Lessico


Arancio
Citrus aurantium

Da Cortelazzo-Zolli (Dizionario etimologico della lingua italiana, Zanichelli, Bologna, 1984): ‘pianta arborea con fiori profumati’ (pomum arantiae nel lat. mediev. del 1297: Pell. Ar. 117; it. arancio: 1309 ca., Folgóre da San Gimignano: Contini II 411), ‘frutto degli aranci’ (1533-36, D. Giannotti; arancia: av. 1336, Cenne della Chitarra: Contini II 425, che però annota: “ben strana è però la presenza [...] di arance e cedri (tutt'altra la redazione del Chigiano)”; av. 1676, C. R. Dati; 1664, Duez), ‘color tra il giallo e il rosso’ (sec. XIV, Trattati antichi). - Arabo-persiano narang, con caduta nella n- ritenuta parte dell'art. (*un narancio > un arancio; la forma narancio è attest. nell'Ariosto e in alcuni dial., ad es. venez. naranza). “Il nome del frutto è (...) maschile in tutta la Toscana, fuorché in zona fiorentina e valdarnese (...). La disposizione porterebbe a vedere nell'arancia fiorentino un'innovazione, che potremmo interpretare come dovuta a un livellamento analogico con i nomi degli altri frutti. D'altra parte il tipo femminile è anche veneto (la Romagna ha melarancia)” (G. Giacomelli, RD I [1975] 138, cui si rinvia per altri particolari). Per il nome del colore V. Th. Klein, Words for the Colour Orange in Italian, in “Quaderni d'italianistica” XV, 1-2 [1994] 137-149.

Dall’Enciclopedia De Agostini: sec. XIV; voce derivata tramite l'arabo dal persiano narang, che risale probabilmente al sanscrito nagarañja, frutto prediletto dagli elefanti.

Botanica - Albero da frutto del genere Citrus, famiglia Rutacee, proprio dei climi caldi, appartenente al gruppo degli agrumi. Comprende l'arancio dolce (Citrus aurantium, var. sinensis = var. auleis) e l'arancio amaro (Citrus aurantium, var. amara).

Arancio dolce

L'arancio dolce è originario della Cina ed è diffuso nelle regioni mediterranee, negli USA e nell'America Meridionale; ha foglie ovali, coriacee, un poco crenate; i fiori, ascellari, profumati, sono bianchi, a 5 petali leggermente carnosi; gli stami sono riuniti in gruppi, saldati per i filamenti; l'ovario risulta dalla fusione di più carpelli; il frutto è un esperidio sferoidale od ovale, con esocarpo giallo, aranciato o rossiccio (talvolta porporino) a seconda delle varietà, ricco di oli essenziali; il mesocarpo è bianco e stopposo e la polpa è separata in logge (spicchi) e costituita da cellule a otricello; i semi possono essere da 5 a 12 oppure mancare (frutti apireni) nelle cultivar più selezionate. Secondo il colore della polpa si distinguono cultivar bionde o sanguigne (quest'ultime, contrariamente alla norma, hanno polpa per nulla acida). Tra le cultivar bionde le principali sono: belladonna, biondo comune, maltese e ovale-calabrese (la più tardiva); tra le sanguigne: moro, sanguinello comune, sanguinello moscato e tarocco. L'arancio richiede clima non freddo d'inverno per cui in Italia viene coltivato nella zona mediterranea (specialmente in Sicilia, Calabria e Campania), innestando le cultivar sul franco e sull'arancio amaro.

Arancio amaro

L'arancio amaro, detto anche arancio forte, melangolo, cetrangolo o cedrangolo, originario dell'Asia sud-orientale, si distingue da quello dolce essenzialmente per le lunghe spine, per il picciuolo alato e per il più intenso profumo delle foglie, dei fiori e dei frutti che, in genere non eduli, sono ricchi di semi. Poiché è praticamente immune da gommosi, e anche per la sua resistenza al freddo, viene principalmente usato come portainnesto per tutti gli altri agrumi ai quali conferisce resistenza, longevità e frutti migliori.

Essenze ricavabili dall'arancio

Dall'arancio si ricavano varie essenze: l'essenza od olio essenziale di arancio si ottiene per spremitura delle bucce, che la contengono abbondantemente in sacche oleifere sottocutanee. La composizione chimica dell'essenza di arancio è complessa in quanto intervengono oltre 30 diversi composti, tra cui il citrale, il citronellale, il citrinellolo e il geraniolo, liberi e sotto forma di esteri formici, acetici e butirrici, l'acetato di banile e inoltre terpeni quali i pineni, il fellandrene, ecc. L'essenza privata dei terpeni (deterpenata) è di aroma più fine e più facilmente solubile, per cui viene preferita in vari impieghi. Commercialmente si distingue l'essenza di arancio dolce da quella dell' arancio amaro di aroma alquanto diverso. Una composizione chimica notevolmente diversa a causa della presenza anche di altri costituenti, come l'antranilato di metile, e un aroma assai diverso presenta l'essenza di fior d' arancio, ottenuta per distillazione in corrente di vapore dei fiori dell' arancio amaro. I diversi tipi di essenza di arancio trovano largo impiego come aromatizzanti di prodotti alimentari diversi e di altri prodotti. In terapia, la buccia dell' arancio si usa sotto forma di tintura o estratto fluido come eupeptico, stomachico e correttivo del sapore, di solito unito ad altre sostanze amare.