Harveypullus
Il Pulcino di William Harvey


2° esercizio - Il luogo della generazione

L'asterisco * indica che la voce è presente nel lessico

[183] EXERCITATIO SECUNDA.
De generationis loco.

2° esercizio
Il luogo della generazione

NATURA (inquit Fabricius) inprimis de loco fuit solicita; quem aut in animali, aut extra animal constituit: atque in animali, uterum esse voluit; extra vero, ovum: in utero quidem, ex semine et sanguine; in ovo vero, ex iis, quae in ipso consistunt, foetus generationem molita est.

Fabrizi* dice: «Innanzitutto la natura è stata attenta nello scegliere il luogo, che ha stabilito essere dentro all'animale oppure all'esterno dell'animale, e ha voluto che l'utero fosse dentro all'animale, ma l'uovo al suo esterno. In effetti ha stabilito che la generazione del feto nell'utero proviene dal seme e dal sangue, mentre nell'uovo proviene dalle strutture in esso presenti.»

Quaecunque enim ex semine vere dicto procreantur, ea vel in eodem loco et oriuntur et perficiuntur; vel in diversis. Vivipara omnia, in ipso utero incunabula sua habent et complementum: Ovipara autem, ut intra parentem prima ducunt exordia, et ovum fiunt; ita, extra eam, in foetum perficiuntur. Et in horum numero, alia ovum eousque intra se servant, donec maturum et perfectum fuerit; ut genus pennatorum, et quadrupedum oviparorum, ac serpentum. Alia vero semen adhuc imperfectum et immaturum excludunt; incrementum et perfectionem, sive maturitatem, foris acquisiturum: ut plurima genera piscium, ranae, item mollia, crustata, testacea, et cochleae: quorum ova, primum exposita, sunt veluti origines duntaxat, inceptiones, et vitelli; qui postea albumina sibi ipsis circumcirca induunt, tandemque alimentum sibi attrahentes, concoquentes, et apponentes, in perfectum semen atque ovum evadunt. Talia quoque sunt insectorum semina (vermes ab Aristotele dicta) quae initio imperfecte edita sibi victum quaerunt, indeque nutriuntur et augentur, de eruca in aureliam; de ovo imperfecto in perfectum ovum et semen. Gallina autem et reliqua omnia ovipara perfectum ovum excludunt; unde extra uterum foetum generant. Ideoque Aquapendentes duo generationis loca constituit; unum internum, nempe uterum; alterum externum, quem ovum dicit. Sed meliore iure (mea quidem [184] sententia) nidum, sive repositorium, externum locum appellasset: in quo scilicet exclusum semen fovetur, maturatur, et in foetum perficitur. Ab huius enim loci differentia, oviparorum generatio potissimum discriminatur. Et profecto res admiratione digna est, animalcula illa locum hunc tanta providentia eligere; eundemque arte et ingenio haud imitabili fingere, fabricare, munire, et abscondere; adeo ut inesse iis divinae aurae particulam (quod poeta de apibus asseruit) confiteri necesse sit; et indoctam eorum artem atque sapientiam mirari nobis potius, quam assequi concedatur.

Infatti, qualunque cosa venga procreata dal seme propriamente detto, essa nasce e si perfeziona nello stesso luogo, oppure in luoghi diversi. Tutti i vivipari hanno il loro punto d'origine e il loro completamento nell'utero stesso, invece gli ovipari, così come hanno inizio all'interno della genitrice e diventano uovo, altrettanto si perfezionano diventando feto all'esterno di essa. E in seno agli ovipari, alcuni conservano l'uovo dentro di sé fino a quando è diventato maturo e perfetto, come accade per il genere dei pennuti e dei quadrupedi ovipari, nonché dei serpenti. Altri invece emettono un seme ancora imperfetto e immaturo che acquisirà all'esterno incremento e perfezionamento, ossia maturazione, come moltissimi generi di pesci, le rane, parimenti i molluschi, i crostacei, i testacei e le lumache, le cui uova, appena deposte, sono solamente come degli avvii, degli inizi, e dei tuorli che successivamente si rivestono tutt'intorno di albume, e infine, attirando a se stessi l'alimento, digerendolo e collocandolo, si trasformano in un seme perfetto e in un uovo. Tali sono anche i semi degli insetti (detti vermi da Aristotele), i quali all'inizio essendo stati deposti in modo imperfetto cercano cibo per sé, e da esso vengono nutriti e accresciuti da bruco in crisalide, da uovo imperfetto in uovo perfetto e seme. Invece la gallina e tutti gli altri ovipari depongono un uovo perfetto, dal quale generano un feto all'esterno dell'utero. Pertanto Fabrizi ha stabilito due luoghi della generazione, uno interno, cioè l'utero, l'altro esterno che chiama uovo. Ma più giustamente (a mio giudizio) avrebbe dovuto chiamare nido o ripostiglio un luogo esterno, nel quale, appunto, il seme deposto viene riscaldato, maturato e perfezionato in feto. Infatti è soprattutto in base alla differenza di questo luogo che la generazione degli ovipari si differenzia. E in effetti è cosa degna di meraviglia che quegli animaletti scelgono questo luogo con tanta preveggenza, e che con arte e ingegno assolutamente inimitabile lo plasmano, lo fabbricano, lo fortificano e lo nascondono. Tant'è che sarebbe necessario ammettere che in essi è presente una particella di soffio divino (il che lo ha affermato un poeta - Virgilio? - a proposito delle api), e che ci venisse concesso di ammirare la loro ignorante arte e sapienza anziché arrivare a comprenderla.