moriuntur. Palumbes autem et turtures et huiusmodi aves bis ovant in anno in regionibus calidis vel temperatis, sed in frigidis non ovant nisi semel. Columbae autem ovant decies in anno et forte duodecies, sicut in priori ante hunc habito libro determinavimus.

[3] Inoltre esistono delle galline dette del re Adriano* che presso di noi vengono dette galline grandi, e presentano una corporatura grande e molto allungata, e abbondano nella Zelanda e nell'Olanda e quasi ovunque nella provincia della Germania Inferiore*. Depongono tutti i giorni e hanno un cattivo comportamento nei confronti dei loro pulcini, infatti spesso li uccidono: e la loro colorazione è varia, ma presso di noi più spesso sono bianche: tuttavia parecchie sono anche di altre colorazioni e i loro pulcini per lungo tempo rimangono senza piume: inoltre alcune galline domestiche a causa di un'alimentazione abbondante depongono uova due volte al giorno. Ma tutte quelle che tra loro depongono molte uova, si debilitano e muoiono più in fretta. Invece i colombi selvatici e le tortore e uccelli di questo tipo depongono uova due volte all'anno nelle regioni calde o temperate, ma in quelle fredde depongono una sola volta. Le colombe invece depongono dieci volte all'anno e forse dodici volte, come abbiamo affermato nel libro precedente a questo.

[4] Amplius autem maior pars avium ovat in vere et sunt quaedam, quae multa ovant ova, et maxime parvae aves: et sunt quae multotiens ovant sicut gallinae. Sed omnes fere aves nobis notae curvorum unguium, quae rapaces vocantur, sunt paucorum ovorum, praeter eam, quae Graece kayandoz, Latine seneris vocatur, et hanc quidam Graeci vocant tenesym: haec enim avis inter omnes notas habentes ungues curvos ovat multotiens et pullificat ad minus quatuor: sed cubeg et harcohyz frequenter non ovant in nido, sed super ramos coniunctos, et aliqua corpora humida supponunt ovis. Avis autem, quae Graece baharcaria, Latine merobs vocatur: et est picus viridis, cuius vocem et volatum multum observant augures, similiter autem avis, quam obarcham Graeci vocant, ovant in foramine terrae, quod faciunt et construunt rostris suis, aut forte factum inveniunt. Istae tamen aves in nostra terra nidum aliquando faciunt in cavernis antiquarum arborum putrefactarum.

[4] Inoltre la maggior parte degli uccelli depone le uova in primavera e ve ne sono alcuni che ne depongono molte, soprattutto gli uccelli piccoli: e vi sono di quelli che depongono frequentemente, come le galline. Ma quasi tutti gli uccelli dalle unghie ricurve a noi noti, che vengono detti rapaci, depongono poche uova, eccetto quello che - il gheppio* - in greco è detto kayandoz, seneris in latino, e che alcuni Greci chiamano tenesym: infatti quest'uccello, fra tutti quelli noti dalle unghie ricurve, depone parecchie volte e prolifica almeno quattro volte: inoltre cubeg e harcohyz - le pernici* e le quaglie* - spesso non depongono le uova nel nido ma sopra dei rami tra loro uniti, e collocano al di sotto delle uova del materiale umido. Quell'uccello - l'allodola* - che in greco è detto baharcaria e merobs in latino, e si tratta del picchio verde*, la cui voce e il cui volo gli auguri osservano parecchio, e parimenti quell'uccello - il gruccione - che i Greci chiamano obarcha, depongono le uova in un buco della terra che allestiscono e costruiscono coi loro becchi, o per caso trovano già fatto. Tuttavia questi uccelli nei nostri territori talora fanno il nido in cavità di vecchi alberi marci.

[5] Similiter autem animal, quod triangel Graece et aulones Latine vocantur, facit nidum sicut yrundines ex luto in superiori altitudine arborum et ponunt et ordinant nidos consequentes sibi in acie, sicut etiam yrundines faciunt, quae in superioribus murorum acies ponunt nidorum suorum. Acoz autem, qui est picus marinus, inter alia nidificantia facit nidum intra corpora arborum in concavitate ipsa, ut non timeat de pullis: et hic est picus varius, qui solo cognomine marinus vocatur, non quod in mari cibum venetur. Cignus autem albus, qui et olor vocatur, nidificat in domibus, quando est domesticus, et in lapidibus iuxta aquas: aput nos autem nidificat in paludibus inter herbas, sicut fere omnis avis aquatica. Animal autem, quod radoryz Graece vocatur et est species quaedam picorum fere similis turdo, et hoc etiam in Affrica cacalyz vocatur, nidificat super arbores non altas, sed in ramis terrae propinquis.

[5] Similmente quell'animale - il tordo* - che in greco viene chiamato triangel e aulo in latino, servendosi del fango come le rondini* costruisce il nido nella parte più alta degli alberi e dispone e ordina i nidi uno di seguito all'altro così da formare una schiera, come fanno anche le rondini, che alla sommità dei muri dispongono le schiere dei loro nidi. Ma tra gli altri animali che nidificano l'acoz - l'upupa - che è il picchio marino, costruisce il nido dentro al tronco degli alberi nella concavità stessa, in modo da non avere timori per i pulcini: e questo è il picchio variegato*, detto marino solo di soprannome, non perché vada a caccia di cibo in mare. E il cigno bianco*, detto anche olor, quando è domestico nidifica nelle case e tra le pietre in prossimità dell'acqua: ma presso di noi nidifica nelle paludi tra l'erba, come quasi ogni uccello acquatico. Poi un animale detto radoryz in greco - il gallo cedrone* - e che è una specie di picchio quasi simile al tordo*, e che in Africa viene pure detto cacalyz, nidifica sopra agli alberi non alti, ma anche sui rami vicini a terra.

[6] Adhuc autem in ovis avium magna est diversitas. Quaedam enim sunt dura, et quaedam sunt mollia, facile fractiva sicut ova gallinarum et multarum aliarum avium. Dura autem voco, quae non facile franguntur propter spissitudinem testarum suarum sicut ova strutionum. Et quaedam ova sunt duorum colorum, citrinum habentia interius in substantia vitelli et album extra sicut fere omnia ova avium aput nos notarum. Quaedam autem sunt unius coloris tantum sicut ova quorundam reptilium. In quantitate etiam vitellorum est diversitas in ovis avium, quoniam citrinum in ovis avium aquaticarum, sicut in ovis anatum et anserum et huiusmodi, fere duplum est ad citrinum, quod est in ovis avium terrestrium, non in aqua, sed in ripa habitantium, ita quod comparatio fiat inter ova eiusdem quantitatis, quae etiam sint avium eiusdem quantitatis.

[6] Inoltre esiste una grande diversità tra le uova degli uccelli. Infatti alcune sono dure, mentre alcune sono molli e facili a rompersi come le uova delle galline e di molti altri uccelli. D'altra parte definisco dure quelle che non si rompono facilmente a causa dello spessore dei loro gusci, come le uova degli struzzi. E alcune uova sono di due colori, di color limone nella parte centrale a livello del tuorlo e di colore bianco all'esterno, come accade per quasi tutte le uova degli uccelli a noi noti. Ma alcune posseggono un solo colore così come le uova di alcuni rettili. Nelle uova degli uccelli esiste anche una differenza circa la quantità del tuorlo, in quanto nelle uova degli uccelli acquatici, come in quelle di anatre e oche e uccelli simili, il giallo è quasi il doppio rispetto al giallo presente nelle uova degli uccelli terrestri, i quali abitano non nell'acqua ma sulle rive, cosicché il confronto deve avvenire tra uova della stessa grandezza, che siano inoltre di uccelli della stessa taglia.

[7] Adhuc autem ova diversantur in colore testarum: quaedam enim sunt albi coloris sicut ova perdicum, gallinarum et columbarum, et quaedam sunt viridia, declinantia ad {citrini tatem} <citrinitatem>[8], sicut ova avium palustrium, sicut anatum et huiusmodi avium, et quaedam sunt picta, sicut ova picarum et cornicum et passerum et eius avis, quae Latine meleagridis, Graece autem melagoydoz vocatur, et ova catheaiar, qui Latine theagridi vocantur. Avis autem eius, quae Graece forahydez, Latine autem fasianus vocatur, ova sunt rubea, similia fere ovis milvorum.

[7] Inoltre le uova si diversificano per il colore del guscio: infatti alcune sono di colore bianco, come le uova delle pernici, delle galline e delle colombe, mentre alcune sono verdi tendenti al giallognolo come le uova degli uccelli palustri quali anatre e uccelli siffatti, e alcune sono macchiettate, come le uova delle gazze, delle cornacchie, dei passeri e di quell'uccello che in latino è detto meleagris – la gallina faraona* – e melagoydoz in greco, e le uova di catheaiar che in latino sono detti theagridi. Ma le uova di quell'uccello che in greco è detto forahydez, fasianus in latino - il fagiano comune* - sono rossastre, quasi simili alle uova dei nibbi*.

Amplius autem ova diversantur in figura, quoniam quaedam sunt acuta, et quaedam sunt lata rotunda. et quaedam secundum duas extremitates suas habent utramque figuram, et in hiis prius ab ave exit latum rotundum, quia hoc versum est exterius, et posterius exit acutum, eo quod hoc versum fuit ad dyafracma avis: propter quod etiam illa extremitas est durior et ex calore aliquantulum corrugata in ovis gallinarum.

Ma le uova si diversificano ulteriormente nella forma, in quanto alcune sono aguzze e altre sono completamente rotonde. E alcune a seconda delle loro due estremità posseggono ambedue le forme, e per quelle di questo tipo dall'uccello esce per primo il lato rotondo in quanto esso è diretto esternamente, e successivamente esce il lato acuto, in quanto questo lato si trovava rivolto verso il diaframma dell'uccello: motivo per cui nelle uova di gallina questa estremità è anche più dura e un pochino corrugata dal calore.

[8] Dicit autem Aristoteles, quod ova longa acuti capitis producunt mares avium, rotunda vero et habentia in loco acuti anguli rotunditatem producunt feminas. Et hoc est falsum omnino et vitium fuit ex scriptura perversa, et non ex dictis philosophi: propter quod dicit Avicenna, quod ex rotundis et brevibus ovis producuntur mares et galli: ex longis autem et acutis ovis producuntur gallinae: et hoc concordat cum experientia, quam nos in ovis experti sumus, et cum ratione, quoniam perfectio virtutis in ovo masculino aequaliter ambit et continet extrema: sed eiusdem imperfectio in feminino causa est, quare materia diffluit longius a centro.

[8] Aristotele* dice però che le uova allungate con l'estremità aguzza generano uccelli maschi, mentre quelle rotonde e che al posto dell'estremità aguzza presentano un arrotondamento, producono femmine. Ma ciò è del tutto falso ed è stata un'inesattezza dovuta a un errore di trascrizione, non a ciò che il filosofo afferma: motivo per cui Avicenna* dice che dalle uova rotonde e tozze nascono maschi e galli, mentre dalle uova allungate e aguzze nascono galline: e ciò è in accordo con l'esperienza che noi possediamo circa le uova e con la ragione, in quanto il perfezionamento della forza nell'uovo maschile cinge e allo stesso tempo contiene cose che stanno agli estremi: mentre la sua imperfezione in quello femminile è la causa per cui la materia si allontana parecchio dal centro.

[9] Calor enim alterativus et maturativus ovi est in ipso ovo, et fomentum, quod praestat avis{,}[9] extrinsecus est amminiculans: quoniam in quibusdam calidis terris meridionalibus ponuntur ova gallinarum sub terrae superficie et per se complentur sicut in Egipto: Egiptii enim complent ova sua ponendo sub fimo ad solem: et in civitate, quae antiquitus vocabatur Theoharoz, fuit quidam bibulus, qui posuit ova sub culcitra calida et dixit se posse continuare potum usque ad exitum ovorum: et hoc probant experta, quoniam gallinis nolentibus incubare ova sua ova ponuntur in vasis calidis, et superponitur stuppa calida, et lento calore fovente et non adurente extrahuntur pulli: et praecipue calore vitali alicuius animalis, sicut si in sinu hominis teneantur, aut si forte sub fimo calido ponantur aut sub cineribus lente calefactis aut aliquo huiusmodi.

[9] Infatti il calore modificatore e maturativo dell'uovo è presente nell'uovo stesso, e il riscaldamento che l'uccello fornisce dall'esterno serve da aiuto: dal momento che in alcuni territori caldi del meridione le uova di gallina vengono poste al di sotto della superficie della terra e si completano da sole, come in Egitto: infatti gli Egiziani fanno schiudere le loro uova ponendole al sole sotto il letame*: e in una città che anticamente si chiamava Theoharoz - Siracusa - ci fu un beone che mise delle uova sotto un materasso caldo e disse che lui poteva continuare a bere fino alla schiusa delle uova: e lo dimostrano degli esperimenti, poiché quando le galline non vogliono covare le loro uova, le uova vengono poste in recipienti caldi e al di sopra si pone della stoppa calda, e riscaldando in modo prolungato ma senza scottare vengono fatti uscire i pulcini: e soprattutto col calore corporeo di qualche animale, come se fossero tenute nel grembo di un essere umano*, o magari se le si mette sotto dello sterco caldo o sotto a ceneri scaldate pian piano o sotto qualcosa di simile.

Cap. II.

De completione ovorum et generatione in ovantibus perfecta, antequam exeant ova.

Capitolo II

A proposito del completamento delle uova e della loro formazione portata a termine negli animali che depongono uova, prima che le uova fuoriescano.

[10] Oportet autem scire, quod spermata omnium avium sunt alba, sicut et aliorum omnium animalium, et proicitur sperma a masculo, et femina recipit ipsum, et reponitur in matrice superius prope telam, quae myrach[10] vocatur, et cum est ovo incorporatum et fovetur et alteratur in gallina, primo quidem apparet album, et deinde mutatur et fit rubeum et accipit colorem sanguinis propter calorem, qui digerit ipsum: et quando crescit ovum in gallina, in principio quidem incrementi totum non apparet nisi citrinum, ac si sit vitellum quoddam, et cum inceperit inspissari substantia ovi et compleri, dividitur substantia alba a citrina, et ponitur citrinum in medio in cibum, et album in circuitu, ut ex ipso fiat substantia membrorum radicalium: et tunc membrana circumducitur fortis et circa illam testa dura: et cum sic completum fuerit ovum, exibit ab ave, et in descensu ovum quando exit a gallina, induratur quasi per congelationem. Signum autem eius quod diximus, est, quod quando finditur gallina, inveniuntur ova sub mirach, et sunt multa simul diversae quantitatis fundata interius supra spondiles gallinarum: et sunt tota ova, licet sint diversae quantitatis citrini coloris.

[10] È poi opportuno sapere che lo sperma di tutti gli uccelli è bianco, come anche di tutti gli altri animali, e lo sperma viene eiaculato dal maschio e la femmina lo accoglie, e viene depositato in alto nell'utero in vicinanza del diaframma, che è detto myrach, e quando nella gallina è incorporato dall'uovo viene sia riscaldato che alterato, in effetti dapprima appare bianco e successivamente si modifica e diventa rossiccio e assume il colore del sangue a causa del calore che lo fa maturare: e quando nella gallina l'uovo aumenta di volume, all'inizio dell'accrescimento appare tutto quanto giallognolo, come se si trattasse di un tuorlo, e quando la sostanza dell'uovo ha cominciato a ispessirsi e a completarsi, la sostanza bianca si separa da quella gialla e il giallo si pone al centro per diventare cibo e il bianco tutt'attorno, affinché da esso prenda origine la sostanza degli abbozzi delle parti del corpo: quindi viene posta all'intorno una robusta membrana e intorno a essa un guscio duro: e quando l'uovo sarà così ultimato uscirà dall'uccello, e l'uovo durante la sua discesa quando esce dalla gallina diventa duro quasi si trattasse di un congelamento. La prova poi di quanto abbiamo detto consiste nel fatto che quando alla gallina viene aperto l'addome si rinvengono le uova sotto il diaframma, e allo stesso tempo sono parecchie in quantità variabile, fissate internamente a ridosso delle vertebre delle galline: e sono tutte quante uova, anche se sono in quantità variabile di colore giallo.

[11] Illi autem, qui dixerunt ova venti esse superfluitatem relictam ex ovis generatis per coitum, mentiti sunt, quoniam multae gallinae et anseres et spervarii et columbae, similiter autem et aliae aves, ovant sine coitu. Ova autem venti voco ea, quae in figura et humiditatibus similitudinem quidem habent ovorum, sed deficiunt a semine masculi. Sunt autem aliquantulum aliis minora, eo quod calor seminis masculi trahit materiam aliquam in ovis completis, quae deest in istis. Sunt etiam ceteris humidiora aquosa humiditate et insipidiora ideo, quod deest eis digerens et complens semen maris: et quando aliquod ovorum venti ponitur sub gallina, non alterabitur per incubationem, sed albugo remanebit alba et vitellum remanebit citrinum: per quod scitur falsum dixisse Galienum in eo, quod dixit, quod semen feminae coagulat in generatione et format, licet minus coagulet et formet semine maris.

[11] Ma coloro che hanno affermato che le uova ventose rappresentano una sovrabbondanza residua proveniente da uova generate attraverso il coito, hanno detto una menzogna, in quanto molte galline, oche, sparvieri, colombe e anche altri uccelli depongono uova senza coito. Infatti definisco uova del vento quelle che nell'aspetto e nei liquidi posseggono senza dubbio una somiglianza con le uova, ma sono carenti del seme del maschio. In effetti sono un pochino più piccole delle altre, in quanto il calore del seme maschile porta con sé un po' di materia nelle uova ultimate, nelle quali manca. Inoltre sono più umide delle altre grazie a un'umidità acquosa e sono più insipide in quanto a esse manca il seme del maschio dotato di capacità maturative e fecondanti: e quando qualcuna delle uova ventose viene posta sotto la gallina, non si modificherà attraverso l'incubazione, ma l'albume rimarrà bianco e il tuorlo rimarrà giallo: motivo per cui sappiamo che Galeno* disse il falso in quanto affermò che il seme della femmina si coagula durante la generazione e prende forma, anche se il seme del maschio si coagula e prende forma in modo minore.

[12] Ova autem venti sunt quidem in gallinis et columbis, pavonibus, anseribus, accipitribus et malokaroz, hoc est perdicibus, et multis aliis avibus. Dicuntur autem ova venti, eo quod calor ipsa resolvere quidem potest in ventum, sed non formare in pullum: haec tamen ova coagulabilia sunt epsesi et optesi[11], sed non formabilia, sicut diximus: sunt enim materia quidem pulli proprio formante destituta, quae est sicut permixtio spermatis feminae cum sanguine menstruo in ceteris animalibus, ex qua materia nichil omnino generatur: et in tali quidem materia non est in potentia aliquid, eo quod, sicut diximus in Physicis[12], potentia formae, quae est in materia, est per formae et formantis aliquam incoationem. Haec igitur dicta sint de ovis venti.

[12] Le uova ventose* sono presenti nelle galline e nelle colombe, nei pavoni, nelle oche, negli sparvieri* e nelle malokaroz, cioè le pernici*, e molti altri uccelli. Vengono dette uova ventose in quanto il calore è in grado di dissolverle in vento ma non di trasformarle in un pulcino: tuttavia queste uova possono solidificarsi se bollite e arrostite, ma non possono prendere una forma, come abbiamo detto: infatti sono materia del pulcino priva del proprio impulso formativo, la quale è come un miscuglio del seme femminile con il sangue mestruale negli altri animali, dalla quale materia assolutamente nulla si genera: e in siffatta materia non esiste in potenza alcunché, per il fatto che, come abbiamo detto in Physicorum, il potere della forma presente nella materia esiste attraverso un qualche abbozzo della forma e di ciò che dà forma. Pertanto questo sia detto riguardo le uova ventose.

[13] Quod autem diximus in praehabitis, semen maris mutare et complere ovum usque ad exitum, probatur ex hoc, quod si frangitur ovum completum, invenitur semen galli in ovo tres habere proprietates: in colore enim est albius, quod puritatem suae demonstrat substantiae: in substantia autem est multo spissius, quam sit albugo cetera, et hoc est, ut retineat intra se spiritum et calorem formantem, ne exalare de facili possit: in situ autem pertingit per albuginem totam usque ad vitellum et illi ex parte acuminis ovi infigitur, ut virtus sua sit quidem in albugine, ex qua fit pulli substantia, et pertingat usque ad vitellum, ex quo fit creaturae cibus conveniens, quamdiu est in testa ovi. Ovum autem venti tali spermate destitutum omnino caret formante et ad speciem deducente et non est nisi sicut materia aedificii, ad quam non accedit manus artificis: propter quod etiam quando ova gallinarum ponuntur ad incubandum, aspiciuntur ad solem, ut videatur, an semen galli sit in eis vel non, et eiciuntur ea, quae carent galli semine.

[13] Ma quanto a ciò che abbiamo detto in precedenza, che cioè il seme del maschio modifica e completa l'uovo fino a quando esce, viene comprovato dal fatto che, se un uovo ultimato viene spaccato, si trova che il seme del gallo presente nell'uovo possiede tre proprietà: in quanto a colore è più bianco, il che dimostra la purezza della sua sostanza: in effetti per quanto riguarda la sostanza è molto più denso di quanto lo sia il rimanente albume, e ciò avviene affinché trattenga dentro di sé il soffio e il calore formativo, affinché non possa esalare facilmente: infatti da dove si trova si estende attraverso tutto quanto l'albume fino al tuorlo e gli si conficca dalla parte del lato acuto dell'uovo, affinché la sua forza si trovi nell'albume dal quale si forma la materia che costituisce il pulcino, e si estenda fino al tuorlo dal quale proviene un cibo adatto alla creatura, finché si trova all'interno del guscio dell'uovo. Ma l'uovo ventoso sfornito di siffatto seme è completamente privo di ciò che dà forma e aspetto e non è null'altro che il materiale di un edificio al quale non giunge la mano dell'artefice: motivo per cui anche le uova delle galline quando vengono messe a covare vengono guardate contro sole perché si possa vedere se il seme del gallo sia in esse presente oppure no, e vengono eliminate quelle che sono prive del seme del gallo.

[14] Post incubationem autem septem dierum iterum inspiciuntur: et si quod est, quod soli exhibitum non est alteratum, eicitur, quoniam scitur esse ovum venti et inutile esse ad pullum. Licet autem dixerimus ova duarum esse humiditatum, albuginosae quidem et citrinae, tamen quaedam ova venti inveniuntur, in quibus non est nisi albugo, et haec fiunt, quando in materia coitus habundant gallinae ex aliquo cibo singulariter materiam coitus operante: tunc enim absque citrino humore testa albugini circunducitur, et figura ovi datur et producitur: ovum enim gallinae michi transmissum pro miraculo ego vidi totum rotundum sicut spera, quod habebat duas testas, unam intra aliam, et inter testas albuginem aquosam tenuem, et intra secundam testam non habuit nisi albuginem tenuem et aquosam, et nichil penitus in eo erat de citrino. Non est autem visum fieri ovum venti ex sola citrina substantia, quoniam haec paratur in cibum et non circumducitur ei nisi secundina, qua distinguitur ab albugine, et est res incompleta ad partum nisi circumducatur albugo, quae est sperma feminae virtute matricis et testiculorum attracta ad ovi substantiam. Inveniuntur tamen quaedam ova venti non habere testam exteriorem, sed membranam quae est sub testa tantum: et hoc contingit eo, quod talia ova humida sunt et aquosa et non habent in se sufficienter distinguentem calorem inter terrestre decoquendum in testam et viscosum humidum convertendum in membranam, et ideo sola membrana contenta ovantur a gallinis. Adiuvat autem adhuc cibus humidus aquosi seminis factivus, sicut in antehabitis diximus. Talis igitur materia est et natura ovorum venti.

[14] Vengono però nuovamente esaminate dopo un'incubazione di 7 giorni: e se c'è qualcosa che, esposta al sole, non si è modificata, viene eliminato, in quanto si sa che si tratta di un uovo ventoso e che non serve per ottenere un pulcino. Potremmo dire che le uova presentano due tipi di umidità, quella dell'albume e quella del tuorlo, tuttavia si rinvengono alcune uova ventose nelle quali non c'è null'altro se non l'albume, e queste si formano quando le galline hanno abbondanza di materiale per il coito che deriva da qualche cibo che produce materiale per il coito in modo speciale: infatti in tal caso in assenza di liquido giallo il guscio circonda l'albume e viene prodotta e realizzata la forma dell'uovo: infatti ho visto un uovo di gallina, inviato a me come se si trattasse di un miracolo, che era completamente rotondo come una sfera, in quanto aveva due gusci, uno dentro all'altro, e tra i gusci un tenue albume acquoso, e all'interno dell'altro guscio c'era solamente dell'albume tenue e acquoso, e all'interno di questo guscio non c'era assolutamente nulla di giallo. In effetti non pare che l'uovo ventoso si formi solamente dalla sostanza gialla, in quanto questa si trasforma in cibo e viene circondata solo dalla secondina - la membrana vitellina*, grazie alla quale rimane distinta dall'albume, ed è una cosa incompleta per il parto a meno che l'albume non si metta all'intorno, in quanto è il seme della femmina attratto verso la sostanza dell'uovo dalla forza dell'utero e delle gonadi. Tuttavia si rinvengono alcune uova ventose prive del guscio più esterno ma fornite di una membrana che si trova solamente al di sotto del guscio: e ciò accade in quanto tali uova sono umide e acquose e non posseggono in sé in modo sufficiente il calore che separa ciò che di terroso va trasformato in guscio e ciò che di vischioso e umido deve trasformarsi in membrana, e pertanto vengono deposte dalle galline contenute nella sola membrana. Inoltre torna utile un cibo umido capace di produrre un seme acquoso, come abbiamo detto in precedenza. Pertanto questa è la sostanza e la struttura delle uova ventose.

[15] Aliquando tamen ex aliis causis corrumpuntur humores ovorum, ita quod non egreditur pullus ex ipsis sicut nec ex ovis venti: et hoc fit quadrupliciter in genere: et una quidem causa est corruptus humor albuginis, propter quam non obedit formativae deducenti ad speciem et figuram animalis. Secunda autem causa est corruptio humoris citrini, ex quo non potest trahi supplementum et cibus pulli formandi, et ideo destituuntur membra ipsius. Sed differentia est inter primum et secundum modum, quod in primo quidem modo nichil omnino formatur per incubationem, sed totum ovum turbatur et corrumpitur, eo quod calor digerens in generatione tunc corrumpit humorem, sicut corrumpitur humor in apostemate: et ideo multum efficiuntur fetida talia ova. In secundo autem modo formatur imperfecte ovum, et inveniuntur quaedam membra in ipso non completa et non coniuncta sicut in animali, quod patitur aborsum ante compaginationem lineamentorum creaturae.

[15] Tuttavia talora i liquidi delle uova si corrompono per altri motivi, tant'è che il pulcino non ne fuoriesce così come neppure dalle uova ventose: e ciò accade generalmente per quattro motivi: una causa consiste nel liquido corrotto dell'albume e per colpa di ciò non obbedisce all'impulso creativo che porta all'aspetto e alla forma dell'animale. La seconda causa è il deterioramento del liquido giallo, dal quale non possono essere ricavati la materia supplementare e il cibo del pulcino che deve formarsi, e pertanto i suoi organi non vengono completati. Ma esiste una differenza tra la prima e la seconda modalità, in quanto nella prima maniera non si forma assolutamente nulla attraverso l'incubazione, ma tutto quanto l'uovo è sconvolto e alterato, poiché il calore che si diffonde durante la generazione adesso corrompe il liquido, come si corrompe il liquido in un ascesso: e pertanto tali uova diventano parecchio fetide. Nella seconda maniera l'uovo si forma in modo imperfetto e in esso si rinvengono degli organi incompleti e non collegati come accade in un animale che subisce un aborto prima che gli abbozzi della creatura si siano congiunti.

[16] Tertius autem modus corruptionis est ex corruptione secundinarum ovi et ex corruptione filorum, quae extenduntur per albuginem: tunc enim corrupta tela, quae continet vitellum, fluit humor vitellinus in albuginem, et confunditur unus humor cum alio, et impeditur ovi fecunditas: corruptis autem filis corrumpuntur venae et nervi creaturae et cordae, et impeditur via nutrimenti, et dissolvitur compago destructis cordis et ligamentis, et remanebit sine sensu destructis nervis. Quartus autem modus corruptionis est antiquitas ovi, eo quod tunc evaporat spiritus in quo est virtus formativa, et vitellum pondere suo penetrat albuginem et decidit ad testam in latere, super quod iacet ovum.[13]

[16] La terza modalità di corruzione proviene dall'alterazione delle membrane dell'uovo e dalla deterioramento delle fibre che si dispongono attraverso l'albume: e allora, essendosi corrotta la membrana che contiene il tuorlo, il liquido del tuorlo defluisce nell'albume e un liquido si mescola con l'altro, e la fecondità dell'uovo viene bloccata: essendosi corrotte le fibre, le vene, i nervi e i legamenti della creatura si corrompono e viene bloccata la via del nutrimento, e la struttura si dissolve essendosi distrutti fibre e legamenti, e rimarrà senza sensibilità una volta che si sono distrutti i nervi. La quarta modalità di corruzione consiste nella vetustà dell'uovo, in quanto a questo punto evapora la forza vitale in cui risiede la capacità formativa, e il tuorlo con il suo peso penetra nell'albume e cade verso il guscio sul lato al di sopra del quale giace l'uovo.

Ex hiis igitur causis sterilia efficiuntur ova completa, sicut sunt ova venti. Ex secunda autem aliquando contingit, quod in corruptione humorum partes igneae combustae feruntur ad testam ovi et respergunt eamdem, et fit ovum lucens in tenebris sicut quercus putrefacta, sicut accidit in ovo, quod se vidisse testatur Avicenna in civitate, quae vocatur Kanetrizine in terra Corasceni: et forte multi sunt alii modi corruptionis ovorum, qui sub istis de facili poterunt comprehendi.

Pertanto, per questi motivi, delle uova complete, come lo sono le uova ventose, diventano sterili. Talora poi per il secondo motivo accade che durante la corruzione dei liquidi le parti legnose bruciate si trasferiscono verso il guscio dell'uovo e lo spruzzano, e ne scaturisce un uovo luminoso nelle tenebre - per bioluminescenza* - come se fosse una quercia putrefatta, come accadde in un uovo che Avicenna* testimonia di aver visto in una città che si chiama Kanetrizine nella regione del Corasan*: e forse esistono molte altre modalità di corruzione delle uova che potrebbero essere facilmente catalogate in quelle appena descritte.

Cap. III.

De tempore, quo aves ovant et fovent usque ad exitum pullorum.

Capitolo III

Sul periodo in cui gli uccelli depongono e covano le uova fino all'uscita dei pulcini.

[17] De tempore autem fecunditatis ovorum hoc sciendum est, quod quando gallina cubat in aestate, citius finduntur ova ad exitum pullorum quam in hyeme. In decem et octo enim diebus fota finduntur in aestate, et in viginti quinque finduntur fota in hyeme: et hoc etiam attenditur secundum climata calidiora et frigidiora, quoniam in calidis citius, in frigidis autem exeunt tardius.

[17] A proposito del tempo necessario alle uova per essere prolifiche bisogna sapere che quando la gallina cova durante l'estate le uova si aprono più in fretta per far uscire i pulcini di quanto accade in inverno. Infatti si aprono in 18 giorni quando sono scaldate in estate e si schiudono in 25 giorni se scaldate in inverno: e si osserva la stessa cosa a seconda dei climi più caldi e più freddi, in quanto in quelli caldi si schiudono prima, più tardi invece in quelli freddi.

Attenditur autem in hoc etiam virtus stellarum, quoniam in temporibus aequaliter calidis citius exeunt sole ascendente, quam sole descendente.

A questo proposito si osserva anche il potere delle stelle, in quanto in periodi ugualmente caldi si schiudono più rapidamente quando il sole è in ascesa di quando il sole è in discesa.

Adhuc autem luna post accensionem crescente citius exeunt quam eadem decrescente, quamvis in omnibus aliis paria sint tempora.

Inoltre durante il periodo della luna crescente si schiudono più in fretta di quando la luna è in fase calante, ma in tutte le altre fasi i tempi sono uguali.

[18] Amplius autem quando tonitrua fortia veniunt in hora cubationis, quae non agunt in sensum auditus tantum, sed etiam commovent aerem, ita quod concutit ova, corrumpuntur tunc ova ex commotione, et praecipue si iam in eis formati sunt pulli: hoc tamen secundum magis et minus nocet ovis diversarum avium: sed inter omnes aves magis dicitur nocere ovis corvorum, et ideo videntur anticipare tempus tonitrui ovando et fovendo, ita quod semper videntur in Martio pullos educere. Videtur autem haec etiam esse causa, propter quam avis Dyomedis[14], de qua supra diximus, fovet in hyeme et quaedam avium aliarum. Commotio enim tonitrui turbat praecipue humida et tenera, et facit in eis dislocationem et corruptionem, quamvis testam propter sui subtilitatem non inveniatur corrumpere. Animalia tamen, quae ab antiquis vocantur zabuza et wara, hoc est se abscondentia, praecipue educunt pullos in aestate, et minus nocet eis tonitrus quam aliis. Et quaedam illorum animalium, sicut dicit Avicenna, vocatur chychelynches[15], quae sunt aves compositae ex ansere et strucione, quae etiam in aestate pullos educunt.

[18] Inoltre quando nel periodo della cova giungono dei tuoni potenti, i quali non agiscono solamente sull'udito, ma scuotono anche l'aria al punto tale che scuote le uova, allora le uova si corrompono a causa dello scuotimento e soprattutto se in esse si sono già formati i pulcini: tuttavia questa seconda situazione nuoce più o meno alle uova dei vari uccelli: ma si dice che fra tutti gli uccelli nuoce maggiormente alle uova dei corvi, e pertanto sembra che anticipino il periodo del tuono deponendo e covando le uova, cosicché li si vede sempre far nascere i pulcini a marzo. Sembra che questo sia il motivo per cui anche l'uccello di Diomede, del quale abbiamo parlato in precedenza, e alcuni altri uccelli covano in inverno. Infatti la scossa del tuono rovina soprattutto quelle umide e delicate e provoca in esse uno spostamento e un'alterazione, anche se non si osserva che altera il guscio a causa della sua sottigliezza. Tuttavia quegli animali che dagli antichi sono chiamati zabuza e wara, cioè che si nascondono, fanno nascere i pulcini soprattutto in estate e il tuono nuoce a essi meno che agli altri. E alcuni di questi animali, come dice Avicenna*, sono detti chychelynches, i quali sono degli uccelli composti da oca e struzzo che fanno nascere i pulcini anche in estate.

[19] In omnibus autem avibus feminae semper magis inveniuntur circa ovorum custodiam quam mares: quaedam tamen nullo modo custodiunt ea nisi per occultationem, neque inveniuntur fovere ea sicut strucio, sed in loco calido ponit ea sub arena, et per calorem solis vivificantur et exeunt: et ideo proverbium est, quod “duratur ad ova, quasi non sint sua”: haec etiam avis exeuntes non pascit filios, quia per se statim nati comedunt, et fomentum matris non valeret eis, quia fere est sine plumis et corpus pulli operire non posset, et si operiret ipsum, pondere corporis gravaret. Quod autem dicitur visu fovere ova sua strucio, fabula est falsa, quoniam nichil cubat visu, sed forte raro ad ipsa aspicit propter custodiam, et ex hoc vulgus imperitum putat, quod visu foveat.

[19] A livello di tutti gli uccelli si trova che sono sempre le femmine a custodire le uova più dei maschi: tuttavia alcune le custodiscono occultandole solamente, e non si trova nessuna che le scalda come fa lo struzzo, che le mette in un posto caldo sotto la sabbia e grazie al calore del sole prendono vita e si schiudono: pertanto esiste il proverbio che dice "si dedica alle uova come se non fossero sue": inoltre questo uccello non nutre i figli che ne nascono, in quanto i neonati subito mangiano da soli e il riscaldamento della madre a essi non serve, in quanto è quasi senza piume e non sarebbe in grado di coprire il corpo del pulcino, e se lo ricoprisse, lo opprimerebbe col peso del corpo. Quanto al fatto che si dice che lo struzzo scalda le sue uova con lo sguardo si tratta di una falsa diceria, in quanto non cova nulla con lo sguardo, ma forse ogni tanto getta loro uno sguardo per sorvegliarle, e basandosi su ciò il popolo incompetente pensa che le scalda con lo sguardo.

Amplius autem animalia inflativa, quae inflatione et ventositate quadam ova concipiunt et ideo inflativa dicuntur, et Graece vocantur zacorye[16], maxime ova venti concipiunt in autumno flante vento austrino: hic enim aperit corpora avium, et humectat et fecundat. Ex tempore autem autumni habundat in eis sicca ventositas, et humor quidem concrescit calore venti austrini. Ventositas autem movet eum et extendit genitalia, et tunc excitatur libido et praeparatur materia generationis et formatur in ova.

Inoltre gli animali che assorbono aria, che grazie a un soffio e a una certa ventosità concepiscono uova dette pertanto ventose*, e dette zacorye - zefirine - in greco, concepiscono uova ventose soprattutto in autunno quando spira il vento del sud: infatti questo vento - Austro* - apre i corpi degli uccelli e li inumidisce e li feconda. Infatti a partire dall'autunno in essi abbonda una ventosità asciutta e l'umido aumenta grazie al calore del vento del sud. La ventosità smuove l'umido e dilata i genitali, per cui la libidine viene eccitata e il materiale della generazione viene preparato e organizzato nelle uova.

[20] Quaedam autem aves segregatae a maribus etiam ova venti faciunt in vere, quando recipiunt ventum austrinum calore et humore moventem ad materiam generationis.

[20] Anche alcuni uccelli separati dai maschi depongono uova ventose in primavera, quando accolgono Austro che col calore e l'umidità stimola alla produzione del materiale della generazione.

Adhuc autem aliquando ad tactum manus supra anum et per confricationem excitatur in avibus libido, quae attrahit materiam conceptus et formatur in ovum venti, sicut ad tactum mulieris in ore vulvae semen adducitur infecundum.

Inoltre talora negli uccelli al tocco della mano sull'ano e con lo sfregamento viene eccitata la libidine che richiama la materia del concepimento che si trasforma in un uovo ventoso, come accade che toccando la rima vulvare di una donna viene introdotto un seme infecondo.

Aliquando etiam ova, quae ut ova venti concipiuntur, aliquando pullificant, quando post conceptum tactum fuerit a semine galli sive masculi. Contingit autem etiam ova ex coitu formata et concepta alterari ad sterilitatem ovorum venti, quando citrinum ad albedinem per evaporationem caloris transmutatur. Ova tamen venti maxime ex vento concipiuntur in avibus. Rara enim corpora habent et aerea et locum ani, per quem concipiunt, vento expositum: propter quod vento etiam moventur ad libidinem et materiae generationis attractionem: sicut etiam mulieres vento austrino vulvas aperientes libidine coitus delectantur, et attrahitur eis menstruum. Fit autem hoc frequentius in avibus propter volatum et continuum caudae motum, propter quem etiam attrahitur semen ad matrices earum. Feminae enim avium testiculos habent super caudam et in exteriori corporis, sed mares habent interius in loco, ubi aliis animalibus siti sunt renes.

Talora anche le uova che vengono concepite come le uova ventose producono pulcini quando, dopo essere state concepite, sono entrate in contatto col seme del gallo o di un maschio. Accade che anche le uova che si sono formate e che sono state concepite in seguito al coito si alterano sino a raggiungere la sterilità delle uova ventose, quando il giallo si trasforma in albume attraverso l'evaporazione del calore. Tuttavia negli uccelli le uova ventose vengono concepite soprattutto a causa del vento. Infatti posseggono dei corpi rarefatti e leggeri come l'aria e la posizione dell'ano, attraverso il quale concepiscono, è esposta al vento: per questo motivo vengono spinti alla libidine e all'attrazione della materia della generazione anche dal vento: come anche le donne che aprono la vulva al vento del sud si dilettano della libidine del coito e vengono loro stimolate le mestruazioni. Ciò accade più spesso negli uccelli a causa del volo e del continuo movimento della coda, a causa del quale il seme viene pure attratto al loro utero. Infatti le femmine degli uccelli hanno le gonadi al di sopra della coda e nella parte esterna del corpo, mentre i maschi le hanno all'interno là dove negli altri animali sono situati i reni.

[21] Gallinae autem veteres praecipue ovant in principio veris, eo quod tunc calido humido frigiditas complexionis earum temperatur. Gallinae autem iuvenes ovant in aestate, quando superfluus humor exsiccatur in eis. Ovant autem etiam in autumno.

[21] Le galline vecchie depongono soprattutto all'inizio della primavera in quanto in questo periodo l'ipotermia del loro organismo viene mitigata dal caldo umido. Le galline giovani depongono in estate quando in esse l'umore in eccesso si essicca. Ma depongono anche in autunno.

Adhuc autem minoris quantitatis sunt ova gallinarum iuvenum quam antiquarum, propter nutrimentum, quod in iuvenibus maxime transit in substantiam corporis.

Inoltre la quantità delle uova delle galline giovani è inferiore a quella delle galline vecchie a causa del cibo, che in quelle giovani si trasforma soprattutto in struttura corporea.

Adhuc autem gallina multum ovans et non cubans ova infirmatur frequenter et moritur, eo quod non abstrahitur ab ovando et ex ipsa per nimia ova educitur subiectum vitae. Ea autem, quae cubat, infirmatur quidem ex affectu pullorum, quod ostendit acumen vocis eius: sed tamen sanatur per restitutionem humidi vitalis in ipsa, ex hoc, quod interim non ovat.

Inoltre, una gallina che depone molte uova e che non le cova, spesso si ammala e muore in quanto non viene distolta dal deporre uova e per colpa delle troppe uova viene ridotta la sua forza vitale. Invece quella che cova viene indebolita dall'amore dei pulcini, come mostra il tono acuto della sua voce: tuttavia viene risanata attraverso la restaurazione in essa dell'umore vitale in quanto nel frattempo non depone uova.

[22] Adhuc autem gallina post coitum excutit se cum horripilatione, eo quod in concupiscentia transit per eam vapor faciens extensiones et alices[17] in ea, sicut in homine, quando languet desiderio coitus, et quia concupiscentia pertingit ad sensibilia capitis, tunc confricando se saepe paleam accipit in ore et reponit quasi nidum componens: et eadem est causa de osculo avium, quoniam non osculantur, sed vapore libidinis excitato ante completum motum coitus confricant se faciendo sibi et augendo coitus delectationem: et hoc idem faciunt etiam, quando ovant, eo quod tunc semen interius tangit nervos et delectat. Sicut etiam mulier praegnans plus delectatur in coitu quam illa, quae non est impraegnata, propterea quod semen conceptum movet nervos, et ideo quaerit confricationem: et ideo gallinae sedentes in nido saepe rostro convertunt paleas, et similiter faciunt aliae aves. Hac etiam de causa columbae, quae calidiores sunt, tempore libidinis incurvant caudam ad terram et trahunt eam super terram, et ita moventur ad invicem masculus et femina. Anseres autem et anates tempore libidinis natant in aqua, eo quod frigidae sunt aves, et evaporaret ab eis calor coitus, si non restringeretur aquae frigiditate: cuius signum est, quia etiam homo surgens et exponens se frigori fortius movetur ad libidinem ad mulierem accedens, quam ille qui in calore iacuit iuxta mulierem.

[22] Inoltre dopo il coito la gallina si scuote rizzando le piume in quanto durante il desiderio sessuale viene attraversata da una passione che determina in lei delle tensioni e delle torsioni come in un essere umano quando languisce per il desiderio del coito, e siccome la concupiscenza si estende alle zone sensibili della testa, allora strofinandosi spesso prende della paglia in bocca e la depone come se stesse allestendo un nido: e identico è il motivo del bacio degli uccelli, in quanto non si baciano, ma dopo aver stimolato la fiamma della libidine, prima di aver portato a termine il movimento del coito si sfregano eccitandosi e aumentando il piacere del coito: e questa stessa cosa la fanno anche quando depongono le uova, per il fatto che in quel momento il seme tocca i nervi internamente e provoca piacere. Così come anche una donna gravida si diletta durante il coito più di quella che non è gravida, dal momento che il seme concepito scuote i nervi e pertanto provoca uno sfregamento: e pertanto le galline accucciate nel nido spesso col becco spostano la paglia, e gli altri uccelli si comportano allo stesso modo. Sempre per questo motivo le colombe, che sono più focose, nel periodo del desiderio sessuale incurvano la coda verso terra e la trascinano sulla terra, e sia il maschio che la femmina si muovono alternativamente in questo modo. Invece le oche e le anatre nel periodo del desiderio sessuale nuotano in acqua in quanto si tratta di uccelli freddi, e il calore del coito esalerebbe via da loro se non venisse imprigionato dal freddo dell'acqua: e ne è la riprova il fatto che anche un uomo, che si alza e si espone al freddo, avvicinandosi a una donna, diventa maggiormente libidinoso di quello che è giaciuto al caldo presso una donna.

[23] Adhuc autem multae aves valde leviter concipiunt, sicut perdices, ita quod dicitur, quod concipiunt ex semine vaporabiliter transfuso a mare in feminam: propter quod aliquando cum femina vertit anum ad masculum et flaverit ventus a mare ad feminam, dicuntur concipere: ego tamen non credo, quod illa conceptio fecundet, nisi forte ad ovum et non ad pullum: sed ad pullum exigitur receptio seminis in corporali humore transfusi. Quidam etiam probantes, quod vaporabiliter semen perdix mas transfundat, dicunt fetorem excitari a perdicibus tempore coitus ex vapore seminis transfusi, quod vaporabiliter transfundi dicunt. Sed hoc non est signum nisi fallax, quod inducunt. Omne enim animal fetet post coitum, et praecipue femina: et hoc contingit ideo, quia calor coitus educit humidum et multum corrumpit de ipso: et ille humor corruptus est, qui fetet: et ideo fetor ille est in genitalibus, quae vaporosa sunt membra, et est similis fetori sudoris, sed acutior est in tanto quantum humidum seminale subtilius est humore sudoris ex parte passivi, et in tanto, quantum calor coitus acutior est calore sudantis ex parte activi. Experta etiam probant non esse verum, quod inductum est, quia perdices domesticas iam vidimus coeuntes sicut coeunt aliae aves.

[23] Inoltre molti uccelli concepiscono in modo assai delicato, come le pernici*, sicché si dice che concepiscono grazie a un seme trasfuso per via aerea dal maschio alla femmina: motivo per cui si dice che talora concepiscono quando la femmina rivolge l'ano verso il maschio e un vento sia spirato dal maschio verso la femmina: tuttavia io non credo che tale modo di concepire sia in grado di fecondare, a meno che forse sia riferito alla produzione di un uovo e non di un pulcino: ma per produrre un pulcino è d'obbligo ricevere il seme trasmesso in un liquido del corpo. Alcuni che concordano anche sul fatto che la pernice maschio trasmette il seme attraverso il vapore, dicono che nel periodo dell'accoppiamento il fetore viene provocato dalle pernici in seguito al vapore del seme trasmesso, che a quanto dicono viene trasmesso sotto forma di vapore. Ma questa caratteristica che adducono altro non è che falsa. Infatti qualunque animale puzza dopo il coito, e soprattutto la femmina: e ciò accade in quanto il calore del coito fa uscire dell'umido e se ne altera parecchio: e quell'umore che puzza è corrotto: e pertanto quel fetore è presente nei genitali che sono delle strutture piene di aria, ed è simile al fetore del sudore, ma è più penetrante in quanto l'umidità seminale è più penetrante del liquido del sudore che in parte è passivo, e in quanto il calore del coito è più penetrante del calore di colui che suda, essendo in parte attivo. Anche la pratica conferma che non è vero che ciò è stato osservato, in quanto abbiamo già visto delle pernici domestiche che si accoppiano come si accoppiano gli altri uccelli.

Adhuc autem vaporabilis exalatio seminis non habet motum ad matricem feminae, sed potius dilatationis, quando exalat a gallo perdicis, sicut et alia vaporabiliter exalantia ex aliquo.

Inoltre l'esalazione vaporosa del seme, quando fuoriesce dal maschio della pernice, non è dotata di un movimento verso l'utero della femmina, ma piuttosto di un movimento dilatante, come anche le altre esalazioni vaporose che fuoriescono da un essere vivente.

Cap. IV.

De tempore completionis ovorum et de anathomia eorum et mutatione in formam pulli.

Capitolo IV

Circa il tempo necessario al completamento delle uova e la loro anatomia e la trasformazione in pulcino.

[24] Genera autem pullorum diversantur secundum tempus cubationis et anathomiam ovorum. Ovum enim gallinae fecundum, quod a semine galli concipitur, ab undecimo die seminis concepti completur in quantitate et figura ad emissionem ovi ut frequentius, contingit tamen in gallinis duplex ovi conceptus. Unus quidem est a semine galli, quod primum intra matricem concipitur et attrahit materiam ovi et format eam, sicut semen gressibilium generantium sibi simile attrahit materiam conceptus: et ille conceptus et formatur et perficitur ad ovi perfectionem ut frequentius in diebus undecim. In gallina tamen iuvene cicius completur quam in antiqua, et in climate calido cicius quam in frigido: et in ea quae utitur nutrimento calido, cicius completur quam in ea quae utitur nutrimento frigido: et sic est de aliis accidentibus considerandum, quae complexiones variant gallinarum.

[24] La nascita dei pulcini si diversifica a seconda della durata dell'incubazione e dell'anatomia delle uova. Infatti un uovo di gallina fecondo, che viene concepito grazie al seme del gallo, a partire dall'undicesimo giorno dal ricevimento del seme si completa in volume e aspetto in vista della fuoriuscita dell'uovo, come accade più di frequente. Tuttavia nelle galline si verifica un concepimento duplice dell'uovo. Un concepimento proviene dal seme del gallo, che viene accolto per primo dentro all'utero e attrae la materia dell'uovo e le dà forma, come il seme degli animali da riproduzione che deambulano attrae la materia del concepimento che gli è simile: e tale concepimento avviene e si completa fino al perfezionamento dell'uovo per lo più in undici giorni. Tuttavia nella gallina giovane si completa più in fretta che in quella vecchia, e in un clima caldo più in fretta che in uno freddo: e in quella che si nutre di un cibo caldo si completa più in fretta di quanto accade in quella che si serve di un cibo freddo: e nello stesso modo bisogna fare le considerazioni circa le altre evenienze che fanno variare la costituzione delle galline.

[25] Alius autem conceptus est, quando sperma galli receptum invenit materiam ovi venti in matrice aut in parte aut in toto praeter pellem et testam completam: tunc enim sociatur ei et fecundat item ovum et immutat, et hoc ovum cicius ovatur secundum quod magis vel minus materiam in matrice praeparatam invenit. Aliter enim est de avibus et aliter de animalibus. Aves enim aliquando retinent intra se materiam ovorum diucius, et aliquando emittunt tardius: et hoc apparet in avibus, quibus auferuntur ova. Illae enim post modicum ovant alia, quae retinerent, si ova priora eis ablata non fuissent: et probabile est quod coitus, quem iterant amissis ovis, ad haec cooperetur: sed tamen, nisi haberent quasi in thesauro ovorum materiam, non ita cito ovarent post amissionem ovorum: et quando non amittunt ea, non coeunt: et ideo non complentur, et forte consumitur materia eorum per calorem famis et calorem naturalem.

[25] Si verifica inoltre un diverso modo di concepire quando lo sperma del gallo una volta che è stato accolto trova nell'utero la materia dell'uovo ventoso completata in parte o del tutto, eccetto la membrana e il guscio: infatti allora si unisce alla materia e allo stesso tempo feconda l'uovo e lo fa cambiare, e questo uovo viene deposto più in fretta a seconda se nell'utero trova  maggiore o minore materiale pronto. Negli uccelli e negli animali le cose si verificano in maniera diversa. Infatti talora gli uccelli trattengono più a lungo dentro di sé il materiale delle uova e talora lo emettono più tardivamente: e ciò è visibile negli uccelli ai quali vengono sottratte le uova. Infatti dopo poco ne depongono altre, e le tratterrebbero se le precedenti uova non fossero state loro sottratte: ed è probabile che il coito, che reiterano dopo aver perso le uova, cooperi a questo scopo: tuttavia se non avessero per così dire tesaurizzato la materia dell'uovo, non deporrebbero così presto dopo aver perso le uova: e quando non le perdono non si accoppiano: e pertanto non si ingravidano, e forse la materia delle uova si esaurisce attraverso il calore della fame e il calore naturale.

[26] Feminae autem pavonum et columbarum et plurium aliarum avium osculantur ante coitum propter libidinem, ut cicius pruritum inducant per confricationem, ut superius diximus: et in tempore libidinis aliquando femina saltat super feminam, quando deest eis mas, sed non concipit ex hoc ovum fecundum, sed potius ovum venti, eo quod per confricationem sola substantia materialis ovi ad matricem congregatur: sed quando osculatur marem, tunc post modicum excitata libidine mas ascendit super feminam et coit et fecundat ova ipsius. Sed tamen pavonis femina et columbae in hoc habent differentiam, quoniam mas columbus non utitur ad coitum columba tempore, quo fovet ova e quamdiu parvuli sunt columbi: pavo autem mas etiam tempore quo femina fovet ova, utitur ea ad coitum: et ideo locum, in quo cubat pava ova sua abscondit a pavo: quia coeundo super eam frangit ea. Dixit tamen michi quidam valde expertus circa pavones, quod ex zelo pavonis contingit fractura ovorum: pugnant enim tunc pava et pavo pro incubatione ovorum ex nimia ovorum dilectione: sicut etiam pro pullis ducendis pugnant grus masculus et grus femina: ita quod vidimus oculis nostris gruem marem deicere feminam gruem et occidere rostro undecim vulneribus sibi datis, eo quod pullos abstraxit a mare, ne sequerentur eum: et hoc accidit in Colonia, ubi sunt grues domesticae pullificantes.

[26] Le femmine dei pavoni e dei colombi e di numerosi altri uccelli a causa della libidine si baciano prima del coito allo scopo di indurre più in fretta l'eccitamento attraverso lo sfregamento, come abbiamo detto in precedenza: e nel periodo del desiderio sessuale talora una femmina sale sopra una femmina quando sono senza maschio, ma da questo fatto non concepisce un uovo fecondo, bensì un uovo ventoso in quanto nell'utero si raccoglie solamente la sostanza che compone l'uovo. Ma quando bacia il maschio, allora poco dopo, essendo stata eccitata la libidine, il maschio sale sulla femmina e si accoppia e feconda le sue uova. Tuttavia la femmina del pavone e del colombo presentano una differenza, in quanto il maschio del colombo per il coito non si serve del periodo in cui la colomba cova le uova e fintanto che i colombi sono piccolini: invece il pavone maschio si serve della femmina per il coito anche nel periodo in cui cova le uova: e pertanto la pavonessa nasconde al pavone il luogo in cui cova le sue uova: perché durante l'accoppiamento stando sopra di lei le rompe. Tuttavia un tale assai esperto di pavoni mi ha detto che a causa della gelosia del pavone accade che le uova si rompono: infatti in quel periodo la pavonessa e il pavone a causa dell'eccessivo amore per le uova combattono al fine di covare le uova: come anche il maschio e la femmina della gru combattono per allevare i pulcini: tant'è che ho visto coi miei occhi un maschio di gru gettare a terra una femmina e ucciderla con undici ferite che le aveva inferto col becco, in quanto lei aveva sottratto al maschio i pulcini affinché non lo seguissero: e ciò accadde a Colonia dove ci sono delle gru domestiche che fanno nascere pulcini.

[27] Generatio autem pullorum quantum ad ipsam ovi transmutationem et anathomiam est fere secundum unum modum in omnibus avibus magnis et parvis, et hoc ostendemus in ovis magis notis, quae sunt ova gallinarum, de quibus sciendum, quod habent tres pelliculas universales, quarum una est, quae interius coniungitur testae, quae fere est sicut dura mater in capite hominis: et altera est intra illam, quae continet albuginem: quae est sicut pia mater cerebri humani: et hoc apparet in ovis antiquis, quae resederunt aliquantulum a testa retracta: in hiis enim etiam oculo praedictae apparent pelliculae. Tertia vero est, quae includit vitellum ovi.

[27] La generazione dei pulcini, per quanto riguarda la modificazione e l'anatomia dell'uovo, si verifica quasi in un solo modo in tutti gli uccelli grandi e piccoli, e lo illustreremo nelle uova più note che sono le uova delle galline, a proposito delle quali bisogna sapere che posseggono tre membrane uguali in tutte le uova, una delle quali è quella che all'interno aderisce al guscio e che è praticamente come la dura madre che si trova nella testa degli esseri umani; l'altra si trova al suo interno e circonda l'albume, ed è come la pia madre del cervello umano: e ciò è visibile in uova vecchie che si sono un po' allontanate dal guscio che si è retratto: in queste infatti le anzidette membrane sono ugualmente visibili. La terza membrana è quella che racchiude il tuorlo.

[28] In gallinis igitur, postquam ova cubaverint per tres dies, statim apparet ovi ad formam pulli mutatio: tamen in maioribus avibus erit hoc post plures dies: et in minoribus avibus, quam sunt gallinae, erit hoc post pauciores dies proportionaliter pensata quantitate. In spatio enim trium dierum in gallinis ascendit citrinum ovi versus acumen ovi, eo quod ibi est maior calor et vis spermatis, et trahit ad se materiam cibalem, unde accipit supplementum carnis, quam ponit inter nervos et venas, sicut supplementum accipit formativa, quae est in spermatibus animalium generantium sibi similia, ex sanguine menstruo: propter quod etiam caro pars materialis est, quae influit et effluit per augmentum et diminutionem et pinguedinem et maciem.

[28] Pertanto nelle galline, dopo che avranno covato le uova per tre giorni, subito compare un cambiamento dell'uovo che assume la sagoma di un pulcino: tuttavia negli uccelli più grandi ciò si verificherà dopo un numero maggiore di giorni: e negli uccelli più piccoli delle galline ciò avverrà dopo un numero inferiore di giorni in proporzione al corrispondente volume. Infatti nelle galline nel giro di tre giorni il giallo si sposta verso l'estremità acuta dell'uovo per il fatto che qui il calore e la forza dello sperma sono maggiori, e attrae verso di sé il materiale nutritizio dal quale riceve un aumento della carne che colloca fra i nervi e le vene, così come subisce un aumento la struttura presente negli spermi degli animali che generano esseri simili a loro a partire dal sangue mestruale: motivo per cui anche la carne è una porzione di materia che penetra e fuoriesce per un aumento e una diminuzione, una pinguedine e una magrezza.

[29] Sic autem ascendente citrino ad acumen ovi continue ascendit tractum ad illum locum ovi, ubi apparet fissura in testa, quando egreditur pullus: haec enim fissura fit in superiori parte ovi versus acumen[18], ubi formatur caput et rostrum avis: et ibi postquam ascendit citrinum, apparet in albo ovi quasi gutta sanguinis: et illa gutta primitus inter membra formatur in cor avis, quod statim ut formatur, spiritu plenum est ex calore digerente et formante humidum, in quo spiritu vehit se virtus formativa in formationem aliorum membrorum ex corde: qui exitus spiritus a corde non fit nisi per motum cordis secundum systolen et dyastolen, et ideo cor tunc movetur: sed a principio est lentus motus eius propter multum humidum, quod est in ipso, quod cito a calore vinci non potest. Motus autem hic relinquit supponens animam sensibilem: licet non tunc insit ut actus corporis organici physici, sed sicut artifex in artificiato faciens et instituens organa, in quibus expleat vitae potentias. De hoc tamen in sequentibus cum de generatione hominis agetur, erit aptior locus inquirendi.

[29] E così il giallo, spostandosi verso il lato acuto dell'uovo, si sposta continuamente essendo attirato verso quella zona dell'uovo dove compare una fessura nel guscio quando il pulcino fuoriesce: infatti questa fessura si verifica nella parte superiore dell'uovo verso la punta - no! verso la parte ottusa, dove si forma la testa e il becco dell'uccello: e in questo punto, dopo che il giallo si è portato in alto, nel bianco dell'uovo fa la sua comparsa un qualcosa che sembra una goccia di sangue: e tale goccia come prima cosa prende forma strutturandosi in cuore dell'uccello, e non appena si forma è pieno di forza vitale che proviene dal calore che distribuisce e dà vita all'umido, e in questa forza vitale si trasferisce la capacità formativa per comporre le altre strutture a partire dal cuore: e questa fuoriuscita della forza vitale dal cuore non avviene se non attraverso un movimento del cuore che si basa sulla sistole e sulla diastole, e pertanto allora il cuore si muove: ma inizialmente il suo movimento è lento a causa della grande umidità che è presente in esso, in quanto non può essere vinta in fretta dal calore. Ma il calore permette i movimenti aggiungendo un soffio percettibile: benché in questo periodo non sia presente qualcosa di simile alla spinta di un corpo organico fisico, ma sia presente qualcosa di simile a un artefice che in un laboratorio crea e allestisce degli strumenti in cui realizza le potenzialità della vita. Tuttavia sarà un momento migliore per indagare ciò quando in seguito verrà trattata la generazione dell'essere umano.

[30] A gutta autem sanguinis, ex qua cor formatur, exeunt duae viae quasi venales et pulsatiles: et est in eis sanguis purior, ex quo formando sunt membra principalia sicut epar et pulmo et talia: et illae viae primo sunt valde parvae et crescunt continue, ita quod extenduntur usque ad telas illas exteriores, quae totam includunt ovi materiam, et ibi incipiunt ramificari divisione multa: sed una maior earum apparet in tela, quae includit ovi albuginem: illa enim albugo primo valde est alba, et per venae illius virtutem mutatur quasi in palearem colorem: et tunc via, de qua diximus, procedit ad locum, in quo formatur caput pulli, portans illuc virtutem et puriorem materiam, ex quibus caput formatur et cerebrum, quod est medulla capitis: et in formatione capitis formantur etiam oculi, et quia sunt ex humido aqueo, quod vix completur calore primo, sunt valde magni turgentes ante caput pulli, et postea modico tempore resident aliquantulum et deturgent diminuti propter caloris digestionem: et hoc totum operatur virtus vecta per viam, quae directa ad caput separatur et ramificatur a vena continente telam albuginis: et huius signum est, quod qui frangit ovum in illo tempore, inveniet caput apparere in humore ovi absque omnibus aliis inferioribus membris.

[30] Dalla goccia di sangue dalla quale si forma il cuore escono due condotti simili a vene e pulsanti: in essi è presente del sangue più puro dal quale debbono formarsi gli organi principali come fegato e polmone e simili: e quei condotti dapprima sono molto piccoli e crescono continuamente, tanto da estendersi sino a quei tessuti esterni che racchiudono tutta la sostanza dell'uovo, e qui cominciano a ramificarsi attraverso numerose suddivisioni: ma una di esse appare più grande nella membrana che racchiude l'albume: infatti quell'albume dapprima è molto bianco e grazie al potere di tale vena si trasforma quasi in color paglia: e quindi il condotto di cui abbiamo parlato si dirige verso l'area in cui si forma la testa del pulcino, portandovi energia e materiale più puro dai quali si formano la testa e il cervello, che è la parte interna della testa: e mentre si forma la testa si formano anche gli occhi, e dal momento che provengono da un'umidità acquosa che a stento scompare al primo calore, si presentano molto grandi e turgidi nella parte anteriore della testa del pulcino, e successivamente in breve tempo si fermano un tantino e si sgonfiano in quanto diminuiscono per l'assorbimento del calore: e tutto questo lo produce la forza trasportata attraverso quella via che, diretta verso la testa, si separa e si ramifica dalla vena che racchiude la membrana dell'albume: e ne è riprova il fatto che chi rompe l'uovo in quel momento troverà che la testa compare nel liquido dell'uovo eccetto tutte le altre strutture poste in basso.

[31] Prius enim in formatione pulli apparent partes superiores, eo quod sunt spirituales et nobiliores factae ex subtiliori parte ovi, in qua magis potuit vis formativa: et tunc hoc facto una duarum viarum, de quibus diximus, quod a corde oriuntur, ramificatur in duo: et una quidem pars eius vadit ad spiritualia, quae cor {ocntinent} <continent>, et dividitur in eis portans eis pulsum et subtilem sanguinem, ex quo pulmo et spiritualia formantur: et alia extenditur per dyafracma, et in extremitate sua claudit in se citrinum ovi: et circa illud format epar et stomachum: et ideo ista dicitur habere vicem umbilici in animalibus, quoniam per illam trahitur nutrimentum in supplementum carnis, quae formatur in corpore avis: principium enim generationis radicalium membrorum pulli est ex albugine: sed cibus, unde fit caro supplens vacuitates, est ex vitello.

[31] Infatti durante la formazione del pulcino compaiono dapprima le parti superiori in quanto sono spirituali e più nobili, essendo costituite dalla parte più delicata dell'uovo in cui la forza formativa ha avuto maggior potere: e allora, una volta che ciò si è verificato, uno dei due condotti che abbiamo detto originarsi dal cuore si ramifica in due parti: e una delle sue porzioni avanza rapidamente verso le cose spirituali che racchiudono il cuore, e si suddivide in esse portando loro una pulsazione e sangue poco denso dal quale si formano il polmone e le strutture respiratorie: e l'altra porzione si estende attraverso il diaframma, e alla sua estremità racchiude in sé il giallo dell'uovo: e intorno a esso forma il fegato e lo stomaco: e pertanto questa porzione si dice avere la funzione dell'ombelico degli animali, in quanto attraverso di essa viene assunto il nutrimento per aiutare l'accrescimento della carne che si forma nel corpo dell'uccello: infatti il principio della generazione degli abbozzi degli organi del pulcino proviene dall'albume: ma il cibo da cui si forma la carne che chiude i vuoti proviene dal tuorlo.

[32] Et quando sic transierint decem dies a principio cubationis, in quibus huiusmodi fiunt distinctiones membrorum, erit pullus complete lineatus in omnibus membris suis, licet adhuc membra eius sint humida mollia: sed tamen omnes partes eius apparent manifeste, si frangatur ovum: et caput suum tunc est secundum apparentiam maius toto corpore, eo quod humidum medullare cerebri adhuc non resedit: propter quod etiam in infantibus hominum capita etiam post generationem sunt aperta, donec exsiccatum paulatim fuerit cerebrum: et in eodem tempore oculi pulli non habent visum aliquem, eo quod non adhuc coadunatum est in eis humidum: et si quis discooperuerit a tela palpebrae oculos in illo tempore, inveniet oculos nigros magnos, ita quod quantitatem fabae aequant vel forte excedunt: et si frangatur tunica oculi, emanat ex eis humiditas alba, frigida valde et aquea: et nichil duriciae vel glandulositatis invenitur in illa, eo quod non adhuc adunati fuerint humores oculi.

[32] E così quando saranno trascorsi dieci giorni dall'inizio della cova, durante i quali si verificano siffatte differenziazioni degli organi, il pulcino sarà completamente abbozzato in tutti i suoi organi, benché i suoi organi siano ancora umidi e molli: tuttavia tutte le sue parti sono chiaramente visibili se l'uovo viene rotto: in questo momento la sua testa appare maggiore di tutto il corpo, in quanto il midollo umido del cervello non si è ancora arrestato: motivo per cui anche nei neonati degli uomini, anche dopo che sono nati, la testa rimane aperta fintanto che il cervello non si sarà asciugato un po': e sempre in questo momento gli occhi del pulcino non hanno alcuna capacità visiva in quanto l'umido non vi si è ancora congregato: e se qualcuno in questo momento liberasse gli occhi aprendo la membrana delle palpebre, troverà dei grandi occhi neri, tanto grandi da eguagliare o forse superare le dimensioni di una fava: e se la membrana dell'occhio viene rotta, ne fuoriesce un fluido bianco, molto freddo e acquoso: e non vi si trova nulla di duro o di ghiandolare, in quanto i liquidi dell'occhio non sono ancora stati radunati.

[33] Sed interiora instrumenta viscerum in illo tempore manifesta sunt in pullo: et tunc apparent etiam viae venales, quae extenduntur a corde ad oculos per telas capitis, et illae habent quosdam ramos, qui se extendunt ad citrinum, ex quibus nutrimentum apportatur oculorum. Et in hoc tempore citrinum est magis humidum et liquidum, quam sit, quando est in esse naturali ante cubationem: et hoc ideo fit, ut aptius possit fluere per subtiles vias venarum: et tunc multum ramificantur venae, et quaedam earum vadunt ad telam, quae continet totum pullum et quaedam vadunt ad telam vitelli afferentes cibum et quaedam etiam vadunt ad humiditatem albuginis, quae est inter duas telas dictas: et crescente quidem pullo paulatim et paulatim dividitur citrinum, et erit una pars eius sursum in nutrimentum superiorum et alia deorsum ad inferiorum nutrimentum: in intermedio autem duorum citrinorum est alba humiditas, quae est radicalis humiditas membrorum in intermedio illo formandorum. Similiter autem sub citrino, quod nutrit inferiora, descendit albus humor, qui est sicut primus humor ovi, qui est radicalis inferioribus membris: et cum transeunt decem dies a perfecta pulli formatione, de qua diximus, erit inferius in corpore pulli totum album, et de eodem album paucum spissum quoddam declinans est versus citrinum, per quod sugitur nutrimentum: et haec quidem est pulli formatio.

[33] Ma nel pulcino il corredo interno dei visceri in tale periodo è ben visibile: e in questo momento sono visibili anche la vie venose che si estendono dal cuore agli occhi attraverso le membrane della testa, e tali vie posseggono alcuni rami che arrivano fino al tuorlo, attraverso i quali viene portato nutrimento agli occhi. E in questo periodo il tuorlo è più umido e liquido di quanto lo sia naturalmente prima dell'incubazione: e pertanto ciò avviene affinché possa scorrere più agevolmente attraverso le sottili vie venose: e allora le vene si ramificano assai e alcune di esse procedono fino alla membrana che contiene tutto il pulcino e alcune vanno alla membrana del tuorlo in quanto recano del cibo e anzi alcune si spingono fino al liquido dell'albume che si trova tra le due anzidette membrane: e mentre il pulcino poco per volta si accresce, anche il tuorlo si suddivide gradualmente, e una sua parte si troverà in alto e servirà da nutrimento delle parti superiori e l'altra si troverà in basso per nutrire le parti inferiori: nella parte che si trova frapposta alle due porzioni di tuorlo è presente l'umidità dell'albume che è l'umidità fondamentale degli organi che si debbono formare in tale area. Parimenti il liquido bianco scende al di sotto del tuorlo che nutre le parti inferiori, e tale liquido è per così dire il primo liquido dell'uovo e rappresenta la radice degli organi inferiori: e quando sono trascorsi dieci giorni da quando si è ultimata la formazione del pulcino, della quale abbiamo parlato, tutto l'albume si troverà nella parte bassa del corpo del pulcino, e un pochino di questo albume poco denso sta dirigendosi verso il tuorlo, attraverso il quale viene succhiato il nutrimento: e questa è la formazione del pulcino.

[34] Situs autem telarum est secundum istum modum, quem dicemus. Prima quidem tela, quae quidem non est testa, sed quasi dura mater defendens substantiam ovi a testa, est in posteriori parte ovi interius per circuitum contingens testam. Alia autem, quae est sub ista sicut pia mater, habet intra se albam rem humidam, ex qua fiunt substantiae radicales membrorum pulli: et ipsa in generatione est quasi secundina[19] continens totum pullum. Inter telam autem et telam est humor indigestus, qui reicitur in formatione pulli: et tela interior separat pullum ab humido illo, quia in ipso impediretur formatio et completio eius: et post istas ambas telas invenitur citrinum in tela quadam sub pullo, inferius situm versus naturalia pulli, remotum a spiritualibus ipsius partibus, et sicut diximus superius, ad citrinum illud vadit una vena loco umbilici existens et alia vadit ad telam continentem pullum. Et ista omnia sunt intra telam exteriorem, quae sicut dura mater est, et cum hiis humidum, quod est sicut virus, quod reicitur et tenetur intra duas telas exteriores usque ad exitum pulli.

[34] La disposizione delle membrane è nel modo che diremo. La prima membrana che in realtà non è il guscio, ma quasi una dura madre che protegge la sostanza dell'uovo dal guscio, nella parte posteriore dell'uovo - al polo ottuso - è disposta più all'interno attraverso una formazione circolare che è in contatto con il guscio. L'altra membrana, che si trova al di sotto di questa come se fosse la pia madre, presenta al suo interno una sostanza bianca umida dalla quale si formano gli abbozzi degli organi del pulcino: e sempre questa membrana durante la generazione si comporta quasi come una secondina che contiene tutto il pulcino. Fra una membrana e l'altra si trova del liquido indigerito che viene escluso durante la formazione del pulcino: e la membrana più interna separa il pulcino da questo liquido in quanto in esso ne verrebbe impedita la formazione e il completamento: e dopo ambedue queste membrane si rinviene il tuorlo, all'interno di una membrana al di sotto del pulcino, situato in basso verso gli organi genitali del pulcino, lontano dalle sue parti respiratorie, e, come prima abbiamo detto, verso questo tuorlo si dirige una vena che svolge le funzioni di ombelico e un'altra si dirige alla membrana che contiene il pulcino. E tutte queste cose si trovano all'interno della membrana esterna che è come la dura madre, e insieme a esse il liquido che è come un veleno che viene allontanato e trattenuto fra le due membrane esterne fino alla fuoriuscita del pulcino.

[35] Post illud enim humidum est alia tela vice piae matris et secundinae, quasi ipsa intendat separare pullum ab illo relicto humido et reiecto. Et sub isto humido, quod in se continet haec tela, invenitur citrinum coopertum in alia tela, ad quod extenditur umbilicus a corde, sicut diximus. In vicesimo autem die completam habet vitam pullus, et si moveatur ovum, quasi auditur interius fistula et sibilus pulli. Si autem frangatur ovum intra decimum diem formationis pulli, invenitur caput eius supra crus dextrum ipsius, et supra myrach complicatum, et alae eius complicatae supra caput ipsius: et in isto tempore tela exterior est sicut corium quoddam positum supra telam interiorem, quae sequitur eam, ad quam superius diximus extendi unam duarum venarum a corde ramificatarum: et ista tela, quae est post exteriorem, est in qua invenitur pullus.

[35] Al di là di quel liquido si trova un'altra membrana che svolge le funzioni di pia madre e di secondina, quasi voglia separare il pulcino da quel residuo rifiutato di umidità. E al di sotto di questo liquido, che tale membrana contiene in se stessa, si trova il tuorlo, ricoperto da un'altra membrana, al quale giunge l'ombelico che parte dal cuore, come abbiamo detto. Al ventesimo giorno il pulcino ha una vitalità completa e se l'uovo venisse mosso, quasi si udirebbe al suo interno il fischio e il sibilo del pulcino. Se poi si rompe l'uovo intorno al decimo giorno di formazione del pulcino, si rinviene la sua testa posta sopra alla sua zampa destra e ripiegata sopra al diaframma, e le sue ali ripiegate al di sopra della sua testa: e in questo momento la membrana esterna è come un cuoio adagiato sulla membrana interna, che si dirige verso quella alla quale abbiamo prima detto collegarsi una delle due vene che si ramificano dal cuore: e questa membrana, che si trova dopo quella esterna, è quella in cui si trova il pulcino.

[36] Adhuc autem apparet etiam alia tela similis corio membranali, quae continet citrinum, ad quam diximus aliam venam cordis extendi. In isto enim tempore, quod est formationi pulli deputatum, venit umbilicus ex parte exteriori istius tertiae telae extensus a corde ad coreon[20], quod est tela membranalis: et pars {eius dem} <eiusdem> venae, quae est vice umbilici, apparet quasi continuata cum pullo aput intestinum involutum gracile, quod est sub stomacho, per quod sugitur quasi per meseraicas nutrimentum. Et isto tempore pullus emittit superfluitatem valde humidam extra inter duas telas, de quibus diximus, per foramen interioris telae versus anum pulli factum. Aliquando autem aliquod parvum superfluum eiciendum retinetur in eius interiori sub tela interiori: et est illa superfluitas alba, tenuis et intus et extra.

[36] Inoltre appare anche l'altra membrana simile a cuoio sottile che contiene il tuorlo, e alla quale abbiamo detto estendersi l'altra vena del cuore. Infatti in questo intervallo di tempo, che è dedicato alla formazione del pulcino, l'ombelico che proviene dalla parte esterna di questa terza membrana si estende dal cuore al corion che è una membrana sottile: e parte della stessa vena, che svolge le funzioni di ombelico, appare quasi in continuazione con il pulcino nei pressi dell'intestino sottile raggomitolato che si trova al di sotto dello stomaco, attraverso il quale intestino il nutrimento viene succhiato come se avvenisse tramite dei mesenteri. E in questo periodo il pulcino emette una sovrabbondanza molto umida tra le due membrane, di cui abbiamo parlato, attraverso un foro della membrana interna verso l'ano che si è formato del pulcino. Infatti talora una piccola quantità superflua che deve essere emessa viene trattenuta al suo interno sotto la membrana interna: ed è quella quantità superflua bianca, tenue sia all'interno che all'esterno.

[37] Cum autem completur pullus, primo quidem citrinum est multum et apparet etiam in exitu pulli in ventre eius multum citrinum, et postea efficitur paucum: et cum tempus processerit et perfecte corroboratur pullus, dissolvitur totum citrinum, ita quod nichil apparet de ipso. Si quis enim pullo iam completo et perfecto findat testam et findat etiam intestinum, quod vicinatur citrino pulli, et venam, quae est vice umbilici, in ventre quidem venae inferius, in quo ambit citrinum, inveniet adhuc aliquid de citrino, sed residuum iam dissolutum est. Ante tempus autem illud pullus in ovo est quasi dormiens propter multum humidum capitis eius: et tremunt oculi eius, eo quod non adunatum habent visum, et non vociferat propter debilitatem et molliciem organorum suorum: sed in suis oculis et in suo corde propter venas pulsantes invenitur ampulla elevata et depressa a spiritu pulsante, quasi sit anhelans.

[37] Quando il pulcino è ultimato, dapprima il tuorlo è abbondante e anche durante la fuoriuscita del pulcino è presente molto tuorlo nel suo addome, e successivamente diventa poco: e col passare del tempo e con un buon irrobustirsi del pulcino tutto il tuorlo si dissolve, tanto che in lui non se ne vede più. Infatti se qualcuno, quando il pulcino è ormai completato e ultimato, ne spezzasse il guscio e ne scindesse anche l'intestino che si trova in vicinanza del tuorlo del pulcino, nonché la vena che svolge le funzioni di ombelico, all'interno del ventre, posto inferiormente alla vena, nel quale il tuorlo si muove, troverà ancora un po' di tuorlo, ma il rimanente è già scomparso. Infatti prima di quel tempo il pulcino sta come dormendo dentro all'uovo a causa della molta umidità della sua testa: e i suoi occhi sono tremuli in quanto non sono in grado di vedere, e non emette alcuna voce a causa della debolezza e la mollezza dei suoi organi: ma nei suoi occhi e nel suo cuore a causa delle vene che pulsano si rinviene un'ampolla alta e bassa per le pulsazioni dovute al respiro, quasi stesse ansimando.

[38] Iste igitur est modus generationis pulli. Multa tamen sunt ova non quidem venti, sed coitus, infecunda, ex quibus nichil generatur, sicut in antecedentibus diximus: et quando illa ova cubat gallina, non pullificant omnino: et similiter est in aliis avibus secundum proportionem ad ova gallinarum. Apparet autem hoc praecipue in columbis, in quibus saepe invenitur alterum ovorum non pullificare, cum tamen columbae multum coeant.

[38] Questa è pertanto la maniera in cui il pulcino viene generato. Tuttavia sono molte le uova infeconde, non quelle ventose, ma quelle da coito, dalle quali nulla si genera, come abbiamo detto in precedenza: e quando la gallina cova quelle uova, esse non producono assolutamente pulcini: e lo stesso accade negli altri uccelli analogamente a quanto accade alle uova delle galline. Ciò si verifica soprattutto nelle colombe nelle quali spesso si trova che una delle due uova non dà pulcino, nonostante i colombi si accoppino parecchio.

Cap. V.

De gemellis ovorum et de numero ovorum diversarum avium, praecipue gallinae et columbae.

Capitolo V

I gemelli delle uova* e il numero delle uova di diversi uccelli, soprattutto della gallina e della colomba.

[39] Inveniuntur autem ova, ex quibus exeunt gemelli, eo quod duas habeant gemmas et duo citrina, inter quae est tela subtilis. Sunt enim quaedam gallinae, quae quasi semper faciunt ova gemellina. Ita quod inventa est apud Macedones gallina, quae decem et octo fecit ova: et quando cubavit ea, ex quolibet eorum exiverunt duo pulli, ita quod triginta sex produxit pullos ex decem et octo ovis. Et unus quidem gemellorum ovi frequenter est parvus et alter magnus et perfectus: et multotiens contingit parvum monstruosum fieri, vel utrumque: minor autem gemellorum fit monstruosus, ideo quod virtus spermatis maioris fortius trahens corrumpit secundinas eius et aliquid forte materiae trahit ad seipsum. Cuius signum est, quia frequenter in aliquo membro deficit minor gemellorum. Uterque autem monstruosus efficitur, quando uterque trahendo dislocationem materiae facit in utroque: ex hoc enim etiam contingit dispositio inordinata membrorum.

[39] Si trovano delle uova dalle quali escono dei gemelli in quanto hanno due dischi germinativi e due tuorli, tra i quali è presente una membrana sottile. In effetti esistono alcune galline che quasi sempre fanno uova gemellari. Tant'è che presso i Macedoni fu trovata una gallina che depose 18 uova: e quando le covò da ciascuna di esse uscirono due pulcini, tant'è che produsse 36 pulcini da 18 uova. Ma spesso uno dei gemelli di uovo è piccolo mentre l'altro è grande e completo: e spesso accade che quello piccolo diventa mostruoso, oppure ambedue: in effetti il più piccolo dei gemelli diventa mostruoso in quanto la forza dello sperma maggiore attraendo con più energia altera le sue secondine e forse attrae a sé stesso un po' del materiale. Di questo è conferma il fatto che spesso al più piccolo dei gemelli manca qualche struttura. Ma ambedue diventano mostruosi quando, esercitando ambedue un'attrazione, provocano una dislocazione del materiale in ambedue: da questo si verifica pure una disposizione disordinata delle parti del corpo.

[40] Et iam in terra nostra apparuit pullus anseris, qui duplicis fuit corporis et habebat duo capita et quatuor pedes et quatuor alas, et coniunctio fuit in dorso, ac si haberet dorsum unum: et quocumque verteretur, erat, ac si anser unus alterum portaret in dorso, ita quod dorsa verterent ad se invicem: quod accidit ex ruptura secundinae, quae distinguere debuit unam gemmam ovi ab altera a parte dorsi: et omnia alia membra erant integra et salva, eo quod in formatione avis in ovo membra capitis et pedum et alarum convertuntur ad ante et non ad dorsum. Quaedam autem gallinae habent quasi in proprietate naturali facere huiusmodi ova duplicium gemmarum: et illae sunt, quae habent matrices longas et largas, quae moventur in receptione seminis galli. Motus enim matricis facit spermatis divisionem: et tunc aut duo ova, aut unum duplicis gemmae concipiunt. Sic igitur se habet de ovis gallinarum.

[40] Inoltre nel nostro territorio ha fatto la sua comparsa un pulcino di oca, che aveva un doppio corpo e aveva due teste e quattro piedi e quattro ali, e il punto di giunzione era a livello del dorso come se avesse un solo dorso: e in qualunque modo lo si girasse, era come se un'oca portasse l'altra sul dorso in quanto i dorsi erano rivolti uno verso l'altro: il che è avvenuto a causa della rottura della secondina, che avrebbe dovuto separare il disco germinativo di un uovo dall'altro a livello del dorso: e tutte le altre strutture erano integre e intatte, in quanto durante la formazione dell'uccello nell'uovo le strutture della testa, delle zampe e delle ali sono rivolte in avanti e non verso il dorso. In realtà alcune galline hanno quasi come dote naturale quella di produrre siffatte uova con due dischi germinativi: e sono quelle che hanno un utero lungo e largo, che si muove quando riceve il seme del gallo. Infatti il movimento dell'utero produce una suddivisione dello sperma: e allora concepiscono o due uova oppure uno solo fornito di due dischi germinativi. Ecco pertanto come stanno le cose a proposito delle uova delle galline.

[41] Omnes autem aves, quae vicinantur naturae columbarum, sicut columba, turtur, palumbae et columbae, quae cavernarum dicuntur et nigrae sunt aliquantulum et in arboribus habitant, non ovant nisi duo ova, et raro tria, sed tertium frequenter corrumpitur. Turtures autem et palumbi ovant bis in vere, et si corrumpantur aut auferantur ova secunda, tertio aliquando ovant. Alia autem genera columbarum multotiens ovant in anno, sicut diximus superius.

[41] Tutti gli uccelli che si avvicinano all'aspetto dei piccioni, come la colomba, la tortora, i palombi - colombi selvatici - e le colombe dette delle caverne che sono un pochino nere e abitano sugli alberi, depongono solamente due uova, raramente tre, ma spesso il terzo si guasta. Le tortore e i palombi depongono due volte in primavera, e se le uova della seconda nidiata si guastano oppure vengono sottratte, talora depongono una terza volta. Poi altri generi di colombe depongono molte volte nell'anno, come abbiamo detto in precedenza.

[42] Amplius autem maior pars generum avium ovare incipit post aetatem unius anni: columba tamen et gallina nata in Aprili vel ante incipit ovare in autumno eiusdem anni post aestatem, si fuerit locus calidus, et copiosa habuerit pascua. Nec est avis, quae pullificet sine ovis, licet aliquando non videantur ova quarumdam avium: aut propter ocultationem aut forte propter paucitatem earum. Columbae autem ut frequentius simul pullificant marem et feminam: et quando ovant primo, ut frequentius ovant ovum masculinum et sequenti die femininum: et quando exeunt ova, ut frequentius primo die exit masculinum et sequenti die femininum, vel cicius, sed tamen post masculinum propter calorem maiorem, qui est in masculino quam in feminino. Adhuc autem columbus cubat ova de die frequentius et femina de nocte. Et primum quidem ovum in utero completur in septem diebus, et postea fovetur per quatuordecim dies, qui sunt dies viginti et unus: et tunc finditur ovum et exit pullus. In fissura autem ovi primo quidem columba parvula in ovo existens primo penetrat testam anteriori rostri sui, ita quod testa ibi elevatur ad quantitate<m> grani tritici, et postea dividit eam in duo et exit pullus. Postquam autem exiverint mas et femina, parentes calefaciunt eos simul divisis temporibus: sed tamen femina magis sollicita est de eis quam mas sicut et in omnibus aliis animalibus.

[42] Inoltre la maggior parte delle specie degli uccelli comincia a deporre  dopo aver raggiunto l'età di un anno: tuttavia una colomba e una gallina nate in aprile o in precedenza cominciano a deporre uova in autunno dello stesso anno dopo l'estate se la zona sarà calda e se avranno a disposizione abbondanza di cibo. Né esiste un uccello che generi dei pulcini senza uova, sebbene talora non si vedano uova di alcuni uccelli: o perché sono state nascoste oppure forse perché sono poche. I colombi per lo più fanno nascere contemporaneamente un maschio e una femmina: e quando depongono l'uovo per la prima volta per lo più depongono un uovo maschio e il giorno seguente un uovo femmina: e quando le uova vengono deposte, per lo più il primo giorno esce quello maschile e quello femminile il giorno seguente, o più tardi, tuttavia dopo quello maschile a causa del calore presente in quello maschile in misura maggiore che nel femminile. Inoltre il colombo per lo più cova le uova durante il giorno e la femmina durante la notte. E il primo uovo viene completato in utero nel giro di 7 giorni e poi viene riscaldato per 14 giorni, che in totale sono 21 giorni: e allora l'uovo si apre ed esce il pulcino. Dapprima la colomba piccolina che si trova nell'uovo per prima cosa penetra il guscio con la parte anteriore del suo becco nella fessura dell'uovo, in modo tale che qui il guscio si innalza per l'altezza di un chicco di frumento e successivamente lo divide in due e il pulcino esce. Dopo che il maschio e la femmina sono usciti, i genitori li riscaldano per periodi di tempo uguali: tuttavia la femmina si occupa di essi di più rispetto al maschio, come accade anche in tutti gli altri animali.

[43] Columbae autem aliquando ovant decies in anno, et aliquando cubant undecies, et aliquando duodecies in calidis locis, sicut est Egiptus: et de hoc diximus satis in antehabitis. Masculus autem columbae frequentius coit post unum annum. Aliqui tamen dixerunt turtures et columbas nigrescentes, quae fehytae[21] dicuntur, coire post tres menses: sed hoc rarissime contingit, et in hiis solum quando ante tempus vernum vel in principio veris procreantur. Communiter etiam tempus impraegnationis in generibus columbae similibus est quatuordecim diebus a prima ovi conceptione usque ad completam ovationem amborum ovorum: et cubant tunc per dies quatuordecim, et pulli complentur ab exitu ab ovo usque ad completionem alarum et volatus in quatuordecim diebus, ita quod extunc difficulter capiuntur. Dicunt autem quidam columbas cavernales, quae nigriores sunt et minores communibus columbis, vivere per quadraginta annos. Sed compertum est aput nos columbam vivere per viginti annos: et raro vivit ultra hoc tempus. Columba autem quando complet pullos, ovat iterum, ita quod inter unam ovationem et aliam sunt triginta dies, quia aliter non posset ovare singulis mensibus, sicut superius determinatum est.

[43] Talora le colombe depongono uova dieci volte in un anno, talora covano 11 e talora 12 volte nei luoghi caldi, come è l'Egitto: e di ciò abbiamo detto a sufficienza in precedenza. Il maschio della colomba più spesso si accoppia dopo un anno d'età. Tuttavia alcuni hanno riferito che le tortore e i colombi nerastri detti fehytae - i colombi selvatici - si accoppiano dopo tre mesi d'età: ma ciò accade assai raramente, e in essi accade solo quando vengono procreati prima delle primavera o all'inizio della primavera. Inoltre abitualmente il tempo durante il quale rimane gravido un uccello di specie simili alla colomba è di 14 giorni a partire dall'inizio del concepimento dell'uovo fino alla completa deposizione di ambedue le uova: e quindi covano per 14 giorni, e i pulcini a partire dall'uscita dall'uovo fino al completamento delle ali e del volo si ultimano in 14 giorni, tant'è che a partire da allora vengono catturati con difficoltà. Alcuni dicono che le colombe delle caverne, che sono più scure e più piccole delle colombe comuni, vivono per quarant'anni. Ma presso di noi si è riscontrato che il colombo vive vent'anni: e raramente vive oltre questo tempo. La colomba quando porta a completamento i pulcini depone nuovamente, tant'è che fra una deposizione e l'altra intercorrono 30 giorni, in quanto diversamente non potrebbe deporre ogni mese, come in precedenza si è affermato.

Cap. VI.

De cubatione et sollicitudine filiorum avium rapacium et aliarum.

Capitolo VI

Sull'incubazione e la cura dei figli degli uccelli rapaci e di altri uccelli.

[44] Vultur autem, qui Graece haraham[22] vocatur, nidificat super montes, ad quos vix potest ascendere homo, et quaerunt rupes silicum planorum parietum altissimorum, et in foraminibus illorum altis nidificant. Et similiter faciunt herodii et falconum genera et aquilarum. Et ideo dicit Aristoteles, quod numquam invenitur nidus vulturis: sed hoc non est verum in terra nostra, in qua saepissime multi nidi eorum inveniuntur. Pulli etiam iuvenes huius avis rare inveniuntur propter eamdem causam. Propter quod etiam Arotimus[23] poeta asserit, quod vultur in Graecia non pullificat, sed venit ab alia terra remota, et huius signum dicit esse, quod nemo umquam in Graecia vidit pullos eius, licet multi antiqui vultures in Graecia saepe appareant.

[44] L'avvoltoio*, che in greco è detto haraham, nidifica sui monti, sui quali l'uomo riesce a stento a salire, e gli avvoltoi cercano delle rupi fatte di selci piatte su altissime pareti e nidificano nelle loro cavità poste in alto. E si comportano in modo simile gli aironi e le specie dei falchi* e delle aquile*. E pertanto Aristotele* dice che giammai si trova un nido di avvoltoio: ma ciò non è vero nei nostri territori, dove se ne rinvengono assai spesso molti nidi. Per lo stesso motivo anche giovani pulcini di questo uccello si rinvengono raramente. Motivo per cui anche il poeta Erodoro afferma che l'avvoltoio non prolifica in Grecia ma che viene da un'altra terra lontana, e dice che ne è segno il fatto che giammai nessuno in Grecia ha visto i suoi pulcini, anche se in Grecia spesso fanno la loro comparsa molti avvoltoi attempati.

[45] Est autem avis haec infausta sequens exercitus, quando strages futura est in eis aut pestilentia. Et huius causam dicunt esse odoratum huius avis: sicut nos in aliis locis scientiae naturalis in libro secundo de Anima determinavimus, nec hic repetere oportet. Huius tamen causam scire difficile est, licet iam experimento compertum sit, quod avis ista sua congregatione post exercitum stragem indicat futuram. Non enim providentia futurorum est in ave ista: sed si quid est, oportet, quod sit ab odoratu aut ex instinctu stellarum. Divinitatem enim, quam huic avi attribuunt augures, difficile est valde investigare. Si quid tamen est talium in hac et in ceteris avibus, in scientia augurum est inquirendum.

[45] Quest'uccello è di cattivo augurio e va al seguito degli eserciti quando in essi sta per verificarsi una strage oppure una pestilenza. E dicono che il motivo di ciò è l'olfatto di quest'uccello: come noi abbiamo affermato con precisione in altri passi di scienza naturale, nel secondo libro del De Anima, e non è il caso di ripeterlo adesso. Tuttavia è difficile conoscere la causa di ciò, nonostante sia già stato verificato con l'esperienza che questo uccello radunandosi al seguito di un esercito indica una strage futura. Infatti in quest'uccello non è presente la capacità di prevedere il futuro: ma se qualcosa in esso è presente, deve provenire dall'olfatto o dall'ispirazione che riceve dalle stelle. Ma è assai difficile indagare la divinazione che gli àuguri attribuiscono a quest'uccello. Tuttavia se in questo e in altri uccelli sia presente una tale peculiarità bisogna ricercarlo nella scienza degli auguri.

Vultur autem duo facit ova, quia plura nutrire non posset, et est commune fere omnibus avibus rapacibus et omnibus, quae carnes comedunt, semel in anno tantum facere pullos praeter hyrundines, quae solae inter comedentes carnes bis pullificant in anno. Et hoc dicuntur habere proprium pulli hyrundinum, quod si quis perforaverit oculos eorum, antequam aperiant eos, oculi iterum revertuntur et consolidantur.

L'avvoltoio depone due uova, in quanto non gli sarebbe possibile allevarne di più, ed è una caratteristica comune a quasi tutti gli uccelli rapaci e a tutti quelli che mangiano carne, e fanno nascere pulcini solamente una volta all'anno, eccetto le rondini*, le uniche tra i mangiatori di carne a generare pulcini due volte all'anno. E si dice che i pulcini delle rondini hanno questa caratteristica, che se qualcuno perforasse i loro occhi prima che li aprano, gli occhi si ricostituiscono e si rafforzano.

[46] Genus autem aquilarum frequenter ponit tria ova: sed [non] ut frequenter non extrahit nisi a duobus duos pullos, secundum quod dixit Melissus[24] in libro animalium suorum. Hic enim dicit, quod etiam si extrahat ex tertio, quod eicit ipsum a nido. Et hoc iam compertum est ab aucupibus, quod aquila tres pullos habuit et eicit tertium a nido suo, eo quod graviter cubat et cibat tres. Cuius causam quidam dicunt esse, quod in tantum debilitatur cubando, quod non potest venari pullos aliarum avium, quod sufficiant tribus, sed vix potest procurare duos ex eis. Incurvantur enim tunc ungues sui, ita quod ipsis parum rapere potest, et albescunt alae suae: et ex hoc gravatur nimis ad procurandum cibos tot filiis. Et quod mirabile esse videtur, avis[25], quae Graece kym, Arabice autem cekar vocatur, quam Avicenna vocat kahyn, accipit filium aquilae eiectum et nutrit eum: et hoc aput nos, ubi tamen in montibus plurima sunt genera aquilarum, numquam potuit experiri, nisi quod rumor communis est, quod sic aquila quosdam eiciat, sicut dictum est, et alia quaedam parva aquila et nigra eiectos nutriat, quando invenit eos, et cum nutriti sunt ab ea, ita quod volare possunt, devorant alumnos suos.

[46] Il genere delle aquile* spesso depone tre uova: ma per lo più non ricava che due pulcini da due, stando a ciò che disse Museo nel libro dei suoi animali. Infatti costui dice che se anche lo facesse nascere dal terzo lo getterebbe via dal nido. Ed è già stato verificato dagli uccellatori che un'aquila che abbia avuto tre pulcini getta il terzo dal suo nido in quanto le torna difficile covarne e alimentarne tre. Alcuni dicono che ne è causa il fatto che covando si debilita tanto da non riuscire a catturare pulcini di altri uccelli in modo che siano sufficienti per tre, ma a malapena è in grado di procurarne due. Infatti in quel periodo i suoi artigli si incurvano tanto da poter ghermire con essi poca cosa, e le sue ali diventano biancastre: e a causa di ciò le diventa eccessivamente difficile procurare cibo per tanti figli. E una cosa che sembra essere sorprendente consiste nel fatto che un uccello - il gipeto* / l'ossifraga* - che in greco è detto kym e cekar in arabo, che Avicenna* chiama kahyn, accoglie il figlio rifiutato dell'aquila e lo nutre: e presso di noi, dove tuttavia sui monti esistono moltissime specie di aquile, non si è mai potuto appurare ciò, a parte il fatto che è diceria comune che l'aquila ne getta via alcuni, come si è detto, e che un'altra aquila piccola e nera nutre i reietti quando li trova, e quando dopo essere stati da lei nutriti tanto da riuscire a volare, essi divorano coloro che li hanno nutriti.

[47] Aquila autem per triginta dies ova cubare dicitur. Hoc enim tempus commune est cubationis ovorum omnium fere magnarum avium rapacium. Mediarum autem tempus cubationis est viginti dies, sicut milvi et accipitris et huiusmodi avium. Similiter autem aves magnae non rapaces cubant triginta dies ut anser et cignus. Quoddam autem genus accipitris, quod Arabice ancatynez, Latine accipenser vocatur, ut frequentius non ovat nisi duo ova, et forte pullificat bis, ita quod facit pullos semel duos et semel unum in eodem anno. Avis autem rapax, quae Graece agulneos, Latine autem egonus vel egythynus vocatur et est quoddam genus accipitris, aliquando pullificat quatuor pullos. Corvus autem niger numquam pullificat duos tantum, sed semper plures, et cubat ova viginti diebus: et cum omnes pascere non potest, eicit aliquos. Aves enim magnae, quae pullificant simul multos filios, ex consuetudine eiciunt aliquos sicut ciconiae.

[47] Si dice che l'aquila cova le uova per 30 giorni. Infatti questo è il tempo abituale di incubazione delle uova di quasi tutti i grandi uccelli rapaci. Di quelli di dimensioni medie il tempo di cova è di 20 giorni, come il nibbio* e lo sparviero* e uccelli siffatti. Parimenti i grandi uccelli non rapaci covano per 30 giorni, come l'oca e il cigno*. Ma una specie di sparviero detta ancatynez in arabo, accipenser in latino, per lo più non depone che due uova, ed eventualmente fa nascere pulcini due volte sicché produce una sola volta due pulcini e una sola volta uno nello stesso anno. Un uccello rapace, che in greco è detto agulneos - aigøliós = barbagianni - e in latino è detto egonus oppure egythynus, e che è una specie di sparviero, talora produce 4 pulcini. Il corvo nero giammai produce solamente due pulcini, ma sempre parecchi, e cova le uova per 20 giorni: e quando non può nutrirli tutti, ne getta via alcuni. Infatti gli uccelli di grandi dimensioni, che producono contemporaneamente molti figli, abitualmente ne gettano via alcuni, come le cicogne.

[48] Amplius autem genera aquilarum non eodem modo nutriunt pullos, sed ut frequentius aves habentes caudas albas magnae gravantur magis in cibando pullos suos et cicius separantur ab eis: et quae habent caudam nigram, levius cibant pullos, eo quod communius habent nutrimentum. Omnes autem aves curvorum unguium rapaces, quando vident suos pullos posse volare, eiciunt eos a se, percutiendo alis et cogendo exire de nido, et quando pulli completi sunt, non amplius sollicitantur de eis, sed potius stringunt eis rostrum et consolidant et eiciunt. Avicenna tamen dicit, quod nati adhuc sequuntur parentes, et parentes fugiunt eos, ita quod aliquando tam fugientes parentes quam insequentes filii simul cadunt in retia aucupum.

[48] Inoltre le varie specie di aquile non nutrono i pulcini allo stesso modo, ma come accade più spesso i grandi uccelli dalla coda bianca provano parecchio fastidio nel nutrire i loro pulcini e si separano da essi piuttosto presto: e quelli che hanno la coda nera nutrono i pulcini più facilmente in quanto dispongono più spesso di cibo. Tutti gli uccelli rapaci dagli artigli ricurvi quando vedono che i loro pulcini possono volare li allontanano da sé percuotendoli con le ali e obbligandoli a uscire dal nido, e quando i pulcini sono ultimati non si danno ulteriormente da fare per loro, bensì stringono loro il becco e lo rafforzano e li scacciano. Tuttavia Avicenna dice che i figli vanno ancora dietro ai genitori e che i genitori li rifuggono, tant'è che talora sia i genitori che fuggono sia i figli che li inseguono cadono nelle reti degli uccellatori.

[49] Dixerunt etiam aliqui experti, ut dicit Avicenna, quod aliquando morantur volando cum parentibus duobus annis et in unum praedantur. Sed quod mihi dixerunt aucupes et quod sum expertus, est, quod accipitres quos vocamus astures, et speruwerii cibant pullos suos volantes fere per unum mensem, et postea retrahunt se ab eis et docent eos capere aves sic, quod parentes deferunt eis aves vivas et dimittunt coram eis et incitant filios ad capiendum: et postquam perfecti sunt volatus ad capiendum, tunc abstinent ab eis. Aquilae autem terrae nostrae non cibant filios suos nisi in nido, et postea educunt, et communiter praedantur cum parentibus, et post modicum abstinent ab eis parentes. Sed falcones cibant filios in nido, et cum volare possunt, educunt ad praedam: et cum praedari possunt per se, educunt eos longe valde a loco nidi sui, ita quod in loco nidi vix umquam ultra comparent: et parentes eorum retinent habitationem, ita quod narravit michi falconarius, qui multos cepit falcones, quod etiam in eadem regione pater filium secum esse non permittit, postquam perfectus fuerit ad praedandum.

[49] Come dice Avicenna, alcuni esperti hanno pure detto che talora quando volano rimangono coi genitori per due anni e per un anno fanno i predatori. Ma ciò che mi hanno detto gli uccellatori, e che so per esperienza, è che gli sparvieri che chiamiamo astori* e speruweri nutrono quasi per un mese i loro pulcini che volano, e poi se ne allontanano e insegnano loro a catturare uccelli in modo tale che i genitori consegnano loro degli uccelli vivi e li lasciano liberi al loro cospetto e incitano i figli a catturarli: e dopo che si sono perfezionati nel volo per catturarli, allora si allontanano da loro. Le aquile dei nostri territori nutrono i loro figli solo nel nido, e poi li fanno uscire e cacciano le prede insieme ai genitori, e dopo poco tempo i genitori si allontanano da loro. Ma i falchi nutrono i figli nel nido e quando sono in grado di volare li conducono fuori a predare: e quando sono in grado di predare da soli li conducono molto lontano dal luogo dove si trova il loro nido, tant'è che non fanno più la loro comparsa là dove c'è il nido: e i loro genitori conservano la dimora, tant'è che un falconiere, che aveva catturato molti falchi, mi ha raccontato che anche nei medesimi territori il padre non permette al figlio di stare con lui dopo che è diventato esperto nel cacciare le prede.

[50] Aquila etiam magna, quae aput nos est et herodius vocatur, raro aput nos invenitur habere nisi unicum pullum, licet duo faciat ova. Et hoc iam comperimus per sex annos continuos visitando nidum aquilae cuiusdam. Sed in talibus difficile est experiri propter altitudines montium, in quibus nidificant: nec potuimus experiri nisi desuper quodam submisso in fune maximae longitudinis de rupe. Talis enim est usus aput nos eorum, qui falcones et aquilas de nidis accipiunt.

[50] Anche quella grande aquila che vive presso di noi e che è chiamata airone, presso di noi si trova che per lo più possiede un solo pulcino nonostante deponga due uova. E abbiamo riscontrato ciò per 6 anni di seguito visitando il nido di qualche aquila. Ma a proposito di questi uccelli è difficile conoscere qualcosa a causa dell'altezza dei monti in cui nidificano: e abbiamo potuto conoscere qualcosa soltanto facendo scendere dall'alto di una rupe una persona legata a una fune di estrema lunghezza. Infatti presso di noi tale è la prassi di coloro che catturano dai nidi i falchi e le aquile.

Aves tamen carnes quidem comedentes, sed curvum rostrum et curvos ungues non habentes, sicut est hacehac Graece dicta[26], quam nos cornicem vocamus, cogitat de suis pullis magno tempore, postquam evolaverint de nido: volat enim cum eis et dat eis cibum: et similiter facit fere omne genus avium corvini generis, sicut cocix[27] et monedula et plura alia genera avium hiis similia. Cocix autem Latine vocatur avis, quae maioris est quantitatis quam cornix, et habet rostrum magnum et album iuxta caput, ubi sunt nares, et non comedit carnes: et hanc quidam graculum vocant, in lingua vero Germanica ruch[28] vocatur.

Tuttavia esistono uccelli che mangiano carne ma che non hanno il becco e le unghie ricurve, come è quello detto hacehac in greco e che noi chiamiamo cornacchia, la quale si dedica per parecchio tempo ai suoi pulcini dopo che se ne sono volati via dal nido: infatti vola con loro e dà loro del cibo: e quasi tutte le specie degli uccelli che appartengono al genere dei corvi si comporta in modo analogo, come la cocix e la gazza e molte altre specie di uccelli simili a questi. In latino viene chiamato cocix quell'uccello che è presente in quantità maggiore della cornacchia e ha un becco grande e del bianco in vicinanza della testa dove ci sono le narici, e non mangia carne: e alcuni lo chiamano cornacchia e in tedesco è chiamato ruch - il corvo comune.

[51] Est autem quoddam genus avium compositum ex duobus avium generibus, sicut gugulus maior et gugulus minor. Maior enim gugulus componitur ex asture et palumba, quoniam rostrum et ungues et pedes habet similes palumbo, et ceterum corpus simile est asturi, nisi quod varietas pennarum in gugulo habet maculas nigras quasi rotundas: in asture autem sunt lineae nigrae: et in volatu etiam assimilatur asturi: et haec avis Graece kokokoz ab imitatione vocis vocatur, Arabice autem ab Avicenna kabul vocatur. Aliquando enim quando coniungit voces, triplicat eas, et tunc profert sonum kokokoz, Latine autem vocatus gugulus maior. Minor autem gugulus componitur ex columba et sparvario, habens rostrum et pedes columbae et cetera corporis et volatum similia sparverio: propter quod vulgi opinio fabulatur gugulum maiorem aliquando esse asturem, et e contrario fieri de asture gugulum maiorem, et gugulum minorem aliquando fieri sparvarium, et e contrario, licet hoc sit falsum.

[51] Esiste poi qualche specie di uccelli composta da due specie di uccelli, come il cuculo maggiore e il cuculo minore. Infatti il cuculo maggiore è composto dall'astore e dalla colomba selvatica in quanto possiede becco, unghie e zampe simili al colombo selvatico, mentre il resto del corpo è simile all'astore salvo il fatto che nel cuculo la screziatura delle penne presenta delle macchie nere quasi rotonde: nell'astore esistono invece delle linee nere: e anche nel volo assomiglia all'astore: e questo uccello in greco viene detto kokokoz imitandone la voce, in arabo viene detto kabul da Avicenna. Infatti talora quando unisce i versi li triplica e quindi emette il suono kokokoz, e in latino è detto cuculus maior. Il cuculo minore si compone della colomba e dello sparviero in quanto ha il becco e i piedi della colomba mentre le rimanenti parti del corpo e il volo somigliano allo sparviero: motivo per cui l'opinione popolare favoleggia che il cuculo maggiore talora è un astore, e che per il cuculo maggiore accade il contrario in quanto proviene dall'astore, e che il cuculo minore talora diventa uno sparviero, nonché il contrario, anche se ciò è falso.

[52] Causa autem dicti est, quod gugulus uterque occultatur in hyeme: et in illo tempore etiam raro apparet astur et nisus, qui sparvarius vocatur, et in aestate apparet utraque avis. Sed accipiter sive astur est curvorum unguium, sed non kokokoz, neque in capite assimilatur accipitri{.}<:> sed potius in duobus hiis videtur similis columbae: sed in colore assimilatur accipitri, nisi quod in alis accipitris nigrae sunt lineae, et in kokokoz sunt maculae quasi rotundae. Sed in sua magnitudine, et in suo volatu gugulus uterque similatur accipitri magno et parvo, hoc est asturi et niso. Sed opinio vulgaris haec falsa est, quia in multis temporibus et in multis terris simul apparent istae quatuor aves: et videtur saepe astur capere gugulum, et comedere eum. Et forte multi modi sunt huiusmodi gugulorum. Et pulli quidem gugulorum numquam inveniuntur in nidis propriis, neque gugulus invenitur umquam portare ad nidum, quia mos est suus pullificare in nidis aliarum avium. Sed mos maioris guguli est pullificare in nido palumbi, et mos minoris guguli est pullificare in nido parvae avis, quae filomenam cantu imitatur et habet quantitatem filomenae, et nidificat in rosariis, et Germanice grasemusche[29] vocatur.

[52] La causa della diceria consiste nel fatto che ambedue i cuculi si nascondono in inverno: e in quel periodo raramente si vedono l'astore e il nisus, che è detto sparviero, e in estate si vedono ambedue gli uccelli. Lo sparviero o l'astore presentano le unghie ricurve, ma non il cuculo che neppure nella testa somiglia allo sparviero: al contrario, per ambedue queste strutture, è simile alla colomba: ma nel colore somiglia allo sparviero salvo il fatto che nelle ali dello sparviero sono presenti delle linee nere e nel cuculo ci sono delle macchie quasi rotonde. Ma nelle dimensioni e nel volo il cuculo somiglia sia allo sparviero grande che piccolo, cioè all'astore e al nisus - lo sparviero. Ma questa convinzione popolare è falsa, in quanto in diverse stagioni e in territori diversi compaiono contemporaneamente questi quattro uccelli: e spesso si vede l'astore catturare il cuculo e mangiarlo. E forse esistono parecchi tipi di questi cuculi. E i pulcini dei cuculi non si rinvengono mai nei loro nidi, né mai si trova che il cuculo li porta nel nido, in quanto è sua abitudine far nascere i pulcini nel nido di altri uccelli. Ma l'abitudine del cuculo maggiore è di far nascere i pulcini nel nido del colombo selvatico, e l'abitudine del cuculo minore è quella di far nascere i pulcini nel nido di un uccello piccolo che imita il canto dell'usignolo e ha le dimensioni di un usignolo, e che nidifica nei roseti, e che viene detto grasemusche in tedesco.

[53] Aliquando tamen visa est ovare in nido aviculae aquaticae, quae movens caudam vocatur. Propter quod Avicenna dicit se gugulum minorem in utriusque avis nido invenisse semel in ripa fluminis, et semel in arbore peranginis[30], et vidisse aviculas illas cibasse gugulum et in nido et in terra, et cibaverunt eum cibo vermiculorum, qualem cibum pullis suis ferre consueverunt. Cum autem isti modi gugulorum ovant in nidis avium aliarum, primo sorbent ova illarum avium, et postea sua ponunt in locum illorum: et ideo aliae aves fere omnes impugnant gugulos: sed occulte accedunt ad eas, et raro faciunt nisi unum ovum, vel duo ad plus. Interim autem, quando pullus guguli maioris nutritur a palumbis, est pinguis valde et bonae carnis propter nutrimenti convenientiam: et in hoc convenit cum pullis accipitris qui sunt valde bonae carnis, eo quod carnibus et bonis cibis nutriuntur.

[53] Tuttavia talora è stato visto deporre le uova nel nido di un uccellino acquatico che viene chiamato scodinzolatore. Motivo per cui Avicenna dice che una sola volta sulla riva di un fiume ha trovato il cuculo minore nel nido di ambedue gli uccelli, e una volta sola su un albero di perangine, e di aver visto quegli uccellini nutrire il cuculo sia nel nido che al suolo, e gli diedero da mangiare un cibo di vermicelli simile a quello che sono soliti portare ai loro pulcini. Quando queste specie di cuculi depongono uova nei nidi di altri uccelli, per prima cosa bevono le uova di quegli uccelli e poi depongono le loro al posto di quelle: e pertanto quasi tutti gli altri uccelli assalgono i cuculi: ma questi li avvicinano di nascosto e raramente depongono un uovo, o al massimo due. Nel frattempo, quando il pulcino del cuculo maggiore viene nutrito dai colombi selvatici, è molto ben pasciuto e di carne buona a causa dell'adeguatezza del nutrimento: e in ciò corrisponde ai pulcini dello sparviero che sono di carne molto buona in quanto vengono nutriti con carne e cibi buoni.

[54] Invenitur autem unum genus accipitrum, quod suum nidum facit in locis valde altis inaccessibilibus: et ideo raro eius pulli auferuntur, et hoc praecipue faciunt herodii aput nos, qui nidificant in parietibus montium altissimorum in Alpibus, ita quod non est accessus nisi per funem aliquis submittatur a vertice montis: et hunc oportet ligari in sporta profunda fortibus vinculis, ne ab herodiis antiquis deiciatur: et oportet multos homines desuper montem submittere sagittas et ictus lapidum super antiquos herodios ne lacerent carnes eius, qui submissus est ad accipiendos herodios iuvenes. Multae autem aliae aves faciunt nidos comportando sarmenta, sicut diximus de columbis, et cubant successive aliquando mas, et aliquando femina, sed tempus cubationis masculi est tempus minus quam quo cubat femina: non enim cubat mas nisi tempore, quo indiget femina ad sui cibationem. Sed feminae avium kanebralium[31], hoc est earum, quae sunt de genere gallinarum et anserum, solae cubant pullos suos absque maribus: et postquam incipiunt cubare, non recedunt a cubatione ovorum suorum nisi tempore modico, quo cibum accipiunt.

[54] Si rinviene una sola specie di sparvieri che costruisce il suo nido in località molto elevate e inaccessibili: pertanto raramente i suoi pulcini vengono sottratti, e ciò presso di noi lo fanno soprattutto gli aironi che nidificano nelle Alpi sulle pareti di monti altissimi, tant'è che non è possibile accedervi se non attraverso una fune che qualcuno faccia scendere dalla cima della montagna: e conviene che costui venga legato con delle corde robuste in una cesta profonda affinché non venga fatto precipitare dagli aironi anziani: e conviene che dall'alto del monte parecchi uomini lancino frecce e pietre sopra agli aironi anziani affinché non lacerino le carni di colui che è stato fatto scendere per prendere i giovani aironi. Molti altri uccelli costruiscono il nido accumulando ramoscelli, come abbiamo detto a proposito dei colombi, e si alternano nella cova una volta il maschio e poi la femmina, ma il tempo dedicato alla cova da parte del maschio è minore del tempo durante il quale la femmina cova: infatti il maschio cova solo per il tempo di cui la femmina ha bisogno per nutrirsi. Ma le femmine degli uccelli kanebrales, cioè di quelli la cui specie appartiene a quella delle galline e delle oche, sono le sole a covare i loro pulcini senza i maschi: e dopo che cominciano a covare non desistono dall'incubazione delle loro uova se non per il breve tempo in cui si nutrono.

[55] Aves autem lacunales, sicut anates et anseres et cigni, pullificare consueverunt inter arbores et herbas virides iuxta profundum aquarum: et ideo semper stant cum suis pullis non recedentes ab eis, eo quod in illis locis cibi sui est copia in seminibus herbarum et in ipsis herbis aquaticis.

[55] Gli uccelli acquatici, come le anatre, le oche e i cigni, hanno preso l'abitudine di far nascere i pulcini tra gli alberi e le erbe verdi in prossimità di acque profonde: e pertanto stanno sempre in compagnia dei loro pulcini senza allontanarsene, per il fatto che in quei luoghi c'è abbondanza di cibo adatto per loro sia nei semi delle erbe sia nelle erbe acquatiche stesse.

Adhuc autem feminae corvorum nigrorum cubant solae ova sua, sed mares ducunt feminis cibum ad nidum, quod non faciunt mares gallinarum et avium aquaticarum. Femina vero avis, quae Graece kariez vocatur, quae est palumbus, incipit cubare ova a medio die et continuat usque mane sequentis diei cubationem: et mas cubat a mane usque ad meridiem. Avis autem, quae cubech vocatur, facit ex ovis suis duas acies, et femina cubat aciem unam, et masculus cubat aliam aciem, et cum exiverint pulli, uterque sollicitatur de eis, quos ipse cubavit: et postea illis adultis iterum mas coit cum femina et pullificant dividendo acies ovorum sicut prius.

Inoltre le femmine dei corvi neri covano da sole le loro uova, ma i maschi portano alle femmine cibo fino al nido, cosa che non fanno i maschi delle galline e degli uccelli acquatici. La femmina dell'uccello detto kariez in greco, e che è il colombo selvatico, comincia a covare le uova a partire da mezzogiorno e continua la cova fino alla mattina del giorno successivo: e il maschio cova dal mattino fino a mezzogiorno. Quell'uccello che viene detto cubech - la pernice - fa delle proprie uova due gruppi, e la femmina cova un gruppo e il maschio l'altro gruppo, e quando i pulcini sono usciti, ambedue si prendono cura di quelli che ciascuno ha covato: e successivamente, una volta che sono diventati adulti, il maschio si accoppia nuovamente con la femmina e fanno nascere pulcini suddividendo i gruppi delle uova come in precedenza.

[56] Pavo autem dicitur vivere viginti quinque annis et pullificare, quando est trium annorum, et deinde colorantur eius pennae melius. Cubat autem ova sua per triginta dies sicut aves magnae, de quibus supra diximus: hoc enim tempus est, quo luna accessu vel recessu ad solem perficit peryodum et quatuor modos temporum. Post triginta autem dies aut circa hoc finduntur eius ova: et non pullificat nisi semel in anno. Ovat autem duodecim ova aut parum minus: et interpolate ponit ova, ita quod post unum ovum stat duobus diebus aut tribus, et tunc ponit aliud: non enim ovat consequenter sine interpolatione. Et prima quidem vice quando pullificat, forte facit octo ova, et frequenter ovat ova venti, et ideo paucos facit pullos. Et in terra nostra non sunt visi nisi quinque vel sex foti simul. Coitus autem pavonis est in vere, et post vernum tempus statim ovat: et eicit pennas, quando primo arbores folio fluere incipiunt. Nascuntur autem iterato pennae, quando arbores primo folia habere incipiunt.

[56] Si dice che il pavone vive 25 anni e che produce pulcini quando ha 3 anni, e che quindi le sue penne si colorano meglio. Cova le sue uova per 30 giorni come i grandi uccelli di cui abbiamo parlato prima: questo intervallo di tempo corrisponde a quello in cui la luna crescente o calante nei confronti del sole porta a termine un ciclo e quattro fasi. Dopo più o meno 30 giorni le sue uova si schiudono: e produce pulcini solo una volta l'anno. Depone 12 uova o poco meno: e depone le uova a intervalli, sicché dopo un uovo fa una sosta di due o tre giorni, e quindi ne depone un altro: infatti non depone di seguito senza intervalli. E la prima volta in cui fa nascere pulcini forse depone 8 uova, e spesso depone uova ventose, e pertanto produce pochi pulcini. E nei nostri territori non se ne sono visti che 5 o 6 allevati contemporaneamente. L'accoppiamento del pavone avviene in primavera e depone le uova subito dopo il periodo primaverile: e lascia cadere le penne quando gli alberi cominciano a perdere le prime foglie. Le penne rinascono quando gli alberi cominciano ad avere le prime foglie.

[57] Ab aliquibus autem ponuntur ova pavonum sub gallinis, et cubantur ab eis, eo quod, sicut diximus superius, pava a pavo ascenditur interim dum cubat ova, et franguntur ova a strepitu coeuntis: et ideo etiam feminae nidum abscondunt a masculis. Et similiter faciunt feminae multarum avium agrestium et cubant ova sua solae in locis occultis. Quando autem ova pavonum sub gallina ponuntur, non sunt ponenda nisi duo, eo quod vix amplius extrahi potest a gallina pullus pavonis: et oportet, quod homo sollicite observet, ne gallina dimittat cubationem ovorum illorum: quia hoc est gallinis aliquibus proprium, quod ad tempus cubant, et tunc cubare non curant: et oportet, ut cogatur ad cubandum per frequentem ad ova reductionem, et quod cibetur super ova et quod multum maceretur.

[57] Poi da alcuni le uova dei pavoni vengono poste sotto alle galline e vengono da esse covate, in quanto, come abbiamo detto prima, talora la pavonessa viene montata dal pavone mentre cova le uova, e le uova vengono rotte dai movimenti tumultuosi di lui che si accoppia: e pertanto le femmine nascondono anche il nido ai maschi. E si comportano in modo simile le femmine di molti uccelli che vivono nei campi e covano le loro uova da sole in posti nascosti. Quando poi si mettono uova di pavone sotto a una gallina, non bisogna metterne più di due, in quanto se sono in numero maggiore a stento il pulcino di pavone può essere fatto nascere dalla gallina: ed è necessario che l'uomo faccia molta attenzione che la gallina non smetta la cova di quelle uova: in quanto alcune galline hanno la caratteristica di covare fino a un certo tempo, e allora non si prendono cura della schiusa: e conviene che vengano costrette a covare rimettendole spesso sulle uova, e che vengano nutrite sopra le uova, e che vengano spossate parecchio.

Omnibus autem avibus convenit, quod testiculi eorum crescunt tempore coitus: et earum testiculi, quae sunt maioris coitus, magis crescunt: tunc enim inveniuntur maiores habere testiculos, sicut cubech et gallinae. Quando autem non coeunt, habent testiculos  parvos.

È naturale per tutti gli uccelli che i loro testicoli si ingrandiscano nel periodo dell'accoppiamento: e i testicoli di quelli che si accoppiano di più crescono maggiormente: infatti in quel periodo si trova che hanno dei testicoli più grandi, come le pernici e le galline - i galli. Ma quando non si accoppiano hanno dei testicoli  piccoli.

Iste igitur est modus pullificationis avium.

Questo è pertanto il modo in cui gli uccelli generano i pulcini.

Leyhychynie

Incipit octavus liber animalium qui est de moribus animalium, cuius tractatus primus est de moribus animalium secundum quos pugnant ad invicem.

Inizia l'ottavo libro degli animali che riguarda il comportamento degli animali, di cui la prima parte concerne il comportamento degli animali in base al quale combattono fra loro.

VIII - 60

VIII - 60

Hoc autem genus pulli quod cubech vocatur, non minus ovat quam decem ova, et aliquando ovat sedecim et, sicut in praecedentibus diximus, ista avis in multis est mali moris et astuta valde, et licet in hyeme gregatim volet, tamen in tempore veris una segregatur ab alia, et combinantur mas et femina: et tunc pugnant pro nidis et coitu mares inter se, donec quilibet mas acceperit feminam suam, et ipsam sequitur coeundo saepius cum ipsa, haec enim avis diligit coitum, et ideo etiam quando mas invenit feminam super ova, coit cum ea et frangit ova, ne femina sit sollicita circa ova cubanda, et ideo femina abscondit ova a masculo: et si homo aliquis appropinquat ovis, circumvolat quasi non potens volare hominem illum, donec pertrahat eum ab ovis, et tunc redit ad ova: et dicitur quod haec avis habet hoc proprium, quod mas eius pugnat cum mare fortiter et victus oboedit victori, et victor ascendit super victum et coit cum eo sicut cum femina: et si contingat, quod victor aliquando in secunda pugna vincatur ab eo quem prius vicerat, tunc ille qui prius sustinuerat coitum, vice versa asscendit[32] et coit cum ipso: sed hoc non semper fit, sed tanto uno tempore anni, quod est principium veris, quando multo haec avis desiderat coitum. Similiter autem accidit ortigiis sive ortygometris[33]. Galli etiam faciunt hoc, ut dicitur, in locis qui sunt in regione quae vocatur Leyhychynie. In locis enim illis omnes galli iuvenes non vetusti appropinquant sibi et pugnant, et victor nititur coire cum victo, quando sunt sine gallinis.

Questa specie di pollo che è detta cubech - pernice* - non depone meno di 10 uova e talora ne depone 16 e, come abbiamo detto in precedenza, questo uccello in parecchie cose ha un cattivo comportamento ed è molto astuto, e benché in inverno voli in gruppo, tuttavia nel periodo primaverile uno si separa dall'altro e il maschio e la femmina si accoppiano: e allora i maschi combattono fra loro per i nidi e per accoppiarsi, fintanto che qualunque maschio si è conquistato la sua femmina e la segue accoppiandosi abbastanza spesso con lei, in quanto quest'uccello ama il coito, e pertanto anche quando il maschio trova la femmina sopra le uova si accoppia con lei e rompe le uova affinché la femmina non si preoccupi di covare le uova, e perciò la femmina nasconde le uova al maschio: e se qualche essere umano si avvicina alle uova lei svolazza intorno a quest'essere umano come se non fosse in grado di volare, fintanto che non l'ha allontanato dalle uova, e allora fa ritorno alle uova: e si dice che quest'uccello ha la seguente caratteristica, che il suo maschio combatte con un maschio in maniera coraggiosa e che il vinto obbedisce al vincitore, e che il vincitore sale sopra al vinto e si accoppia con lui come fa con una femmina: e se accade che talora il vincitore venga vinto in una seconda battaglia da colui che in precedenza aveva sconfitto, allora quello che prima aveva dovuto subire il coito a sua volta gli monta sopra e si accoppia con lui: ma ciò non sempre accade, bensì solo in un periodo dell'anno che corrisponde all'inizio della primavera, quando quest'uccello è molto desideroso di accoppiarsi. Qualcosa di simile accade per le quaglie*. A quanto si dice, anche i galli fanno ciò in luoghi che si trovano in una regione detta Leyhychynie*. Infatti in quei luoghi tutti i galli giovani e non anziani si avvicinano tra loro e combattono, e il vincitore tenta di accoppiarsi con il vinto, quando sono senza galline.

I galli fanno da chioccia

VIII - 214

VIII - 214

Animalia enim valde operationes diversas habent, et ita variant quaedam accidentia locorum et temporum, et praecipue accidentia animae, quod etiam aliquid de figura corporum ipsorum variatur: et in hoc deprehendi potest quam valida sint animae accidentia. Gallinae enim impugnant aliquando gallos iuvenes, et cum vicerint eos, erigunt caudam et pectus ad modum gallorum, et aliquando ascendunt super eos et luxuriant super eos: et accidens animae huiusmodi facit in eis, quod aliquando cristae maiores efficiuntur eis in capitibus, et quod crescunt eis cornua in cruribus sicut gallis: et in aliis incipiunt habere accidentia gallorum, ita quod aliquando difficile est distinguere inter gallinam talem et gallum. Iam enim visum est, quod mares galli interfecerunt feminas habentes pullos, vel quod alia occasione mortuae sunt: et tunc galli duxerunt pullos et foverunt eos sub alis suis, et infirmati sunt in voce sicut gallina habens pullos solet infirmari, nec coibant cum eis, sed casti erant usque ad incrementum pullorum. Hoc autem saepe facit gallinacius, sicut visus experimento probavimus: postquam enim gallinacius per unam noctem steterit cum pullis, statim postea regit eos sicut gallina.

Infatti gli animali hanno molti comportamenti diversi, e così cambiano alcune cose che accadono nei luoghi e nei tempi, e soprattutto ciò che accade nel comportamento istintivo, in quanto si modifica anche qualcosa dell'aspetto dei loro corpi: e a questo proposito si può osservare quanto intense siano le modificazioni del comportamento. Infatti talora le galline assalgono i giovani galli e dopo averli sconfitti ergono la coda e il petto come fanno i galli, e talora salgono sopra di loro e fanno sesso sopra di loro: e questo tipo di comportamento determina in esse che talora le creste diventano più grandi sulla loro testa, e che sulle loro zampe crescano delle corna come ai galli: e in altre cominciano a verificarsi fattezze da gallo, sicché talora è difficile distinguere una tal gallina da un gallo. Infatti si è già visto che galli maschi uccisero le femmine che avevano pulcini, oppure che sono morte per un altro motivo: e allora i galli hanno guidato i pulcini e li hanno scaldati sotto le loro ali, e si sono indeboliti nella voce come è solita indebolirsi una gallina che ha dei pulcini, né si accoppiavano con esse, ma rimanevano casti fintanto che i pulcini erano cresciuti. Spesso un gallo fa quanto segue, come abbiamo verificato visivamente: infatti un gallo dopo essere rimasto per una notte coi pulcini, subito dopo li governa come una gallina.

Uova ventose

Incipit liber XVII qui est de causa ovantium et ovorum.

Inizia il libro XVII che riguarda il motivo sia della deposizione delle uova che delle uova.

XVII - 3

XVII - 3

Contingit autem quod quaedam aves per se sine coitu ova concipiunt: et haec ova vocantur ova venti: quod dicit Aristoteles non convenire avibus boni et multi volatus, nec avibus rapacibus curvorum unguium, sed potius avibus multorum ovorum quae non multum volant, nec habent multas et magnas et fortes pennas. Superfluitas enim humida spermatica in talibus avibus transit in alas et pennas et consumitur etiam labore multi volatus in venando: et ideo non concipiuntur in eis ova nisi per sperma maris attrahens materiam. Ego tamen vidi avem rapacem domesticam quam dicunt sperverium sive nisum, facere plura ova venti: sed fuit domesticus, et tunc non venabatur, sed stetit in sporta ubi se remutabat in pennis: et ideo habundabat in huiusmodi superfluitate. Diximus enim iam in antehabitis quod menstruum et sperma sunt de superfluitatibus quartae digestionis: et natura in quibusdam non potest maturare et facere habundare haec duo propter causas quas diximus iam: et propter hoc aves rapaces nec multorum sunt ovorum nec multi coitus: sed potius corpora earum sunt sicca et parva et acuta.

Accade che alcuni uccelli concepiscono le uova da soli senza coito: e queste uova sono dette uova del vento: Aristotele* dice che ciò non si confà agli uccelli che volano bene e parecchio, né agli uccelli rapaci dalle unghie ricurve, bensì agli uccelli che depongono molte uova, che non volano tanto e che non hanno molte e grandi e robuste penne. Infatti in tali uccelli l'elemento spermatico umido eccedente passa nelle ali e nelle penne e viene pure consumato dalla fatica di volare parecchio per cacciare: e pertanto in essi non vengono concepite uova se non attraverso lo sperma del maschio che attrae la materia. Tuttavia io ho visto un uccello rapace domestico che chiamano sparviero* o nisus - Accipiter nisus - deporre parecchie uova ventose: ma era domestico e quindi non andava a caccia, ma rimaneva nella cesta dove faceva la muta delle penne: e pertanto aveva un eccesso di tale sovrabbondanza. Infatti in precedenza abbiamo già detto che le mestruazioni e lo sperma appartengono alle sovrabbondanze della quarta digestione: e in taluni la natura non può maturare e rendere abbondanti queste due cose per i motivi che già abbiamo detto: e per questo motivo gli uccelli rapaci non hanno la caratteristica di deporre molte uova né di accoppiarsi parecchio: ma i loro corpi sono preferibilmente secchi, piccoli e affusolati.

Aves autem ponderosae non boni volatus existentes, multae sunt generationis sicut columbae et sibi similia. Mali autem volatus simul et paucarum pennarum sunt praecipue gallinae et cubeg et alia hiis similia et habent multam ovalem superfluitatem. Propter quod etiam mares horum generum multum coeunt et feminae multam ovalem habent materiam.

Gli uccelli pesanti, che non sono dei buoni volatori, generano parecchio, come le colombe e gli uccelli che somigliano loro. Soprattutto le galline e le pernici* e altri uccelli consimili volano male e hanno poche penne e hanno parecchia sovrabbondanza di uova. Motivo per cui anche i maschi di tali specie si accoppiano parecchio e le femmine posseggono molta materia per produrre uova.

Galline adriatiche

XVII - 5

XVII - 5

Amplius aves parvi corporis nisi aliquid aliud impediat, sunt multi coitus et multorum ovorum: propter quod etiam quoddam genus gallinarum quae vocantur gallinae deiamos regionis ut dicit Aristoteles, sunt multorum ovorum valde: eo quod cibus earum transit in materiam ovorum: et quanto magis sunt gallinae huius speciei, tanto sunt plurium ovorum: eo quod cibus transit in ovorum materiam: sicut etiam in arboribus et aliis animalibus contingit quod cibum augmenti mutant in materiam seminalem. Et istud genus gallinarum multae est humiditatis et parvi corporis. Corpora aliorum modorum avium quae sunt sicca et calida, faciunt magis aves animosas et iracundas. Ira enim fortis ut plurimum est in corporibus multae siccitatis.

Inoltre gli uccelli dal corpo piccolo, a meno che qualcos'altro lo impedisca, si accoppiano parecchio e depongono molte uova: motivo per cui anche una razza di galline che vengono dette galline adriatiche*, come dice Aristotele*, depongono moltissime uova: in quanto il loro cibo passa nella materia delle uova: e quanto più piccole sono le galline di questa razza, tanto più numerose sono le uova che depongono: in quanto il cibo passa nella materia delle uova: come anche negli alberi e negli altri animali accade che trasformano il cibo dell'accrescimento in materia seminale. E questa razza di galline è di costituzione fisica assai umida e di corpo piccolo. I corpi degli uccelli di altra grandezza che sono secchi e caldi producono più uccelli impetuosi e irascibili. Infatti l'ira per lo più è forte nei corpi molto asciutti.

Amplius gracilitas crurium et debilitas, facit ad maiorem coitum et ad maiorem ovorum materiam sicut etiam in hominibus signum est siccitatis et caliditatis gracilitas crurium: et quando non provenit ex inedia vel infirmitate, tunc calorem significat complexionis ad coitum moventem: quia cibus qui in aliis transit in coxas et crura magna, transit in spermentalem materiam. Aves autem curvorum unguium rapaces, habent crura fortia et pedes fortiter fixos ad tenendum fortiter quod capiunt, eo quod regimen suae vitae est in venatione: et ideo paucum habent sperma et parum coeunt et paucam habent materiam ovorum praeter unum solum genus rapacium avium quod Graeci fieriz[34] vocant. Illa enim sola species rapacium avium est multorum ovorum propter multam humiditatem ipsius.

Inoltre la gracilità delle gambe e la debolezza spingono a una maggior quantità di rapporti sessuali e di materiale per le uova, come anche negli esseri umani la gracilità delle gambe è segno di secchezza e calore: e quando non deriva dalla mancanza di cibo o da una malattia, allora significa calore di un abbraccio che spinge al coito: perché il cibo, che in altri passa nelle cosce e nelle grosse gambe, passa in materiale spermatico. In effetti gli uccelli rapaci dagli artigli ricurvi hanno gambe robuste e piedi molto saldi per poter ghermire con forza quello che afferrano, in quanto il regime della loro vita consiste nella caccia: e pertanto hanno poco sperma e si accoppiano poco e hanno poco materiale per le uova eccetto una sola specie di uccelli rapaci che i Greci chiamano fieriz - il gheppio*. Infatti questa è la sola specie di uccelli rapaci che depone molte uova a causa della sua elevata umidità.

Uova concepite senza coito

XVII - 10

XVII - 10

Amplius postquam aves coierunt semel, semper postea in eis sunt ova et sunt a principio valde parva. Et hoc induxit quosdam homines ad hoc quod dixerunt quod ova venti nascuntur ex residuo spermatis quod superest ovis completis. Hoc autem experta probant esse falsum, eo quod saepe vidimus gallinas et anseres parvos ante omnem coitum ova venti habere in corpore: praecipue tamen apparet hoc in feminis cubeg, quae sive coeant sive non, implentur ovis, quando vident vel audiunt, et praecipue si olfaciunt marem sui generis: et in tali odoratu quaedam etiam subito iuxta mares ovant: sicut accidit hominibus aliquando semine pollui ad visum vel tactum vel auditum pulcrae mulieris et accidit etiam aliis animalibus moveri concupiscentia ad visum vel auditum vel olfactum suarum feminarum. Licet enim sicut diximus per coitum ordinatius ova concipiantur, tamen etiam sine coitu concipiuntur ab avibus de quibus diximus. Isti enim modi avium multi spermatis sunt naturaliter: et ideo etiam parvo motu concupiscentiae movetur in eis superfluitas ad conceptum et descensum concepti.

Inoltre, dopo che gli uccelli si sono accoppiati una sola volta, in seguito in essi sono sempre presenti delle uova e dapprima sono molto piccole. E ciò ha indotto alcuni uomini ad affermare che le uova ventose nascono da un residuo di sperma che avanza una volta che le uova sono state completate. Le esperienze dimostrano che ciò è falso, in quanto spesso abbiamo visto delle galline e delle piccole oche avere in corpo delle uova ventose prima di qualunque accoppiamento: tuttavia ciò è soprattutto osservabile nelle femmine di pernice* le quali, sia che si uniscano sessualmente oppure no, si riempiono di uova quando vedono o odono e soprattutto se annusano un maschio della loro specie: e quando stanno annusandolo, alcune anche immediatamente depongono uova presso il maschio: come accade talora agli uomini di sporcarsi di sperma alla vista o al tatto o all'udito di una bella donna, e accade anche ad altri animali di essere mossi da concupiscenza alla vista o all'udito o all'olfatto delle loro femmine. Sebbene infatti come abbiamo detto le uova vengano concepite in modo più regolare attraverso il coito, anche se vengono concepite senza coito dagli uccelli di cui abbiamo parlato. Infatti queste modalità degli uccelli presentano la caratteristica naturale di avere molto sperma: e pertanto, anche con poca concupiscenza, in essi si mette in movimento la sovrabbondanza per concepire e continuare a concepire.

I mostri gemellari

Incipit liber animalium decimus octavus qui est de modo generationis animalium perfectorum.

Inizia il XVIII libro degli animali che riguarda il modo di generare degli animali perfetti.

XVIII - 49

XVIII - 49

Universaliter enim in omnibus monstris melius est opinari quod et naturalius et verisimilius est, quod causa sit in materia et in modis impraegnationis et creationis ipsius quod generatur et concipitur. Cuius signum est quod valde raro sunt monstruosi partus in illis animalibus quae non generant nisi unum conceptum. In animalibus autem quae simul concipiunt et generant multos filios, plus inveniuntur partus monstruosi et maxime in avibus multum ovantibus sicut gallinae et columbae: et propter hoc plures gallinae faciunt ova in quibus duo vitella inveniuntur propter coniunctionem duorum spermatum quae sunt ex duobus coitibus in uno eodemque ovo. Duo enim spermata continuantur coniuncta in uno ovo eo quod unum in propinquo loco matricis cadit iuxta alterum: sicut etiam videmus saepe accidere in fructibus quod infra unum corticem duo vel plures formantur fructus. Duobus autem spermatibus sic in uno ovo coniunctis, nisi distinguantur tela forti, monstrum generabitur: si enim tela bene distinguat, generabuntur duo pulli quorum neuter habundabit superfluitate membrorum. Si autem continuentur spermata non distinguente pariete medio vel non universaliter distinguente, generabitur ex eis pullus monstruosus habens forte unum caput et unum corpus et quatuor pedes.

Generalmente  infatti, a proposito di tutte le creature mostruose, è meglio pensare a ciò che è più naturale e verosimile, perché la causa sta nella materia e nel modo in cui viene concepito e creato ciò che viene generato e concepito. Ne è la prova il fatto che assai di rado sono mostruosi i parti in quegli animali che generano un solo prodotto del concepimento. In effetti negli animali che contemporaneamente concepiscono e generano molti figli si rinvengono maggiormente parti mostruosi, e soprattutto in uccelli che depongono molte uova come le galline e le colombe: e a causa di ciò numerose galline fanno delle uova in cui si rinvengono due tuorli a causa dell'unione in uno stesso uovo di due spermi che derivano da due coiti. Infatti due spermi continuano a rimanere congiunti in un solo uovo in quanto uno sperma va a finire vicino all'altro in un punto vicino dell'utero: come spesso vediamo accadere anche nei frutti in quanto al di sotto di una sola buccia si formano due o più frutti. Così quando due spermi si sono uniti in un solo uovo, se non vengono separati da una membrana forte, verrà generato un mostro: infatti se la membrana li separa bene, verranno generati due pulcini, nessuno dei quali avrà sovrabbondanza di membra. Ma se gli spermi rimangono uniti senza che esista una barriera che li separa nella parte centrale oppure completamente, da essi verrà generato un pulcino mostruoso che possiede eventualmente una sola testa e un solo corpo e quattro zampe.

Il colore degli animali

Incipit liber decimus nonus qui est totus in uno tractatu et est de hiis quae accidunt ex natura sensibus et partibus animalium.

Inizia il XIX libro che si trova tutto in una sola sezione e che riguarda le cose che accadono ai sensi e alle parti degli animali per cause naturali.

XIX - 39

XIX - 39

Amplius quaedam animalia secundum totam speciem unum habent colorem, sicut leones: omnes enim leones unius et eiusdem sunt coloris et similiter accidit in multis generibus avium et piscium et animalium aliorum. Quaedam autem diversorum sunt colorum, ita quod unum est unius et aliud eiusdem speciei coloris est alterius. Et horum quaedam in toto corpore sunt unicoloria: quaedam autem discoloria sicut in vaccis et canibus et columbis. Ea autem quae sunt diversi coloris, dupliciter sunt: quoniam quaedam secundum totum genus multicoloria sunt: sicut pica, fehit, pavo, licet albi pavi in inferiori Germania inveniantur, et in piscibus kakata[35] apud Graecos et in nostro mari macharellus et panthera inter gressibilia et pardus et alia multa. Quaedam autem non sunt secundum totam speciem multicoloria sicut vacca et capra et ovis et gallina et anser et huiusmodi. Quaedam enim istorum sunt varia et quaedam unicoloria.

Inoltre alcuni animali posseggono un unico colore che è uguale in tutta la specie, come i leoni: infatti tutti i leoni presentano un solo e identico colore e qualcosa di simile accade in parecchi generi di uccelli e di pesci nonché di altri animali. Ma alcuni animali posseggono colori diversi sicché uno presenta un colore e un altro della stessa specie presenta un altro colore. E alcuni di questi presentano un solo colore in tutto il corpo: altri presentano colori diversi, come accade nelle vacche, nei cani e nei colombi. Quelli che presentano colori diversi si suddividono in due categorie: infatti alcuni presentano parecchi colori conformemente a tutta quanta la specie come la gazza, il leopardo, il pavone, benché nella provincia della Germania Inferiore* si rinvengano dei pavoni bianchi, e presso i Greci in pesci di mare e nel nostro mare il maccarello* e la pantera tra quelli capaci di camminare e il leopardo e molti altri. Ma alcuni non sono multicolori a carico di tutta la specie come la vacca, la capra, la pecora, la gallina, l'oca e simili. Infatti alcuni di questi sono variopinti e alcuni sono di un solo colore.

Amplius animalia multicoloria facilius mutantur secundum colores quam animalia unicoloria: multicoloria enim aliquando mutantur ex albedine in nigredinem et e contrario: eo quod talia animalia mixtas habent causas multorum colorum et in natura multos habent colores recipere, et in talibus natura est velocis mutationis in transferendo unum colorem in alium. Natura autem animalium unum colorem habentium contrariae est dispositionis: non enim mutat colorem nisi propter infirmitatem et hoc valde raro. Iam enim vidimus lupum album. Ursi autem super Oceanum aquilonarem in Dacia et Norwegya sunt fere omnes albi. Passeres etiam multi albi sunt visi. Et iam vidimus corvum totum album albedine nivis. Sed hoc raro accidit hiis animalibus ex tempore generationis: quod enim rarum est, ex vitio accidit et infirmitate in qualibet specie animalium.

Inoltre gli animali multicolori cambiano di colore più facilmente degli animali unicolori: infatti quelli multicolori talora da bianchi diventano neri e viceversa: in quanto tali animali posseggono una mistura di cause dei numerosi colori e in natura possono assumere parecchi colori, e in animali siffatti la natura agisce velocemente nel cambiare un colore in un altro. La natura degli animali che posseggono un solo colore presenta una regolamentazione opposta: infatti non cambia colore se non a causa di una malattia e ciò accade assai raramente. Infatti già abbiamo visto un lupo bianco. Gli orsi che vivono a nord dell'oceano settentrionale in Danimarca e Norvegia sono quasi tutti bianchi. Si sono visti anche molti passeri bianchi. E abbiamo già visto un corvo tutto bianco candido come la neve. Ma in questi animali ciò accade raramente nel momento in cui vengono generati: infatti ciò che è raro, in qualsiasi specie di animali accade per un'imperfezione e per malattia.

Il basilisco e il cappone

 

Libro XXIII - senza titolo

XXIII – 115-118

XXIII – 115-118

[115] [...] Gallus avis nota est, cristatus faucibus et capite, ungulas in cruribus longas habens, ad modum semicirculi curvatis pennis caudam figurans sed et ceteras in collo et dorso pennas habet semicirculariter curvas, et teneras carnes habet duriores quam gallina.

[115] Il gallo è un uccello noto, munito di escrescenze sulla testa e sotto la bocca, munito di lunghi uncini alle gambe, con la coda conformata a semicerchio grazie a penne ricurve, ma al collo e al dorso possiede altre penne incurvate a semicerchio, e ha le carni tenere, più dure di quelle della gallina.

Haec avis pugnax valde est pro gallinis: et ideo cum plures conveniunt, pugnant: et qui superat, coit cum gallinis et erigit caput et caudam gloriando de victoria et alter tabescit de servitute. Aliquando pugnant tam valide quod mors pugnam finit.

Quest'uccello è molto combattivo a favore delle galline: e pertanto combattono quando si radunano in parecchi: e quello che vince si accoppia con le galline ed erge la testa e la coda vantandosi della vittoria, e il rivale languisce a causa della sottomissione. Talora combattono con tanta forza che la morte mette fine al combattimento

Haec avis multi est coitus et ideo multas implet gallinas, et ad unum ovum fecundandum multotiens cum eadem coit gallina: et si multi sunt galli, occidunt gallinas nimio coitu.

Quest'uccello si accoppia parecchio e pertanto riempie molte galline, e si accoppia molte volte con la stessa gallina allo scopo di fecondare un solo uovo: e se i galli sono numerosi, uccidono le galline con il troppo accoppiarsi.

Haec avis facile sentit aurae mutationes ex motibus solis contingentes: et ideo cantu horas distinguit et nocte canens se erigit et alis percutit et se excutit ut vigilantius cantet. Gallinis aliquando mortuis tabescit. Cum dormit, in alto se ponit: et quae petulantior est gallinarum, iuxta gallum proximius sedet de nocte.

Quest'uccello percepisce facilmente i cambiamenti atmosferici dovuti ai movimenti del sole: e pertanto separa le ore con il canto e di notte quando canta si erge e sbatte le ali e si scuote per poter cantare con impegno maggiore. Talora quando sono morte delle galline lui languisce. Quando dorme si colloca in alto: e quella che tra le galline è la più lasciva, di notte si appollaia più vicina al gallo.

[116] Decrepiti galli carnes teneriores sunt: et si quid eis inest viscositatis, decoctio consumit: et ideo iura gallorum decrepitorum prosunt asmaticis et defectum cordis patientibus. Album gallum leo timere dicitur forte propter speciei contrarietatem vel quia basilisco similis esse dicitur.

[116] Le carni di un gallo decrepito sono più tenere: e se in esse è presente della viscosità, la cottura la fa scomparire: e pertanto i brodi di galli decrepiti giovano agli asmatici e a coloro che soffrono di insufficienza cardiaca. Si dice che il leone teme il gallo bianco forse a causa dell'avversione tra le specie o perché si dice che è simile al basilisco*.

Quod autem dicunt decrepitum gallum ovum ex se generare et hoc in fimo ponere, et hoc testa quidem carere, sed adeo durae pellis esse quod ictibus fortissimis resistat: et quod hoc ovum fimi calore fecundetur in basiliscum qui est serpens in omnibus sicut gallus, sed caudam longam serpentis habens, ego non puto esse verum: tamen Hermetis dictum est et a multis susceptum propter dicentis auctoritatem.

Quanto a ciò che dicono, che un gallo decrepito genera un uovo a partire da se stesso e che lo pone nel letame e che non ha guscio, ma che ha una membrana talmente dura da resistere a traumi fortissimi: e che questo uovo viene fecondato dal calore del letame tanto da produrre un basilisco che è un serpente del tutto uguale al gallo ma dotato di una coda lunga da serpente, io non ritengo sia vero: tuttavia è un'affermazione di Ermete Trismegisto* e da molti è stata accettata a causa dell'autorità di colui che lo afferma.

Gallina avis nota est tardi volatus, temperatae carnis et levis, ultra modum diligens fetum suae speciei ita quod etiam acuta voce infirmatur dilectione pullorum: sed non curat cuius sint ova quae fovet ita quod etiam circa partum alienae speciei sollicitantur. Ovat autem multum et clamore accedit ad nidum et clamore recedit ab eodem: et si agitetur et persecutionem patitur, tamen postquam securitatem acceperit, perficit cantum.

La gallina è un uccello noto per il volo lento, per la carne gustosa e delicata, che ama in modo inconsueto la prole della sua specie, tanto che viene anche estenuata dalla voce acuta come segno di amore per i pulcini: ma non le interessa di chi sono le uova che scalda, tant'è che si prendono cura anche della prole di specie diverse. Depone molte uova ed entra nel nido facendo chiasso e facendo chiasso se ne allontana: anche se viene tormentata e subisce una persecuzione, tuttavia termina di cantare dopo aver acquisito sicurezza.

[117] Dicitur autem quod illa die cum ovum fecerit, a serpente percuti non potest, et caro eius percussis est medicina. Ovum autem completur in ipsa die undecima nec fecundatur per unicam spermatis mixturam, sed per coitum continuum. Ovant autem aliquando ova venti: ex rotundis galli ex oblongis gallinae generantur, licet huic contrariari videatur Aristoteles. Ova decem dierum bene foventur et paucorum usque ad ova quadriduana. Recentiora vel antiquiora minus valere probantur. In aestate decimo nono die in calidis locis exeunt, et in hyeme vicesimo nono die. Ova bona ad fovendum quarto die sanguineas habent venas: et quae tunc ad radium solis clara sunt in acutiori parte, non valent. Plena et fecunda ova merguntur in aqua, et alia supernatant. Multum nocet si commoventur manu quia venae et humores per inversionem corrumpuntur: et huius signum est quod quando gallina in occulto ovat nido, omnia ova fecundantur: et quando manibus hominibus tractata sunt, plura eorum corrumpuntur. Caput pulli ad acumen ovi convertitur et totum corpus ad residuum: et pullus nascitur supra pedes sicut et ceteri pulli avium.

[117] Si dice che in quel giorno in cui ha deposto l'uovo non può essere colpita da un serpente e che la sua carne è una medicina per coloro che ne sono stati feriti. L'uovo si completa in lei all'undicesimo giorno e non viene fecondato da una sola commistione con lo sperma, bensì attraverso un continuo accoppiamento. Talora depongono uova ventose: da quelle rotonde nascono i galli, da quelle oblunghe le galline, anche se sembra che Aristotele* a questo proposito sia di idee opposte. Le uova di dieci giorni, o di pochi giorni sino ad averne quattro, vengono covate bene. Quelle più recenti o più vecchie vengono giudicate di qualità inferiore. In estate nelle località calde si schiudono al 19° giorno e in inverno al 29° giorno. Le uova buone per la schiusa presentano al quarto giorno delle vene sanguigne: e quelle che in tale momento in corrispondenza del polo acuto si presentano chiare ai raggi del sole non sono buone. Le uova piene e feconde messe in acqua vanno a fondo mentre le altre galleggiano. È assai nocivo se vengono scosse con la mano in quanto le vene e i liquidi si alterano se vengono rigirati: e ne è segno il fatto che quando la gallina depone le uova in un nido nascosto tutte le uova risultano feconde: e quando sono maneggiate dagli uomini parecchie di loro si guastano. La testa del pulcino si dirige verso il polo acuto dell'uovo e tutto il corpo verso la restante parte: e il pulcino nasce stando sui piedi come anche gli altri pulcini degli uccelli.

Pullis exeuntibus gallina eos sub alas congregat et pro eis milvum invadit et alia quaeque insurgentia. Gallina est avis unguibus cracando victum quaerens, et ad inventum pullos vocans. Faciunt autem quaedam gallinae ova in quibus sunt gemelli: sed alter geminorum comprimit alium, et aliquando ruptis telis pullus bicorporus generatur. Alia etiam multa de ovis et gallinis in praehabitis libris dicta sunt.

Man mano che i pulcini nascono la gallina li raccoglie sotto le ali e per difenderli attacca il nibbio* e qualsiasi altro nemico. La gallina è un uccello che cerca il cibo ruspando con le unghie e che chiama i pulcini quando l'ha trovato. Alcune galline fanno delle uova in cui sono presenti dei gemelli: ma uno dei gemelli comprime l'altro e talora quando si sono rotte le membrane nasce un pulcino con due corpi. Parecchie altre cose sono state dette nei libri precedenti a proposito delle uova e delle galline.

[118] Sed hoc adiciendum est quod Plinius dicit[36], quod si inter membra gallinae aurum divisum minutatim ponatur, membra gallinae consumunt aurum ita quod membra gallinae venenum auri esse videantur.

[118] Ma bisogna aggiungere ciò che Plinio* dice, che se si pone in mezzo a pezzi di gallina dell'oro finemente suddiviso, i pezzi della gallina assorbono l'oro, per cui sembra che i pezzi di gallina siano un veleno dell'oro.

Hoc etiam notandum est quod vitellum ovi quod in plenilunio ovatum est, sordes lavat a pannis: et si alio tempore ovatum est, non tergit sordes macularum. Et huius causam dicunt quidam esse quia media saginata gutta in vitello prima quidem generatione existens calorem penetrantem et dividentem maculas ex multo lumine lunae humidum movente tunc concipit quod in alio tempore facere nequit.

Bisogna mettere in evidenza anche quanto segue, che il tuorlo di un uovo che è stato deposto durante il plenilunio lava via la sporcizia dai panni: e se è stato deposto in un altro periodo non deterge la sporcizia delle macchie. E alcuni dicono che la causa di ciò consiste nel fatto che nel tuorlo sin dall'inizio del concepimento è presente una pingue goccia centrale e siccome l'abbondante luce della luna che smuove l'umido causando un calore penetrante è in grado di dividere le macchie, allora realizza ciò che in altri momenti non è in grado di fare.

Gallus gallinacius gallus est castratus et effeminatus: et ideo nec generat nec cantat: et cum quaedam urticarum genera aspera mortifera sint pullis gallinarum quae etiam gallina rostro nititur evellere radicitus tantum aliquando trahendo laborans quod rumpitur interius: tamen gallinacius depilatus pectore et ventre et urticis perustus postea fovet pulliculos, tactu suavi ad prurientem carnem delectatus: et cum ita delectatus allectus fuerit, semper postea pullos diligit et fovet et pascit et ducit: et hoc iam expertum vidi et miratus sum.

Il gallo gallinaceo è un gallo castrato* ed effeminato: e pertanto né genera né canta: e dal momento che alcune specie pungenti di ortiche sono mortifere per i pulcini delle galline e che la gallina tenta di strapparle solo col becco dalla radice, talora affannandosi nell'estrarre solo ciò che si rompe più internamente: tuttavia il cappone col petto e il ventre spiumati e dopo essere stato ustionato con le ortiche scalda i piccoli pulcini, provando diletto dal dolce contatto con la carne che prude: e dopo essere stato adescato, essendo stato sedotto in questo modo, successivamente ama sempre i pulcini e li scalda e li nutre e li guida: e già ho visto ciò come esperimento e sono rimasto meravigliato.

De gallinacio dicitur quod post sex annos aliquando in epate lapidem electorium nomine gignit et ex tunc non bibit: et ideo etiam homo lapidem hunc super se gestans dicitur non sitire.

Del cappone si dice che dopo sei anni talora genera nel fegato una pietra detta alettoria* e che da allora non beve: e pertanto si dice che anche l'essere umano che porta sopra di sé questa pietra non ha sete.

Gallinacius carnes habet bonas et solidiores quam gallinae. Gallinacium antiqui paponem, moderni autem caponem vocaverunt.

Il cappone ha una buona carne che è più densa di quella della gallina. Gli antichi chiamarono il cappone papo, i moderni capo.



[1] Dovrebbe corrispondere al σέλαχος di Aristotele, il pesce cartilagineo di Historia animalium 511a, facente parte dei Plagiostomi (= dalla bocca obliqua, dal greco plágion, obliquo + stóma, bocca), sottoclasse di pesci alla quale appartiene per esempio lo squalo pinnanera (Carcharhinus brevipinna) della classe Condritti o Condroitti (Chondrichthyes - pesci cartilaginei, da chóndros = granello, cartilagine) sottoclasse Selaci (da sélachos = pesce cartilagineo).

[2] Si veda Il tacchino di Teofrasto in Summa Gallicana I - sezione VIII.15.08. - per la disquisizione linguistica relativa a orix che potrebbe corrispondere alla Numida meleagris, la quale tuttavia sarebbe sfornita di sperone. Per cui nella traduzione conviene conservare orix. § A pagina 468 di Historia animalium III (1555) Conrad Gessner riporta quanto segue a proposito di orix di Alberto: Orix Alberto genus est gallinae sylvestris, perdice maius, fere colore perdicis. § Secondo Hermann Stadler sarebbe il Francolino di monte*, Tetrastes bonasia.

[3] Potrebbe essere la Folaga*, Fulica atra.  Vedere Summa Gallicana Volume1 - VIII.02.4.e.

[4] Papa o pappa deriva da pappare che significa mangiare. In portoghese il gozzo degli uccelli è detto papo, che deriva dal verbo papar (mangiare, in italiano), derivato anch'esso dal latino pappare. In italiano con pappa, derivata dal latino pappare, si intende un alimento semiliquido a base di farinacei, spesso con l'aggiunta di carne appena frullata o di formaggi, adatto specialmente per bambini appena slattati. § Interessante quanto riferisce Isidoro in Etymologiae XI,1,75: Papillae capita mammarum sunt, quas sugentes conprehenderunt. Et dictae papillae, quod eas infantes quasi pappant, dum lac sugunt. Proinde mamilla est omnis eminentia uberis, papilla vero breve illud unde lac trahitur.

[5] In latino struma - forse derivato da struo = disporre a strati, ammucchiare - significa ghiandola purulenta, oppure scrofola, cioè un processo infiammatorio di natura tubercolare a carico delle ghiandole linfatiche, più spesso a livello cervicale, ascellare e inguinale. Oggi con l'italiano struma si intende una displasia tiroidea che consiste nell'aumento di volume della tiroide, cioè in un gozzo (dall'etimologia assai discussa), da mettere in rapporto a ipertrofie, iperplasie e neoplasie del tessuto ghiandolare tiroideo.

[6] Forse si tratta di Filomela, in latino Philomela, figlia del re di Atene Pandione e di Zeusippe, tramutata dagli dei in usignolo.

[7] In greco il merlo suona κόσσυφος oppure κόττυφος kóssyphos oppure kóttyphos.

[8] In Divi Alberti Magni de animalibus (Venetiis, 1495, Joannes & Gregorius de Gregoriis) troviamo un accettabile citrinitatem.

[9] Questa virgola è assente in Divi Alberti Magni de animalibus (Venetiis, 1495, Joannes & Gregorius de Gregoriis). Si adotta l'assenza di questa virgola in quanto la frase diventa più scorrevole e comprensibile.

[10] Si tratta di un termine arabo.

[11] Il verbo ἕψω significa far cuocere o far bollire. Il verbo ὀπτάω significa arrostire. - Aristotele Historia animalium VI,2 560a-b: Il giallo e il bianco dell’uovo hanno natura opposta non solo per il colore ma anche per le loro proprietà. Il giallo infatti viene coagulato dal freddo, mentre il bianco non si coagula, anzi tende piuttosto a liquefarsi; sotto l’azione del fuoco il bianco coagula, il giallo no, anzi rimane molle a meno che non venga interamente bruciato, e viene condensato e disseccato più dalla bollitura [ἑψόμενον] che dal fuoco vivo. Il bianco e il giallo sono tenuti separati l’uno dall’altro da una membrana. Le calaze che si trovano alle estremità del giallo non contribuiscono per nulla alla generazione, come alcuni suppongono; sono due, una in basso e una in alto. A proposito del giallo e del bianco, avviene anche [560b] questo: toltine un certo numero dai gusci e versatili in un recipiente, se li si fa cuocere [ἕψῃ] lentamente, a fiamma bassa, tutto il giallo si concentra in mezzo, e il bianco lo avvolge tutto intorno. (traduzione di Mario Vegetti) - Premesso che Alberto si serviva del testo di Aristotele tradotto dall'arabo in latino da Michele Scoto* (ca. 1215), visto che nel testo greco di Aristotele non compaiono forme come ἑψήσῃ e ὀπτήσῃ, ma compare solo ἕψῃ (congiuntivo presente), secondo Roberto Ricciardi si può ipotizzare quanto segue:

1) che esistesse nel codice di Aristotele utilizzato dal traduttore arabo la variante ἑψήσῃ (congiuntivo aoristo)

2) che questa forma fosse glossata nell'interlinea o sul margine con ὀπτήσῃ ('cuoccia' glossato con 'arrostisca')

3) che il traduttore arabo abbia inserito anche la glossa nel testo, ma non abbia tradotto i due termini e li abbia semplicemente traslitterati

4) che Michele Scoto abbia sì tradotto il testo arabo in latino, ma, come in altri casi, non comprendendo il senso delle traslitterazioni arabe, abbia traslitterato a sua volta il testo arabo in caratteri latini - omettendo la h di epsesi, diversamente da Gessner - senza però comprendere il significato delle due parole come di origine greca.

[12] Dovrebbe trattarsi di Physicorum, che riguarda le scienze della fisica. Titolo equivalente: Divi Alberti Magni Physicorum sive de physico auditu libri octo.

[13] Concetto incomprensibile. Aldrovandi a pagina 222 ha il seguente testo: Quarto propter vetustatem, exhalante spiritu, in quo est virtus formativa: unde vitellus pondere suo penetrat albumen, et ad testam fertur in eam partem, cui incumbit ovum. Che tradotto suonerebbe così: In quarto luogo, a causa dell’invecchiamento, in quanto fuoriesce l’aria in cui risiede la proprietà formativa: per cui il tuorlo a causa del suo stesso peso entra nell’albume e si porta verso il guscio, in quella parte in cui l’uovo si incurva. § È assai verosimile che il testo di Aldrovandi derivi da quello di pagina 420 di Gessner: Quarto, per vetustatem, exhalante spiritu in quo est virtus formativa: unde vitellus pondere suo penetrat albumen, et ad testam fertur in eam partem cui incumbit ovum. - Fourth, because of getting old, since the air in which lies the formative property comes out: hence the yolk by its own weight penetrates the albumen and moves to the shell, in that part where the egg is bending.

[14] Potrebbe essere il Gabbiano reale (Larus cachinnans Pallas, 1811). Sulle Isole Tremiti, di fronte Campomarino, è presente l'unica colonia nidificante dell'Adriatico. L'arcipelago delle Tremiti dista dalla  costa  garganica  12 miglia e  comprende tre piccole  isole, denominate: San Domino (208 ettari), San Nicola (42 ettari), Caprara (45 ettari), più un isolotto chiamato Cretaccio (3,5 ettari) e quello di Pianosa (13 ettari, lunga 700 metri). Molti scogli: i più importanti sono quelli dell' Elefante, del Diavolo e della Vecchia. Fin dall'antichità esse sono conosciute con il nome di Isole Diomedee. Questo nome deriverebbe dal mito della morte di Diomede, ritornato da Troia e sepolto sull'Isola di San Nicola e dalla trasformazione dei suoi compagni di viaggio in uccelli, le Diomedee. La leggenda (ritrovata negli scritti di Omero, Virgilio, Plinio il Vecchio) vuole che i fedeli compagni, mutati in uccelli, continuino a sorvegliare l'eterno sonno dell'eroe e a piangere la sua scomparsa con i loro versi notturni, simili a un lamento. (www.scricciolo.com)

[15] In greco suona chënaløpëx = oca volpe. Potrebbe trattarsi della Volpoca, Tadorna tadorna, oppure dell'Oca egiziana o Oca del Nilo, Alopochen aegyptiacus.

[16] Zephýria = di Zefiro, del vento di ovest, occidentale.

[17] Impossibile tradurre questo vocabolo. Il greco álix significa farina di spelta o di riso, salsa di pesce, mentre hâlix significa della stessa età, coetaneo, compagno, simile, uguale. Forse deriva dal greco hélix, genitivo hélikos, che in Aristotele può anche significare movimento circolare (del cielo) o anche voluta.

[18] Questo è un grave errore di Alberto. La testa del pulcino è diretta verso la parte ottusa dell'uovo, dove c'è la camera d'aria. Vedi il lessico alla voce Embrione di pollo*.

[19] Secundae (membranae), (membrane) che escono per seconde, cioè dopo il feto. La placenta e gli altri annessi fetali.

[20] Corion deriva dal greco chórion che significa membrana dell'uovo, ma anche placenta, membrana che avvolge il feto.

[21] In greco il colombo selvatico o palombo che dir si voglia suona phátta.

[22] Esatto è gýps.

[23] Erodoro di Eraclea sul Ponto fu uno scrittore greco che fiorì intorno al 400 aC. Ci restano frammenti di una sua Storia di Eracle (in 17 libri), primo esempio di romanzo pragmatico in cui sono riferite notizie geografiche, scientifiche, astronomiche e mitologiche. Fu autore anche di varie altre opere mitografiche. – Aristotele Historia animalium VI,5: L’avvoltoio nidifica su rocce inaccessibili, perciò è raro vedere il nido e i piccoli di questo uccello. E per questo Erodoro, il padre del sofista Brisone, sostiene che gli avvoltoi vengono da un’altra terra, a noi ignota, e ne indica come segno il fatto che nessuno ha mai visto un nido di avvoltoio, e che questi uccelli compaiono d’improvviso in gran numero al seguito degli eserciti. In realtà, benché sia difficile vederne, tuttavia ne sono stati osservati. Gli avvoltoi depongono due uova. A quanto si è potuto constatare, gli altri uccelli carnivori non depongono uova più di una volta l’anno; sola fra essi la rondine nidifica due volte. – Brisone, filosofo e matematico greco del sec. V aC, di ambiente megarico (Mègara, sull'istmo di Corinto), figlio di Erodoro, fu forse tra i maestri dello scettico Pirrone. Con Euclide di Megara fondò la dialettica eristica (dal greco eristikós = litigioso, amante della contesa: arte di vincere nelle controversie riuscendo a sostenere qualsiasi tesi a prescindere da ogni criterio di verità). In matematica avrebbe definito l'area del cerchio come la media aritmetica fra l'area di un poligono iscritto e quella di un poligono circoscritto.

[24] Alberto ha Melissus, Aristotele ha Mousaîos (Museo in italiano) e Michele Scoto ha Moysis. § Aristotele Historia animalium VI, 6: L’aquila depone tre uova, ma ne fa schiudere due, com’è detto anche nei versi attribuiti a Museo: «essa depone tre uova, due ne fa schiudere, uno solo ne cura». § Aristotle (Polit. viii. 5, Hist. Anima. vi. 6) quotes some verses of Musaeus, but without specifying from what work or collection. Some have supposed the Musaeus who is spoken of as the author of the Theogonia and Sphaira to be a different person front the old bard of that name. But there does not appear to be any evidence to support that view. The poem on the loves of Hero and Leander is by a very much later author. Nothing remains of the poems attributed to Musaeus but the few quotations in Pausanias, Plato, Clemens Alexandrinus, Philostratus, and Aristotle. (Fabric. Bibl. Graec. vol. i. p. 119.) (www.mythindex.com)

[25] Ossifraga: dal latino ossifraga, da os ossis, osso + tema di frangere, spezzare. Macromectes giganteus: uccello della famiglia Procellaridi con tronco poderoso e apertura alare di 2,5 m. L'ossifraga ha manto brunastro con penne orlate di bianco, becco grosso e uncinato di colore giallo, zampe brevi e palmate. Abile volatrice, vive nelle regioni antartiche e subantartiche ed è considerata un uccello predatore. È anche denominata procellaria gigante. --- Gipeto: Gypaëtus barbatus avvoltoio aquila (gýps+aetós in greco), avvoltoio d'oro, falco barbuto, avvoltoio di montagna. – Vedere la voce avvoltoio* del lessico.

[26] Korønë – corvo, cornacchia.

[27] Introvabile anche come equivalente greco – corrisponde al Corvus frugilegus – corvo comune. Frugilegus è composto dal sostantivo latino frux, frugis = frutto, raccolto, e dal verbo legere = raccogliere, accumulare. Il nome scientifico potrebbe essere tradotto come Corvo raccoglitore di frutta.

[28] Corvus frugilegus – corvo comune.

[29] Grasmücke: appartenente al genere Sylvia, come per esempio la Sylvia melanocephala, Gmelin 1789, Occhiocotto in italiano, Sardinian Warbler in inglese, un uccello canoro dell'ordine dei Passeriformi. - Der Name Grasmücke kommt aus dem Althochdeutschen von Gra-smucka = Grauschlüpfer. Die Grasmücken sind mehr oder weniger graubraun und schlüpfen geschickt durch niedrige Dickichte.

[30] Irreperibile.

[31] Kanebralium dovrebbe corrispondere al greco tôn chënôn ai thëleiai = le femmine delle oche.

[32] Non viene emendato con ascendit nonostante poco prima esista un corretto: victor ascendit super victum. Difficile la localizzazione di questo brano in Divi Alberti Magni de animalibus (Venetiis, 1495, Joannes & Gregorius de Gregoriis) che ci permetterebbe di risolvere il busillis.

[33] In greco ortýgion = piccola quaglia e ortygomëtra = quaglia, madre della quaglia.

[34] Kegchrís, cencride, forse il gheppio, Falco tinnunculus.

[35] Kakata dovrebbe corrispondere al greco thrâtta, un piccolo pesce di mare traducibile con tratta (per lo più irreperibile nei lessici), citato per esempio da Aristotele in De generatione animalium 785b 23: Alcuni animali sono di un solo colore (intendo di un solo colore tutto quanto il genere, come per esempio i leoni tutti rossi, e questo vale ugualmente per gli uccelli, per i pesci e per gli altri animali), altri sono di più colori, ma tutti di un colore (intendo che tutto il loro corpo ha lo stesso colore, come per esempio il bue è o tutto bianco o tutto scuro), altri infine variegati. Questo può essere in due modi: alcuni in quanto genere, come il leopardo, il pavone, alcuni pesci come per esempio le cosiddette thrâttai, altri invece il cui genere non è tutto variegato, ma di cui alcuni individui nascono variegati, come per esempio buoi e capre, e tra gli uccelli i colombi, ma anche altri generi di uccelli si trovano nelle stesse condizioni. --- Non si sa se thrattai corrispondano a thrìtta ricordate in Historia animalium IX (621b 16).

[36] Naturalis historia XXIX,80: Non praeteribo miraculum, quamquam ad medicinam non pertinens: si auro liquescenti gallinarum membra misceantur, consumunt id in se; ita hoc venenum auri est.