Non c’è nulla di più incerto
del volersi affidare alle apparenze esteriori di un animale. Purtroppo molto
spesso non ci resta altra soluzione che fare questo salto nell’ignoto. Solo
dopo numerosi accoppiamenti, e dopo aver esaminato in modo approfondito la
discendenza, potremo dire con certezza se la scelta dei riproduttori fu buona
o cattiva. Come abbiamo visto, sono state ideate formule matematiche per
misurare il coefficiente di inbreeding
posseduto da un soggetto. Queste formule non si attagliano molto alla
mentalità dell’allevatore di polli ornamentali in quanto, non possedendo
abitualmente una preparazione specifica, le guarda giustamente con disgusto
misto a orrore.
Il piccolo allevatore si pone poche e semplici domande che
debbono avere una risposta spiccia. Cerchiamo tuttavia di non cadere nella
presunzione di Miller, il creatore della Livorno exchequer di cui parleremo,
il quale si vantava di non conoscere il Mendelismo. Forse, se disponessimo
della consulenza di un collega preparato, potremmo guadagnare tempo ricorrendo
alla matematica. Questa possibilità è abbastanza remota, per cui dobbiamo
rimboccarci le maniche e dirottare parte del nostro intelletto se vogliamo
migliorare l’hobby che ci affascina. Non dobbiamo vergognarci per non saper
interpretare e applicare le formule matematiche. Dobbiamo vergognarci se non
conosciamo almeno gli elementi basilari della genetica, in quanto incapperemo
inevitabilmente nei pericoli propri all’inincrocio.
Fig. XXIII. 2 – Livorno exchequer
Una domanda semplice è la seguente: “Fino a che punto di inincrocio posso arrivare senza perdere il vigore
del mio ceppo?”. La risposta non è tortuosa né difficile: dobbiamo
solo far tesoro degli insegnamenti di chi ha già commesso gli errori che
vogliamo evitare.
L’allevatore deve ad ogni costo ricordare che, quando
ricorre all’inincrocio, possono fissarsi sia pregi che difetti nel ceppo che
sta selezionando. Non si potrà far altro che selezionare:
conservare il buono e scartare il cattivo.
Ecco i punti positivi
fondamentali da conservare:
§
stato di buona salute
§
vigore
§
longevità
§
resistenza alle malattie
§
fertilità
§
temperamento.
Non è ancora stato dimostrato che ognuna delle suddette
qualità positive venga ereditata indipendentemente dagli attributi estetici,
per cui sarà senz’altro possibile fissare le qualità utili non disgiunte
dalle pretese dello standard.
Sfortunatamente è più facile dirlo che attuarlo.
Innanzitutto un inincrocio condotto con giudizio deve comportare un’ottima schiusa
poiché, se il ceppo possiede un vigore dubbio, in pochi anni ci fornirà un
allevamento disabitato.
Pertanto, selezionare
per il vigore
è mille volte più importante che conoscere il grado di parentela tra i
genitori, anche se questo dato non gioca un ruolo indifferente. Infatti
Carefoot riferisce di aver osservato per ben due volte una rapida perdita di
vigore usando maschi eccezionali per tre stagioni consecutive, e la
spiegazione è ovvia: i difetti vennero trasmessi a larga parte dei pulcini
della terza generazione. Per cui nell’inincrocio bisogna possibilmente usare
soggetti con relazioni di parentela il più possibile distanti.
Non esiste tuttavia una ragione plausibile per cui un
particolare maschio non possa essere usato per alcune stagioni di seguito,
facendo però attenzione a non farlo accoppiare con le successive generazioni
nate dalle sue figlie. Se tale gallo si accoppia con le stesse galline usate
nel primo anno, non sorgeranno assolutamente problemi, salvo la riduzione
della fertilità dovuta all’età dei riproduttori.
È imperativo per ogni amatore cominciare subito a creare
il proprio ceppo, più puro possibile. Possedere la coppia ideale di
riproduttori che riprodurranno l’extra è senza dubbio il sogno di ognuno.
Lo ripetiamo un’ultima volta: non è con l’acquisto continuo e
sconsiderato di animali stranieri che otterremo la coppia ideale.
Bisogna avere la pazienza di scoprire i riproduttori che vale la pena tenere, bisogna avere la perseveranza di costituirsi una buona stirpe attraverso una selezione molto severa e controllata da un quaderno d’allevamento, bisogna infine avere la pazienza e la perseveranza di studiare le leggi che reggono qualsiasi allevamento e imparare ad applicarle. Nei nostri animali esistono tutte le possibilità.
Scoprire queste possibilità e metterle in concordanza con
le leggi della natura
è l’arte che deve possedere l’allevatore.