Gallo blu di Trafalgar Square – Londra


Gallo blu di Trafalgar Square – Londra

A Londra, precisamente a Trafalgar Square,
nel 2013 è stata messa questa statua
un Gallo blu
oggi sostituito dallo scheletro di un cavallo.

Trafalgar Square – Londra

Trafalgar Square è una piazza di Londra dedicata al ricordo della Battaglia di Trafalgar (1805), in cui la Royal Navy di Horatio Nelson (ammiraglio britannico) sconfisse le flotte combinate di Francia e Spagna durante le guerre napoleoniche. In origine doveva essere intitolata a Re Guglielmo IV, ma l'architetto George Ledwell Taylor suggerì e ottenne di darle l'attuale nome. Il sito dove oggi insiste Trafalgar Square era originariamente sede delle stalle reali; dopo che queste furono spostate presso Buckingham Palace, l'area fu interessata da un profondo rinnovamento urbano a opera dell'architetto John Nash. Trafalgar Square è ornata dall'imponente colonna dell'ammiraglio Nelson e da una serie di statue e sculture commemorative.

Che ci azzecca un gallo su una colonna di Trafalgar Square? La colonna è quella su cui, cinquant’anni fa, avrebbe dovuto prendere posto la statua equestre di re Guglielmo IV, mai portata a termine: rimasta vuota, accoglie dal 1998 sculture temporanee di artisti internazionali, allestite ognuna per 18 mesi.

Katharina Fritsch e il suo Gallo blu
Katharina Fritsch (nata il 14 febbraio 1956 a Essen, Germania Ovest)
è una scultrice tedesca.
Vive e lavora a Düsseldorf, in Germania.

E il gallo, per l’appunto, è quello progettato dalla tedesca Katharina Fritsch per questa prestigiosa commissione. Alto 4,70 metri, tutto in acciaio inossidabile e fibra di vetro, completamente blu. Un blu oltremare che tanto ricorda il celebre blu Klein (tonalità di colore blu oltremare molto profondo messa a punto dall'artista francese Yves Klein), e che sa subito di infinito, di trasmutazioni alchemiche, di armonie cosmologiche e paesaggi stellari.

Imponente, impettito, austero, e insieme un pochino buffo, il gallo di Katharina Fritsch agli Inglesi non è piaciuto granché. Perché mai portare sul suolo britannico quello che resta il simbolo per eccellenza della Francia, istallandolo in una delle piazze simbolo della capitale? Una provocazione? Un’ingenuità? Se poi consideriamo che a pochi metri di distanza si erge la statua dell’Ammiraglio Nelson, l’eroe che sconfisse l’armata di Napoleone proprio durante la battaglia di Trafalgar… Beh, l’affronto è detto fatto! E se di coincidenza si tratta, il caso è certamente singolare.

Come interpretare, dunque, la titanica scultura? La prima cosa che conta, per la Fritsch, è l’impatto visivo dei suoi monocromi ispirati a un comunissimo bestiario: gatti, serpenti, topi, elefanti… Figure imponenti, virate con colori fluo (di colore cangiante, con vari riflessi sfumati) o appiattite nei bianchi e nei neri uniformi, per unire al senso della meraviglia la percezione di un riflesso: ritrovare un’idea, un tratto umano, una memoria personale nelle sembianze di un animale. Parallelamente, la sfida è quella di estrapolare dal reale dei soggetti – animali, ma anche personaggi noti, icone sacre, simboli politici e culturali – calarli nel neutro del filtro monocromo, affidarli a una perfezione innaturale e quindi aprirli a molteplici interpretazioni. Enfatizzando il gap tra realtà e rappresentazione, tra immagine e oggetto.

Nello specifico, sono 3 i concetti che si incarnerebbero nell’opera. Rigenerazione, risveglio, forza. Insomma, il gallo blu sarebbe una specie di nobile guerriero o sentinella, presenza celeste che osserva dall’alto la città, un po’ dominandola, un po’ sorvegliandola. Questo in teoria. Perché poi c’è chi, per esempio, ha ipotizzato "potesse servire da abominevole monito sul pericolo del cibo geneticamente modificato": parole del sindaco di Londra, Boris Johnson, pronunciate durante il suo discorso inaugurale, pochi istanti prima di tirare giù il drappo. E c’è infine chi ci ha visto semplicemente un gioco, la bizzarria di un’artista contemporanea.

In realtà, la statua pare interpretare bene i 3 concetti di cui sopra, lasciando immaginare il canto all’alba che saluta il risveglio della metropoli, nella fierezza della posa, nella purezza del colore e nell’annuncio di una nascita nuova. E, Gallia o non Gallia, l’effetto è quello di reinventare la grande piazza con un tale effetto onirico, fantastico, surreale, da sfiorare la poesia. --- Helga Marsala