Marsala all'uovo

Derivato liquoroso dal vino Marsala DOC, il Marsala all’uovo è ideale come aperitivo (servito con biscotti secchi), come dopo pasto o a sé stante. Qui riportiamo una delle ricette tradizionali (ve ne sono diverse, ma le differenze sono minime):

Ingredienti
1 kg di zucchero
1 litro di latte
1 litro di alcool
10 uova freschissime
200 gr di marsala secco
1 stecca di vaniglia

Mettete a bollire in un recipiente il latte con lo zucchero e la vaniglia. In una terrina frullate i tuorli delle uova e unite il latte,che avrete fatto intiepidire,il marsala e l'alcool. Filtrate il liquore ed imbottigliatelo. Servitelo dopo qualche mese.

Storia del vino Marsala

Posto al centro della fascia, comunemente indicata come cintura del sole, che si estende dal Portogallo alla Grecia, questo lembo di terra gode di un clima caldo e arido, solcato da venti africani e temperato dal mare, e perciò ideale per la coltivazione della vite. La nascita del Marsala, così come lo conosciamo oggi, è il frutto di una particolare catena di eventi, dell'intuito di brillanti uomini d'affari e delle grandi potenzialità di un tesoro rimasto nascosto per secoli. In principio, fu tutto merito degli inglesi. L'incontro fra Marsala e l'Inghilterra fu del tutto casuale ma si dimostrò duraturo e intenso, tanto che, ancora oggi, le cantine di Buckingham Palace continuano a rifornirsi di vino Marsala.

John Woodhouse

John Woodhouse era un mercante di Liverpool impegnato nel commercio delle ceneri di soda che, nel 1773, navigava lungo le coste siciliane diretto a Mazara del Vallo. Egli però non la raggiunse mai perché una tempesta lo fermò poco prima, costringendolo a una sosta imprevista nel porto di Marsala. In una delle numerose osterie della città gli fu offerto il miglior vino qui prodotto, quello che i contadini riservavano alle grandi occasioni: il perpetuum. Woodhouse ne rimase affascinato e intuì che era perfetto per essere sorseggiato nei raffinati salotti inglesi, durante le lunghe chiacchierate pomeridiane.
Aggiunse al perpetuum un po’ di acquavite per evitare che si alterasse durante il viaggio e lo spedì a Liverpool con l'intenzione di testarne l'effetto. Il vino, simile al Porto e al Madera, piacque molto agli inglesi e fece la fortuna dei Woodhause, che cominciarono ad investire sulla zona acquistando il vino dai contadini in miseria, costruendo propri stabilimenti e impiegando ingenti capitali per la costruzione del porto. Nacque così il Marsala, quello che l'ammiraglio Nelson definiva “degno della mensa di qualsiasi gentiluomo” e con il quale riforniva la sua flotta.

Ovviamente il successo ottenuto dai Woodhause portò molti altri imprenditori inglesi: fra tutti, merita di essere ricordata l'attività di Benjamin Ingham che a partire dal 1812, insieme al nipote Joseph Whitaker, si prodigò per l'ammodernamento delle tecniche di produzione e per l'ampliamento delle esportazioni anche fuori dall'Europa. Il Marsala si spinse così in Brasile, nell'America del nord e ancora oltre, fino all' Estremo Oriente e all' Australia. Quella che fino ad allora era stata una modesta zona agricola si tramutò, in breve tempo, in un attivo centro industriale. Nel 1832, fra lo stabilimento dei Woodhause e quello degli Ingham si inserì il primo imprenditore italiano: Vincenzo Florio.

I Florio, ricca famiglia di industriali e armatori, non solo portarono il Marsala in ogni parte del mondo a bordo delle 99 navi della Compagnia Florio, ma regalarono alla città un volto nuovo e un'impronta da borghesia illuminata. Da allora le aziende vinicole a Marsala si sono moltiplicate.
La fortuna del Marsala ha conosciuto alterne vicende.Una grave crisi attraversò la città e il suo vino dopo la prima guerra mondiale soprattutto per l'operare di commercianti privi di scrupoli che sfruttavano la fama del Marsala per vendere prodotti di qualità scadente. Per questo, già nel 1931 venivano fatti mossi i primi passi verso una legislazione che proteggesse il Marsala originale dalle imitazioni e che ne definisse le caratteristiche. Un grande orgoglio per quanti lo producono e per tutto il territorio è stato il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata che gli fu riconosciuta nel 1969. Il Marsala è stato il primo vino DOC d'Italia.

Il Marsala in tutto il mondo è usato sia in cucina che a tavola, come aperitivo o insieme al dolce, durante il pasto o in sostituzione del sorbetto, freddo, caldo o a temperatura ambiente. Tutto questo perché diversi tempi di invecchiamento e diversi metodi di lavorazione danno vita ad altrettante tipologie di Marsala che, a seconda dell'uso che si fa delle uve di base, può presentarsi anche in differenti tonalità. Per i Marsala oro e ambra vengono utilizzate le uve bianche pregiate Grillo, Catarratto, Inzolia e Damaschino. I Marsala rubino nascono invece mescolando il Pignatello, il Nero d'Avola e il Nerello Mascalese, con il ricorso alle uve a bacca bianca sopra citate per un massimo del 30%. Come se non bastasse, a seconda del contenuto zuccherino possiamo distinguere il Marsala in: dolce, secco e semisecco. Una lunga lavorazione permette al Marsala di assumere quel gusto e quella consistenza ben noti ai suoi amatori.

Innanzitutto la concia: consiste nell'aggiunta al vino di cotto, sifone e alcool. Il cotto è il risultato di una procedura nota fin dai tempi dell'impero romano che è facile ritrovare fra i tradizionali metodi di lavoro di molte regioni italiane: viene ottenuto dal mosto del Catarratto, passato a fuoco diretto o a vapore in caldaie di rame. Quando il suo volume si riduce a circa un terzo di quello originale, è pronto per essere invecchiato; conferisce al Marsala un sapore vellutato e amarognolo. Il sifone: si ottiene dalla vendemmia tardiva delle uve Grillo, raccolte quando sono ormai ben mature. Viene subito depositato in botti dove precedentemente era stato inserito dell'alcool di vino: questo permette di bloccare la fermentazione. Il Marsala avrà così un gusto forte e dolce allo stesso tempo.

Il taglio: è un'eredità che il vecchio perpetuum dei contadini ha lasciato al Marsala. Con un sistema a cascata, a intervelli regolari di tempo, una certa quantità di vino più giovane viene travasato nelle botti del vino più vecchio. Il risultato di questo processo “perpetuo” è un amalgama fra vini di età diverse che conferisce al Marsala il profumo e il sapore che lo contraddistinguono.