Vol. 2° -  XVIII.5.4.

Gli animali transgenici

L'animale transgenico è un animale il cui patrimonio genetico è stato modificato mediante introduzione nella sua linea germinale di transgeni, cioè di geni omologhi ma estranei o artificialmente modificati.

La procedura per produrre animali transgenici è la seguente: i geni da trasferire vengono inseriti direttamente nel pronucleo maschile di una cellula uovo appena fecondata in vitro o in vivo, in quest'ultimo caso ottenuta mediante lavaggio uterino. Più precisamente, si inoculano 1-2 picolitri di DNA, pari a circa 100-200 copie del gene da inserire.
Il gene inserito può essere integrato nel genoma della cellula uovo, e questa, se l’inserimento del nuovo gene ha avuto successo, quando verrà trapiantata in una femmina ricevente darà origine allo sviluppo e alla nascita di un animale transgenico.

Il primo esperimento di transgenia, coronato da successo, è stato condotto da Palmiter e coll. che hanno inserito in oociti fecondati di topo il gene che codifica per l’ormone della crescita di ratto. Per ottenere polli transgenici si preleva l’uovo dall'ovidutto, prima della fusione dei pronuclei, e si inocula il gene prescelto come già descritto; quindi, si coltiva l’embrione in guscio artificiale. Ma nel pollo, come vedremo, la metodica è alquanto indaginosa.

Alcuni biotecnologi hanno pensato di sfruttare bovini e ovini transgenici trasformandoli in veri e propri laboratori chimici viventi, in grado di secernere proteine e prodotti farmaceutici nel loro latte. Sono già state fondate diverse società per l’applicazione della transgenetica e, fra queste, una società del Texas è riuscita ad allestire un costrutto genetico caratterizzato, oltre che dal gene umano da esprimere (ad esempio, a-tripsina, interferoni, ormone della crescita, fattore IX), anche da un gene promotore della b-caseina, in modo che l’espressione genica si verifichi solo nelle cellule della ghiandola mammaria. In Canada, all'Università di Calgary, esiste già un bovino transgenico che contiene il gene che codifica per il b-interferone umano.

Il traguardo più ambìto è quello di ottenere tessuti e organi animali da usare per trapianti umani. Il rigetto di un trapianto avviene inizialmente per i danni vascolari causati dagli anticorpi naturali del ricevente verso le proteine delle cellule endoteliali del trapianto stesso. Tale reattività degli anticorpi naturali pare essere bloccata negli endoteli umani dalla presenza di residui di fucosio sulle proteine endoteliali, mentre nelle altre specie animali manca il fucosio.

Pertanto, al fine di rendere meno estraneo per l’uomo un organo trapiantato di origine animale (ad esempio suino), si stanno producendo animali transgenici. Il gene umano della fucosio-transferasi è già stato inserito in alcune linee di suini, nelle quali le proteine delle cellule endoteliali, presentando ora i residui di fucosio come quelli dell'uomo, dovrebbero impedire la reattività anticorpale dell'ospite, evitando o ritardando sensibilmente il temuto rigetto.

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