Harveypullus
Il Pulcino di William Harvey
9° esercizio - La generazione dell'uovo
L'asterisco
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EXERCITATIO NONA. |
9°
esercizio |
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VITELLUS, in
racemo, exigua duntaxat papula est; sensimque auctus colorem et
magnitudinem vitelli adipiscitur; indeque abruptus, per infundibulum
descendit, et per spiras cellulasque processus devolutus, albumen
induit: licet nullibi (quod recte contra Aristotelem Fabricius
observavit) utero adhaereat, nec per vasa umbilicalia augeatur; sed,
ut piscium vel ranarum ova, foris ex aqua, albumina sibi parant et
circumvolvunt; vel, ut fabae, ciceres, caeteraque legumina et
frumenta, humore macerata intumescunt, indeque
{alimetnm} <alimentum> pullulanti ex sese germini
acquirunt: ita similiter ex dictis uteri plicis (tanquam ex ubere,
aut placenta uterina) albuginea humiditate promanante, vitellus sibi
(vegetativo et innato, quo pollet, calore et facultate) albumen
quaerit et concoquit. Ideoque in plicis illis et cavo uteri, liquor
albuminis saporem referens copiosissime abundat. Atque hoc pacto
vitellus paulatim descendens, albumine cingitur, donec tandem in
extremo utero, membranis testaque duriore assumptis, ad partum
perficitur. |
Nel
grappolo - nell'ovaio - il tuorlo è solamente una piccola
vescichetta, e dopo che pian piano è aumentato acquisisce il colore
e la grandezza del tuorlo. Dopo essersi staccato dall'ovaio scende
attraverso l'infundibulo, e dopo essere avanzato e sceso lungo le
spire e le cellette, si riveste di albume, inoltre in nessun punto
aderisce all'utero (il che Fabrizi giustamente ha osservato
opponendosi ad Aristotele), e neppure si accresce attraverso dei
vasi ombelicali, ma, come le uova dei pesci e delle rane, quando
sono emesse, si procurano l'albume dall'acqua e se ne circondano,
oppure, come le fave, i ceci e altri legumi e cereali, macerati nel
liquido si gonfiano, e pertanto acquisiscono alimento dal germoglio
che da essi si genera. Allo stesso modo dalle suddette pliche
dell'utero (come se avvenisse da una mammella o da una placenta
uterina), emanandosi un'umidità biancastra, il tuorlo (con il
calore vegetativo e innato di cui è ricco, e con la forza)
acquisisce per sé l'albume e lo digerisce. E pertanto in quelle
pliche e nella cavità dell'utero abbonda in maniera esagerata un
liquido che ricorda il sapore dell'albume. E in questo modo il
tuorlo, scendendo pian piano, si circonda di albume, finché
finalmente nella parte più bassa dell'utero, dopo aver acquisito le
membrane e un guscio piuttosto duro, si perfeziona per essere
partorito. |