Vol. 2° -  XXII.6.2.

Mutazione

Questo argomento è già stato trattato in modo sufficiente e sarà qui limitato a poche considerazioni. Sappiamo che le mutazioni sono un evento raro, vale a dire che il tasso della comparsa di geni mutati è molto piccolo.

Sappiamo anche che la maggioranza dei geni prodotti per mutazione ha un’espressione fenotipica recessiva, e determina spesso caratteri negativi in condizioni omozigoti.

Se prescindiamo dal fatto che gli individui omozigoti aa possono essere destinati a morte (si può anche avere una letalità nei gameti) o mostruosi o scartati perché indesiderabili, è facile dimostrare che un tasso anche piccolo di mutazione può modificare sensibilmente la frequenza di un gene originario A.

La frequenza del gene mutato dovrà aumentare fino al 3% circa per ottenere la comparsa di un individuo omozigote aa nell’intera popolazione, ma anche a questo punto la diffusione del gene non si arresterà perché sarà mascherato dagli eterozigoti Aa che continueranno a diffonderlo.

Infatti, anche quando la frequenza di a avrà toccato l’1%, gli omozigoti da scartare saranno solo 10 su 100.000, mentre gli eterozigoti assommeranno a ben 1.980 individui. Chiedo venia, ma ho volutamente tralasciato i passaggi matematici.

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