Lessico
Antonio
Marco Antonio
Uomo politico e generale romano (Roma 82 aC - Alessandria 30 aC). Nato da famiglia che aveva dato insigni personaggi alla vita pubblica, fu al fianco di Cesare nel passaggio del Rubicone, contribuendo poi validamente alla vittoria riportata a Farsalo, nel 48, dallo stesso Cesare, del quale divenne, nel 47, il magister equitum e collega nel consolato dal 44.
Ebbe il suo momento storico il giorno successivo alle Idi di Marzo, quando diede lettura dei legati che Cesare aveva disposto a favore del popolo romano eccitandolo in tal modo alla rivolta contro i congiurati. Marco Antonio si trovò così padrone della situazione, pur osteggiato dall'oligarchia senatoria, guidata da Cicerone, e da Ottaviano, legittimo e unico erede di Cesare che vedeva in Antonio un temibile concorrente. Il contrasto portò allo scontro armato.
Antonio fu sconfitto davanti a Modena (43) e dovette accordarsi con Ottaviano e con Lepido nel costituire un triunvirato quinquennale per l'esercizio e la divisione dei poteri statali. Delle feroci proscrizioni seguite rimase vittima anche Cicerone, che aveva rivolto contro Antonio le sue roventi Filippiche.
Filippi - in greco Phílippoi, in latino Philippi. Antica città della Tracia, 16 km a NW della città greca di Kavála. Sorgeva sul luogo di un'antica colonia di Taso, Crenide, che, minacciata dai Traci, si rivolse per aiuto a Filippo II di Macedonia. Questi sconfisse i Traci e ottenne la cessione dell'intero territorio occidentale a partire dal fiume Nesto; la città prese allora dal re il nome di Filippi (358-357 aC) e divenne il centro più importante della zona aurifera del Pangeo. Dopo la famosa battaglia la città divenne colonia romana. Nei pressi di Filippi, nell'autunno del 42 aC, si combatté in due riprese una delle più celebri battaglie dell'antichità: quella che oppose i triumviri Ottaviano e Antonio agli uccisori di Cesare, Bruto e Cassio, e si risolse con la sconfitta di questi ultimi. In riferimento alla battaglia è divenuto celebre l'ammonimento «ci rivedremo a Filippi», che, secondo il racconto di Plutarco (Bruto, 36), sarebbe stato rivolto a Bruto dal suo cattivo genio, apparsogli in sogno per preannunciargli l'imminente sconfitta. La frase è entrata poi nel linguaggio comune per alludere al momento della resa dei conti.
Dopo la vittoria riportata insieme a Filippi (42) su Bruto e Cassio, mentre Ottaviano tenne per sé l'Occidente, Antonio si insediò in Oriente, dove si unì alla regina d'Egitto Cleopatra, ripudiando Ottavia, sorella di Ottaviano. Portato ad assumere le forme e i modi di vita del mondo orientale, si atteggiò a novello Dioniso col miraggio di un potere improntato a un universalismo religioso esaltante la divinità del sovrano.
Si eresse così ad antagonista di Ottaviano che, in Occidente, si era invece fatto sostenitore dei valori della tradizione romana. L'urto tra i due divenne inevitabile e culminò nella battaglia di Azio (31), nella quale Antonio e Cleopatra rimasero sconfitti. Essi si diedero poi la morte ad Alessandria dove avevano cercato scampo.
da Illustrium imagines (1517)
di Andrea FULVIO (Palestrina sec. XV-XVI)