Conrad Wolffhart - Lycosthenes - Licostene

1518-1561

incisione di Theodor de Bry (1528-1598)
da Bibliotheca chalcographica di Jean-Jacques Boissard - 1669


Licostene

e i suoi polli mostruosi

Conrad Wolffhart - Conradus Lycosthenes – Corrado Licostene
Ruffach, Alsazia 1518 – 1561
umanista ed enciclopedista

Scelse l'appellativo di Licostene
per esprimere in forma grecizzata
la denominazione del suo casato

Wolff = lupo – hart = duro
da cui

Λύκος = lupo - σθενής = forte

Nacque a Ruffach, oggi Rouffach, piccola cittadina dell'Alsazia di 4200 abitanti nel dipartimento francese  dell'Alto Reno 20 km a sud del capoluogo Colmar. I Romani chiamarono Rouffach Rubeaquum o Rubeacum in quanto pare vi fosse una sorgente di acqua ferruginosa, o perché dopo i temporali il rio Ohmbach si tingeva di rossastro nel trasportare a valle il terriccio dilavato.

Licostene iniziò i suoi studi a Ruffach, ma la sua formazione morale e intellettuale maturò all'Accademia di Heidelberg, dove sviluppò in particolar modo la sua cultura nelle discipline teologiche, pur associando a questi studi quelli relativi alle materie storiche verso le quali aveva sempre dimostrato una particolare predilezione e versatilità. Completati gli studi a Heidelberg, conseguì a 24 anni i titoli accademici e quindi si trasferì a Basilea ove ebbe l'incarico di insegnare Grammatica e Dialettica. A 27 anni ricevette l'ufficio di diacono e fu incaricato di predicare nella chiesa di San Leonardo. Colpito nel 1554 – a soli 36 anni - da una paresi alla mano destra, apprese ben presto a servirsi della mano sinistra e continuò indefessamente a completare le ricerche e gli scritti in corso. Morì il 21/25 marzo 1561 a soli 43 anni per un'apoplessia cerebrale.

Nell'arco di una così breve vita l'attività di questo ricercatore fu veramente notevole, specie se si considera la molteplicità degli argomenti affrontati. È tuttavia doveroso rilevare che, almeno per le opere che più interessano, spicca maggiormente la fisionomia dell'appassionato ricercatore di notizie anziché di pensatore. Forse quest'ultima è più accentuata negli scritti di carattere morale.

Le molte opre di Licostene possono essere suddivise in 3 gruppi.

Al primo appartengono quelle che si potrebbero etichettare come originali, cioè totalmente composte dall'autore su una trama da lui predisposta. Questo primo gruppo comprende:

1555 – Apophthegmata ex probatis Graecae Latinaeque linguae scriptoribus, in cui tratta delle cose memorabili tratte da autori greci e latini e del loro significato storico

1557 – Parabolae..., dove sviluppa e discute ampiamente le similitudini tratte da vari autori sulla fede di Erasmo

1557 – Prodigiorum ac ostentorum chronicon, un'opera che i suoi biografi definiscono curiosa, rara e ricercata.

Al secondo gruppo appartengono le opere in cui Licostene è essenzialmente redattore o commentatore, essendo riedizioni di opere di altri autori nelle quali egli aggiunge un commento o un rifacimento del testo:

1547 – Commentarius in Plinium Juniorem de viris illustribus - il De viris illustribus già attribuito a Plinio il Giovane fu poi assodato essere opera di Aurelio Vittore (IV sec. dC)

1551 – Compendium Bibliothecae Gesnerianae, compendio della Bibliotheca universalis di Conrad Gessner in 4 volumi (1545-1555)

1552 – Libro dei prodigi di Giulio Ossequente con il Supplemento

1559 – Facezie di Lucio Don Brusoni

1552 – Geografia di Claudio Tolomeo

Al terzo gruppo appartengono appunti di diverso genere lasciati manoscritti e che furono in parte raccolti e utilizzati da Teodoro Zwinger e da Sebastiano Münster.

Pur nella tripartizione suddetta, gli scritti di Licostene mostrano un carattere comune, o almeno una finalità comune, e cioè lo svolgimento di un pensiero morale o teologico. Questa impronta non viene meno anche in alcuni scritti che pur essendo di estrema aridità dal punto di vista letterario e di scarso contenuto concettuale - essendo opere nelle quali predomina il lavoro di compilazione - hanno un particolare interesse ai fini degli studi naturalistici e geografici.

Questa biografia di Licostene, difficile da reperire, è stata dedotta - e lievemente adattata – da una delle pubblicazioni della Facoltà di Magistero di Torino: Corrado Licostene e le antiche osservazioni sui fenomeni d'interesse geografico di Marta Luchino Chionetti (Giappichelli, Torino, 1960).

Dobbiamo essere grati a Marta Luchino Chionetti anche per averci aiutati a chiarire il problema della datazione dell'origine del mondo adottata da Licostene. Prima di iniziare il resoconto dei prodigia et ostenta, Licostene specifica che la datazione dell'origine del mondo varia parecchio da studioso a studioso. Apre la lista dei 28 cronografi nientemeno che re Alfonso – verosimilmente Alfonso X re di Castiglia e León, detto il Dotto, il Saggio, l'Atronomo, il Filosofo (Toledo 1221-Siviglia 1284) - che faceva iniziare il mondo nel 6984 aC. San Girolamo la poneva nel 3958, le Sacre Scritture nel 3979. Oggi gli Ebrei assumono il 3761 aC come data di creazione del mondo. Grazie a Marta Luchino Chionetti sappiamo pure che tra la datazione dei Fasti Capitolini e quella di Varrone c'era una differenza di 21 anni.

Elenco - di difficile consultazione - dei cronografi citati da Licostene
 contenuto nel Prodigiorum ac ostentorum chronicon

Licostene opta per il 3959 aC
per cui il suo 3959 aC corrisponde all'annus mundi
1

Ma talora Licostene sbaglia i calcoli, per cui fa uccidere Cesare nell'annus mundi 3921 corrispondente – secondo lui – al 42 anziché al 44 aC,

ma 3921+42 = 3963

quindi non 3959

o 3960, se concediamo un anno di abbuono.

Lo stesso accade per Pompeo, che secondo Licostene venne ucciso nell'annus mundi 3920 corrispondente al 43 aC, mentre Pompeo venne ucciso nel 48 aC.


I polli mostruosi di Licostene

Prodigiorum ac ostentorum chronicon - 1557

 

 

anno mundi 3767 - ante Christum 196

In Herculis aede capillus enatus, in Brutijs equuleus cum quinque pedibus, pulli gallinacei cum ternis pedibus nati.

 

 

anno mundi 3838 - ante Christum 125

Caere sanguine pluit: ac gallus gallinaceus quinque pedibus inventus.

 

 

anno Domini 1011

Pullus gallinaceus quadrupes natus.

 

 

anno Domini 1109

Anno quo Philippus rex Francorum, & Anshelmus Cantuariensis archiepiscopus obierunt, in parochia Legiensi porca enixa est porcellum habentem faciem hominis, et alio loco pullus gallinae quadrupes inventus est.

 

 

anno Domini 1118

Sus foeta in Gallia porcellum enixa est, humana facie, gallinaceus quaternis pedibus ortus.

 

anno Domini 1488

Iuxta Lucernam nobile Helvetiorum oppidum in villa quadam cui Emmen nomen est, ex ovo galli monstrum (cuius effigiem ex Sebastiani Brandi collectaneis mutuavimus) procreatum est.

anno Domini 1538

Colmariae nobilis Alsatiae superioris ac Romani imperii oppidi in aedibus Thomae Eberlini, die Iovis ante festum paschatis, qui fuit 18. Aprilis, ipso videlicet profesto salutiferae passionis Iesu Christi, ex assiduis gallinae in producendis pullis, laboribus, demum inter caeteros ex ovo pullum eduxit quatuor pedibus, totidemque alis, uno capite ac corpore, sed ex duobus conflato, duplici naturae exitu.

Segue una prolissa e quasi nauseante considerazione religioso-mistica, forse per allontanare ulteriori strali che il Concilio di Trento pare gli avesse già lanciato nel 1555. Infatti nell'elenco degli Auctores quorum libri & scripta omnia prohibentur compare proprio Conradus Lycost<h>enes (Index Auctorum et librorum..., Romae, ex Officina Salviana, 1559).

 

 

anno Domini 1551

In Gallia duplices ex gallina pulli inventi sunt, quatuor videlicet alis, totidemque pedibus, sed capite unico.

 

 

 

anno Domini 1554

Basileae apud nos in Cinerum suburbio, apud fabrum ex gallina pullus ternis pedibus, ac mirae in currendo velocitatis, vidimus.

 

 

anno Domini 1556

Basileae Rauracorum agricolam in utraque manu sex digitos iustae magnitudinis ac aptae proportionis habentem, & gallinae pullum quatuor pedibus, vidimus.

 

 

anno Domini 1556

Augustae Rauracorum inter Basileam ac Rinfeldam oppida, gallinae anserum pedibus inventae sunt.