I cromosomi sono elementi
permanenti della cellula e il loro costituente essenziale è rappresentato
dalla fibra cromatinica. Attraverso la mitosi le cellule figlie ricevono in
dotazione lo stesso numero di cromosomi, la cui struttura, durante il ciclo
cellulare, cambia in accordo col grado di spiralizzazione della fibra
nucleoproteica.
I cromosomi vengono studiati durante la mitosi e ogni tessuto in grado di proliferare rappresenta un materiale idoneo a tale scopo. In biologia umana vengono usati i fibroblasti, ma soprattutto i linfociti. Questi ultimi, posti in coltura e stimolati con fitoemoagglutinina, vanno incontro a trasformazione linfoblastica e si moltiplicano attivamente.
Per analizzare un gran numero di cromosomi è più agevole
condurre l’osservazione su parecchie cellule in mitosi. A questo scopo si
sincronizza la coltura e si arresta la divisione cellulare con colchicina che
blocca la mitosi in metafase, provocando la depolimerizzazione dei microtubuli
del fuso.
Le cellule vengono recuperate per centrifugazione e quindi fissate col metodo di Carnoy; successivamente sono sottoposte a shock ipotonico allo scopo di disperdere i cromosomi rompendo le membrane cellulari.
I cromosomi di una stessa cellula si trovano radunati su
una superficie limitata, con struttura relativamente poco alterata, mentre
tutti gli altri componenti cellulari sono disorganizzati. Tale procedura è
sufficiente quando si procede a un esame al microscopio ottico. Le colorazioni
convenzionali aspecifiche, come il Blu di Unna, servono a classificare i
cromosomi in base alla loro forma, a stabilire cioè il cariotipo.