Struttura e disposizione delle piume sono molto variabili,
  per cui possono verificarsi delle influenze sull’aspetto del piumaggio senza
  che per questo si produca un colore nuovo.
L’aspetto vellutato del petto nel Grande Uccello del Paradiso,
  Paradisea apoda augustaevictoriae,
  l’aspetto vellutato della nuca dell’Alzavola,
  Anas crecca, sono il risultato dell’orientamento
  perpendicolare, rispetto alla superficie corporea, di un buon numero di
  piume brevi: la punta delle barbe e delle barbule è diretta verso l’osservatore
  e le superfici riflettenti effettive sono ridotte al minimo; inoltre, sia le
  barbule prossimali che distali sono dotate di una struttura simile all’estremità
  delle barbe, offrendo alla luce un bordo fornito di amuli che impediscono
  qualsiasi riflessione.
Esiste un aspetto
  laccato, che ricorda quello della lacca
  
  [1]
  :
  le barbe delle piume sono rigirate in modo 
  da mostrare all’osservatore solo la superficie piana e larga. Quando
  queste barbe piatte sono ammassate, producono un effetto simile a quello di
  una superficie finemente laccata. Questo effetto sul colore è presente nelle
  piume blu di molte specie di Pitta,
  nonché a carico delle piume blu-viola che coprono il collo del brasiliano Momotus
  momota o Motmot.
Un aspetto
  luccicante si può osservare in certe
  piume di Galli della giungla
  e in altri uccelli, soprattutto tropicali, a causa di barbe senza barbule. Le barbe, come di norma, sono
  affiancate, ma molto appiattite. Guardando le piume secondo una linea retta,
  si scorge solo il bordo delle barbe che così conferiscono un aspetto cupo, ma
  da un altro punto di vista la luce viene fortemente riflessa dal bordo di ogni
  barba derivandone un luccichio che va e viene col movimento delle piume.
Prendiamo il petto del maschio di Fischione comune, Anas penelope: nella parte più distale il vessillo è praticamente
  sprovvisto di barbule e quelle poche che sono presenti contengono melanina
  rossastra; le barbe, su cui si inseriscono le rare barbule, sono grigie in
  quanto i cheratinociti sono vacuolizzati e rivestiti di melanina nera:
  distalmente le piume risultano grigie, mentre nella parte prossimale sono
  rossastre per barbule numericamente normali, colorando il petto in bruno
  rosato. Piume con struttura identica sono presenti in altri anatidi.
A influenzare il colore può intervenire la cosiddetta spolveratura. Ai lati del ventre gli Aironi dispongono delle piume da cipria, che si dissolvono in una polvere impalpabile simile a talco, utilizzate per la cura del piumaggio. Quando un Airone cinerino si bagna, sulla superficie dell’acqua si dissolve una sottile pellicola costituita da questa polvere.
Anche i Colombi sono dotati di questa
  desquamazione impalpabile e se per caso vanno a sbattere contro un vetro,
  lasciano una leggera traccia, detta con
  aspetto d’angelo, dovuta appunto
  al pulviscolo; lo stesso accade sul parabrezza delle nostre auto ad opera
  delle farfalle. A causa della riflessione sulle numerose superfici offerte
  dalle particelle della spolveratura, solo una piccola quota di luce riesce a
  penetrare nella piuma che appare così più scura o più grigia. Quando le
  particelle di polvere sono sufficientemente piccole, si innesca il fenomeno
  di Tyndall; con l’aiuto della melanina scura che fa da sfondo si
  crea un delicato azzurro tortora.
Nei Piccioni la polvere si produce tra la guaina e la
  piuma in via di sviluppo, attraverso un processo di cheratinizzazione e successiva disintegrazione delle
  cellule che non prendono parte alla struttura della piuma,
  processo del tutto analogo a quanto accade per la spolveratura del piumino. La
  spolveratura dei Piccioni consiste in minute e sottili piastre irregolarmente
  disposte alla superficie del vessillo, specie sulle barbule. Il grigio
  bluastro delle gru e di altri uccelli ha la stessa origine. Unita a pigmento
  rossastro, la spolveratura prende una delicata tonalità viola; in presenza di
  un pigmento giallo si ottiene un delicato verde giallognolo.
[1] Lacca deriva dal sanscrito laksha, che significa 100.000, cioè numero molto elevato. La lacca è secreta dalle femmine di molti insetti orientali, come Coccus laccae e Tachardia lacca, che danno delle incrostazioni costituite da innumerevoli conchigliette depositate sugli alberi dove gli insetti vivono.