Lessico


Mondadori

Casa editrice fondata a Ostiglia (MN) nel 1907 da Arnoldo Mondadori (Poggio Rusco, Mantova, 1889 - Milano 1971). Il successo della collana per ragazzi La Lampada apparsa nel 1912 consentì il trasferimento della casa editrice a Milano (1920) e la creazione dello stabilimento tipografico di Verona (1921).

Tra il 1920 e il 1921 la Mondadori diede vita alla prima collana di narrativa Le Grazie, diretta da Virgilio Brocchi. Nel 1926 iniziò l'edizione nazionale delle opere di D'Annunzio, con la collaborazione preziosa e feconda di Giovanni Mardersteig, e una collana di biografie, documenti e memorie, le Scie, dove nel corso degli anni sono comparse, tra le altre, le testimonianze di Von Bülow, Clemenceau, Cadorna, Amundsen, Ciano, Badoglio e Churchill.

Fra il 1930 e il 1942 apparve la Biblioteca romantica diretta da Borgese, nel 1933 la Medusa che presentava i maggiori autori stranieri, nel 1934 i Classici Italiani diretta da Francesco Flora, poi Omnibus, lo Specchio e numerose altre collane.

Tra il settembre 1943 e l'aprile 1945 la Mondadori venne requisita dalla R.S.I. (Repubblica Sociale Italiana), ma già nel 1944, da Roma, riprendeva l'attività. Nel dopoguerra comparvero la B.M.M. (Biblioteca Moderna Mondadori), il Pavone, ristampa in edizione tascabile dei maggiori successi narrativi e, più recentemente, gli Oscar.

La produzione della Mondadori comprende anche numerosi periodici e opere enciclopediche tra cui la Enciclopedia della Scienza e della Tecnica (E.S.T.). Dopo la morte di Arnoldo, l'editrice ha vissuto un periodo di nuovo sviluppo ma anche di complesse vicende societarie.

Passata prima sotto la direzione del figlio Giorgio (Ostiglia 1917), il quale nel 1980 ha dato vita a una propria sigla editoriale, la casa editrice ha visto poi allontanarsi altri componenti della famiglia, come Leonardo (Milano 1946), anch'egli titolare dal 1988 di un'altra impresa editoriale.

Frattanto venivano stipulati a più riprese accordi finanziari con Carlo De Benedetti (legato a sua volta al gruppo Caracciolo, proprietario delle testate L'Espresso e la Repubblica) e con la Fininvest di Silvio Berlusconi, che all'inizio degli anni Novanta si disputavano con una lunga contesa finanziaria e giudiziaria il controllo della casa editrice.