Bar Gallo - Riccardina di Budrio (BO)


Bar Gallo
Riccardina di Budrio (BO)

Davide Fabbri di 52 anni di Riccardina di Budrio (BO)
ucciso ieri sera sabato 1 aprile 2017

Riccardina fa parte del comune di Budrio, in provincia di Bologna, nella regione Emilia-Romagna. La frazione o località di Riccardina dista 1,82 chilometri dal comune di Budrio di cui essa fa parte.

È caccia al killer del barista Davide Fabbri di 52 anni di Riccardina di Budrio, ucciso la sera di sabato 1 aprile 2017  durante un tentativo di rapina. I Carabinieri, assieme al reparto dei RIS arrivati da Parma e all'elicottero dell'Esercito, stanno passando al setaccio tutta la zona dell'omicidio, cominciando dallo stesso bar e proseguendo nei casolari della zona grazie alle apparecchiature speciali dell'elicottero. In tutta la zona sono stati disposti posti di blocco per fermare la fuga dell'uomo, armato e pericoloso, così come decine di uomini stanno battendo le campagne della zona.

Sulla vetrina del locale è stato trovato un foro di proiettile che gi esperti della scientifica hanno attentamente repertato. Sono state anche trovate tracce di sangue che con ogni probabilità appartengono all'omicida e che sono state repertate dalla scientifica. I militari stanno cercando l'arma del delitto, una pistola, anche nel torrente Idice che scorre a poche metri dal luogo del delitto.

Intorno alle 21,30 un uomo solo, descritto come basso e grosso, armato di una doppietta a pallettoni, vestito con una tuta mimetica da cacciatore e con in testa un cappello floscio e il volto coperto da un passamontagna, entra nel bar tabaccheria Gallo. Esplode un colpo con la doppietta mirando a terra e urla una sola, perentoria, frase: "Dammi la cassa". Nel locale c'erano il titolare, Davide Fabbri di 52 anni, la moglie Maria Fabbri e due clienti, uno dei quali resta lievemente ferito dal rimbalzo di uno dei pallini che lo graffia alla gamba.

Il bandito spinge Fabbri nel retrobottega dove il barista però resiste e cerca di reagire. Lotta come un leone, tanto che riesce a strappare di mano il fucile al rapinatore. Parte un secondo colpo, il barista usa il fucile come un bastone, colpendo il bandito. Ma il malvivente, vistosi messo alle strette, estrae la seconda arma che aveva con sé e che fino a quel momento non aveva ancora impugnato: una pistola descritta in seguito come "argentata". Il killer esce dal retrobottega, punta la pistola anche contro la moglie Maria, ma non spara ed esce. Dopo qualche istante, con freddezza e calma, rientra e raccoglie il fucile rimasto a terra.

Esplode un solo colpo di pistola, mirando da pochi centimetri dritto al cuore del barista. L'uomo muore sul colpo. A quel punto, il killer fugge a piedi (ma c'è anche un testimone che parla di una bici) verso il ponte della Riccardina. I Carabinieri vogliono capire se, più avanti, ci fosse un complice che lo attendeva in auto a bordo della quale è poi proseguita la fuga.

Secondo gli investigatori, la pistola usata per uccidere potrebbe essere quella strappata nella notte tra il 29 e il 30 marzo scorsi a una guardia giurata a Consandolo, frazione di Argenta (FE), con una popolazione di circa 2.350 abitanti. L'aspetto («era una pistola argenta», come quella del colpo ferrarese, ha detto un teste) e altre circostanze fanno sospettare che il killer sia lo stesso bandito che ha messo a segno il colpo di tre notti fa, quando una guardia della Securpol, intervenuta per un controllo in una piadineria in cui era scattato l'allarme, era stata aggredita da un uomo con la chiara intenzione di sottrargli la pistola. Stava rientrando in auto quando uno sconosciuto cominciò a sparare vari colpi di fucile alla Fiat Panda, per costringerlo poi a sdraiarsi a terra. Quindi gli ha strappato la pistola d'ordinanza, una Smith&Wesson «argentata», ed è fuggito nei campi.

In quel caso pare che a colpire sia stato un uomo originario dell'Est. Se anche il killer di Budrio sia straniero non è ancora certo: le poche parole che ha pronunciato non lasciano spazio a certezze, ma una delle ipotesi su cui stanno lavorando è che si tratti della stessa persona. Certo è che era armato fino ai denti, addestrato a usare armi diverse e spietato. A coordinare le indagini c'è il pm di turno, Marco Forte.

Il bar Gallo era di proprietà della famiglia Fabbri da decenni: l'aveva infatti aperto il padre di Davide. Tutto il paese piange la scomparsa dell'uomo, che tutti definiscono come "una brava persona", molto conosciuto soprattutto nella piccola frazione di Riccardina.


Dio li crea
ma non li distrugge

Igor Vaclavik
originario dalla Serbia la cui capitale è Belgrado

dati relativi a mercoledì 3 maggio 2017

Igor, nome tipicamente russo, è un nome di origine scandinava che significa <guerriero di Ing> il dio scandinavo della fertilità e della prosperità, e significa anche <sveglio>. L'onomastico viene festeggiato il 5 giugno in memoria di Sant'Igor, martire in Russia nel 1147. Tra i famosi contemporanei possiamo ricordare il musicista russo Igor Stravinskij (Lomonosov, 17 giugno 1882 – New York, 6 aprile 1971) compositore russo naturalizzato francese e in seguito statunitense.

COSA C'È DA SAPERE SU IGOR VACLAVIK
L'UOMO PIÙ RICERCATO E PERICOLOSO D'ITALIA

Classe 1976, ex militare, esperto nel tiro con l’arco, nelle arti marziali e nell’uso delle armi da fuoco: Igor sta seminando il panico nel ferrarese.

Igor Vaclavik, Ezechiele Norberto Feher, Igor il russo, quanti nomi ha l’uomo più ricercato d’Italia? Classe 1976, ex militare, alto m 1,80, esperto nel tiro con l’arco, nelle arti marziali e nell’uso delle armi da fuoco: Igor è il killer trasformista che da giorni sta seminando il panico nelle campagne situate fra le province di Bologna e Ferrara.

Ora gli accertamenti tecnici hanno consentito di dare un nome che dovrebbe essere definitivo all’uomo più ricercato d’Italia. Il killer si chiamerebbe Norbert Feher, serbo di 41 anni. Sarebbe ormai certo che l'identità dell’indagato, che in passato è stato arrestato e processato a Ferrara col nome di Igor Vaclavic, sia invece quella di Norbert Feher, notizia che trova conferma anche dalla Serbia, dove le forze di polizia lo cercano per rapina e violenza sessuale e lo identificano – appunto – con Feher.

Secondo gli inquirenti, il killer in fuga potrebbe spostarsi via acqua, nel dedalo di canali tra Marmorta e Campotto nel ferrarese dove continuerebbe a nascondersi. Per ora è solo un'ipotesi, ma a questa conclusione porta la sparizione di una piccola imbarcazione, poco più che una zattera proprio in quelle zone.

Fuggito dal paese natio dopo essere stato parte attiva di una rapina culminata in una violenza sessuale, sarebbe in Italia dal 2006 dove avrebbe commesso almeno 3 omicidi. Il ministro dell’Interno Marco Minniti, ha deciso di identificarlo con il nome di Igor e ha recentemente diffuso una nota nella quale sostiene di aver messo in atto uno spiegamento di forze senza precedenti per catturare l’uomo. "Non avrò pace finché non lo avremo catturato", ha dichiarato il ministro durante un colloquio con il Resto del Carlino.

Per cosa è ricercato

Il 1° aprile 2017 Igor ha freddato a colpi di fucile Davide Fabbri, 52 anni, titolare del bar Gallo, nella frazione di Riccardina di Budrio, a Bologna. Fabbri ha tentato di disarmare il malvivente entrato per rubare l’incasso di poche decine di euro riuscendo a strappargli la doppietta che aveva in mano. Il killer però ha estratto l’arma sparando un colpo al petto.

A Igor è attribuito un altro omicidio, quello del metronotte di 42 anni, Salvatore Chianese, che il 30 dicembre 2015 fu freddato in una cava a Fosso Ghiaia di Ravenna. Quella morte assurda e immotivata era rimasta senza responsabili per mesi. Ora l’arma del delitto utilizzata per i due omicidi farebbe convergere le piste su Igor: il fucile usato durante la rapina al bar è uguale a quello usato per uccidere il metronotte.

Dopo l’omicidio di Davide Fabbri, l’8 aprile 2017 il killer di Budrio è stato braccato dalla polizia lungo la strada provinciale Mondo Nuova, a circa 8 chilometri da Portomaggiore nel ferrarese, ma in quell’occasione ha di nuovo ucciso, togliendo la vita a una guardia provinciale, Valerio Verri, e ferendone gravemente un’altra. Il ricercato, dopo aver ucciso la guardia provinciale, è fuggito a piedi nelle campagne circostanti dove è ricercato dai carabinieri di Ferrara e di Ravenna e dalle squadre speciali.

Il passato

Igor è in Italia dal 2006, è stato arrestato per una serie di rapine nel 2007 e trascorre quasi 8 anni in carcere. Questa è la sua biografia fino alla rapina per pochi spiccioli, all’omicidio, alla fuga e alla relativa caccia all’uomo delle forze dell’ordine.

Le sue abilità non riguardano solo l’uso delle armi, ma anche l’incredibile capacità di cambiare i propri connotati e far perdere le tracce della propria identità. La prima immagine dell’uomo risale al 2010, Igor ha la barba e i capelli incolti, è ritratto dalla compagnia dei carabinieri di Portomaggiore di Ferrara dopo uno dei tanti arresti per rapina. La seconda invece è del 2015 e lo mostra sbarbato e con i capelli tagliati.

Il 4 novembre 2011 il procuratore capo di Ferrara firma un nuovo decreto di espulsione. Igor viene portato al Cie (Centro identificazione espulsi) di Bari, dove dovrebbe essere identificato ed espulso. Ci resta 15 giorni. La Russia non lo riconosce come suo cittadino, l’Uzbekistan neppure. Non c’è il passaporto e nemmeno un nome certo. Per l’espatrio serve un documento sostitutivo di identità. Igor resta in Italia, in prigione.

Dopo essere uscito dal carcere nel 2015, nessuno è più riuscito ad arrestarlo nonostante in cella non avesse certo perso il vizio per la malavita. E così l’uomo nel tempo si è creato un arsenale: per l'assalto al bar di Davide Fabbri ha impugnato un fucile da caccia tipo doppietta e una pistola semiautomatica 9x21 cromata.

Le ricerche

Igor Vaclavik è al momento il criminale più ricercato d’Italia, ma risulta introvabile nonostante il cospicuo dispiegamento di forza dell’ordine messo in campo. Le sue tracce si seguono nelle paludi del ferrarese, potrebbe essere ferito perché a bordo del furgone abbandonato dopo l’ultimo omicidio è stato trovato del sangue.

La sua pericolosità è tale che in un'area di 75 chilometri quadrati si danno il cambio 150 uomini per turno: sono le squadre speciali che stanno utilizzando armi pesanti per scandagliare la zone dove il killer sarebbe nascosto, pronte a far fuoco al primo avvistamento.

Altrettanto sofisticate le attrezzature che sopratutto di notte vengono attivate per muoversi al buio. Gli specialisti hanno visori notturni agli infrarossi e visori termici per rilevare le fonti di calore. Messi in campo anche i cani molecolari che, però, hanno perso le tracce olfattive del malvivente dinnanzi a un corso d’acqua.

Chi è entrato in contatto con Igor Vaclavik sostiene che farebbe qualsiasi cosa pur di non tornare in carcere.

Dio li crea
ma non li distrugge