La cellula eucariotica si compone di un protoplasma, formato da nucleo e citoplasma, e di una membrana plasmatica, che costituisce una struttura delimitante dello spessore medio di 8,5 nm e che varia a seconda del tipo di cellula.
La membrana è ricoperta dal cell
  coat, il mantello cellulare, detto anche glicocalice in quanto costituito
  da glicoproteine, coltre esterna morbida e flessibile dotata di spiccate
  proprietà adesive e che al microscopio elettronico ha l’aspetto di lanugine
  sfilacciata.

Fig. III. 2 - Membrana plasmatica e cell coat come si presentano nell’ameba
La membrana plasmatica è sede di numerose attività della cellula: risposta agli ormoni, interazioni cellulari, proprietà antigeniche, eccitabilità e, forse, anche espressione dei geni e della divisione cellulare.
All’inizio degli anni ’70 è stato proposto un modello della struttura della membrana plasmatica detto modello trilaminare a mosaico, valido anche per le membrane interne alla cellula, secondo il quale in un bilayer fosfolipidico sono affondate proteine che attraversano tutta la membrana da parte a parte. I principali fosfolipidi di membrana sono sostanzialmente 4: fosfatidilserina, fosfatidiletanolamina, fosfatidilcolina e sfingomielina.
Sono molecole con un’estremità idrofoba e una idrofila, quindi anfipatiche,
  che quando si trovano in mezzo a due soluzioni acquose, come l’interno e l’esterno
  della cellula, interagiscono tra loro disponendosi in doppio strato, strato
  lipidico bimolecolare o bilayer dello spessore di circa 7-8 nm.
  
Fig. III. 3 - Membrana plasmatica in microscopia elettronica a trasmissione.
  Le aree punteggiate dello spessore di circa 2 nm sono dovute alla disposizione
  allineata delle teste dei fosfolipidi (T). Nello spazio chiaro interposto tra le due superfici
  si giustappongono le code dei fosfolipidi (C).
  
  
  

Fig.
  III. 4 - Membrana plasmatica senza cell coat.
  
  Si tratta del modello a mosaico proposto da Singer
  e Nicolson.
Il nucleo, rotondeggiante oppure ovoidale, in seno al
  nucleoplasma contiene uno o due nucleoli e zolle di cromatina.
L’involucro nucleare
  è costituito da due membrane: una esterna in contatto col citoplasma e che
  rappresenta la faccia citoplasmatica, una interna in rapporto con la cromatina
  che vi aderisce. Uno spazio perinucleare separa le due membrane.
I pori nucleari, che si aprono attraverso l’involucro nucleare,
  offrono alle sostanze esogene o endogene la possibilità di transitare sia in
  direzione nucleocitoplasmatica che in direzione inversa.
La cromatina, materiale intensamente colorabile con coloranti
  basici, è composta principalmente da nucleoproteine; essa si organizza in
  filamenti più o meno spiralizzati, con diametro pari o inferiore a 25 nm.
Il nucleolo, con la sua matrice densa, appare come una rete di
  maglie anastomizzate sulle quali spiccano componenti ribonucleoproteici
  granulari e fibrillari disposti senza regola; occupa una zona variabile del
  nucleo.
  
Fig. III. 5 - L’involucro nucleare
Il citoplasma è costituito due
  entità diverse: morfoplasma e ialoplasma.
Il morfoplasma comprende tutti
  gli elementi figurati del citoplasma, cioè tutti i seguenti organuli
  cellulari:
  ·
  
  
  reticolo endoplasmatico granulare 
  
  
   -    REG: è l’insieme delle cisterne appiattite le cui
  membrane, sulla faccia esterna, sono dotate di granuli detti ribosomi.
  ·
  
  reticolo endoplasmatico liscio 
  
  
  
 
  - REL: è un insieme di tubuli le cui membrane sono prive di
  ribosomi.
  ·
  mitocondri: elementi di piccole dimensioni
  con diametro medio di 1mm.
  Sono limitati da due membrane: una membrana esterna liscia; una membrana
  interna provvista di creste che ne aumentano la superficie.
  ·
  apparato di Golgi:
  rappresenta l’insieme dei dittiosomi
  della cellula. Ciascun dittiosoma comprende cisterne impilate, vescicole di
  piccole dimensioni e vacuoli disposti su una delle facce del dittiosoma quando
  esso è attivo.
  ·
  lisosomi: organuli delimitati da una
  membrana semplice, contenenti una sostanza omogenea, moderatamente densa, le
  cui molteplici attività enzimatiche possono distruggere elementi estranei
  alla cellula.
  ·
  perossisomi: hanno diametro simile a quello
  dei lisosomi e racchiudono nella loro membrana un nucleoide (formazione
  paracristallina) immerso in una sostanza omogenea.
  ·
  centrosoma: si trova in genere vicino al
  nucleo. È formato da uno o due centrioli. Ciascun centriolo ha l’aspetto di un cilindro, la cui parete
  leggermente opaca contiene 9 triplette di tubuli, disposte parallelamente.
  ·
  microtubuli e microfibrille,
  formanti il cosiddetto citoscheletro:
  isolati o raggruppati in fasci, dispersi o localizzati, percorrono il
  citoplasma. Fanno parte del citoscheletro: i microfilamenti di actina e di
  miosina, i filamenti intermedi e la rete microtrabecolare.
Detto anche plasma amorfo, è
  una soluzione dotata di pH 7, omogenea, senza strutture, che costituisce
  generalmente il 55% dell’intero volume cellulare. È quella parte del
  citoplasma che non sedimenta dagli omogenati cellulari, neppure con l’ultracentrifugazione
  alle velocità più elevate.
Questo termine si riferisce a
  strutture, granuli e materiali diversi prodotti dal metabolismo cellulare. Le
  inclusioni non fanno parte del gruppo degli organuli, che sono componenti dell’apparato
  cellulare preposti alla sintesi e alla degradazione. Si tratta invece il più
  delle volte di sostanze
  di riserva sotto forma di granuli, come il glicogeno, di vacuoli
  come le inclusioni lipidiche. Le inclusioni comprendono anche i  pigmenti, risultato dell’accumulo di
  prodotti esogeni ed endogeni, degradati o meno, nonché i  cristalloidi, formazioni proteiche
  che hanno solo l’apparenza di cristalli.