Harveypullus
Il Pulcino di William Harvey
8° esercizio - La localizzazione e la struttura delle rimanenti parti dell'utero nella gallina
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[210]
EXERCITATIO OCTAVA. |
8°
esercizio |
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INTER
ventriculum et iecur, ad spinam dorsi, ubi homini caeterisque
animalibus pancreas est; inter truncum portae et cavam descendentem,
ad exortum emulgentium et vasorum spermaticorum praeparantium, ubi
arteria coeliaca mesenterium petit; ibidem etiam in gallina aliisque
avibus, ovarium et vitellorum racemus nascitur. Nempe ei, a parte
anteriore, [211] truncus portae, gula, et ventriculi orificium; a
posteriore, vena cava, et arteria magna ad spinam dorsi descendens;
supra, iecur; subtus autem, ventriculus adiacent. Infundibulum
itaque tenuissima membrana constans, ab ovario deorsum secundum
dorsi longitudinem, inter illud et ventriculum tendit. Et ab
infundibulo (inter ventriculum, intestina, renes, et lumbos)
processus uteri sive pars eius superior, cum multis revolutionibus
et cellulis (ad figuram coli et recti intestini in homine) in ipsum
uterum descendit. Ipse autem uterus processui huic continuus, infra
ventriculum, inter lumbos, renes, et intestinum rectum, extremo
abdominis loco ad podicem situs est; adeo ut, cum ovum albumine
vestitum in eo continetur, deorsum tantopere decumbat, ut digitis
facile, num molle an durum, partuique vicinum id ovum sit, percipere
liceat. |
Tra
il ventricolo e il fegato, in prossimità della spina dorsale, dove
nell'uomo e negli altri animali si trova il pancreas, tra il tronco
della vena porta e della vena cava discendente, in vicinanza
dell'origine dei vasi renali e spermatici, dove l'arteria celiaca si
dirige verso il mesentere, in questo punto anche nella gallina e
negli altri uccelli è presente l'ovaio e il grappolo dei tuorli.
Appunto, dal lato anteriore, gli sono vicini il tronco della vena
porta, l'istmo - passaggio tra stomaco ghiandolare e muscolare – e
l'apertura del ventricolo, dal lato posteriore la vena cava e la
grande arteria che scende in vicinanza della spina dorsale,
superiormente si trova il fegato, al di sotto si trova il
ventricolo. Pertanto l'infundibulo, che è costituto da una membrana
assai sottile, è diretto verso il basso a partire dall'ovaio
secondo la lunghezza del dorso, tra esso e il ventricolo. E
dall'infundibulo (tra ventricolo, intestini, reni e lombi) il
prolungamento dell'utero, ossia la sua parte superiore, con molti
volteggi ed estroflessioni (con l'aspetto del colon e dell'intestino
retto nell'uomo) scende nell'utero. L'utero stesso, che è in
continuità con questo prolungamento, è situato in vicinanza
dell'ano, al di sotto del ventricolo, tra i lombi, i reni e
l'intestino retto, nella parte estrema dell'addome, tant'è che
quando l'uovo, rivestito di albume, è in esso contenuto, giace
tanto in basso che è possibile percepire facilmente con le dita se
questo uovo è molle oppure duro e prossimo al parto. |
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Uterus hic in
gallina, tum magnitudine tum fabrica, varius conspicitur. Quippe in
gallina gravida, aut nuper effoeta, plurimum differt ab eo, qui in
gallina virgine sive pullo reperitur: huius enim uterus carnosus est
et rotundus, quasi bursa vacua; tantillae cavitatis, ut vix fabam
continendo sit; foris quidem levis est, intus autem plicis quibusdam
secundum longitudinem rugosus: primo intuitu, vesicam urinariam
maiusculam, aut ventriculum alterum parvum, facile iudices. In
praegnante autem, et iam veneri matura, (quam ex rubicundo cristae
colore mulieres norunt) uterus multo auctior et carnosior apparet;
cum plicis maioribus et crassioribus; ad magnitudinem illam, quam
ovo excipiendo idoneam cernimus; qui sursum, secundum spinae ductum,
longe protenditur, et ex multis loculamentis sive cellulis, tanquam
intestinum colon, ut dixi, componitur, quae ex uteri producti
replicatione constituuntur. Pars huius inferior, ut maxima, ita
crassissima et carnosissima est, pluribusque et maioribus plicis
roborata; figura eius interna ovalis cernitur, tanquam ovi proplasma.
Ascendentem uteri [212] portionem sive productionem, ego processum
nomino: Fabricius, secundum
uterum appellat, et ex
tribus spiris seu flexionibus constare asserit: Ulysses
Aldrovandus, uteri
stomachum nuncupat. Sunt quidem, fateor, ut plurimum tres spirae;
non est hoc tamen ita perpetuum, quin (ut in coli cellulis contingit)
natura interdum abludat. |
Questo
utero nella gallina, sia per grandezza che per struttura, appare
variabile. In effetti nella gallina gravida, o che si è appena
sgravata, è molto diverso da quello che si rinviene in una gallina
vergine o in una pollastra. Infatti l'utero di costei è carnoso e
rotondo, quasi un sacchetto vuoto, dotato di una cavità tanto
piccola da contenere a stento una fava; mentre all'esterno è
liscio, all'interno è invece rugoso a causa di alcune pliche
disposte longitudinalmente. A un primo sguardo penseresti facilmente
trattarsi di una vescica urinaria piuttosto grande, oppure di un
altro ventricolo piccolo. Invece in una gallina gravida e già
sessualmente matura (che le donne riconoscono in base al colore
rosso della cresta), l'utero appare molto più grande e carnoso, con
pliche maggiori e più spesse, dotato di una grandezza che
giudichiamo idonea ad accogliere un uovo. Esso si spinge in alto e
per un lungo tratto lungo la spina dorsale, ed è composto, come
dissi, da molte suddivisioni o cellette come l'intestino colon,
costituite da un ripiegamento dell'utero allungato. La sua parte
inferiore, essendo quella più grande, è pertanto assai spessa e
assai carnosa, rinforzata da pliche assai numerose e più grandi. Il
suo aspetto interno risulta ovale, come l'abbozzo dell'uovo. La
parte ascendente dell'utero o allungamento, io la chiamo
prolungamento. Fabrizi lo chiama secondo utero e afferma che è
formato da tre spire o flessioni. Ulisse Aldrovandi lo chiama
stomaco dell'utero. Ammetto che si tratta al massimo di tre spire,
ma le cose non stanno sempre così, in quanto talora la natura si
comporta in modo diverso (come accade nelle concamerazioni del
colon). |
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Uterus iste,
prout ascendit altius, ita quoque sensim magis attenuatur et
gracilescit, minoribusque et paucioribus plicis constat; donec
tandem in membranas, easque tenuissimas, abiens, infundibulum
constituat; quod ad cinctum corporis usque pertingens, totum ovarium
complectitur. |
Questo
utero, come sale più in alto, altrettanto pian piano si
rimpicciolisce e diventa più sottile, ed è costituito da pliche più
piccole e meno numerose, finché finalmente, trasformandosi in
membrane anch'esse molto sottili, costituisce l'infundibulo, il
quale, giungendo fino alla cintura del corpo, abbraccia tutto
l'ovaio. |
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Ideoque
Fabricius[1], secundi uteri tres
partes constituit; principium nempe, medium, et finem. Principium,
inquit, in membranam tenuem
mollissimamque degenerans, orificium latius efformat, quasi tubulum
aut infundibulum repraesentans. Altera pars (quam ego uteri
processum nomino) spiris
tribus transversis constans, albumini suppeditando inservit; et ad
locum infimum et capacissimum protenditur, quem finem
eius uteri appellat, in
quo chalazae, inquit, duaeque
membranae, et cortex efformantur. |
E
pertanto Fabrizi ha stabilito tre parti del secondo utero: cioè,
l'inizio, la parte media e la fine. Egli dice: «La parte iniziale,
trasformandosi in una membrana sottile e molto molle, dà luogo a un
orificio più ampio,
quasi simile a un tubulo o a un imbuto. L'altra parte» (che io
chiamo prolungamento dell'utero) «essendo costituita da tre spire
trasverse, serve per fornire l'albume e si estende in una parte
assai bassa e assai capiente» (che egli chiama fine del suo utero)
«in cui si formano le calaze, e le due membrane, e il guscio». |
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Tota uteri
substantia (praesertim circa plicas) tam in utero ipso, quam
processu eius, multis amplisque venis scatet: plures tamen sunt
arteriarum ramuli, quam venarum. |
Tutta
la sostanza dell'utero (soprattutto intorno alle pliche) sia
nell'utero stesso che nel suo prolungamento, è piena di parecchie e
grandi vene; tuttavia i rami arteriosi sono più numerosi di quelli
venosi. |
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Plicae, quae
in parte uteri interiore obliquae et transversae apparent, carnosae
substantiae sunt; et colore albissimo ac lacteo praeditae, aquam
lentam exsudant; ut tota interior superficies, tum uteri tum
processus eius, multo quasi tenui albumine madeat; unde vitellus
descendens augetur, circumpositoque paulatim albumine perficitur. |
Le
pliche, che nella parte interna dell'utero appaiono oblique e
trasverse, sono costituite da una sostanza carnosa, e, dotate di un
colore bianchissimo e latteo, trasudano un liquido viscoso in modo
tale che tutta la superficie interna sia dell'utero che del suo
prolungamento è bagnata da un abbondante quasi tenue albume dal
quale il tuorlo che scende viene accresciuto e portato pian piano a
termine dall'albume che gli si dispone attorno. |
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Uterum ovis
privatum raro reperies, sed vel in processus spiris inhaerens, vel
in ipso utero contentum invenies. Si processum [213] hunc vacuum
inflaveris, ceu obliquus et contortus tubulus apparebit, et ad modum
cochleae sive turbinis in fastigium assurgens: talisque est ex
plicis et spiris uteri fabrica, qualem in vulva nuper observavimus;
ut licet nempe descendenti ovo via satis pateat, tamen vix ullus
retrorsum sit, vel inflato aeri, ad superiora transitus. |
Raramente
troverai un utero privo di uova, ma un uovo lo troverai o attaccato
alle spire del prolungamento oppure contenuto nell'utero stesso. Se
gonfierai questo prolungamento vuoto, esso assumerà l'aspetto di un
tubulo obliquo e contorto e che si innalza come un guscio di lumaca
o con la forma di un turbine; e la struttura dell'utero circa le
pieghe e le spire è come quella che poco fa abbiamo osservato nella
vulva, affinché, benché appunto la via sia abbastanza ampia per un
uovo che scende, tuttavia assolutamente non ci sia alcun passaggio
all'indietro verso l'alto come se fosse aria insufflata. |
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Processus
uteri cum suis spiris, in effoeta gallina, ut diximus, atque etiam
in pullis iuvenculis, adeo imminuitur, ut in tenuissimas membranas
abeat, et plane aboleatur, nullumque eius vestigium exstet; uti
neque ovarii, aut infundibuli: solummodo ibidem (tanquam racemi
radix) glandulosum quid et spongiosum, quod in gallinis coctis dulce
sapit, reperitur; quemadmodum in viviparis (praesertim iuvenculis)
pancreas, et thymus; quos ideo nostrates the
sweet-bread, id est, panem dulcem, nominant. |
Il
prolungamento dell'utero con le sue spire nella gallina che ha
finito di deporre, come ho detto, e così pure nelle pollastre
giovincelle, si rimpicciolisce a tal punto da trasformarsi in
membrane molto sottili e quasi scomparire del tutto, senza che
rimanga alcuna sua traccia, come neppure dell'ovaio e
dell'infundibulo. Al suo posto (come ceppo del grappolo) si rinviene
solamente un qualcosa pieno di ghiandole e spugnoso che nelle
galline cotte ha un sapore dolce. Allo stesso modo in cui nei
vivipari (soprattutto giovincelli) sono il pancreas e il timo, che
pertanto i nostri connazionali chiamano the sweet-bread, cioè, il pane dolce. |
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Uterus, una
cum processu, membranae opera dorso alligatur; quam propterea
Fabricius mesometrium vocat:
quod secundus uterus, una cum
hoc membranoso venosoque corpore, concinne admodum intestinis et suo
mesenterio comparari possit. Nam ut hoc, intestina; ita illud,
processum oblongiorem a spina exortum firmat et detinet; ne loco
motus, et implicatus, vitellorum transitum impediat: sed liber et
apertus eosdem molliter excipiat. Per hoc mesometrium, plurima
quoque vasa sanguine refertissima, in singulas uteri plicas
ramificantur. Est itaque ortu, substantia, fabrica, usu, et officio,
mesenterio analogon. Quinetiam ab uteri fundo, secundum longitudinem,
ligamentum, instar taeniae, ad infundibulum usque protenditur, quale
in superiore coli regione productum cernimus. Quasi portio quaedam
exterioris tunicae tensa et contracta, ut reliquum processus in
plicas et cellulas corrugetur. Ita scilicet intestino aliquo exempto,
filoque per longitudinem unius lateris traducto et constricto,
alterum eius latus in rugosas cellulas efformabis. |
L'utero,
insieme al prolungamento, viene vincolato al dorso grazie a una
membrana, che pertanto Fabrizi chiama mesometrio «in quanto il
secondo utero, insieme a questa struttura membranosa e venosa, può
in modo molto appropriato essere paragonata agli intestini e al loro
mesentere». Infatti, come il mesentere gli intestini, così il
mesometrio, nato dalla spina dorsale, stabilizza e fissa il
prolungamento piuttosto lungo, affinché allontanandosi dalla sede e
avvolgendosi non impedisca il passaggio dei tuorli, ma sgombro e
aperto li accolga con delicatezza. Attraverso questo mesometrio si
ramificano nelle singole pliche dell'utero anche numerosi vasi assai
pieni di sangue. Pertanto per origine, composizione, struttura, uso
e funzione è analogo al mesentere. Inoltre dal fondo dell'utero, un
legamento, simile a un nastro, disposto longitudinalmente, si
protende fino all'infundibulo, come quello che vediamo estendersi
nella regione superiore del colon. Quasi come una porzione tesa e
contratta della tunica esterna, affinché il resto del prolungamento
si raggrinzi in pliche e in cellette. Allo stesso modo in cui, dopo
aver asportato un tratto di intestino e dopo averlo trasferito e
stretto con un filo secondo la lunghezza di un solo lato,
trasformerai l'altro suo lato in cellette rugose. |
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[214]
Huiusmodi igitur est constitutio uteri in gallina foetante: carnosa
scilicet, ampla, in longum latumque ductilis, anfractuosa, spiris et
convolutionibus a podice sursum, secundum dorsi spinam protensa,
atque infundibulo continuata. |
Pertanto
questa è la struttura dell'utero in una gallina che depone uova:
cioè, carnosa, ampia, duttile in lungo e in largo, anfrattuosa, che
si estende lungo la spina dorsale in spire e avvolgimenti a partire
dalla cloaca verso l'alto e che si continua nell'infundibulo. |