L’ereditarietà della calvizie
nell’uomo è stata interpretata come un caso di dominanza controllata dal
sesso. Le ricerche su questo fenotipo, come accade per molti altri caratteri
dell’uomo, sono rese difficili dal fatto che il fenotipo calvizie è molto variabile: si va da una leggera calvizie a una
forma estrema, può incominciare dalla fronte o dalla nuca e può comparire
più o meno tardivamente; senza contare che in alcuni casi sembra essere
dovuta a precise anomalie del sistema metabolico tiroideo o a malattie
infettive. La maggior parte dei tipi di calvizie tipica si trova però in
individui sani, e molti alberi genealogici presentano una successione di
individui calvi o numerosi fratelli e altri parenti ugualmente calvi. È
quindi probabile che la calvizie abbia una base genetica.
Possono esserne affetti tutt’e due i sessi, anche se
colpisce in misura notevolmente maggiore quello maschile. Però gli studi
genealogici mostrano che non vi è associazione
con il sesso. Come ipotesi alternativa è stato proposto che un allele B1, in omozigosi B1
B1, permetta la normale crescita dei capelli nell’adulto
sia negli uomini che nelle donne; che l’omozigote B2 B2
sia calvo indipendentemente dal sesso e che l’eterozigote B1 B2
sia calvo solo se maschio.
Come nel caso delle corna delle pecore, la crescita dei
capelli nell’uomo è sotto il controllo degli ormoni sessuali. Pochi eunuchi
infatti diventano calvi, mentre le donne con un tumore alla corteccia
surrenale, che porta alla produzione di notevoli quantità di ormoni sessuali
maschili, non solo possono presentare alcuni caratteri tipicamente limitati al
sesso come barba e baffi, ma possono anche diventare calve. In seguito alla
rimozione del tumore, scompaiono sia i caratteri limitati che quelli
controllati dal sesso. Secondo Conway Zirkle, il controllo esercitato dal
sesso sulla calvizie era già noto a Ippocrate e Aristotele: “Gli eunuchi non contraggono la
gotta né mai diventano calvi.” osservava il primo, e il secondo
scrisse: “Né i
fanciulli, né le donne, né i castrati diventano calvi (se però la
castrazione è avvenuta prima della pubertà, i peli a crescita tardiva non si
sviluppano; se dopo di essa, cadono soltanto questi, tranne quelli del
pube).” (Historia animalium, 518a)
La classe fenotipica caratterizzata da calvizie sembra
includere parecchi tipi diversi di mancanza di capelli su base ereditaria e
inoltre si sa molto poco sulla calvizie della donna. I dati raccolti da Harris
sono stati suddivisi in due gruppi: uno composto da persone in cui la calvizie
si è manifestata prima dei 30 anni ed è diventata imponente dopo i 40, l’altra
da persone in cui è cominciata più tardi. L’analisi genetica dimostra che
i due gruppi presentano ereditarietà distinte. Alcuni dati stanno ad indicare
che la calvizie prematura è dovuta a un allele dominante nei maschi
eterozigoti ma non nelle donne e che tale allele è così raro che non si
conoscono donne omozigoti. È stato anche detto che non ci sono donne calve
che siano normali dal punto di vista ormonale, e che la calvizie in realtà
non è controllata ma limitata dal sesso. In questa prospettiva, la calvizie
nella donna sarebbe il prodotto di un’interazione tra genotipo normalmente
inespresso nella donna e una condizione ormonale di tipo maschile. Sono
ovviamente necessarie ulteriori ricerche per chiarire questo passo della
genetica umana
Con un’analisi approfondita si potrebbe discutere se la
suddivisione in caratteri limitati a un
sesso e caratteri influenzati dal
sesso abbia una vera ragione d’esistere: una donna con eccesso d’ormoni
maschili eterozigote per il gene della calvizie diventa calva, e lo stesso
accade se, omozigote per B2,
i suoi ormoni circolanti si discostano un pochino dalla norma. Una femmina di
Sebright privata di estrogeni presenterà il piumaggio
poularde, cioè tenderà a somigliare a un gallo non della sua razza. Si
tratta quindi di schematismi artificiosi e dobbiamo applicarli solo a
situazioni fisiologiche, non influenzate da patologia o da sperimentazione che
farebbero saltare qualsiasi
classificazione, in quanto una situazione sfuma facilmente nell’altra.