Questo argomento è già stato trattato in modo sufficiente e sarà qui limitato a poche considerazioni. Sappiamo che le mutazioni sono un evento raro, vale a dire che il tasso della comparsa di geni mutati è molto piccolo.
Sappiamo anche che la maggioranza dei geni prodotti per mutazione ha un’espressione fenotipica recessiva, e determina spesso caratteri negativi in condizioni omozigoti.
Se prescindiamo dal fatto che gli individui omozigoti aa possono essere destinati a morte (si può anche avere una letalità nei gameti) o mostruosi o scartati perché indesiderabili, è facile dimostrare che un tasso anche piccolo di mutazione può modificare sensibilmente la frequenza di un gene originario A.
La frequenza del gene mutato
dovrà aumentare fino al 3% circa per ottenere la comparsa di un individuo
omozigote aa nell’intera
popolazione, ma anche a questo punto la diffusione del gene non si arresterà
perché sarà mascherato dagli eterozigoti Aa
che continueranno a diffonderlo.
Infatti, anche quando la frequenza di a
avrà toccato l’1%, gli omozigoti da scartare saranno solo 10 su 100.000,
mentre gli eterozigoti assommeranno a ben 1.980 individui. Chiedo venia, ma ho
volutamente tralasciato i passaggi matematici.