1 |
Nella classificazione binomia secondo Linneo, o anche in quella linneoide, solo la lettera della prima parola è maiuscola, che nel nostro caso è il vocabolo Gallus, mentre tutte le altre parole, anche se riferite a nome di persona, iniziano abitualmente con lettera minuscola: vedi Gallus lafayettei, il gallo di Lafayette. |
2 |
ovum, i, sostantivo latino neutro = ovo, uovo - in greco øión |
3 |
ovis,
is, sostantivo latino femminile = pecora - in greco
oîs |
4 |
testa,
ae,
sostantivo latino
femminile. In origine
significava guscio della
tartaruga, da cui testuggine;
passò a significare ogni specie di oggetto in coccio, vaso di
terracotta; traslato: guscio dei crostacei, coccio, rottame,
conchiglia, frutto di mare. Non era usato nel senso di guscio dell’uovo,
per il quale esisteva il termine putamen. |
5 |
testa,
vocabolo italiano: derivato dal latino testa,
vaso di terra, passato poi nel linguaggio parlato a indicare
scherzosamente il cranio e poi la testa, soppiantando così in gran
parte della Romània gli esiti popolari del più antico caput. |
6 |
inauris, is,
sostantivo latino femminile = orecchino. Non si
tratta di un aggettivo, bensì di un sostantivo. Credo si possa
concedere a Castelló la scelta di un sostantivo per designare un
attributo, per cui la traduzione letterale di Gallus
inauris sarebbe Gallo
orecchino. |
7 |
testaceus, a, um, aggettivo latino = fatto di terracotta, color mattone, rivestimento crostaceo; serve anche per definire un invertebrato munito di conchiglia. È indubbio che anche il guscio dell’uovo è un rivestimento crostaceo e che quando è colorato dalla protoporfirina assume talora una tinta mattone. Inspiegabile è l’aggettivo testacea dato in italiano alla membrana che si trova appena sotto al guscio, salvo non sia usato nel senso di membrana della crosta, per cui si dice membrana testacea in quanto ad immediato contatto con la testa intesa come guscio, non certo per il colore della membrana, che è costantemente bianca e non color mattone.
A meno che qualche scienziato abbia voluto accostare tale membrana
bianco-elastica all’albuginea del testicolo che avvolge quest’organo
ovoidale e che è madreperlacea, ossia tendente al bianco, albus in latino. |
8 |
putamen,
minis, sostantivo latino
neutro = guscio, scorza, baccello, mallo. Dal verbo puto: nettàre, ripulire, purgare, potare, mondare alberi. Stando
a quest’etimologia suggerita dal Georges, non ravviso nulla in grado
di collegare il verbo putare
con lo stato del guscio, visto che è sovente imbrattato di feci.
Esiste anche il verbo putare
nel senso di pensare, ritenere, reputare, ma con putamen
non ha nulla a che fare. |
9 |
guscio, vocabolo italiano: deriva dal greco kýstion,
piccola vescica, piccola cisti, oppure dal latino parlato custium, custodia. |
10 |
melas, mélanos, accusativo melan,
aggettivo latino: questo aggettivo, oltre che in greco, era usato
anche in latino per indicare nero;
non è altro che la trascrizione nei nostri caratteri dell’identica
parola greca. Il termine melanian
usato da Caudill è una spudorata inglesizzazione! |
11 |
vulgarus
non esiste. Un termine assonante potrebbe essere il neutro di vulgarior
= più volgare, che fa vulgarius.
Quindi l’aggettivo usato da Caudill va corretto in vulgaris. |
12 |
veridis
non esiste in latino, in quanto è in assoluto viridis. |
13 |
guatamalensis
non ha ragione d’esistere. Non ho trovato la traduzione latina di
Guatemalteco o Guatemalese; inoltre, l’eventuale traduzione potrebbe
solo risalire al Rinascimento; ho trovato solo il plurale in spagnolo,
che suona Guatemaltecos.
Inoltre lo stato del Guatemala deve il suo nome alla città di
Tecpán-Quauhtemalón, dove la lettera t
è seguita da una e. Se ciò
non bastasse, in inglese Guatemala
è Guatemala. |