Due geni membri di una coppia allelica, segregano,
cioè si separano nettamente l’uno dall’altro durante la formazione dei
gameti.
Pertanto, durante la
gametogenesi, un allele viene a trovarsi in un gamete, mentre l’altro allele
va ad appartenere al patrimonio dell’altro gamete. La 1ª generazione,
frutto di genitori che differiscono per un carattere contrastante, mostrerà l’uno
o l’altro carattere qualora uno dei due sia dominante. Nella generazione
successiva, che otterremo incrociando gli ibridi della prima, i caratteri tra
loro diversi si ripresenteranno secondo un rapporto numerico fisso e preciso,
in quanto gli alleli che causano un determinato fenotipo segregano - cioè si
disgiungono, si separano - in seguito alle precise leggi biologiche che
governano la formazione dei gameti.
Qualora uno dei due caratteri impiegati nell’accoppiamento
iniziale sia dominante, se procediamo ad incrociare due eterozigoti di prima
generazione, cioè F1xF1,
otterremo
prodotti con fenotipi differenti, e le proporzioni di tali fenotipi saranno le
seguenti: il 75% sarà costituito da soggetti con fenotipo dominante e il 25%
con fenotipo recessivo. Mentre i soggetti di questa seconda generazione con
fenotipo recessivo sono tutti omozigoti, i fenotipi dominanti sono omozigoti
solo per il 25%, mentre per il 50% sono eterozigoti.
Se invece gli eterozigoti della prima generazione
manifestano una caratteristica intermedia, le proporzioni dei discendenti di F1xF1 sono le seguenti:
25% di
soggetti con fenotipo dominante e quindi omozigoti per il gene dominante,
50%
di soggetti con fenotipo intermedio e quindi eterozigoti,
25% con fenotipo
recessivo, omozigoti anch’essi, ma per l’allele recessivo.
Ciò sta a
significare che uno dei due alleli è incompletamente dominante sull’altro.
Quando Mendel formulò il principio della segregazione,
diede corso a tutta una serie di verifiche per assicurarsi della validità
delle sue deduzioni: continuò a fecondare i piselli sino a F6, e trovò che in ogni generazione comparivano sia
caratteri dominanti che recessivi, concludendo che il principio della
segregazione era valido indipendentemente dal numero delle generazioni
prodotte.