Giacomo Ceruti
1536-1591


Ragazzo con la cesta

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Gallina e cipolla

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Portarolo

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Giacomo Antonio Melchiorre Ceruti (Milano, 13 ottobre 1698 - 28 agosto 1767) è stato un pittore italiano, detto il Pitocchetto. Fu uno dei più importanti pittori del tardo barocco italiano, nacque a Milano ma da quel poco che sappiamo sulla sua vita si sa che lavorò principalmente a Brescia e a Venezia.

Fu multiforme e disuguale nei suoi lavori, impacciato nelle pale d'altare e nei soggetti sacri, maestro nei ritratti. Inventò un nuovo genere pittorico che aveva come soggetti principali i poveri, i reietti, i vagabondi, i pitocchi (da qui il soprannome di Pitocchetto). Il suo percorso artistico è parte di quel filone della pittura di realtà che ha in Lombardia una tradizione secolare: prima di lui grandissimi artisti come Vincenzo Foppa, la scuola bresciana intorno a Moretto e Savoldo, Caravaggio, tutti loro toccarono l'argomento, ma nessuno prima del Cerruti seppe indagare con tanta spietata lucidità la verità quotidiana. La rivalutazione della sua figura si deve a Roberto Longhi.

Innegabili gli influssi che su di lui ebbero le opere di Carlo Ceresa e Antonio Cifrondi. Il Ritratto del conte Giovanni Maria Fenaroli (1724, collezione Fenaroli, Corneto) è la sua prima opera di certa attribuzione. Da ricordare anche alcune pale d'altare, come quella di Gandino (1734), o gli affreschi (1736, Palazzo Grassi, Venezia; Palazzo Salvadego, Padernello), e tra le opere che lo resero celebre la Lavandaia (1736 circa), alla pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia, e le molte nature morte.