Lessico
Celosia cristata
Cresta di gallo
Il termine celosia proviene forse dal libero adattamento dell’italiano gelosia. Invece secondo Alexandre de Théis (Glossaire de botanique, 1810) il termine celosia deriverebbe dal greco këleos nel senso di bruciato, derivato a sua volta dal verbo kaíø che significa io brucio, in quanto i suoi fiori scariosi (in botanica scarioso indica un organo o un margine di organo dalla consistenza di una squama secca) paiono disseccati.
Il genere Celosia, della famiglia Amarantacee, è rappresentato da circa 30 specie delle regioni calde dell’Asia, dell’Africa e dell’America. I fiori ermafroditi vengono portati in infiorescenze compatte.
Spesso è coltivata nei giardini una forma di Celosia cristata
dell’India (detta appunto cresta di gallo), che ha spighe fiorali largamente
fasciate, e perciò appiattite, porporine, gialle o bianche, che molto
ricordano un tipo di cresta del pollo, la cosiddetta cresta a pisello,
determinata dal gene autosomico incompletamente dominante P (acronimo
di pea comb, cresta a pisello). Talora la cresta a pisello è anche denominata cresta tripla, in quanto è
caratterizzata da 3 linee
longitudinali di punti decorrenti dalla fronte verso la nuca.
Le foglie
del genere Celosia non sono seghettate. In India e nello Zaire si
mangiano i germogli di alcune specie.
È assai inverosimile che Aldrovandi a pagina 250
di Ornithologiae tomus alter (1600) si riferisse alla
Celosia cristata nel descrivere la pianta raffigurata da Rembert
Dodoens
nel suo trattato di botanica. Infatti questa pianta di Dodoens dai fiori
gialli (da lui battezzata Crista gallinacea), anche se nella
raffigurazione
della parte terminale si discosta un po' dall'abituale, dovrebbe corrispondere
al Rhinanthus crista-galli
.