Vol. 1° -  II.2.

il primo diretto progenitore

Le ossa degli uccelli sono molto fragili e difficilmente fossilizzano, per cui la storia paleontologica di questi vertebrati ha delle inevitabili lacune. Basti pensare che per mammiferi e rettili conosciamo un numero di specie estinte che è maggiore di quelle viventi, mentre non si possono opporre che 500 tipi fossili alle 9.000 specie di uccelli odierni.

I resti più antichi dei diretti progenitori degli uccelli risalgono al Giurassico superiore - circa 150 milioni di anni fa - e furono rinvenuti a metà strada fra Monaco e Norimberga. Questi fossili appartengono a due tipi a lungo riuniti sotto lo stesso nome, poi classificati come generi distinti, ora ritenuti appartenenti allo stesso genere, se non alla stessa specie:

§  Archaeopteryx: trovato nel 1861 in una cava di calcare litografico a Langenaltheim presso Solnhofen [1] nella valle dell’Altmühl, conservato nel Museo Britannico di Storia Naturale

§  Archaeornis: scoperto nel 1876 nei materiali scistosi di Blumenberg presso Eichstätt, nella zona di Solnhofen [2] , conservato nel Museo di Berlino.

Aurornis
il nuovo diretto progenitore degli Uccelli
sconfigge l'Archaeopteryx con 10 milioni di anni
essendo vissuto 160 milioni di anni fa

Insieme costituisco l’ordine degli Archaeornithes Gadow 1891. I due esemplari, che si somigliano molto essendo infatti lo stesso animale, a loro volta somigliano in modo spiccato a certi piccoli dinosauri bipedi. La controversia suscitata da questi due ritrovamenti oppose due diverse teorie:

§ gli Archaeornithes non sono uccelli, ma rettili idonei al volo

§  si tratta di veri uccelli.

Fig. II. 4 - Valle dell’Altmühl, in Germania.
Le aree punteggiate indicano le zone in cui il calcare litografico è più facilmente accessibile.
(da Exotic Zoology di Willy Ley)

Dopo lunghi anni di polemiche iniziate già nel 1861 - anno del primo ritrovamento dell’Archaeopteryx - la maggior parte degli studiosi concorda con l’analisi di Ostrom. Egli ritiene che l’Archaeopteryx vada considerato un dinosauro a tutti gli effetti, dalle caratteristiche strutturali e scheletriche molto simili a quelle di Compsognathus, Ornitholestes e Deinonychus [3] , e che a questi teropodi sarebbe legato filogeneticamente. Si tratterebbe quindi del discendente di un piccolo teropode del giurassico - Ostrom è convinto che suo immediato antenato fu un teropode Ornitholestes-simile - la cui origine, insieme a quella degli uccelli, è un tutt’uno.

Fig. II. 5 - Deinonychus era un piccolo teropode - lunghezza totale 2 metri -
caratterizzato da un particolare sviluppo dell’unghia del 2° dito della zampa posteriore.
Tale unghia gli serviva per cacciare, sbudellando la preda.

Nella problematica riguardante l’origine degli uccelli è compito della paleontologia stabilire quando ebbe luogo il cambiamento morfologico primordiale da cui dipende l’evoluzione ulteriore; in altre parole, quando comparvero le penne, in quanto senza le impronte delle penne i fossili verrebbero considerati dei puri dinosauri. È esattamente ciò che accadde ad un esemplare di Archaeopteryx rinvenuto nel 1951, il cosiddetto esemplare di Eichstätt. Poiché privo di penne, fu etichettato come Compsognathus fino al 1970, quando finalmente fu classificato come il quinto esemplare noto di Archaeopteryx.

Queste incertezze costituiscono una normale andatura in campo scientifico, e non deve destare meraviglia. Per acquisire una certezza sono talora necessari decenni, sempreché qualcuno non riesca di colpo a demolire quanto fu affastellato con fatica. Oltre a un simile imprevisto - che non è affatto imprevisto per chi è dotato di mentalità scientifica e quindi probabilistica - esistono anche i detrattori, che riescono ad inventare calunnie difficili da dissipare. Lo stesso Rossini - Il Barbiere di Siviglia - puntualizzò che la calunnia è un venticello, un’auretta assai gentile...

Viene così a crearsi, sia sui rotocalchi che nei libri scientifici, un’atmosfera da teleromanzo che richiede provvedimenti d’urgenza. Non voglio sintetizzare nulla. Sta tutto scritto nel lavoro di Peter Wellnhofer che non ho avuto il coraggio di compendiare, in quanto ogni parola è preziosa e insostituibile.

 sommario 

 avanti 


[1] Spesso si trova scritto Solenhofen, ma ciò dipende dalla necessità degli anglofoni di ricorrere allo spelling, espediente che raramente viene usato in italiano, lingua difficile, ma tutta acqua e sapone. A causa della compitazione ha sofferto anche l’Oca di Emden, diventando originaria di una fantomatica Embden. Sicuramente si scrive Solnhofen. È necessaria qui un’idiozia, una nota alla nota. Compitare deriva dal latino computare, far di conto, e significa anche scandire le parole separando le sillabe, le vocali, quasi a volerle contare. Spell, in inglese, significa anche parola magica.
Vi assicuro che l’aver incontrato Solenhofen, invece di Solnhofen, mi ha fatto consumare moltissimo tempo, troppo! Bastava disporre del libro Exotic Zoology di Willy Ley - avuto in regalo da Plant - per filare via dritto come un fuso senza problemi di grafia, che solo l’amore della precisione (o della pignoleria) trasforma in una sfida che spesso si conclude come quella di Don Chisciotte coi mulini a vento. Questo esito infausto di molte ricerche è solo dovuto al fatto che anche le più forbite enciclopedie talora non dedicano un attimo alla verità.

[2] Solnhofen, come ci fa sapere Willy Ley, è la località, il cortile di San Sola pupillo di San Bonifacio arcivescovo di Magonza. Sola si ritirò come eremita nella valle dell’Altmühl intorno al 750.

[3] Vediamone l'etimologia greca. Compsognathus: kompsós = grazioso, gnáthos = mascella, cioè dalla mascella graziosa. Ornitholestes: lëistës = ladro. Deinonychus: deinós = terribile, ónyx = unghia.