Vol. 2° -  XIX.13.

SPECIAZIONE

L’interesse per l’evoluzione ha radici sia nell’antica Grecia che in Roma, poiché l’uomo già allora cercava di mettere in evidenza le relazioni esistenti tra gli esseri viventi.

Nonostante gran parte delle deduzioni fossero fantasiose, alcune relazioni osservate avevano un fondamento più serio, come accadde per Empedocle [1] che si dedicò alla comprensione delle mutazioni biologiche.

Fig. XIX. 11 – Empedocle di Agrigento

Tuttavia, fino alla metà del XIX secolo, gli ostacoli che si frapposero a un sereno dipanarsi dell’analisi relativa all’evoluzione secondo una metodologia razionale e scientifica furono assai numerosi. Tra questi ostacoli incontriamo il concetto di fissità delle specie, secondo il quale tutte le forme viventi sarebbero delle entità statiche, che non hanno subìto cambiamenti in passato e neppure ne avranno in futuro. Questo principio, diffuso tra molti filosofi e sostenuto da importanti istituzioni religiose, venne purtroppo abbracciato da numerosi biologi, inclusi quelli che, come Linneo, erano strettamente coinvolti nello studio e nella classificazione degli esseri viventi.

La convinzione dei biologi che le specie fossero fisse si basava sulle particolari caratteristiche morfologiche apparentemente condivise da tutti i membri di una specie. Cioè, una specie veniva rappresentata idealmente come dotata di un particolare tipo morfologico che si distingueva in modo netto da quello delle altre specie.

Nel 1859 le tesi di Darwin a favore della teoria evoluzionistica spezzò finalmente i capisaldi della dottrina che aveva come assioma la fissità, profondamente radicata anche tra i biologi, introducendo il concetto rivoluzionario basato sul ruolo creativo della selezione naturale.

Come abbiamo notato dalle pagine precedenti, la diatriba che divide in opposte fazioni gli scienziati e tutti coloro che si interessano al Pollo, si basa su di un interrogativo che un giorno avrà la sua definitiva risposta: chi fu l’antenato di tutti i polli domestici? Lasciamoci guidare da Kimball in un breve excursus che abbraccia milioni d’anni.

In un passato piuttosto remoto deve essere esistito un antenato comune a polli e fagiani. Circostanze ambientali e mutazioni geniche hanno fatto sì che si evolvesse uno specifico antenato del pollo, distinto dal cugino fagiano. I dati disponibili depongono per la presenza in India di un pollo primitivo, distribuito a nord del fiume Godavari [2] e a sud della catena himalaiana, patria del Gallus gallus. Bisogna ricordare che il pollo della giungla è capace di volare come i fagiani e che è in grado di adattarsi a diversi tipi di ambiente come il fagiano suo cugino. L’evoluzione del pollo si misura a spanne di centinaia di migliaia d’anni e non dobbiamo scordare che certi animali tendono a mantenere costante il loro fenotipo nonostante siano soggetti a influenze profonde e inabituali.

Sta scritto che il pollo è arrivato in Cina, in Egitto e in Grecia partendo dall’India. Resti fossili di ossa di Gallus sono stati trovati nella Grecia centrale, ed essi risalgono a molto tempo prima che esistessero i Greci.

Fossili di Gallus sono presenti anche nell’area parigina e stanno a testimoniare che il pollo abitò la Francia prima che l’uomo moderno avesse occupato l’Europa. A quei tempi nessuno si dedicava all’addomesticamento e all’allevamento, eppure il genere Gallus riuscì da solo a trovare la strada che dall’India lo portò in Grecia e in Francia servendosi dei suoi soli mezzi a disposizione: zampe e ali.

A causa delle condizioni proibitive create dai periodi glaciali, il Gallus non lasciò la sua dimora abituale, l’India, e lo stesso si verificò per il fagiano, che rimase confinato in Oriente. Un tempo vi fu abbondanza di fagiani anche nella Francia settentrionale, come stanno a testimoniare i reperti fossili. La popolazione dei polli e l’area da essi occupata andarono incontro ad espansione durante i periodi caldi, per contrarsi quando immensi ghiacciai portarono con sé acque gelide e condizioni inclementi. È del tutto verosimile che il pollo si diffuse in tutte le direzioni giungendo ad occupare sia aree della Cina che della Francia, e quando sopravvennero condizioni climatiche sfavorevoli si ritirò in India, senza potersi escludere che intere popolazioni di polli pionieri siano morte nei loro avamposti geografici.

Il fenotipo dipende dal genotipo e la costanza del genotipo è un requisito essenziale affinché si verifichi la fissazione di un fenotipo prevalente nel corso delle ere geologiche. Se vogliamo spiegare correttamente l’origine del pollo della giungla, dobbiamo rivolgere la nostra attenzione alle condizioni del nostro Pianeta atte a favorire l’isolamento geografico del Gallus, capaci di abbreviare i tempi del libero inincrocio, permettendo così alle mutazioni di accumularsi in seno a una popolazione e di trovare una loro stabilizzazione.

Quando le cappe di ghiaccio polare andarono incontro a fusione, si verificò una disponibilità di immensi torrenti per il successivo innalzamento del livello del mare. Una popolazione di Gallus rimase intrappolata nell’India meridionale ad opera del fiume Godavari allora sempre in piena, con successiva evoluzione del Gallus sonnerati, l’innalzamento del livello del mare diede origine all’isola di Ceylon dove si definì il Gallus lafayettei. Nacque anche l’Arcipelago Indonesiano, che faceva parte del continente asiatico, fornendo così l’habitat per un’altra specie, il Gallus varius, dell’isola di Giava.

Dedichiamoci un attimo a considerare perché il Gallo rosso della giungla è ancor oggi presente nelle Filippine. Anche quest’arcipelago faceva parte del continente asiatico prima che il livello del mare aumentasse e prima che una popolazione di polli vi rimanesse intrappolata. I soggetti conservarono lo stesso fenotipo del Gallus indiano, fatta eccezione per la mole corporea. Il Pollo Selvatico delle Filippine è una miniatura del pollo rosso della giungla e può benissimo rappresentare il punto di partenza di tutte le razze nane.

L’evidenza che scaturisce dai reperti fossili depone per un’estrema capacità del Gallus e dei suoi discendenti nell’adattarsi a un’estrema varietà di climi. Fin dai tempi più remoti l’uomo ha portato il Gallus in tutti gli angoli del Globo, confermando così attraverso l’esperienza quella che fu una caratteristica del pollo ancestrale. Non era necessario ricorrere a vaccinazioni per le malattie dell’apparato respiratorio e per tutte le altre malattie di origine infettiva, non era necessario mettere il soggetto in quarantena per salvaguardare la popolazione che si estendeva da Nuova Delhi a Parigi fino alle Filippine. Dobbiamo supporre che il pollo selvatico fosse dotato di un’immunità naturale che si reggeva su basi genetiche, resistenza che dobbiamo sfruttare se vogliamo produrre dei ceppi resistenti servendoci di metodologie basate sulla genetica.

Il pollo selvatico può trasformarsi in una miniera d’informazioni sulle potenzialità genetiche del pollo domestico se facciamo del pollo selvatico lo standard di riferimento nel corso delle analisi sperimentali. Questa tecnica si è dimostrata utile nello studio delle colorazioni del piumaggio e non mancano motivi per supporre che lo stesso possa accadere a proposito di altri problemi, come la produzione di uova e di carne. Parecchi ceppi che passano per polli selvatici non sono assolutamente tali e non sono neppure dei suoi derivati, e qualsiasi studio che voglia riferirsi al pollo selvatico come standard di riferimento deve utilizzare un ceppo che sia effettivamente selvatico, un Gallo Rosso della giungla completamente DOC, completamente puro sotto il profilo genetico.

Cerchiamo di ricostruire la storia del Gallus varius, talora detto Gallo Nero della giungla anche se nessuno dei due sessi è completamente nero, detto più frequentemente Gallo Verde poiché, quando le aree nere del piumaggio vengono osservate sotto certi angoli visuali e con luce particolare, appaiono verde luccicante, che altro non è se non un colore strutturale. Da notare che il Gallo Verde non è più verde di un Minorca nero se è illuminato da luce non appropriata. Il varius ha una cresta completamente diversa da quella del gallus, e si distingue da questo anche per la voce, le abitudini e il temperamento. Quando è adulto, il varius possiede per tutto l’arco dell’anno delle lanceolate della mantellina che sembrano lisciate con una spatola, corte e nere, non diverse dalle corrispondenti piume presentate dal gallus quanto è vestito dell’abito estivo d’eclissi. Le mutazioni genetiche presenti nel varius sono troppo profonde da permettere che un incrocio con il gallus e con il sonnerati abbia un esito positivo.

In che modo una popolazione di gallus può essersi trasformata in varius sull’isola di Giava? Sappiamo che gli uccelli degli ambienti tropicali umidi tendono a diventare più scuri, talora neri, o melanotici. Il gallus, intrappolato su Giava, ha trovato queste condizioni ambientali senza più potersi liberamente incrociare con il gallus della terraferma. Le mutazioni atte a favorire il piumaggio più scuro si sono conservate, trattandosi di uccelli costretti ad accoppiarsi in una cerchia ristretta, ma liberi di vivere in condizioni naturali. Ne è scaturito quello che i biologi definiscono una razza in seno a una specie, dotata di genotipo e fenotipo diversi da quanto è considerata la norma. Se l’isolamento è completo, si verifica un tale grado di accumulo di mutazioni genetiche che si giunge all’impossibilità di produrre una prole vitale in caso di accoppiamento tra la specie originaria e la nuova specie, in quanto una razza non è più tale, bensì una specie nuova e distinta.

La successione di questi avvenimenti prende il nome di Speciazione.

Non si tratta quindi di un evento soprannaturale, bensì di un normale processo biologico dovuto all’isolamento coatto, in condizioni di riproduzione simili a quelle del ceppo chiuso.

Tutte le razze, le varietà, e tutti i ceppi di pollo domestico, sono delle specie potenziali. Un requisito fondamentale per la speciazione è quello di disporre di tempo, solo di tempo. È solo questione di tempo... recitava una nostra vecchia canzone!

Esistono parecchie specie che si sono diversificate così profondamente dal tipo parentale che la progenie interspecifica è sterile o che addirittura è diventato impossibile l’accoppiamento interspecifico. Il varius non si è spinto evolutivamente molto distante dal gallus, ma si è spinto quanto basta perché la progenie di origine interspecifica non possa assicurare una discendenza.

Quando la selezione naturale tende a mantenere la costanza del genotipo in seno a una popolazione che può liberamente accoppiarsi, unitamente a condizioni ambientali costanti, esistono eccellenti prospettive per la perpetuazione di uno stesso fenotipo pur col passare delle ere geologiche. Esempio di fossile vivente è il Limulus polyphemus [3] , il cui fenotipo è immutato da parecchi milioni d’anni, anche se il genere non è privo della capacità di mutare, come dimostrato dalle specie orientali e occidentali, non essendo il granchio dell’Atlantico identico a quello del Pacifico.

La Penisola Indiana, simile a un berretto rovesciato tagliato da est ad ovest dal fiume Gondavari, presenta i territori a nord e a sud di questo corso d’acqua che sono completamente differenti dal punto di vista geografico e ambientale. Nel periodo postglaciale una fiumana enorme di acque di fusione separò le popolazioni settentrionali di Gallus gallus da quelle meridionali.

Parlando di tempi geologici, bisogna ricordare che si tratta di periodi che richiedono migliaia di migliaia d’anni, e non la durata di una o due stagioni riproduttive. Come abbiamo detto, l’isolamento, le mutate condizioni ambientali e l’impossibilità di incrocio con la specie rimasta a nord, ha dato luogo al Gallus sonnerati, che ha un colore di sfondo bianco, eccetto la piccola quantità di dorato presente all’attaccatura dell’ala, nelle parti laterali del tronco e in quelle particolari strutture cheratinizzate giallo cadmio della parte terminale delle lanceolate della mantellina. Le piume del petto sono più lunghe e più strette di quelle del gallus, e ricordano quelle del petto del lafayettei che sono simili a lanceolate della mantellina. Il maschio del gallo di Sonnerat mostra, quale caratteristica peculiare della sua specie, piume bianche con striature nere. A dispetto di questa profonda variazione cromatica e morfologica del suo piumaggio rispetto a quello del gallus, il suo piumino è a strisce come quello del pulcino, con un colore di fondo talora più scuro di quello presentato dei neonati di gallus.

La specie gallus ha i tarsi color ardesia, mentre quelli del sonnerati sono bianchi, oppure rosati. Si dice talora che i suoi tarsi sono gialli, e può darsi che sia così in alcuni biotipi, ma tutte le forme osservate da Kimball avevano tarsi bianchi. Il piumaggio della femmina ha un colore di fondo bianco, talora bianco avorio, eccetto un bruno giallastro nelle ali; al dorso si presenta a strisce, ma al petto presenta un disegno mono orlato.

Esiste un fatto ripetutamente dimostrato per poter affermare se il sonnerati possegga oppure no il gene dell’argento S: ambedue i sessi della progenie F1 generata da un maschio sonnerati con una femmina gallus si presentano dorati. Questo sarebbe impossibile se il maschio sonnerati possedesse il gene S. È probabile invece che questa specie sia portatrice di un gene autosomico recessivo inibitore del gene s+ responsabile del dorato.

L’evidenza sperimentale non depone per il fatto che il sonnerati sia portatore del gene dell’argento. Semmai è portatore del gene del bianco, e non dell’argento quale siamo abituati a vedere nei nostri polli domestici. In sintesi, credo risulti chiaro che anche per il pollo, come per gli altri animali:

la speciazione si basa su tre eventi naturali  
fra loro interdipendenti:
isolamento geografico
influenza da parte di mutate condizioni ambientali
impossibilità di libero scambio genetico con il ceppo parentale

 

 sommario 

 avanti 



[1] Empedocle di Agrigento: vissuto tra il 488-483 e il 423 ca. aC. La biografia di Empedocle è aureolata da una leggenda alimentata dalle sue stesse magniloquenti asserzioni di conoscenza e capacità sovrumane. Ci sono rimaste due opere in versi: una cosmologia dal titolo Sulla natura e un poema sulla trasgressione e la redenzione dell’anima, le Purificazioni. Tali opere furono conosciute integralmente da Aristotele, e ad Empedocle si deve la visione dell’universo come una sfera composta da 4 sostanze immutabili: terra, acqua, aria e fuoco. Non vi è genesi in quanto tale, ma solo l’eterna combinazione e separazione di queste sostanze elementari. Entro questa struttura cosmologica fornì spiegazioni particolareggiate di un’ampia serie di fenomeni naturali, rivolgendo particolare attenzione alle piante, agli animali e all’uomo.

[2] Godavari: fiume del Deccan che si svolge per 1.345 km. Nasce dai monti Gati occidentali (Trimbak Hills) presso Nasik, e una nota leggenda lo considera come un ramo sotterraneo del Gange. Il corso inferiore, dove la portata media è di 850 m3/sec, con un massimo nel periodo monsonico di 3.500 m3/sec, è solcato da imbarcazioni che pescano fino a 4 metri.

[3] Limulus polyphemus: unica specie del genere Limulus, ordine Xifosuri, classe Merostomi, phylum Artropodi. Il genere Limulus risale al Triassico, circa 210 milioni d’anni fa. In inglese è detto horse shoe, tradotto con granchio a ferro di cavallo, in quanto la piastra dorsale unica ha la forma della ferratura dello zoccolo del cavallo.