La membrana plasmatica
interviene nei fenomeni di escrezione, vale a dire nella liberazione dei
prodotti elaborati dalla cellula. L’escrezione cellulare è un fenomeno
discontinuo o continuo.
L’escrezione
continua non controllata è un meccanismo più raro,
caratteristico spesso di cellule patologiche. I plasmociti possono essere all’origine
di tumori secernenti caratterizzati da una liberazione permanente di
immunoglobuline.
L’escrezione
discontinua e controllata avviene per liberazione indotta da uno
stimolo. Un esempio può essere il pancreas endocrino, nel quale i granuli di
secrezione contenenti insulina vengono liberati nel sangue quando la
concentrazione ematica di glucosio aumenta. Numerose cellule a secrezione
interna o esterna liberano i loro prodotti in modo discontinuo: cellule delle
ghiandole salivari, degli acini pancreatici, cellule della midollare del
surrene produttrici di noradrenalina.
L’esocitosi propriamente detta
è preceduta da una fase di migrazione dei granuli di secrezione o di una
vescicola lisosomiale.
La vescicola si sposta per aderire alla faccia interna
della membrana citoplasmatica e la sua migrazione avviene grazie a correnti
citoplasmatiche create dalla contrazione dei microfilamenti del citoscheletro
e la cui direzione è imposta dai microtubuli. Questo meccanismo è ATP e Ca
dipendente.
Quando le membrane della vescicola e del rivestimento
cellulare si affrontano, il foglietto interno della membrana citoplasmatica e
il foglietto esterno della vescicola si fondono, formando così una struttura
membranaria composta da cinque foglietti: due foglietti osmiofobi e tre
osmiofili.
Le proteine intramembranarie migrano ai bordi della zona a
cinque foglietti, in modo tale che vi rimangono solo i lipidi, i quali si
distaccano sotto forma di micelle, provocando così l’apertura della
vescicola e la liberazione del suo contenuto.
Si tratta sia di prodotti
endogeni sotto forma di granuli di secrezione, quali per esempio mucinogeno
(precursore del muco), enzimi, ormoni, ecc.; sia di prodotti esogeni, cioè
catturati per endocitosi ed espulsi dopo aver attraversato la cellula, dove
possono aver subìto una lisi enzimatica.