Lessico
Cirillo di Alessandria
Santo e dottore della Chiesa greca (forse Alessandria ca. 370 - Alessandria 444). Nipote di Teofilo patriarca di Alessandria, gli succedette nella carica nel 412 e continuò la lotta per affermare il primato della Chiesa alessandrina in tutto l'Orientecontro Costantinopoli; combatté Nestorio patriarca di Costantinopoli (fine sec. IV - 451). e ne ottenne la condanna come eretico al Concilio di Efeso (431) da lui stesso presieduto, imponendo la propria dottrina sull'incarnazione di Cristo. Compose diverse apologie; Contra Nestorium, in 5 libri; commenti allegorici all'Antico e al Nuovo Testamento; e lettere, di grande interesse dogmatico. Festa il 27 giugno per la Chiesa latina, il 9 giugno per quella greca.
Cirillo di Alessandria
Cirillo di Alessandria, detto anche Doctor Incarnationis (370 – Alessandria d'Egitto, 27 giugno 444), fu patriarca di Alessandria e teologo. Fu coinvolto nelle dispute cristologiche della sua epoca. Considerato santo e, dalla Chiesa cattolica, dottore della Chiesa, si oppose a Nestorio (fu una figura centrale del Concilio di Efeso del 431) e si dimostrò violento e autoritario contro novaziani (seguaci dell'estremismo di Novaziano, antipapa dal 251 al 258 ), ebrei e pagani (fu lui a far uccidere Ipazia e a far distruggere tutti i suoi lavori letterari).
Biografia
Nel 403 accompagnò lo zio Teofilo, vescovo di Alessandria, al concilio di Encina, presso Calcedonia. Alla morte dello zio, 15 ottobre 412, fu eletto patriarca di Alessandria, malgrado l'opposizioni di molti che lo giudicavano violento e autoritario come lo zio. Infatti si mostrò tale contro i novaziani, gli ebrei (fece distruggere la colonia ebraica di Alessandria) e persino col governatore imperiale di Alessandria. Dietro suo ordine, nel 415 viene fatta a pezzi e bruciata Ipazia, filosofa neo-platonica, matematica e astronoma pagana. Ordinò che fossero distrutte tutte le sue opere, i tredici volumi di commento all'aritmetica di Diofanto (matematico greco del III secolo), gli otto volumi delle Coniche di Apollonio di Perge (geometra e astronomo greco, ca. 262-180 aC), trattato sulle orbite dei pianeti, il trattato su Euclide e Claudio Tolomeo, il Corpus astronomicum, i testi di meccanica, gli strumenti scientifici da lei inventati.
Si oppose alle tesi cristologiche di Nestorio inviando una lettera pastorale a tutti i fedeli nel 429, una lettera enciclica ai monaci egiziani ed ebbe una corrispondenza con lo stesso Nestorio invitandolo invano a ritrattare le proprie tesi. Nestorio e Cirillo si appellarono a papa Celestino I, che convocò un concilio a Roma, in cui Nestorio fu condannato e minacciato di deposizione se non avesse ritrattato entro dieci giorni le proprie teorie. Cirillo fu incaricato di trasmettere a Nestorio la lettera di diffida del papa, alla quale aggiunse la formula di fede approvata nel 430 in un sinodo ad Alessandria e una lista di dodici anatemi.
Di fronte al mancato accordo, l'imperatore Teodosio II convocò nel 431 un concilio a Efeso che dopo varie e opposte decisioni, condannò Nestorio. Fu considerato il più importante padre della Chiesa orientale dopo Atanasio di Alessandria, venerato dalla Chiesa ortodossa, dalla Chiesa copta e dalla Chiesa cattolica, che lo proclamò santo e dottore della Chiesa, in particolare Dottore dell'Incarnazione, il 28 luglio 1882.
Opere
Le sue opere sono raccolte in dieci volumi della Patrologia Greca del Migne (PG 68-77). Sull'adorazione e il culto, 17 libri; Glaphyra, 13 libri; Commento al Vangelo di Giovanni, 12 libri di cui due perduti; Commenti a Isaia e ai dodici profeti minori. Contro gli ariani scrive il Thesaurus de sancta et consubstantiali Trinitate. Contro i nestoriani scrive Adversus Nestorii blasphemias contradictionum libri quinque, Apologeticus pro duodecim capitibus adversus orientales episcopos, Epístola ad Evoptium adversus impugnationem duodecim capitum a Theodoreto editam e la Explicatio duodecim capitum Ephesi pronuntiata; si conservano poi tre lettere a Nestorio, delle quali la seconda e la terza furono approvate nel concilio di Efeso del 431, nel concilio di Calcedonia del 451 e in quello di Costantinopoli del 553; sua è la lettera indirizzata a Giovanni di Antiochia, detta Simbolo efesino, approvata nel concilio di Calcedonia. Degli ultimi anni sono i dieci libri rimastici della Pro sancta christianorum religione adversus libros athei Juliani, contro l'imperatore Giuliano.
Dottrina
Diversamente dai teologi di Antiochia, di scuola aristotelica, che mettono in risalto l'umanità di Cristo e l'unione delle sue due nature, rimaste integre in una sola persona, Cirillo, alessandrino e perciò di scuola platonica, parte dalla divinità di Cristo e dall'unità di persona nel Verbo che esiste dall'eternità e che si incarna alla fine dei tempi. Il problema è spiegare come sussista l'unità della persona nel Verbo, in che modo dopo l'incarnazione la natura umana non sia assorbita dalla natura divina, ma sussista integra, senza mescolanza e confusione: per Cirillo è un mistero ineffabile. Per spiegare l'unione delle due nature nell'unica persona di Cristo, Cirillo rifiuta i termini di coabitazione, congiunzione o relazione nonché di avvicinamento e di contatto (synapheia), come dicono gli antiochiani, e gli sembra insufficiente anche il termine unione (enosis) perché potrebbe sottintendere che Cristo sia un uomo che porta Dio, un «teoforo» (theophoron anthropon). È un errore, secondo lui, parlare di unione secondo sussistenza (enosis kat' hypostasin) o unione secondo natura (enosis kata physin), dal momento che egli non distingue, erroneamente, i due termini; per Cirillo l'unione delle due nature è una unione fisica (enosis physike), non morale.
Anche un'altra espressione di Cirillo, «l'unica natura incarnata di Dio Verbo» (mia physis tou Theou logou sesarkomene), compromette l'umanità di Cristo e proveniva, senza che egli lo sapesse, da Apollinare di Laodicea, che pure Cirillo combatteva. D'altra parte egli usa anche espressioni ortodosse ma nel complesso la cristologia di Cirillo si presta a confusioni e favorisce dottrine non ortodosse come il monofisismo di Eutiche.
Combattendo Nestorio, si oppone all'espressione di «Maria madre di Cristo» e sostiene quella di «Maria madre di Dio» perché equivale ad affermare che in Cristo è una sola persona, quella del Figlio di Dio: «Siccome la Vergine generò secondo la carne Dio unito personalmente alla carne, diciamo che ella è madre di Dio, non nel senso che la natura del Verbo prese dalla carne l'inizio della sua esistenza ma nel senso che, avendo il Verbo assunto personalmente la natura umana, accettò di essere generato dal suo seno secondo la carne».
Le due nature, divina e umana, sono in Cristo indipendenti e non confuse in una sola persona divina: allora, possono predicarsi della persona divina di Cristo tutte le proprietà della natura umana e dire anche che Dio nasce, patisce e muore. Se dunque si può dire che Dio nasce, allora Maria è madre di Dio.
Cyril of Alexandria (ca. 378 - 444) was the Pope of Alexandria when the city was at its height of influence and power within the Roman Empire. Cyril wrote extensively and was a leading protagonist in the Christological controversies of the later 4th, and 5th centuries. He was a central figure in the First Council of Ephesus in 431, which led to the deposition of Nestorius as Archbishop of Constantinople. Cyril is counted among the Church Fathers and the Doctors of the Church, and his reputation within the Christian world has resulted in his titles "Pillar of Faith" and "Seal of all the Fathers".
The Eastern Orthodox Church celebrates his feast day on 9 June and also, together with Pope Athanasius I of Alexandria, on 18 January. The Roman Catholic Church did not commemorate him in the Tridentine Calendar; it added his feast only in 1882, assigning to it the date of 9 February, the date on which it is still observed by those who use calendars prior to that of the 1969 revision, which assigned to it the date of 27 June, considered to be the day of the saint's death. The same date has been chosen for the Lutheran calendar.
Early life
Cyril was born about 378 in the small town of Theodosios, Egypt, near modern day El-Mahalla El-Kubra. A few years after his birth, his mother's brother (or uncle) Theophilus rose to the powerful position of Patriarch of Alexandria. His mother remained close to her brother and under his guidance, Cyril was well educated. His education showed through his knowledge, in his writings, of Christian writers of his day, including Eusebius, Origen, Didymus, and writers of the Alexandrian church. He received the formal education standard for his day: he studied grammar from age twelve to fourteen (390-392), rhetoric and humanities from fifteen to twenty (393-397) and finally theology and biblical studies (398-402).
Pope of Alexandria
Theophilus died on 15 October 412, and Cyril was made Pope on 18 October 412, against the a party favouring Archdeacon Timothy. Thus, Cyril followed his uncle in a position that had become powerful and influential, rivaling that of the city prefect in a time of turmoil and (frequently violent) conflict between the cosmopolitan city's pagan, Jewish, and Christian inhabitants. He began to exert his authority by causing the churches of the Novatians to be closed and their sacred vessels to be seized. Next he moved against the Jews and demanded that they be removed from the city. Orestes, prefect of the city, refused but Cyril led a mob of Christians against the Jews in the city, plundering and destroying the synagogues, as well as killing Orestes. According to some historians, all Jews were expelled from Alexandria, while others consider this an exaggeration and that only a portion of the local Jewish population was expelled.
Some of the tensions between Jews and Christians was prompted by a slaughter of Christians at the hands of Alexandrian Jews who, after instigating the death of monk Hierax, lured Christians in the streets at night claiming that the church was on fire. During his conflict with Orestes, Cyril was also involved in the murder of the female mathematician and philosopher Hypatia, who was a frequent guest of Orestes. Newer studies show Hypatia's death as the result of a struggle between two Christian factions, the moderate Orestes, supported by Hypatia, and the more rigid Cyril. According to lexicographer William Smith “ She was accused of too much familiarity with Orestes, prefect of Alexandria, and the charge spread among the clergy, who took up the notion that she interrupted the friendship of Orestes with their archbishop, Cyril. ”
Others contend that neither the riots nor the murder of Hypatia can rightly be attributed to Cyril. In the case of the riots, he had intended only to lead a delegation to the Jews, but he lost control of the situation; and in the murder of Hypatia, a group of his followers acted on their own initiative without consulting him. As John Anthony McGuckin puts it “ At this time Cyril is revealed as at the head of dangerously volatile forces: at their head, but not always in command of them. ”
Another major conflict was that between the Alexandrian and Antiochian schools of ecclesiastical reflection, piety, and discourse. The conflict came to a head in 428 after Nestorius, who originated in Antioch, was made Archbishop of Constantinople. Nestorius intervened in an argument about the proper rendition of Mary’s position in relation to Christ by renouncing both the terms "mother of man" and "mother of God" as improper, suggesting "mother of Christ" instead. This however only stoked the fires. Finally, Emperor Theodosius II convoked a council in Ephesus to solve the dispute. Ephesus was friendly to Cyril and after months of maneuvering the Council of Ephesus in 431 ended with Nestorius being deposed and exiled. Cyril died about 444, but the controversies were to continue for decades, from the "Robber Synod" of Ephesus (449) to the Council of Chalcedon (451) and beyond.
Theology
Cyril regarded the embodiment of God in the person of Jesus Christ to be so mystically powerful that it spread out from the body of the God-man into the rest of the race, to reconstitute human nature into a graced and deified condition of the saints, one that promised immortality and transfiguration to believers. Nestorius, on the other hand, saw the incarnation as primarily a moral and ethical example to the faithful, to follow in the footsteps of Jesus. Cyril's constant stress was on the simple idea that it was God who walked the streets of Nazareth (hence Mary was Theotokos (Mother of God)), and God who had appeared in a transfigured humanity. Nestorius spoke of the distinct 'Jesus the man' and 'the divine Logos' in ways that Cyril thought were too dichotomous, widening the ontological gap between man and God in a way that would annihilate the person of Christ.
Mariology
Cyril of Alexandria became noted in Church history, because of his spirited fight for the title “Theotokos” during the Council of Ephesus (431). His writings include the homily given in Ephesus and several other sermons. Some of his alleged homilies are in dispute as to his authorship. In several writings, Cyril focuses on the love of Jesus to his mother. On the Cross, he overcomes his pain and thinks of his mother. At the wedding in Cana, he bows to her wishes. The overwhelming merit of Cyril of Alexandria is the cementation of the centre of dogmatic mariology for all times. Cyril is credited with creating a basis for all other mariological developments through his teaching of the blessed Virgin Mary, as the Mother of God.
Legacy
Cyril was a scholarly archbishop and a prolific writer. In the early years of his active life in the Church he wrote several exegeses. Among these were: Commentaries on the Old Testament, Thesaurus, Discourse Against Arians, Commentary on St. John's Gospel, and Dialogues on the Trinity. In 429 as the Christological controversies increased, his output of writings was that which his opponents could not match. His writings and his theology have remained central to tradition of the Fathers and to all Orthodox to this day.