Lessico


Deposizione
di due uova al giorno
da Summa Gallicana volume III

La deposizione da parte di una gallina di due uova al giorno è un argomento al quale abbiamo già accennato nel capitolo storico, ma ora lo riprendiamo sotto un profilo prettamente scientifico, facendo un rapido excursus della letteratura in merito.

Drew (1907) e Curtis (1914) descrissero la deposizione di due uova giornaliere da parte dello stesso soggetto, senza peraltro accennare ad anomalie del guscio. Altri studiosi che più tardi descrissero la doppia deposizione giornaliera rimasero particolarmente colpiti dal fatto che il secondo uovo aveva una forma anomala (Scott, 1940; Grau & Kamei, 1949; Weiss & Sturkie, 1952; Foster, 1970). L’anomalia del primo uovo deposto non è così evidente come lo è per il secondo. Grau & Kamei avevano notato che il primo uovo possedeva un guscio spesso e ruvido come la sabbia, e un guscio più spesso era stato rilevato anche da Foster. Uova la cui superficie si presentava rugosa come la carta vetrata furono riferiti anche da Jaap & Muir (1968), ma essi non riuscirono a stabilire se questa caratteristica riguardasse il primo oppure il secondo uovo. Scott notò che un uovo di consistenza membranacea con un’area appiattita viene causato dal contatto con un altro uovo a livello dell’ovidutto. L’ipotesi sostenuta da Middelkoop (1971) circa l’origine delle peculiarità delle due uova è la seguente: il primo uovo rimane nell’utero al di là dello scadere del tempo per la sua deposizione e il successivo uovo, scendendo lungo l’ovidutto, giunge in utero e preme contro l’uovo quivi ritenuto. Essendo il secondo uovo in uno stato di tensione ancora insufficiente, la pressione contro l’altro uovo ne causa la caratteristica malformazione.

Le madri dei broiler non solo depongono meno uova delle galline selezionate per ovodeposizione, ma le loro uova presentano una maggior percentuale di anomalie. Jaap & Muir hanno notato che durante i primi sei mesi di deposizione le galline da broiler producevano uova con doppio tuorlo con frequenza doppia rispetto ad altre popolazioni di galline, e che esse possono deporre due uova al giorno con anomalie del guscio, alcune delle quali si presentano membranose.

Middelkoop (1971) intraprese uno studio sistematico di 624 femmine di una linea pura di Plymouth Rock bianca, tenute in gabbie separate. A un certo punto dieci galline tra quelle che avevano deposto regolarmente due uova nell’arco di 24 ore furono trasferite in batterie al fine di permettere la registrazione automatica del momento della deposizione.

Così a Middelkoop è stato possibile procedere alla determinazione delle caratteristiche delle singole uova. Il primo di un paio di uova possiede un guscio duro, cui si aggiunge un’ulteriore calcificazione rugosa, che talora interessa l’intera superficie, ma abitualmente si presenta sotto forma di banda, che ha un decorso più o meno longitudinale. La vera cuticola - che è lo strato organico più esterno dell’uovo - è presente, ma si trova al di sotto dello strato rugoso. La presenza della cuticola vera al di sotto della deposizione calcarea aggiuntiva sta a significare che questo primo uovo è completamente formato e che la calcificazione si è arrestata quel tanto da permettere l’apposizione della cuticola. Dal momento che nelle uova a guscio marrone lo strato calcareo aggiuntivo si presenta bianco, ciò implica pure che la formazione dell’involucro si è arrestata per poi riprendere.

Il secondo uovo spesso si presenta con un guscio più o meno molle e per lo più è caratterizzato da un’area appiattita che è più sottile del rimanente guscio ed è circondata da un anello di guscio raggrinzito, più vicina al polo acuto che a quello ottuso. Questo fenomeno può essere definito come guscio compresso da un lato, e non uovo troncato come proposto da Romanoff & Romanoff (1949), in quanto la prima definizione riassume sia la forma che la causa che ha condotto all’alterata morfologia.

Si è potuto osservare che quelle galline che spesso depongono due uova al giorno mostrano questa caratteristica in modo del tutto regolare. Impiegando un registratore automatico, Middelkoop ha potuto rilevare che il momento della deposizione del primo uovo corrisponde abitualmente all’inizio della notte fino a dopo mezzanotte. In media il secondo uovo viene deposto 15 ore più tardi, ma con un ampio margine di variabilità, in quanto la deviazione standard assomma a circa 5 ore e mezzo.

Un dato certo al quale Middelkoop è giunto attraverso radiografie è che il cosiddetto primo uovo permane in utero molto più a lungo del solito. Un altro dato interessante, però di tipo comportamentale a conferma di quello radiologico, consiste nel fatto che si possono osservare galline che vanno nel nido-trappola al giusto momento della deposizione, ma senza risultato; durante la sera o durante la successiva notte un primo uovo viene deposto al suolo, per cui ciò sta a significare che il primo uovo è rimasto nell’ovidutto molto più a lungo del normale. Dopo la deposizione del primo, il secondo uovo cerca di adeguare la sua area compressa a una forma abituale mentre si trova in utero, dando origine talora, anziché a un’area appiattita, a un rigonfiamento del contorno, disposto per lo più in corrispondenza della zona equatoriale.

La causa più verosimile della doppia deposizione giornaliera consisterebbe in un troppo breve intervallo di tempo fra due successive ovulazioni. Sappiamo che in una sequenza normale l’ovulazione segue di mezz’ora la deposizione, ma si tratta di un intervallo che non sempre è costante, in quanto può oscillare fra 30 minuti e un’ora e mezza. In linea di massima lo stimolo all’ovulazione - che determina l’intervallo di tempo fra due ovulazioni successive - proviene dal coordinamento tra il differente grado di maturità del follicolo rispetto agli altri follicoli e il ritmo nictemerale. Middelkoop ha potuto concludere che l’ovulazione, in condizioni di illuminazione naturale, può verificarsi in un momento che va da 10 ore a partire dall’imbrunire fino a 10 ore dopo l’alba. In pratica, se prendiamo ad esempio il mese di marzo e il 45° parallelo nord, l’ovulazione può verificarsi dalle 4 del mattino alle 4 del pomeriggio.

Due ovulazioni contemporanee o in rapida successione danno luogo a un uovo con doppio tuorlo. Ma, se un’ovulazione successiva si verifica prima che il precedente uovo venga deposto, ecco che il primo uovo, per ragioni puramente fisiologiche connesse al funzionamento dell’ovidutto, rimane più a lungo in utero, rivestendosi di ulteriore guscio. In questo caso le due ovulazioni sono separate, in media, da un intervallo di sole 20-22 ore.