Pollaia e Oche
Valenza (AL)


Pollaia
Strada Provinciale Valenza Pontecurone
Regione e Strada Pollaia
15048 Valenza (AL)

  

Ricordo che da bambino quest’area di Valenza era detta pulaia e io pensavo che il termine significasse pollame, non pollaio, in quanto magari in passato vi si allevavano o vi si vendevano oppure vi si allevavano e vendevano polli. Infatti è il valenzano pulè che significa pollaio. Una conferma linguistica viene da questo proverbio piemontese:

Fra tuta l'urtaja, ël mej a l'é la pulaia.
Fra tutti gli ortaggi, il migliore... è il pollo.

Un’altra conferma linguistica: il termine ligure pollaia, tradotto in italiano, significa pollame. Ed ecco la conferma più importante: in effetti in Regione Pollaia c’era una cascina dove si allevava soprattutto del pollame, come, grazie alla famiglia Gastaldello ivi residente, aveva saputo l’insigne dialettologo valenzano Stefano Verità. Che così aggiunge: il mercato della pollaia fino a metà del 1900 avveniva all’aperto, forse solo al sabato (il giorno del mercatone di Corso Garibaldi), in Piazza Verdi (la piasatta, la piazzetta), trasferitosi poi al Mercato Coperto.

   

Per avere ulteriori preziose notizie storiche relative alla Regione Pollaia, mi sono rivolto al preparatissimo Carlo Dabene, il quale il 27-1-2015 così mi ha risposto:

Ho fatto una ricerca sugli elenchi di toponimi valenzani di cui dispongo, ma senza risultati in riferimento alla Pollaia. Ho anche chiesto alla Biblioteca Comunale di vedere se nell'archivio storico ci sia qualche riferimento, ma la cosa richiederà tempo perché non dispongono di indici dettagliati. Se anche questo tentativo non darà frutti temo di non poterti aiutare, dato che la semplice ipotesi di un'origine del vocabolo legata in qualche modo all'animale, valida anche per Le Oche, credo non dia adito a ulteriori sviluppi che abbiano un pur minimo interesse. Se avrò novità ti terrò informato.

Le Oche

  

Io penso che alle Oche si allevassero oche, e allora ho pregato Carlo Dabene di fare una relazione sulle Oche, che è la seguente.

Delle origini del toponimo Le Oche, che si riferisce ad una zona semipianeggiante che sovrasta la sponda destra del Po ai confini est del territorio comunale in direzione di Mugarone e Bassignana, non abbiamo notizie precise.

Alcune indicazioni ci vengono dalla grande carta del territorio valenzano conservata presso l'Archivio Storico del Comune nel Fondo Dabene. Dettagliatissima, misura 2 metri per 1,6 metri, è databile al 1859 ed è uno strumento unico per lo studio della toponomastica locale.

Il percorso che, superato il Cimitero e costeggiato il Castello Stanchi (o Menada), arriva, prima di Mugarone, ad una piana denominata "Prati delle Oche", vi è appunto denominato: "Strada delle Oche".

Da questa strada, poco oltre il citato castello, una deviazione verso nord e verso il Po conduceva alla grande "Cascina delle Oche", a un'altitudine indicata in 86 metri. La cascina fu distrutta nella seconda metà dell'800 da una piena del fiume e ricostruita identica nel 1882 più a sud, ad una distanza di sicurezza dal fiume, dove si trova tutt'ora con la denominazione di "La Pallavicina". Era ed è il centro logistico della grande azienda agricola del castello che comprende anche il noto "Boscone", sulla sponda sinistra del fiume.

La tenuta apparteneva alla principessa Matilde Giustiniani Durazzo Pallavicini Negrotto Cambiaso, che aveva unificato, per eredità o matrimoni, le immense ricchezze di diverse tra le più antiche e nobili famiglie genovesi.

La principessa, ricordata da diversi valenzani per i suoi soggiorni all'antico Castello Stanchi, più volte citato dagli storici come quartier generale delle truppe assedianti nei principali fatti d'arme del XVII secolo, è mancata ultranovantenne nei primi anni '60: la proprietà e quindi passata agli eredi Cattaneo Adorno con l'esclusione del castello, per i valenzani "al castè dagl'Ochi", acquistato dall'orafo Marco Capuzzo, che sta provvedendo ad un laborioso e appassionato restauro.

Carlo Dabene 27-1-2015