Le variazioni cromatiche della cute del moderno Homo sapiens riflettono innanzitutto le differenze circa quantità e distribuzione del pigmento melanico epidermico.
La
melanina è contenuta in melanosomi dotati di dimensioni diverse e
diversamente distribuiti nell’epidermide dei membri di gruppi razziali
differenti. Tutti gli esseri umani, indipendentemente dal colore della pelle,
posseggono approssimativamente lo stesso numero di melanociti.
Le
differenze cromatiche razziali
sono
dovute a differenze nel numero, nelle dimensioni e nella distribuzione
dei
melanosomi.
Szabò (1969, 1972) ha dimostrato che la densità della popolazione melanocitaria nell’epidermide degli Aborigeni australiani, dei Bianchi, dei Negri e degli Orientali, non differisce in modo significativo, ma che esiste solo una differenza nella distribuzione e nelle dimensioni dei melanosomi.
Nella cute dei Bianchi e degli Orientali
i melanosomi sono piccoli e impacchettati in aggregati, quelli dell’epidermide
dei Negri
sono più grandi e per lo più distribuiti singolarmente. Sempre Szabò ha
dimostrato che l’irradiazione UV determina un aumento del numero dei
melanosomi in seno ai cheratinociti di tutte le razze umane. Nei Bianchi e
negli Orientali i melanosomi si presentano pur sempre piccoli e sotto forma di
complessi, mentre sono sempre prevalentemente distribuiti in modo singolo nei
Negri.
Toda (1972) è stato anche in grado di dimostrare che le dimensioni dei melanosomi determinano il loro modo di distribuirsi in seno ai cheratinociti: i Negri dalla pelle molto scura hanno melanosomi discreti, non aggregati, i Negri dalla pelle più chiara hanno melanosomi più piccoli, aggregati e non aggregati, e che quelli maggiori di 0,3x0,8 µm sono sempre dispersi.
Per
rendersi conto della variabilità della pigmentazione melanica in appartenenti
alla tribù Akamba del Kenya, vedere le foto contenute nelle pagine a colori
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