Harveypullus
Il Pulcino di William Harvey


9° esercizio - La generazione dell'uovo

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[214] EXERCITATIO NONA.
De generatione ovi.

9° esercizio
La generazione dell'uovo

VITELLUS, in racemo, exigua duntaxat papula est; sensimque auctus colorem et magnitudinem vitelli adipiscitur; indeque abruptus, per infundibulum descendit, et per spiras cellulasque processus devolutus, albumen induit: licet nullibi (quod recte contra Aristotelem Fabricius observavit) utero adhaereat, nec per vasa umbilicalia augeatur; sed, ut piscium vel ranarum ova, foris ex aqua, albumina sibi parant et circumvolvunt; vel, ut fabae, ciceres, caeteraque legumina et frumenta, humore macerata intumescunt, indeque {alimetnm} <alimentum> pullulanti ex sese germini acquirunt: ita similiter ex dictis uteri plicis (tanquam ex ubere, aut placenta uterina) albuginea humiditate promanante, vitellus sibi (vegetativo et innato, quo pollet, calore et facultate) albumen quaerit et concoquit. Ideoque in plicis illis et cavo uteri, liquor albuminis saporem referens copiosissime abundat. Atque hoc pacto vitellus paulatim descendens, albumine cingitur, donec tandem in extremo utero, membranis testaque duriore assumptis, ad partum perficitur.

Nel grappolo - nell'ovaio - il tuorlo è solamente una piccola vescichetta, e dopo che pian piano è aumentato acquisisce il colore e la grandezza del tuorlo. Dopo essersi staccato dall'ovaio scende attraverso l'infundibulo, e dopo essere avanzato e sceso lungo le spire e le cellette, si riveste di albume, inoltre in nessun punto aderisce all'utero (il che Fabrizi giustamente ha osservato opponendosi ad Aristotele), e neppure si accresce attraverso dei vasi ombelicali, ma, come le uova dei pesci e delle rane, quando sono emesse, si procurano l'albume dall'acqua e se ne circondano, oppure, come le fave, i ceci e altri legumi e cereali, macerati nel liquido si gonfiano, e pertanto acquisiscono alimento dal germoglio che da essi si genera. Allo stesso modo dalle suddette pliche dell'utero (come se avvenisse da una mammella o da una placenta uterina), emanandosi un'umidità biancastra, il tuorlo (con il calore vegetativo e innato di cui è ricco, e con la forza) acquisisce per sé l'albume e lo digerisce. E pertanto in quelle pliche e nella cavità dell'utero abbonda in maniera esagerata un liquido che ricorda il sapore dell'albume. E in questo modo il tuorlo, scendendo pian piano, si circonda di albume, finché finalmente nella parte più bassa dell'utero, dopo aver acquisito le membrane e un guscio piuttosto duro, si perfeziona per essere partorito.