Lessico


Curia

Curia Iulia - Roma

Presso gli antichi Romani il termine significò in origine adunanza di uomini. Passò poi a indicare sia la primitiva ripartizione politica e religiosa del popolo romano, sia il luogo in cui si riunivano le varie curie.

Nel primitivo ordinamento romano le curie fungevano da distretto di leva, con propria organizzazione e propri culti: erano trenta, dieci per ognuna delle tre tribù dei Tities, Ramnes e Luceres; ognuna, con a capo un curione, forniva cento soldati e dieci cavalieri.

L'ordinamento curiato perdette questa funzione militare quando Servio Tullio introdusse l'ordinamento centuriato: da allora conservò solo compiti politici e religiosi che venivano trattati in un edificio costruito dal re Tullo Ostilio nel Foro Romano, ai piedi del Campidoglio, edificio denominato Curia Hostilia, trasformatosi col tempo in sede del Senato e situato nel Foro di fronte al Comitium. L'edificio venne in seguito distrutto da un incendio nell'80 aC, per far posto a una struttura più imponente: la Curia Iulia. Questa, iniziata da Gaio Giulio Cesare, fu terminata e inaugurata da Augusto il 28 agosto del 29 aC e rifatta di nuovo da Diocleziano in seguito all'incendio del 283 durante il regno dell'imperatore Marco Aurelio Carino.

Si spiega così come curia divenne sinonimo di Senato, sia quello di Roma, sia quello delle città dell'Impero che si diedero ordinamenti simili agli ordinamenti romani. Il termine curia finì poi col simbolizzare lo stesso governo della città o dello Stato.

Nel Medioevo, il termine curia fu riferito a diversi organi collegiali, soprattutto in campo giurisdizionale; si chiamò così anche il luogo dove si teneva il giudizio. Fu usato anche per indicare le assemblee o diete annuali di ecclesiastici e laici feudatari nell'Impero carolingio, mentre in Sardegna si chiamò “magna curia” l'adunanza di nobili, clero e liberi che coadiuvava il signore come iudex. Si usò infine per indicare il complesso amministrativo del feudo o del regno.

Interno della Curia Iulia - Roma