Vol. 2° -  VIII.3.

La migrazione dei granuli di pigmento
nelle cellule pigmentarie

La faccia interna della membrana cellulare è in stretto rapporto con le strutture citoplasmatiche appartenenti al citoscheletro; di tali strutture fanno parte i microtubuli, con diametro pari a 25 nm, la cui parete è costituita dall’aggregazione elicoidale di molecole di tubulina. Qualunque sia la loro funzione in seno alle cellule animali o vegetali, i microtubuli sono essenzialmente sempre uguali: la cavità centrale è estremamente regolare, con un diametro di circa 14 nm.

La cellula pigmentaria è un eccellente materiale per lo studio del ruolo dei microtubuli nei movimenti intracellulari. Tipici dei vertebrati a sangue freddo, come pesci, anfibi e rettili, i melanofori consistono in cellule appiattite nere o marroni munite di dendriti ad andamento radiale, oppure, in certi casi, hanno un aspetto a canestro con lunghi processi dendritici che si staccano dalla parte superiore del corpo cellulare. I melanofori sono prevalentemente distribuiti nel derma e nei distretti dorsali, il che spiega almeno in parte l’aspetto chiaro della superficie ventrale nella maggior parte dei pecilotermi.

Le cellule epidermiche dei pecilotermi, come accade anche per i melanofori del derma, sono in grado di traslocare i granuli di pigmento sia verso il centro cellulare che in senso opposto, in seguito a una varietà di situazioni fisiologiche, compresi luce e alcuni ormoni. Questi movimenti sono abitualmente rapidi (da pochi secondi ad alcune ore) e sfociano in cambiamenti spettacolari della colorazione, osservabili negli anfibi e in altri invertebrati a sangue freddo, così come in alcuni invertebrati, tipo i cefalopodi. Questi rapidi cambiamenti di colore sono spesso seguiti da modificazioni cromatiche meno rapide, su base morfologica, a sua volta dovuta a un diverso contenuto totale in melanina della cute.

Oltre ai melanofori, nelle modificazioni cromatiche sono coinvolti degli organuli provenienti dalla cresta neurale e contenenti pigmento, come è il caso degli xantofori e degli iridofori presenti nei vertebrati inferiori e negli invertebrati.

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