Lessico


Costantino I il Grande

Ritratto in bronzo conservato presso il Museo nazionale di Belgrado

In latino Flavius Valerius Constantinus: imperatore romano, detto il Grande, (Naisso oggi Nis, Mesia, 280 - Nicomedia 337). Figlio di Costanzo Cloro e della sua concubina Elena, passò la prima giovinezza alla corte di Diocleziano; seguì poi il padre in Britannia. Dopo l'abdicazione di Diocleziano (305), l'impero romano era conteso dai sei pretendenti Massimiano, Massenzio, Licinio, Galerio, Massimino e Costantino, il quale dominava sulle province occidentali.

Nis – in italiano Nissa - Città (161.000 ab.) della Serbia, 200 km a SSE di Belgrado, a 193 m sul fiume Nisava, poco a monte della sua confluenza nella Morava Meridionale. Importante nodo stradale e ferroviario con industrie alimentari, tessili, metalmeccaniche, elettrotecniche, chimiche, del tabacco, del mobile e dei materiali da costruzione, Nis è anche un notevole centro culturale, sede di un'università (1965) e di accademie, musei, biblioteche e teatri. Durante l'Impero romano Naissus fu importante porto fluviale ottenendo l'ordinamento municipale nella seconda metà del sec. II. Fu patria di Costantino. Distrutta da Attila (445 ca.) risorse ben presto. Nel sec. X appartenne ai Bulgari e più tardi ai Serbi; finché nel 1386 fu conquistata dai Turchi. Con il Congresso di Berlino del 1878 venne assegnata alla Serbia.

Nel 310 Costantino fece uccidere Massimiano del quale aveva sposato la figlia Fausta. Morto anche Galerio nel 311, Costantino si alleò con Licinio contro Massenzio e Massimino. Nel 312 Costantino scese in Italia, occupò Torino, Verona, Aquileia, Modena, varcò l'Appennino e vinse Massenzio presso Roma al Ponte Milvio. Dicono le fonti antiche che, alla vigilia della battaglia, Costantino, ispirato da un sogno, avrebbe fatto incidere sugli scudi dei soldati il monogramma di Cristo. Secondo studiosi moderni, si sarebbe trattato di un simbolo del culto solare a tendenza monoteistica, da lui fino allora praticato.

Nel 313, Costantino si recò a Milano dove venne celebrato il matrimonio tra la sua sorellastra Costanza e Licinio e venne emanato il celebre editto di tolleranza a favore del cristianesimo, che, sino ad allora confinato nelle catacombe, prese l'avvio per diventare una delle più grandi religioni della storia. Morto anche Massimino, Licinio rimase unico padrone in Oriente come Costantino lo era in Occidente. Ma sorsero ben presto le rivalità: nel 324 Costantino vinse Licinio ad Adrianopoli e a Crisopoli, poi lo fece uccidere, rimanendo solo al vertice dell'impero.

Nel 326 fece uccidere anche il figlio Crispo e la moglie Fausta. Pur facendosi battezzare soltanto sul letto di morte e dimostrando grande tolleranza verso ogni religione, Costantino si preoccupò grandemente delle eresie e degli scismi che incrinavano l'unità del cristianesimo e perciò nel 325 convocò il Concilio di Nicea con l'intento di superare la controversia scatenata dall'arianesimo.

Anche la creazione, nel 330, di un'altra capitale dell'impero a Bisanzio, ribattezzata dal suo nome Costantinopoli, avrebbe avuto un movente di carattere religioso, erigere cioè una Roma cristiana opposta alla Roma di radicata tradizione pagana (ma l'effetto sarà quello di accentuare la contrapposizione tra Occidente romano e Oriente greco, con due concezioni cristiane destinate a divenire estranee l'una all'altra).

In realtà la nuova capitale rispondeva al proposito di un avvicinamento alle frontiere più impegnative dell'impero, quelle del Danubio e dell'Eufrate: sul Danubio Costantino vinse infatti i Goti nel 332, e a 300.000 Sarmati concesse di stabilirsi al di qua del fiume. Anche contro i Persiani Costantino intraprese una grande spedizione, ma la morte lo colse in marcia presso Nicomedia.

da Illustrium imagines (1517)
di Andrea FULVIO (Palestrina sec. XV-XVI)