Alcuni melanociti, come quelli dell’uvea, delle membrane connettive e delle fasce, quelli perivasali e quelli interstiziali del testicolo, producono pigmento, dopo di che la melanosintesi si arresta e le cellule rimangono inattive: i loro melanosomi restano imprigionati e non vengono trasferiti ad altre cellule, come accade nel caso dei cheratinociti delle piume.
La pigmentazione di una piuma è
un processo del tutto caratteristico: i melanoblasti, raggiunta l’area della
papilla, si raggruppano in serbatoi dermici
di cellule ancora indifferenziate che vengono di volta in volta attivate da
stimoli incompletamente noti, diventando parte integrante della piuma che deve
svilupparsi.
La migrazione dal deposito dermico alla nuova piuma pare avvenga lungo i vasi sanguigni, per raggiungere via via la papilla dermica e la polpa stessa della papilla. Successivamente i melanoblasti avanzano per entrare nell’epitelio posto alla base della zona ramogenica, un’area a forma di collare costituito da cellule epiteliali disposte intorno alla polpa capillare. I melanociti, che nel frattempo si sono differenziati, possono già aver dato inizio alla sintesi melanica; si mettono quindi in riga e giacciono nella linea di demarcazione tra le barbe e la polpa, emettendo poi i dendriti [1] .
I melanosomi, sintetizzati nel citoplasma perinucleare, si spostano lungo i dendriti sino a raggiungere il punto in cui i cheratinociti sono in fase di attiva proliferazione. Il trasferimento dei granuli di pigmento avviene nel momento in cui l’apice dei dendriti viene fagocitato dai cheratinociti.
Col crescere della piuma le cellule epiteliali si cheratinizzano e i melanociti soccombono, venendo così incorporati nella struttura stessa della piuma.
Da quanto detto si deduce che i melanociti
migrati nel germe della piuma in via di sviluppo continuano a esistere e a funzionare fintanto che la piuma non è
giunta a compimento.
[1] In greco déndron vuol dire albero. I dendriti sono propaggini cellulari paragonabili ai rami d'un albero.