Vol. 2° -  XXII.3.

Criteri zootecnici di studio delle razze

Fatte queste indispensabili premesse, vediamo ora succintamente quali sono i criteri fondamentali da seguire per uno studio scientifico ed esauriente delle razze domestiche.

3.1. Origine

L’origine è spesso difficile da accertare, specie dal punto di vista genetico, anche se è per lo più possibile stabilire se una razza è primitiva, autoctona di un certo territorio che abita fin da epoca antica o antichissima, oppure se si tratta di razza migliorata, la cui formazione ed evoluzione è generalmente recente e documentabile.

Nel primo caso, le razze autoctone hanno subito un processo di differenziazione ed evoluzione prevalentemente guidato dalla selezione naturale imposta dall’ambiente e dai fenomeni genetici dipendenti dall'isolamento e dal numero ristretto di individui; nel caso delle razze perfezionate, o moderne, è intervenuta invece la selezione artificiale, guidata dall'uomo, con la scelta sistematica di animali con determinate caratteristiche, o anche mediante l’impiego variamente combinato dei diversi metodi di riproduzione (incrocio iniziale, meticciamento, selezione).

3.2. Storia ed evoluzione delle razze

Questo è un aspetto assai importante dell'etnologia zootecnica, che meriterebbe maggior attenzione di quanto non avvenga abitualmente. Usuelli scrisse:

“La storia delle razze è per lo zootecnico sommamente istruttiva; essa ci dice come la maggior parte delle razze zootecnicamente pregevoli si sia formata per incrocio, successivo meticciamento e impiego giudizioso della consanguineità; come non sempre le razze elette si siano formate gradualmente, ma in alcuni casi quasi bruscamente, attraverso l’influenza di grandi razzatori dotati di qualità genetiche eccezionali.”

Aggiungiamo che i lineamenti della storia di una razza perfezionata dovrebbero sempre contemplare gli indirizzi e i criteri selettivi adottati nelle varie epoche; l’azione miglioratrice e le caratteristiche dei principali razzatori e delle linee da essi derivate; la fondazione e lo sviluppo delle associazioni di allevatori; l’istituzione e l’organizzazione dei libri genealogici e dei controlli funzionali.

3.3. Area d’origine e zone di espansione

È detta culla, o area d’origine di una razza, la zona più o meno ristretta nella quale una determinata razza ha subìto le tappe principali della sua evoluzione e del suo perfezionamento; mentre si definiscono zone di espansione i territori successivamente popolati dalla razza, con o senza l’intervento di incroci di assorbimento, mediante i quali sono state sostituite razze locali di scarsa entità e dal valore zootecnico nullo.

In uno studio del genere è molto importante indagare le variazioni somatiche ed ereditarie insorte in seguito all’espansione della razza in ambienti tra loro assai diversi, anche per dedurre le capacità di adattamento e di acclimatamento che rivestono un’importanza fondamentale per i territori di nuova colonizzazione, specie dei paesi tropicali e subtropicali. In base a tali criteri, le razze si distinguono in:

§ locali, se non si diffondono molto al di là della zona d’origine

§ cosmopolite, se sono state importate con successo in regioni ed ambienti sensibilmente diversi dalla loro culla.

Le grandi razze perfezionate (Shorthorn, Hereford, Angus fra i bovini da carne, Olandese pezzata nera, Bruna alpina, Simmenthal fra i bovini da latte, etc.) sono generalmente cosmopolite.

3.4. Descrizione e valutazione dei caratteri etnici

La descrizione e la valutazione dei caratteri etnici costituisce ciò che viene denominato lo standard di una razza.

La descrizione verbale dovrebbe essere limitata ai soli caratteri non suscettibili di misurazione, ricorrendo ove possibile all’elaborazione biometrica di tutte le caratteristiche somatiche e funzionali quantificabili. Tale descrizione deve comprendere:

o  i caratteri morfologici tipici (mantello e pigmentazione, caratteristiche della testa, del collo, del tronco, degli arti) nonché il peso, la statura e le principali misurazioni somatiche presentate sotto forma biometrica

o  i caratteri funzionali produttivi, cioè inerenti le attitudini economiche sfruttate (produzione di latte, carne, uova, lavoro, grasso, lana, etc.) e i caratteri funzionali inerenti la costituzione (temperamento, precocità, sviluppo, fecondità, rusticità, capacità d’utilizzazione degli alimenti e di acclimatamento, etc.)

o  i caratteri patologici aventi una sicura base genetica (eredità ed eredo-predisposizione a malattie e tare, fenomeni di eredo-immunità o resistenza, comparsa di caratteri letali o subletali).

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