Lessico
Teodoro Pascal
Napoli 5 agosto 1857 - 26 settembre 1937
Biografia
desunta da
Ricordo di Cesare e Teodoro Pascal
di Luigi Bologna
Centro Studi e Tradizioni Leuciane – 2005
Le circostanze hanno voluto che incontrassi la signora Sonia, nobile pronipote Pascal, il cui cognome immediatamente fa rivivere nella mia mente, il passato glorioso di una famiglia di fabbricanti di seterie che, dalla Francia e precisamente da Avignone — via Firenze — giungono a San Leucio per gestire l'ex opificio borbonico. Parlando con la Signora Sonia, rivivono nella mia mente fatti, costumanze, strani personaggi forti e gloriosi; ma uno di essi mi colpisce per il suo estro e la sua bizzarria: Teodoro Pascal.
L'anno 1857, il giorno sei del mese di Agosto, alle ore quindici, davanti all'ufficiale di stato civile del quartiere San Lorenzo di Napoli - marchese Carlo De Bisogno, si presentava don Cesare Pascal, nativo di Firenze, fabbricante di seterie, di anni trentadue, domiciliato in Largo Avellino numero quattro, per mostrare e dichiarare un figlio maschio, nato da lui e dalla legittima moglie donna Paolina Tadiglieri da Capua, di anni ventisette, giorno cinque del mese di agosto dell'anno 1857 alle ore sette. Al bambino venivamo dati i nomi di: Teodoro, Maria, Salvatore, Carlo.
Muoveva i primi passi tra Napoli e San Leucio, finché nel 1875 i genitori l'affidavano al Politecnico federale di Zurigo, dove frequentava con successo la facoltà di chimica industriale, distinguendosi per alcuni esperimenti di chimica tintorica. Restava a Zurigo fino al 1878, quando conseguiva il diploma.
Nel 1879, dopo esser rientrato a Napoli, si trasferiva a San Leucio dove eseguiva, nel reale stabilimento, elaborate indagini scientifiche e tecniche sulla tintura della seta. Dopo la morte del padre, avvenuta a seguito del terremoto che investi l'isola di Ischia nel 1883, entrava a far parte attiva della manifattura serica.
Dal 1884 al 1902, diventava socio, insieme ai due fratelli, del Real Setificio di San Leucio, nel quale Teodoro dirigeva personalmente il ramo tintorico, il reparto chimico, la fabbricazione dei saponi ed altri prodotti speciali per l'industria serica; il fratello Luigi, filandiere, aveva delega di firma della Ditta Offritelli e Pascal; il fratello Guglielmo, ingegnere chimico, condivideva il reparto tecnico-produttivo con il germano.
Continuava l'industria ereditata dal genitore Cesare, grande industriale, suddito francese, che il Re chiamò alla direzione del Setificio di sua proprietà intorno al 1848. Anche il nonno materno dei tre fratelli Pascal, Ambrogio Tadiglieri da Milano, venne chiamato dalla regina Maria Cristina di Savoia ad impiantare una fabbrica di veli serici a San Leucio.
Nel 1892 dava alle stampe, per la collana Hoepli di Milano, elaborate ricerche sulla tintura della seta, sperimentate nel laboratorio di San Leucio. Trattato di enorme importanza industriale, perché per la prima volta, in modo scientifico, veniva descritto tutto il processo termico - chimico - tintorico dalla sgommatura alla cottura e tintura della seta.
Intanto aveva sposato la signora Chiara Frassi dei Conti Antonelli di Como, nata nel 1854 e morta a Napoli nel 1923, allieva prediletta del famoso pianista Frasanotti da Milano. Ebbe due figli: Cesare, nato a San Leucio il 18/08/1886 e morto prematuramente a Roma all'età di 17 anni il 10/07/1904; Maria, nata a San Leucio 20/03/1889 e morta a Napoli il 20/06/1970.
Famoso è rimasto nel tempo "Il cimelio di Santa memoria". Questo idillio musicale per pianoforte venne assegnato dal gran pianista Frasanotti da Milano alla sua migliore allieva Chiara Frassi da Como. Essa fu impeccabile esecutrice del pezzo, mimandolo con tocco suggestivo. La tastiera, ipnotizzata da quelle magiche dita, emise suoni languidamente scorrevoli che ricordavano le acque del lago, che si smorzavano in flebili echi lontani di idillio lacustre e si spandevano, avvicinandosi ad una vibrante sonorità. Ne derivava una fusione di sensazione unica: il fascino del lago natio della eccezionale esecutrice.
Dal 1887 svolgeva un'attività non meno intensa ed importante che gli fa acquistare fama di grande allevatore per i suoi specializzati e razionali allevamenti di volatili da cortile. La colombaia era al piano terra del fabbricato nel I° cortile del palazzo del Belvedere, gli allevamenti nei giardini e nei vigneti della Torretta. Inizia, in San Leucio, un periodo particolare che gli fa ottenere riconoscimenti internazionali. Pochi sanno che, accanto ai prodotti serici, l'ex Real Colonia divenne famosa per i nuovi esperimenti avicoli di Teodoro Pascal. Infatti i soggetti che allevò ed espose trionfarono sempre in tutte le mostre, destando la schietta ammirazione delle giurie.
Contemporaneamente sviluppò una grande attività di scrittore avicolo, come ne fanno fede centinaia di articoli apparsi sulle migliori riviste del settore, apprezzatissimi dagli studiosi e dai tecnici, tanto da essere ritenuto lo scrittore più preparato e più fecondo ed un vero pioniere intorno a questa importantissima e fino a quel tempo trascurata branca della zootecnica.
I suoi testi furono pubblicati dapprima dalla Società Tipografica Editrice Nazionale di Torino e poi tutti gli altri dalla Casa Editrice Battiato di Catania. Si citano solo alcuni libri:
1) Le
razze della gallina domestica
2) Anitre ed oche da prodotto
3) Manuale di pollicoltura (in ben sette edizioni)
4) I metodi Smart
5) Colombi commestibili e sportivi
6) Fagiani, tacchini, faraone, pavoni, anatre, oche e cigni
7) Importanza e risultati degli incrociamenti in avicoltura
8) Le espressioni dei sentimenti dei nostri volatili domestici
9) Le esigenze della gallina
10) Il mendelismo in rapporto all'avicoltura
11) Le livree dei nostri volatili domestici
12) Pagine sparse di avicoltura
13) Storia ed origine dei volatili da coltura
14) Bianco e nero in avicoltura
15) Variabilità del volume nella gallina domestica
16) Variabilità della statura nella gallina domestica
17) L'alimentazione verde dei volatili domestici
18) Il piumaggio dei colombi domestici
19) I prodotti della gallina domestica
20) Monografia della gallina Langshan.
Altri scritti riguardano invece personaggi e fatti di famiglia come: 1) Louis Pascal sua avventura con Ferdinando IV; 2) San Leucio al tempo di Cesare Pascal.
Con la chiusura dello stabilimento di San Leucio, si trasferirà a Napoli nella casa della figlia Maria che aveva sposato il ricco imprenditore beneventano Zoppoli ed a Bagnoli aveva costruito sul mare una bellissima palazzina, di recente ristrutturata e riportata all'antica bellezza.
Nell'occasione
dell'addio dalla sua amata San Leucio, espresse cosi il proprio rammarico:
"La dea di giustizia si è commossa al lamento di un uomo vinto ma non
domo ed ha sovranamente assolto il suo compito di giustiziere e boia che dir
si voglia, infine la inesorabile Nemesi ha decretato la fine di un regno ove,
nell'entourage di un sovrano di cartapesta, gozzovigliavano sempre
avventurieri, lestofanti e meretrici. Chi assistette, bistrattato e malmenato,
per lunghi anni a tanto sperpero di danaro altrui, fu buon profeta, prevedendo
e predicando senza lena la non lontana fine del colosso ... dai piedi di
argilla e dalle grosse mani bucate. Ed ora che l'implacabile dea di giusta
vendetta ha esaurito il suo compito, asciugare tante lacrime versate sia
dovere di ogni colpito di dimenticare le offese: lo vuole Cristo, lo vuole
Iddio!"
A Napoli, dal 2 gennaio 1906 al 31 agosto 1925, ricoprì l'incarico di
cassiere di fiducia delle Birrerie Meridionali, fabbrica di birra partenopea
con sede a Capodimonte. Intanto gli venne negata la docenza all'Università,
per la mancanza di tessera del partito. Nel 1931, il Barone Acerbo, ministro
dell'agricoltura, su disposizione di S.M. il Re,
gli conferisce la nomina a Cavaliere nell'Ordine della Corona d'Italia.
Stanco ormai di amarezze e di ingiustizie subite, ma ricco di orgoglio e valori antichi, degni di una nobile famiglia, nella quiete di Bagnoli, di fronte al mare che gli aveva tenuto compagnia, con l'affetto della figlia Maria, dei nipoti e del genero, ritornava al Signore nel giorno 26 di settembre del 1937.
Così descriveva se stesso: Caratteri fisici: testa a forma di provolone stagionato, piantata su spalle quadrate, occhio di triglia ma profondo, gambe ... ancora in gambe, ma si intravedono le prime screpolature all'accavallamento degli anni. Caratteri morali: buon dicitore d'arguzie, ma di forza sorpassata, causa le innumerevoli peripezie e sventure sofferte. Colonna granitica dell'avicoltura italiana, levigata da studi assidui e pratica illuminata. Le mie sembianze sbiadite e rattrappite dall'ombra del passato, che se spesso triste, ebbe pure bagliori di luminosa gioia, scaturita sempre dal grembo della propria famiglia...
L'erede Pascal, signora Bianca, nel 1984 donava al Centro della Cultura e delle Tradizioni Leuciane di San Leucio, un forte-piano, stile Luigi XVI, datato 1807, come ricordo dei trascorsi familiari nella Real Colonia.
San Leucio è un'importante frazione del comune di Caserta nota sia per ragioni storiche che artistiche, posta a 3,5 km a nord ovest della città. Il nome è dovuto al monte ai piedi del quale sorge, considerato dalla popolazione come sede dell'eremitaggio dell'omonimo santo. A San Leucio è tutt'ora presente l'antica seteria che vantava produzioni di seta per tutta l'Europa. Ancora oggi le sete di San Leucio si possono ritrovare in Vaticano, al Quirinale, nella Sala Ovale della Casa Bianca: le bandiere di quest'ultima e quelle di Buckingham Palace sono fatte con tale materiale. Il sito reale, insieme alla Reggia di Caserta, è stato riconosciuto dall'UNESCO come Patrimonio dell'Umanità.
San Leucio era sede di un casino di caccia dei conti Acquaviva di Caserta noto come Palazzo del Belvedere, oggi restaurato. Quando, nel 1750, i possedimenti degli Acquaviva passarono ai Borbone di Napoli, San Leucio divenne sede delle seterie reali. Il re Carlo III, consigliato dal ministro Bernardo Tanucci, pensò di formare i giovani del luogo mandandoli in Francia ad apprendere l'arte della tessitura, per poi lavorare negli stabilimenti reali. Venne così costituita nel 1778, su progetto dell'architetto Francesco Collecini, una comunità nota come Real Colonia di San Leucio, basata su uno statuto apposito del 1789 che stabiliva leggi e regole valide solo per questa comunità.
Alle maestranze locali si aggiunsero subito anche artigiani francesi, genovesi, piemontesi e messinesi che si stabilirono a San Leucio richiamati dai molti benefici di cui usufruivano i lavoratori delle seterie. Ai lavoratori delle seterie veniva infatti assegnata una casa all'interno della colonia, ed era inoltre prevista anche per i familiari la formazione gratuita, e difatti qui il re istituì la prima scuola dell'obbligo d'Italia femminile e maschile che includeva discipline professionali. Le ore di lavoro erano 11, mentre nel resto d'Europa erano 14.
Le abitazioni furono progettate tenendo presente tutte le regole urbanistiche dell'epoca per far sì che durassero nel tempo (infatti ancora oggi sono abitate) e fin dall'inizio furono dotate di acqua corrente e servizi igienici. Le donne ricevevano una dote dal re per sposare un appartenente della colonia, anche se a disposizione di tutti vi era una cassa comune "di carità", dove ognuno versava una parte dei propri guadagni. Non c'era nessuna differenza tra gli individui qualunque fosse il lavoro svolto, l'uomo e la donna godevano di una totale parità in un sistema che faceva perno esclusivamente sulla meritocrazia. Era abolita la proprietà privata, garantita l'assistenza agli anziani e agli infermi ed era esaltato il valore della fratellanza.
Si trattò di un esperimento sociale, nell'età dei lumi, di assoluta avanguardia nel mondo, un modello di giustizia e di equità sociale raro nelle nazioni del XVIII secolo e non più ripetuto così genuinamente nemmeno nelle successive rivoluzioni francese e marxista.
Il re Ferdinando IV di Borbone aveva molto a cuore la colonia e progettò di allargarla anche per le nuove esigenze industriali dovute all'introduzione della trattura della seta e della manifattura dei veli, quindi per costruirvi una nuova città da chiamare Ferdinandopoli, concepita su una pianta completamente circolare con un sistema stradale radiale e una piazza al centro per farne anche una sede reale. Non vi riuscì, ma nei quartieri annessi al Belvedere mise in atto un codice di leggi sociali particolarmente avanzate, ispirate all'insegnamento di Gaetano Filangieri e trasformate in leggi da Bernardo Tanucci. Ferdinando IV preferiva San Leucio in modo particolare e vi organizzava spesso battute di caccia e feste condivise con la stessa popolazione della colonia.
Lo stesso Ferdinando IV firmò nel 1789 un'opera esemplare che conteneva i principi fondanti della nuova comunità di San Leucio: Origine della popolazione di San Leucio e suoi progressi fino al giorno d'oggi colle leggi corrispondenti al buon governo di essa di Ferdinando IV Re delle Sicilie. Tale codice, voluto dalla consorte Maria Carolina d'Asburgo-Lorena, fu edito dalla Stamperia Reale del Regno di Napoli in 150 esemplari. Il testo, in cinque capitoli e ventidue paragrafi, rispecchia le aspirazioni del dispotismo illuminato dell'epoca ad interpretare gli ideali di uguaglianza sociale ed economica e pone grande attenzione al ruolo della donna.
Quando si incominciò a costruire i nuovi edifici il progetto si interruppe a causa della rivoluzione del 1799, della discesa di Napoleone Buonaparte in Italia e della nascita della Repubblica Partenopea. Tuttavia durante il governo francese di Gioacchino Murat dal 1808 al 1815 San Leucio ebbe comunque un ulteriore sviluppo industriale. In seguito alla Restaurazione il progetto della neo-città venne accantonato, anche se si continuò ad ampliare industrie ed edifici, tra cui il Palazzo del Belvedere. Il progetto utopico del re Ferdinando finì con l'unità d'Italia quando tutto venne inglobato nel demanio statale, ma tradizione e qualità nelle produzioni di tessuti serici sono rimaste ancora oggi.
L'eredità della Colonia di San Leucio è sopravvissuta per decenni grazie alla presenza di diverse aziende seriche che però, nell'ultimo decennio, hanno chiuso i loro battenti per delocalizzare le industrie. Questa operazione di natura meramente economica ha dato un duro colpo all'immagine della frazione caseratana e soprattutto all'occupazione locale che oggi annovera centinaia di operaie specializzate in cassa integrazione o licenziate.
A San Leucio, all'interno della fabbrica originaria del re Ferdinando, il Palazzo del Belvedere, ha oggi sede il "Museo della seta" che conserva alcuni macchinari originali, ancora funzionanti, per la lavorazione della seta: sono in mostra tutte le fasi della produzione della seta con gli antichi telai restaurati e attivi azionati da una ruota idraulica posta nei sotterranei del palazzo. La visita al Complesso Monumentale prevede anche il passaggio negli appartamenti storici, arredati con suppellettili provenienti dalla Reggia di Caserta (tra le stanze di notevole interesse è il Bagno di Carolina, con la vasca in marmo di Carrara) e ai Giardini all'italiana, costituiti da una serie di terrazzamenti con piante identiche a quelle sistemate dal Re sul finire del 700. È inoltre possibile visitare su richiesta anche la Casa del tessitore, esempio di abitazione degli operai che lavoravano la seta. È sede della facoltà di Scienze politiche della Seconda Università degli studi di Napoli.
Dal 1999 nei mesi estivi si svolge a San Leucio il "Leuciana Festival", manifestazione artistica e culturale che in pochi anni si è ritagliata un ruolo di primo piano tra i festival della Campania con un successo di pubblico sempre crescente. Tra gli ospiti più famosi che si sono esibiti al Leuciana, da ricordare Bublè, Baglioni, Battiato, Allevi, i Pooh, Fiorella Mannoia, l'Orchestra Scaralatti del Teatro San Carlo di Napoli e ancora Pino Daniele, il Musical Cats e tanti altri artisti di livello internazionale.
Teodoro
Pascal è il bisnonno
di Sonia Zoppoli
Elio Corti ebbe l'onore e il piacere di ricevere domenica 6 febbraio 2011 il seguente messaggio di posta elettronica stilato dalla pronipote di Teodoro Pascal, e della quale Teodoro dovrebbe essere fiero.
Egregio Dottore, per caso ho visitato il suo sito internet. Con grande stupore e gioia ho visto una pubblicazione a me sconosciuta del mio antenato Teodoro Pascal. Prima di tutto vorrei ringraziarla per aver reso così diffusamente visibile la sua immagine. Il mio bisnonno era una figura particolare e a quei tempi originale. Aveva una spiccata personalità e una versatilità in diversi campi, da quello per le scienze a quello della cultura e delle le arti.
Purtroppo
non l'ho conosciuto, ma dalle testimonianze e dai racconti di mia nonna e delle
mie zie ne conservo un vivo ricordo che rinnovo ogniqualvolta consulto i sui
scritti, le sue pubblicazioni che vanno dalla avicoltura alla produzione della
seta, a qualche testimonianza storica scritta di suo pugno e anche quando
sfoglio una raccolta in nove volumi di cartoline dell'epoca che rappresentano
animali domestici tra cui polli, pavoni, ecc., accompagnate da dettagliati
appunti.
Qualora fosse interessato ad approfondire la sua ricerca e ad avere ulteriori
documentazioni, sarei ben lieta di collaborare.
Cordialità,
Sonia Zoppoli.
Sonia Zoppoli è nata a Napoli ove risiede. Funzionario interprete della Regione Campania, lavora presso l'Assessorato al Turismo nel settore dello spettacolo curando i rapporti con l'Istituzione ed Istituti di ricerca e sperimentazione nell' ambito delle produzioni artistiche.
Si è laureata in lingua e letteratura tedesca presso l'Istituto Universitario Orientale. Ha insegnato Tecnica del turismo e lingua tedesca professionale nelle scuole regionali per Operatore Turistico. Ha partecipato come interprete a numerosi convegni sul turismo e a varie manifestazioni sportive internazionali.
Nel 1999 ha partecipato al corso di perfezionamento in Tourism space management presso l'Università degli Studi di Salerno. Tale esperienza le ha fornito gli strumenti e le conoscenze necessarie per analizzare le risorse disponibili sul territorio a tutela delle esigenze delle Comunità locali.
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dedicato alla terra dei Campi Flegrei
Campi Flegrei
Carta
geologico-strutturale schematica dei Campi Flegrei
cliccare sull'immagine per leggerne la didascalia
Flegreo deriva dal verbo greco flégø che significa brucio, ardo. I Campi Flegrei costituiscono una regione di bassi rilievi vulcanici nella Campania occidentale interamente in provincia di Napoli. Essa si estende dal fiume Sebeto verso ovest (comprendendo quindi anche l'area su cui si trova Napoli) fino a Cuma e al Capo Miseno: evidente prosecuzione di questo distretto vulcanico sono le isole d'Ischia, Procida e Vivara.
La regione è caratterizzata da numerosi crateri vulcanici poco elevati (il rilievo più alto è il monte Camaldoli, 458 m), alcuni dei quali fortemente erosi dagli agenti esogeni e dall'azione del mare. L'attività vulcanica, che ebbe inizio alla fine del Pliocene o all'inizio del Pleistocene, si manifestò anche in epoca storica con la formazione del Monte Nuovo, avvenuta in appena 48 ore alla fine del settembre 1538: tuttora notevoli sono i fenomeni di vulcanesimo secondario, come la solfatara di Pozzuoli e le sorgenti termali di Agnano e i fenomeni bradisismici, evidenti nel cosiddetto Serapeo di Pozzuoli. Nel settore occidentale della regione si aprono alcuni piccoli laghi, di cui i principali sono quello costiero del Fusaro e quello vulcanico d'Averno.
I Campi Flegrei sono di una straordinaria feracità, favorita anche da un clima dolcissimo. Le principali risorse economiche sono l'agricoltura, che dà in prevalenza ortaggi e frutta, l'industria, attiva specialmente nei centri di Bagnoli e Pozzuoli con notevoli impianti metallurgici, meccanici e chimici, e le attività connesse con il turismo, la cui espansione è favorita da una buona rete stradale. I centri principali, oltre a Napoli con i suoi sobborghi (fra i quali Bagnoli), sono Pozzuoli, Baia e Bacoli, sul golfo di Pozzuoli, e Marano di Napoli, all'interno. Il termine latino Campi Phlegraei era limitato in origine al solo territorio di Cuma e fu in seguito esteso a tutto il distretto vulcanico.