Lessico
Eumenidi o Erinni
Oreste
inseguito dalle Erinni
Il rimorso di Oreste
opera di William-Adolphe Bouguereau - 1862
Le Eumenidi, dette anche Erinni, sono le Furie della mitologia italica. Figlie di Acheronte e della Notte o, secondo altri, di Gea, nate dal sangue di Urano, o di Ades e di Persefone. Erano tre, Aletto, Megera e Tisifone. Erano divinità punitrici, dee della maledizione e della vendetta, che avveniva con guerre, pestilenze, discordie e, nell’intimità dello spirito, con il rimorso. I colpevoli, soprattutto gli assassini, venivano perseguitati anche dopo la morte. Quando il colpevole si pentiva e si purificava della sua colpa, diventavano benevole, donde il nome di Eumenidi (dal greco euméneia, “benevolenza”). Erano rappresentate con un aspetto lugubre e terribile, con una veste nera e insanguinata e delle serpi in testa al posto dei capelli.
Eumenidi è il titolo della tragedia di Eschilo che, con l'Agamennone e le Coefore, forma la trilogia dell'Orestea, l'unica a noi giunta per intero di tutto il teatro tragico greco. Fu rappresentata ad Atene nel 458 aC, ottenendo il primo premio. Nella prima tragedia, Agamennone, è narrato il ritorno di Agamennone ad Argo dopo la vittoria a Troia, con la prigioniera Cassandra, e la loro uccisione a opera della moglie di lui, Clitennestra, e del suo amante Egisto. Nelle Coefore il giovane Oreste torna con l'amico Pilade ad Argo e, sostenuto anche dalla sorella Elettra, vendica il padre uccidendo a sua volta la madre e il suo amante. Perseguitato, nelle successive Eumenidi, dalle Furie del rimorso, si rifugia a Delfi, quindi ad Atene viene giudicato da un tribunale istituito dalla dea Atena e assolto. L'Orestea è il capolavoro di Eschilo e tra le creazioni più ricche e grandiose del genio greco.