Forse Giulio Andreotti
di Giorgio Forattini

 

Giorgio Forattini

Giorgio Forattini (Roma, 14 marzo 1931) è un disegnatore italiano. Il più celebre vignettista satirico italiano degli anni '80 inizia la sua carriera tardi, quando intorno ai 40 anni inizia a collaborare con Paese Sera dopo aver vinto un concorso per fumettisti promosso dal giornale. La sua carriera continua su Panorama (con cui collabora ancora oggi) e infine approda al nascente quotidiano La Repubblica. Nel 1982 passa a La Stampa dove rimane fino al 1984, anno in cui torna al quotidiano romano che abbandonerà nel 2000, in seguito alle polemiche seguite a una vignetta raffigurante D'Alema per la quale il disegnatore fu querelato. Dal 2000 è di nuovo il vignettista de La Stampa. Dal 2006 a metà 2008 collabora con Il Giornale, che lascia per alcuni dissensi col neo direttore Mario Giordano. Il 2 agosto 2008 inizia la collaborazione con le 3 testate di QN.

Dal 1974, anno in cui ha pubblicato il suo primo libro di vignette, Referendum Reverendum, Forattini ha iniziato una lunga serie di pubblicazioni (a cadenza annuale) con il proposito di rappresentare satiricamente l'evolversi delle vicende politiche italiane. Uno dei principali motivi del suo successo fu la caratterizzazione macchiettistica e un po' irriverente di alcuni uomini politici: Craxi vestito come Mussolini, Spadolini nudo, Massimo D'Alema come Hitler (ma in veste comunista), Goria invisibile, Fassino scheletrico, Amato come Topolino, Berlusconi basso di statura, Veltroni come un bruco, Buttiglione come una scimmia, Mancino come un cinghiale, Prodi come un prete, Umberto Bossi come Pluto, Vincenzo Visco come un vampiro, Carlo Azeglio Ciampi un cane, Antonio Di Pietro come Mussolini,ecc.

La sua vignetta più celebre rimane per molti quella che fece nel 1974 in occasione della vittoria dei no al referendum sul divorzio: rappresentava una bottiglia di spumante su cui era scritto "NO" che si stappava lanciando in aria un tappo che aveva le fattezze di Amintore Fanfani. Forattini fu querelato e condannato per una vignetta relativamente bonaria su Bettino Craxi, nella quale il leader socialista viene raffigurato mentre legge La Repubblica e commenta "Quanto mi piace questo giornale quando c'è Portfolio!" (Portfolio era un concorso allegato al giornale), con l'implicazione evidente che Craxi fosse un borseggiatore. Forattini fu condannato perché, secondo le motivazioni del giudice, l'implicazione era chiaramente falsa.

Nel 1991, quando il Partito Democratico della Sinistra fu accusato di ricevere ancora i finanziamenti che per anni l'URSS aveva garantito al Partito Comunista Italiano, Forattini presentò una vignetta in cui si vedevano Achille Occhetto e Massimo D'Alema che, vestiti da prostitute, ricevevano del denaro da Mikhail Gorbaciov, seduto in una lussuosa macchina al cui volante si trovava Enrico Berlinguer. Occhetto querelò subito Forattini, seguito più tardi da D'Alema. Nel 1994 il tribunale di Milano condannò il disegnatore con la motivazione che la vignetta aveva un intento 'informativo'. Dopo la discesa in campo di Berlusconi del 1994 si schiera apertamente con il centrodestra italiano, riservando alla parte politica avversa vignette aspre e controverse, ma resterà a Repubblica (vicino al centrosinistra).

Per una vignetta raffigurante D'Alema, allora presidente del consiglio, pubblicata su La Repubblica dell'11 ottobre 1999, fu querelato e gli fu chiesto un risarcimento di 3 miliardi di lire. La vignetta in questione raffigura D'Alema mentre con un bianchetto cancella la lista Mitrokhin ed una voce che gli chiede: "allora arriva 'sta lista??!!" e D'Alema: "Un momento! Non s'è ancora asciugato il bianchetto!". D'Alema ha poi dichiarato di tenere in massima considerazione la satira, ma di aver agito perché la vignetta conteneva informazioni false e diffamatorie; la querela sarà poi ritirata. D'Alema non mosse nessuna azione nei confronti del quotidiano o del suo direttore Ezio Mauro, notoriamente considerati vicini al centrosinistra, nonostante questi sia legalmente responsabile di tutto ciò che su un quotidiano viene pubblicato.

In seguito a questa vicenda, e nonostante il forte appoggio sempre dimostrato dal quotidiano verso Forattini, quest'ultimo lasciò La Repubblica. Per protesta nei confronti della querela e in difesa della libertà di satira, Forattini disegnò per vari mesi D'Alema con un volto invisibile e solo capelli e baffetti apparenti. Tale vignetta sarà riproposta quattro volte con diversi protagonisti, prima Giovanni Paolo II al quale viene chiesto: "allora è pronto il terzo segreto di Fatima?", poi Prodi nel 2006 al quale è domandato: "allora sono pronti i risultati elettorali?", sempre nel 2006 la stessa vignetta è stata proposta sul caso Aleksandr Litvnenko, in cui a un agente del KGB viene chiesto: "allora,arriva 'sta lista ?", nel 2008 viene posta la domanda "allora arriva 'sta lista del Liechtenstein" a Vincenzo Visco. Tutti e 4 rispondono come D'Alema.

Nel 2005 Forattini tornerà sulla vicenda della querela con una vignetta su Panorama dal titolo Rivoluzionari di lusso, dove una voce fuoricampo annuncia: "D'Alema s'è fatto dare da Fiorani i soldi per la sua nuova barca!" e lui, nelle vesti di se stesso risponde: "Li voleva anche da me, ma non glieli ho dati!". Famosa è anche la vignetta che raffigura Craxi (in camicia nera, come di consueto nelle sue vignette) a testa in giù con un cappio legato ai piedi. Tale vignetta è risalente all'aprile 1993 ed è immediatamente successiva alla notizia del voto contrario del Parlamento per il rilascio delle autorizzazioni alla Procura di Milano a procedere contro il leader socialista.

Il 3 aprile 2002 Forattini pubblica su La Stampa una vignetta che raffigura un carro armato israeliano, contrassegnato con la stella di David, mentre punta il cannone verso una mangiatoia nella quale un bambino impaurito, identificabile in Gesù per via dell’aureola sul capo, esclama: "Non vorranno mica farmi fuori un’altra volta?!". La vignetta provoca lo sdegno del presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Amos Luzzatto, che stigmatizza la riesumazione dell’accusa di deicidio, e di diversi esponenti cattolici. L'allora direttore de La Stampa, Marcello Sorgi, si dissocia pubblicamente dal contenuto della vignetta.

Il 6 novembre 2008 su QN, Forattini fa una vignetta sull'elezione di Barack Obama, in cui c'e Bush che dice, a una statua della libertà sdraiata su un letto con un neonato con il volto di Obama e un organo sessuale abnorme per un bambino, che l'aveva tradita con il "maggiordomo negro". Questa vignetta ha dato vita a molte polemiche. Il Coordinamento dei comitati di redazione di QN ha espresso in una nota "fermo e totale dissenso" nei confronti della vignetta. Al TG5 del 17 dicembre 2008 dichiarò di essere stato querelato 20 volte solo da esponenti della sinistra, affermando: "La sinistra non accetta la satira".