I Polli di Jean de La Fontaine
Il Pollaio di Jean de La Fontaine
Jean de La Fontaine nasce l'8 luglio 1621 a Château-Thierry, nel dipartimento dell'Aisne, in una famiglia borghese. Studia senza entusiasmo Teologia e Diritto; eredita dal padre la carica che manterrà fino al 1670 di Ispettore delle Acque e delle Foreste a Château-Thierry. Il 10 novembre 1647 sposa Marie Héricart e nel 1653 nasce Charles, figlio unico di La Fontaine. Château-Thierry è un comune francese di 15.226 abitanti situato nel dipartimento dell'Aisne della regione Nord-Passo di Calais-Piccardia. È sito sulle rive della Marna.
Nel 1658 Jean de La Fontaine si trasferisce a Parigi; ottiene la protezione di nobili influenti e diviene amico di Racine e Molière. Riesce così a pubblicare nel 1668 una prima raccolta di Favole, seguita da una seconda pubblicata nel 1678, oltre a racconti e libretti d’opera.
Nel 1683 viene eletto membro all’Académie Française. Nel 1692 si ammala e inizia a dedicarsi a ferventi pratiche religiose. Muore a Parigi il 13 aprile 1695.
Jean de La Fontaine ha scritto commedie e poemi, ma è passato alla storia per le Favole scelte e messe in versi. In esse si ispira soprattutto a Esopo e Fedro e alla tradizione medievale creando un mondo di animali parlanti, che simboleggiano i vizi e le virtù degli uomini di ogni epoca e, in particolare, del mondo in cui egli stesso vive. E allora i re sono superbi e prepotenti come il leone, coloro che vivono a corte sono furbi e subdoli come la volpe e così via.
Le Favole sono dedicate al Delfino (che all’epoca non aveva ancora sette anni) figlio di Luigi XIV, il re Sole, e di Maria Teresa d’Austria.
Le Favole
La Fontaine si presenta come il continuatore di Esopo e Fedro e il discepolo di Epicuro; ha spesso intenzioni morali e la satira e il contrasto sono fra i suoi metodi preferiti. Fra le favole più celebri "Il gallo e la volpe", "Il corvo e la volpe", "Il gatto e la tigre".
La morte è uno degli elementi ricorrenti nelle Favole, in associazione al diritto del più forte, senza però trascurare il senso di solidarietà e di pietà verso gli infelici. Forse una delle morali complessive delle Favole è l'accettazione completa della natura umana: ad esempio La Fontaine certamente non vuole dare ragione al lupo nella Favola celeberrima, però ammette l'impossibilità di salvare l'agnello. Quando il coraggio è teso contro l'ordine della natura, si risolve in una situazione ridicola e buffa, come il gonfiarsi della rana e la goffaggine degli ipocriti.
Prima raccolta – Nella prima raccolta, il primo libro descrive soprattutto l'esperienza familiare, la libertà, la saggezza politica e la priorità del talento sulla forza; il secondo libro temi della vita politica e sociale, della Provvidenza e dell'astrologia, della debolezza e della relatività; il terzo libro è incentrato sulla indipendenza del pensiero e sulla speranza nella rivincita; nel quarto libro l'autore focalizza l'arte del vivere e le questioni ereditarie; nel quinto i temi preferiti dall'autore sono quelli della cupidigia e dell'ambizione, della satira politica e del lavoro; nel sesto prevale il tema della fantasia e della poesia, assieme alla satira anticolbertiana.
Seconda raccolta – Nella seconda raccolta, il settimo libro si occupa delle chimere e delle rapacità; l'ottavo libro intesse i cicli dell'ignoranza, della saggezza e della ricchezza; il nono libro si basa sul ciclo della follia, dell'inganno, dell'immaginazione e dell'intelligenza; il decimo libro è incentrato sui cicli della natura, dell'avventura e dell'avidità; l'undicesimo libro affronta il tema della regalità e della crudeltà; infine il dodicesimo libro snocciola il ciclo delle passioni. Nella seconda raccolta l'influenza di Esopo è meno presente, e gli uomini esibiscono anche in prima persona e senza camuffamenti la loro natura. Inoltre gli scritti si aprono maggiormente alle tematiche politiche e sociali di attualità e non mancano le ispirazioni orientali. Appare maggiormente evidente la simpatia per i deboli e per gli umili. Ma la peculiarità principale resta la trasposizione dei vizi e delle virtù umani nel mondo animale. Il leone resta il re di tutti gli animali, e oltre ad esso la volpe, il lupo e il topo sono gli altri animali meglio utilizzati come dispensatori di consigli. L'asino, invece, nelle Favole esprime significati diversi, e talvolta rappresenta il popolo, in grado di insegnare al lettore elementi di verità. La Fontaine dimostra una simpatia per la schiettezza e il coraggio del popolo così lontani dall'ipocrisia di altri ceti. D'altronde La Fontaine fu soprattutto un esponente dell'avanguardia letteraria, capace di anticipare il materialismo filosofico e scientifico dell'Illuminismo, oltre ad opporsi al progetto di grandeur del Re Sole.
Il Pollaio
Libro II |
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XV - Il Gallo e la Volpe |
XV - Le Coq et le Renard |
Sopra un ramo di pianta in
sentinella |
Sur la branche d’un
arbre était en sentinelle |
Libro V |
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XIII - La Gallina dalle uova d'Oro |
XIII - La Poule aux œufs d’or |
Della seguente favola il costrutto |
L’Avarice perd tout en voulant tout gagner. |
Libro VI |
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V - Il Galletto, il Gatto e il Topolino |
V - Le Cochet, le Chat et le Souriceau |
Un Topolino ingenuo, |
Un Souriceau tout jeune, et qui n’avait rien vu, |
Libro X |
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VII - La Pernice e i Galli |
VII - La Perdrix et les Coqs |
In mezzo a una tribù di turbolenti |
Parmi de certains Coqs, incivils, peu galants, |