Lessico


Falisci

I Falisci erano una popolazione di origine indo-europea (per una diversa teoria si tratterebbe di una popolazione autoctona), affine ai Latini per lingua e costumi, tanto che per alcuni studiosi la loro venuta è contemporanea a quella degli stessi Latini (per cui sono raggruppati nei protolatini con Enotri e Siculi, lungo la direttrice nord-sud della costa occidentale della penisola italiana) e antecedente alle discesa di altre popolazione di origine indo-europea Umbro-Osche.

Rappresentazione approssimativa
della diffusione dei popoli d'Italia nell'età del ferro

La comune origine dei Falisci e Latini sarebbe dimostrata soprattutto dalle comunanze riscontrate tra le due lingue, tali da farle ritenere discendenti da una stessa matrice risalente all’età del bronzo (alleati dei Capenati e dei Veienti nelle guerre contro Roma). Il territorio dei Falisci era compreso tra il territorio dei Capenati (Ager Capenas, che si trovava lungo la riva destra del fiume Tevere, che comprendeva gli attuali comuni di Capena, Morlupo, Rignano Flaminio, Sant'Oreste e il Monte Soratte, Riano, Castelnuovo di Porto, Fiano Romano, Ponzano Romano, Civitella San Paolo, Filacciano, Torrita Tiberina), dei Monti Cimini e Sabatini (corrispondente a parte alla provincia nord di Roma e a parte di quella di Viterbo), quindi contiguo a quello dei Latini, dei Sabini e degli Etruschi.

La vicinanza con i due potenti popoli dei Latini e degli Etruschi ebbe una forte influenza, riscontrabile nei diversi ritrovamenti in quest’area a loro riferibili; dagli stessi reperti si ricavano anche elementi di un’influenza greca, che dimostra legami con le colonie greco-campane quantomeno di natura commerciale.

Le città principali dei Falisci erano Falerii (la capitale che raggiunse il suo apogeo nel VI secolo aC detta in seguito Falerii Veteres, corrispondente all'attuale Civita Castellana in provincia di Viterbo, che ebbe il titolo di civitas da Gregorio V (998) e l'attributo di Castellana dal dominio esercitato sui vicini castelli.), Fescennium, Narce (presso l'odierna Calcata), Vignanello; per Nepi e Sutri, data la loro posizione a limite del confine con gli Etruschi, è ancor oggi dibattuta l’appartenenza all’una o all’altra popolazione.

La storia dei Falisci è segnata dalla vicinanza con Roma dalla quale, seppur affine per le comuni origini, dovette difendersi nel corso dei secoli, anche alleandosi con gli Etruschi; la loro resistenza terminò nel 241 aC quando Falerii Veteres fu rasa al suolo e di fatto i Falisci finirono di avere una storia propria distinta da quella di Roma.

I Falisci tentarono di contrastare le politiche espansionistiche romane, a cominciare dalla lunga guerra tra Roma e Veio che vide i Falisci, i Capenati e i Veienti sconfitti dai romani 396 aC; come conseguenza della sconfitta di Veio i Romani occuparono le città di Capena, Sutri, Nepi e nel 394 aC anche quella di Falerii.

La pace con i Romani dura poco, tant’è vero che quando nel 358 aC Tarquinia insorse contro Roma, anche i Falisci presero nuovamente le armi contro il potente vicino; ma anche questa volta, precisamente nel 351 aC, i Falisci capitolarono nuovamente. Questa volta venne siglata un’alleanza tra Romani e Falisci, alleanza che prevedeva anche lo stanziamento di una guarnigione romana nella città di Falerii.

Il trattato di alleanza non bastò tant’è vero che al termine della Prima guerra punica i Romani si rivolsero nuovamente contro i Falisci che, approfittando della guerra, erano nuovamente insorti. Questa volta però la vendetta di Roma fu tremenda: dopo averli battuti in combattimenti che costarono la vita di circa 15.000 Falisci, i Romani rasero al suolo Falerii nel 241 aC e la ricostruirono come Falerii Novi, ma in una nuova sede meno difendibile, popolandola con i cittadini superstiti, privati di tutti i loro averi e di parte del loro territorio, annesso a quello di Roma come bottino di guerra.

In seguito alla vittoria sui Falisci, i Romani eressero sul Celio un tempio a Minerva capta, dove posero una statua della dea asportata dalla città di Falerii Veteres conquistata.

Cultura falisca

La cultura falisca si sviluppò al confine con l'area etrusca nel territorio a nord di Roma, tra il Tevere e i laghi di Vico e di Bracciano, avendo come centro la valle del Treia e come capitale Falerii Veteres. Dal punto di vista archeologico questa cultura si definisce con la prima Età del Ferro, caratterizzata da tombe a pozzo corredate da vasi ovoidali. Nei sec. VII e VI aC prevalgono le tombe a inumazione con corredo di vasi orientalizzanti di fabbrica greca, etrusca o locale. Carattere particolare ebbe la ceramica falisca nel sec. IV aC, rappresentata dai cosiddetti vasi falisci. La tecnica di questo gruppo di vasi è quella delle figure rosse con forte aggiunta di colore bianco e giallino; lo stile, soprattutto nei vasi più antichi, è vicino a quello attico. Capolavori di questa produzione sono alcuni grandi vasi del Museo di Villa Giulia a Roma, fra cui il cratere con la figurazione di Eos che rapisce Cefalo sulla sua quadriga . Notevoli anche alcune coppe con iscrizioni in falisco.

Lingua falisca

La lingua falisca è documentata da un discreto numero di iscrizioni, soprattutto funerarie e vascolari, risalenti fino al sec. VII aC, scritte in un alfabeto fondamentalmente simile a quello latino arcaico, che risente dell'influsso della scrittura etrusca. Caratteristiche della lingua falisca sono: l'esito f, anche all'interno di parola come in osco-umbro, delle originarie consonanti indeuropee dh e bh che in latino appaiono invece come d e b, e il genitivo singolare in -osio dei temi in -o- che trova corrispondenza nella terminazione -asya dell'indiano antico, e che forse spiega l'origine del genitivo singolare -i della seconda declinazione latina.

Falisci

The Falisci were an ancient Italian tribe. They spoke an Italic language, Faliscan, closely akin to Latin. Their most important centre was Falerii (near the modern Civita Castellana), and their territory included a tract of the surrounding country, probably reaching as far south as to include the small town of Capena.

In spite of the Etruscan domination, the Faliscans preserved many traces of their Italic origin, such as the worship of the deities Juno Quiritis (Ovid, Fasti, VI. 49) and Feronia (Livy xxvi. 11), the cult of the god Soranus by the Hirpi or fire-leaping priests on Mount Soracte (Pliny, Nat. Hist. vii. 2, 19; Servius, ad Aen. xi. 785, 787), above all their language.

The Falisci, often allied with the Etruscans, resisted Rome for long time. They were allied with Veii when it was defeated in 396 BC. In the aftermath Falerii was occupied by the victorious Romans. When in 358 Tarquinia rebelled, the Falisci again took arms against Rome, but were again crushed c. 351 BC. This time an alliance was signed between the contenders, and a Roman garrison was settled in Falerii.

The Falisci took advantage of the First Punic War to declare their independence, but their revolt ended in 241 BC with the death of 15,000 Falisci and the destruction of Falerii; the survivors were moved to a less defendable city, Falerii Novi.