Lessico
Pidocchi
Pidocchio deriva dal tardo latino peduclus derivato dal classico peduculus/pediculus, diminutivo di pedis, pidocchio. Il sostantivo pedis non ha una chiara etimologia. Pidocchio è il nome con cui vengono comunemente indicati gli Insetti appartenenti agli ordini Mallofagi e Anopluri. Il pidocchio umano appartiene all'ordine degli Anopluri. Il pidocchio pollino appartiene invece all'ordine dei Mallofagi.
L'ordine dei Mallophaga trae il nome dal greco mallós, bioccolo di lana, vello + phagéø, mangio. I polli possono essere colpiti da molte specie di pidocchi. Si tratta di parassiti provvisti di apparato boccale masticatore dell’ordine Mallophaga: non pungono la cute per succhiare il sangue, ma se ne cibano se questo è presente sulla sua superficie. Solitamente tutto il ciclo vitale si svolge sullo stesso animale. La maggior parte dei Mallofagi possiede un'elevata specificità per un determinato ospite, mentre alcuni altri possono vivere, per periodi più o meno lunghi, anche su altre specie di uccelli.
Menacantus stramineus
Menacanthus stramineus (pidocchio giallo del corpo del pollo) è lungo circa 3 mm, lo si trova sulla cute più che sulle penne, specialmente su quella del petto e delle cosce e vicino alla cloaca. Le uova vengono deposte a grappoli alla base delle penne. Questo pidocchio può essere pericoloso perché spesso provoca infestazioni gravi.
Cuclotogaster heterographus
Cuclotogaster heterographus (pidocchio delta testa) è lungo circa 3 mm, di colore grigio scuro e lo si trova quasi esclusivamente nelle penne del capo. Di solito depone le uova a una a una, non a grappoli.
Lipeurus caponis
Lipeurus caponis (pidocchio delle penne delle ali) è lungo circa 3 mm, di colore grigio scuro e lo si trova generalmente nelle penne delle ali e della coda.
Goniocotes gallinae
Goniocotes gallinae (pidocchio delle piume), è lungo circa 1,5 mm e si trova di solito negli strati profondi del piumaggio (alla base delle penne). Alcune specie sono presenti anche nei tacchini, così come il grosso pidocchio del tacchino Chelopistes meleagridis; questo parassita e l’Anatoecus dentatus si trovano anche nelle anatre e nelle oche.
Chelopistes meleagridis
Anatoecus dentatus
Le gravi infestazioni da Mallofagi si possono evidenziare esaminando le penne e la cute, specialmente attorno all’orifizio cloacale e sotto te ali. Si possono osservare i pidocchi che si muovono fra le penne o sulla cute, oppure si possono vedere le uova sulle penne o alla loro base. Le infestazioni gravi possono deprimere l’accrescimento e la produzione di uova.
Ecco i trattamenti consigliati dal web. In passato i "falsi pidocchi" venivano controllati immergendo gli uccelli in una soluzione di fluoruro di sodio allo 0,8%, e i mammiferi venivano disinfestati con polveri a base di piretro e rotenone mescolate a zolfo oppure con saponi alla nicotina. Oggi questi mezzi sono stati sostituiti dall'impolveramento degli animali con polveri secche a base di malathion e carbaryl, disinfestazione dei locali con trattamenti liquidi a base degli stessi prodotti oppure a base di clororganici persistenti anche in povere. In caso di infestazioni gravi, anche i mammiferi possono essere trattati con prodotti liquidi o immersi in essi.
I Mallofagi (Mallophaga), noti come falsi pidocchi degli animali o anche pidocchi pollini, sono un ordine di Insetti che comprende circa 2500 specie di parassiti epizoi di vertebrati omeotermi (in gran parte Uccelli, in piccola parte Mammiferi) e di Insetti spiccatamente stenotermi.
Le specie di Mallofagi sono in buona parte infeudate agli Uccelli con un adattamento tale che la loro classificazione è di aiuto nello studio di quella dei volatili che li ospitano. Sono divisi in 3 sottordini Ischnocera, Amblycera e Rhyncophthirina.
Morfologia
Insetti piccoli, atteri secondari, con livree di colori in genere chiari e uniformi, talora brunastri o anche neri (in rapporto alle condizioni di vita sull'ospite), dal corpo appiattito.
Il capo è grande, libero, abbastanza mobile, depresso, prognato, con la regione clipeale sporgente oltre e dorsalmente all'apparato boccale, atta a raspare, nonché a volte separata mediante un solco da quella retrostante. Nei Rincoftirini risulta prolungato in un rostro. Occhi composti atipici, poco sviluppati o atrofizzati. Ocelli assenti. Antenne libere, esertili, 3-5 articolate, talora modificate nei maschi per servire a tenere ferma la femmina durante la copula; oppure nascoste in due fossette laterali del cranio 4-articolate.
Apparato boccale masticatore un po' modificato, posto ventralmente al cranio e più o meno spostato all'indietro; nei Rincoftirini esso è apicale. Labrum infero e trasverso. Mandibole robuste, denticolate, orizzontali o verticali o anche con denticolazione rivolta verso l'esterno, cosicché esse producono il massimo sforzo in quella direzione. Mascelle accollate lateralmente al labium, non differenziate negli usuali scleriti, fornite di un solo lobo e, in alcuni Generi, di una formazione bacilliforme, spesso distalmente forcuta, omologa alla lacinia degli Psocotteri ma meno sviluppata, con palpo presente e 4-articolato o assente. Labium con palpi piccoli e lobiformi e con uno o due lobi mediali (il cmplesso maxillo labiale appare rudimentale nei Rincoftirini). Prefaringe simile a quella degli Psocotteri, con due scleriti linguali connessi mediante due filamenti sclerificati che si fondono insieme per un certo tratto con uno sclerite mediale adorale. In alcune specie la prefaringe si differenzia distalmente in strutture simili a stiletti adatte a pungere. L'apparato boccale talora è modificato in succhiatore ed allora è alquanto simile a quello degli Anopluri.
Torace notevolmente depresso, il protorace è quasi sempre libero. Nel pterotorace meso- e metasterno sono quasi sempre uniti; meso- e metanoto talora uniti, talora no. Nei Rincoftirini tutti e tre i segmenti toracici risultano fusi tra loro. Zampe brevi e robuste, lunghe e gracili nei Rincoftirini, le anteriori un po' più corte, con coxe separate; tarsi 1-2 articolati e pretarsi con 1-2 unghie, talora enormi, talora rudimentali, che posso piegarsi su una prominenza o una concavità della tibia a formare una pinza. Mancano i pulvilli e l'empodio.
Addome sessile, tipicamente di 10 segmenti; il primo urite a volte si fonde col secondo, il nono col decimo. Cerci assenti.
Anatomia
Sistema nervoso: apparato centrale fortemente concentrato, con 3 gangli toracici privi di connettivi e senza gangli addominali distinti; apparato stomatogastrico con ganglio ipocerebrale assai ridotto.
Apparato digerente: canale alimentare breve, dritto o leggermente convoluto, fornito di ingluvie (che manca nei Rincoftirini); questa è rappresentata da una dilatazione dello stomodeo, oppure è più sviluppata a formare una sorta di sacco peduncolato, o anche può essere proiettata indietro da un lato del canale, e di un paio di ciechi gastrici anteriori voluminosi. Proctodeo semplice, breve, con 6 papille rettali.
Apparato respiratorio: peripneustico, con 6-7 paia di stigmi (1 paio toracico e 6-7 addominali).
Apparato circolatorio: con vaso dorsale sviluppato, cuore breve e provvisto di 2-3 paia di ostioli.
Sistema escretore con 4 tubi malpighiani.
Sistema secretore con due ghiandole salivari sboccanti, mediante un dotto unico, alla base del labium; due altre ghiandole salivari, fornite di serbatoio, sboccano nell'esofago anch'esse mediante un dotto unico; due ghiandole supplementari sboccano indipendentemente dell'esofago. Apparato endocrino retrocerebrale, con corpi cardiaci e corpi allati pari e ridotti.
Apparato riproduttore: ovari ciascuno con 3-5 ovarioli meroistici politrofici; la spermateca è variamente conformata e talvolta bipartita, spesso fornita di una ghiandola accessoria. La vagina sbocca dopo l'ottavo urosterno; in alcune specie essa è differenziata, alla base degli ovarioli, in un'ampolla che ospita micetociti. Ovopositore assente oppure rappresentato da due piccole valve dell'ottavo urite. Testicoli pari con 2-3 follicoli ciascuno, accollati oppure molto separati tra loro; in questo caso quelli laterali sfociano lungo il decorso dei deferenti. Questi ultimi sono lunghi e sinuosi. Vescicola seminale spesso grande e bilobata simmetricamente. Eiaculatore di varia lunghezza e grossezza, con o senza ampolla eiaculatrice.
Biologia
I Mallofagi sono insetti pseudoametabolici e ovipari. La loro riproduzione è tipicamente anfigonica ma in alcune specie si sono accertati fenomeni di spanandrìa e di anandrìa e, pertanto, partenogenesi telitoca. Nell'accoppiamento la femmina si posiziona generalmente sopra il maschio (ventre contro dorso), ma può sistemarsi anche sotto di esso (dorso contro ventre). Nell'Amblicero Giropoideo Trimenopon hispidum Burm. (Schmutz, 1955) i due sessi si dispongono ventre contro ventre.
Le uova sono di forma varia e sono fornite cefalicamente di un opercolo che si stacca all'atto della schiusa; possono portare anteriormente vistose ornamentazioni e sono saldamente incollate dalla femmina ai peli o alle penne dell'ospite mediante il secreto della ghiandola accessoria. Si trovano isolate o anche riunite in gruppi, magari formati da elementi provenienti da femmine diverse. Le neanidi fuoriescono grazie a un rompiguscio delle cuticola embrionale costituito da un gruppo cefalico di processi spiniformi. Durante lo sviluppo postembrionale subiscono 3 mute prima di raggiungere lo stadio di adulto.
Ecologia
I mallofagi si nutrono in genere di frammenti necrotizzati e di desquamazioni epidermiche, di peli, penne, forfora, corion delle loro uova, loro esuvie, secreti sebacei; spesso, soprattutto fra gli Ambliceri,, assorbono sangue che fuoriesce dalle ferite dei loro ospiti, ma anche intaccano la pelle o i cannuoli delle giovani penne, che hanno la papilla dermale riccamente vascolarizzata, con il clipeo raspante o con l'apparato boccale. Un caso singolare è quello di una specie del Genere Hirundoecus Ewing, che infesta le Rondini: da neanide si nutre dell'umore acqueo presente sull'orlo degli occhi dell'Uccello su cui vive, da adulta si nutre di sangue.
Nella digestione di queste sostanze, carenti di principi nutritivi, sono coadiuvati da microrganismi simbionti localizzati in cellule sparse, che penetrano intere nelle uova per la trasmissione alla discendenza.
Alcuni mallofagi si annidano addirittura nell'asse delle penne, sia se è vuoto, sia se è ancora vascolarizzato. Le uova sono incollate ai peli o alle penne dell'ospitatore, il quale abitualmente tollera la presenza del parassita senza grosse complicazioni. Queste complicazioni invece si presentano nel caso di grosse infestazioni che conducono a dimagrimenti, calo di produttività, ecc., per il diffondersi sulla pelle di una sorta di rogna (ftiriasi tricodectica). Gli Uccelli infestati in genere dimagriscono, cambiano le penne improvvisamente, depongono meno uova e hanno vita più breve. Quelli ammalati sono più carichi di epizoi, perché non si curano di spidocchiarsi. Gli Uccelli domestici sono più attaccati che non le specie selvatiche. Gli Uccelli tentano di difendersi facendo bagni di polvere e strofinandosi a volte sui formicai. I Mallofagi non attaccano mai l'uomo ma, attraverso il contatto con animali infestati, possono trasmettergli cestodi o tenie.
Eleggono sovente a loro residenza determinati territori del corpo dell'ospite, ma si trattengono dove il becco degli Uccelli o i denti dei Mammiferi non possono raggiungerli. Singolare è il caso delle specie del Genere Tetrophtalmus Grosse, che vivono nel sacco membranoso del becco dei Pellicani e nella cavità boccale dei Cormorani, e presentano l'apparato respiratorio adattato alle lunghe immersioni.Ciascuna specie di Uccello ospita normalmente varie specie di Mallofagi, appartenenti a Generi ed anche a Famiglie diverse. I Mammiferi normalmente ospitano una sola specie.
Accade anche che la medesima specie di Mallofago si trovi su ospiti diversi, che però sono sistematicamente affini, e che Mallofagi affini risultino infeudati a ospiti anch'essi affini. Può anche accadere che la vicinanza, ad esempio, di nidificazione di ospiti diversi porti una specie di Mallofago a insediarsi su animali sistematicamente assai lontani tra loro. Si è anche osservato che in individui appartenenti a una data specie di Uccelli si riscontrino ospiti sovraccarichi di epizoi e altri quasi interamente immuni. Gli Uccelli piccoli risultano raramente infestati, i nidiacei meno degli adulti; quelli che hanno subito una muta o che si cibano abitualmente di formiche risultano poco infestati.
La diffusione dei Mallofagi avviene in occasione dell'accoppiamento dei loro ospiti, o nei nidi, oppure durante i rapporti intercorrenti fra ospiti di specie gregarie, oppure quando più individui dell'ospite si soffregano nello stesso luogo. Altre volte il veicolo è rappresentato da un altro Insetto, soprattutto Ditteri. Quando l'ospite muore, muoiono anch'essi in breve tempo, dopo avere o no tentato di abbandonare la spoglia (di solito non resistono più di 3-6 giorni, raramente fino a un paio di settimane.
Caratteri dei sottordini
Ischnocera
Capo non particolarmente modificato. Antenne filiformi e libere, 3-5 articolate. Apparato boccale posto ventralmente nel cranio. Mandibole verticali, mascelle senza palpi. Meso e metatorace comunemente fusi assieme. Zampe brevi e robuste. Gli Iscnoceri sono torpidi e pigri, si muovono lentamente e abbandonano con difficoltà l'ospite dopo la sua morte, perciò si ritrovano frequentemente rinsecchiti sugli animali conservati nelle collezioni.
Vi appartengono le specie di Trichodectes canis (De Geer.) ospite intermedio della Tenia Dypilidium canicum, Felicola subrostrata Nitz. (del gatto), Damalina bovis (L.), D. ovis (L.), D. capris (GUR.), D. equi (L.). Sui polli vivono diverse specie tra cui Gonoides dissimilis Den., Goniocotes hologaster Nitz., Stenocrotopus gigas Tasch., Lipeurus caponis L., Cuclotogaster heterographus Nitz. (di colore brunastro, lungo fino a 5 mm., vive sul capo e sul collo. Sul colombo vive Columbicola columbae L..
Amblycera
Capo non particolarmente modificato. Antenne nascoste in due fossette laterali del cranio e 4-articolate. Apparato boccale posto ventralmente nel cranio. Mandibole orizzontali, mascelle con palpi 4-articolati. Meso- e metatorace comunemente non fusi assieme. Zampe brevi e robuste. Gli Ambliceri sono agili e svelti, lasciano rapidamente l'ospite morto, e perciò si trovano raramente su animali imbalsamati o pelle.
A questo sottordine appartengono il Menopon gallinae L. (mm 2), il comunissimo "pidocchio pollino" e l'Eomenacanthus stramineus Nitz. (mm 3-5, giallastro), che si nutre di sangue sui polli e preferisce perciò annidarsi nelle zone della pelle prive di penne. Altri generi sono infeudati a gruppi di Uccelli, come il Genere Upupicola, Cuculicola, Picicola, Anaticola tutti descritti da Clay.
Sia gli Ambliceri sia gli Iscnoceri comprendono un certo numero di Famiglie con parecchi Generi.
Rhyncophthirina
Capo prolungato anteriormente in un lungo rostro, all'apice del quale si trova l'apparato boccale masticatore-succhiatore. Mandibole con denticolazione rivolta esternamente. Complesso maxillo-labiale rudimentale. Pro- meso e metatorace fusi assieme. Zampe lunghe e grecili.
A questo sottordine appartiene un solo Genere, Haematomyzus Piaget con due specie conosciute: H. elephantis Piag., epizoo di Elefanti e Rinoceronti, ed H. hopkinsi Clay, epizoo di Facoceri.
Trattamenti
In passato i "falsi pidocchi" venivano controllati immergendo gli uccelli in una soluzione di fluoruro di sodio allo 0,8%, e i mammiferi venivano disinfestati con polveri a base di piretro e rotenone mescolate a zolfo oppure con saponi alla nicotina. Oggi questi mezzi sono stati sostituiti dall'impolveramento degli animali con polveri secche a base di malathion e carbaryl, disinfestazione dei locali con trattamenti liquidi a base degli stessi prodotti oppure a base di clororganici persistenti anche in povere. In caso di infestazioni gravi, anche i mammiferi possono essere trattati con prodotti liquidi o immersi in essi.
Gli Anoplura o Siphunculata sono un piccolo ordine di insetti, i cosiddetti veri pidocchi, tutti parassiti epizoi ematofagi persistenti ed obbligati di Mammiferi. L'Ordine comprende circa 490 specie descritte nel mondo, riunite in 15 Famiglie e parecchi Generi, strettamente affini ai Mallofagi e, come questi, presentano notevole specificità riguardo ai loro ospiti, che abbandonano comunemente dopo la morte. Rivestono un particolare interesse in Parassitologia per i danni che possono arrecare e, soprattutto,per il fatto di poter trasmettere, come vettori, agenti eziologici di varie patologie.
Morfologia
Cranio mobile, prognato, libero o parzialmente retrattile nel protorace.
Antenne brevi, libere, 3-5 articolate (il numero di 3 articoli è comunemente proprio degli stadi preimmaginali, ma è conservato anche allo stadio adulto in Pedicinus gerv..
Apparato boccale secondariamente entognato e atto a perforare la pelle dei Mammiferi e a succhiare il sangue. La porzione anteriore del cranio si prolunga in una sorta di muso, o di brevissima proboscide (haustellum), a forma di gronda rovesciata, aperta ventralmente lungo una stretta fenditura; essa è evaginabile mediante muscoli labiali e mandibolari ed è armata di denticoli ricurvi. La sua apertura anteriore immette in una vasta cavità (detta "cibario", o "cavità preorale", o "vestibolo bccale") che dorsalmente si continua con la faringe e ventralmente sfocia in una invaginazione sacciforme ("sacco trofico") prolungata posteriormente fino all'estremità caudale del cranio e contenente gli stiletti. Questi stiletti (il mediale è ritenuto parte morfologica del dorsale) sono 3: uno dorsale (formato da due lamine anteriormente accartocciate a tubo che costituiscono il canale di suzione del sangue) uno mediale (ipofaringe, sottilissimo e percorso da un canalicolo di fuoriuscita della saliva); uno ventrale (denticolato innanzi e piegato a gronda). Tutti e tre sono retrattili e protrattili e sono azionati da muscoli attaccati alle pareti del sacco; dorsale e ventrale, inoltre, sono posteriormente divisi a forca. L'interpretazione morfologica delle parti è ancora controversa.
Torace piccolo coi tre segmenti indistinti o fusi assieme.
Zampe massicce, subsimili, tali da permettere all'ospite di uncinare la pelle o i peli. Tarsi uniarticolati, unghia robustissima oppure pretarso unguliforme, generalmente curvi e formanti assieme a un processo distale della tibia (quando si flette contro di essa) una sorta di pinza.
Addome sessile con 10 segmenti distinti (il IX urite piò ridursi notevolmente, gli uriti I-V si fondono, in Phthirus leach, completamente insieme, e zone laterali in genere più pigmentate e sclerificate di quelle dorsali e ventrali in modo da assicurare notevolissima resistenza allo schiacciamento.
Anatomia
Sistema nervoso. Cerebro spostato all'indietro e ganglio ipocerebrale anteriore a esso. Gangli della catena nervosa ventrale fusi in una massa unica.
Apparato digerente. Canale alimentare senza ingluvie e ventriglio con pompa cibariale e pompa faringeale; esofago sottile; mesenterio voluminoso a volte fornito di ciechi gastrici e privo di membrana peritrofica; proctodeo non convoluto e provvisto di 6 papille rettali.
Apparato tracheale con massimo 7 paia di stigmi (un paio toracico, e sei paia addominale negli uriti III-VIII). Nel genere Neolinognathus bedf. vi è un solo paio di stigmi addominali all'VIII urite.
Apparato circolatorio con cuore breve, globulare, fornito di 2 paia di ostioli e con aorta lunghissima e sottile.
Sistema escretore con 4 tubi malpighiani.
Apparato secretore con 2 paia di ghiandole salivari (un paio tubolari e un paio reniformi) i cui dotti efferenti si uniscono a formare il canalicolo della saliva che percorre lo stiletto mediale, e un paio di ghiandole mascellari, dette di Pawlowsky, che sboccano nel sacco trofico. Apparato endocrino retrocerebrale con corpi cardiaci e corpi allati pari e ridotti.
Apparato riproduttore. Ovari con 5 ovarioli politrofici ciascuno; spermateca presente o assente; 2 ghiandole colleteriche. Ovopositore rappresentato da un paio di brevi gonapofisi. Testicoli pari, compatti e bilobati. Deferenti sottili, provvisti o no di vescicole seminali. Canale eiaculatore differenziante caudalmente un sacco del pene e sboccante fra IX e X urosterno. Organo copulatorio formato da endeago e due parameri.
Biologia
Insetti a riproduzione anfigonica (nell'accoppiamento la femmina si colloca sopra il maschio). Le uova, ovoidali o subpiriformi, sono cefalicamente opercolate; vengono disposte isolatamente e incolate ai peli o alle setole dell'ospite. o anche su fili e fibre di indumenti) con l'asse maggiore disposto nel senso del pelo che lo sopporta. La neanide sguscia in modo simile a quella dei Mallophaga e passa tre stadi prima di divenire immagine. I Sifunculati si diffondono durante l'accoppiamento o in casuali contatti tra le vittime o anche, più raramente, facendosi trasportare da altri insetti (specialmente Ditteri).
Interesse patologico
Gli Anopluri succhiano sangue prelevandolo dal lume dei vasi, in cui iniettano saliva che contiene un enzima anticoalgulante; sono dotati di endosimbiosi batterica con presenza di mecetociti nelle pareti intestinali o addirittura di micetomi siti nella cavità del corpo (con gli escrementi spesso vengono espulsi microrganismi patogeni). Possono trasmettere agenti eziologici di parecchi morbi e riuscire nocivi e pericolosi. Ad esempio il Pediculus humanus L., oltre a causare, con le sue punture, alterazioni papulose o vescicolare della pelle e, indirettamente, foruncolosi dipendenti da Stafilococchi, eczemi, ecc., è in grado di trasmettere la Pasteurella pestis lehm. & neum., una Parvobatteriacea agente eziologico della peste bubbonica*, la Enterobatteriacea Salmonella typhimurinum loeff. nonché la Spirocheta Borrelia recurrentis berg.& al. della "febbre ricorrente cosmopolita", e le Rickettsiali Rickettsia prowazekii rocha lima del "tifo esantematico" e R.quintana toep. della "febbre delle trincee". Queste infezioni sono in generale provocate dallo schiacciamento sulla pelle degli insetti e attraverso le lesioni che il paziente si provoca grattandosi, ovvero per mezzo di escrementi secchi dei pidocchi portati in un modo o nell'altro a contatto con le mucose. I Pidocchi però si contaminano succhiando sangue da soggetti ammalati.
Cura della pediculosi
La pediculosi appare collegata a cause sociali come la povertà o, in genere, alla scarsa igiene personale, ma si tratta esclusivamente di falsi miti: infatti tute le specie di Pediculus humanus non sono attratti da particolari sostanze associabili a una scarsa condizione igienica del cuoio (come, viceversa, da un'eccessiva igiene); possono dunque colpire chiunque entri in qualche modo in contatto con le lendini del pidocchio (quindi con un cuoio infestato o, anche se più difficilmente, scambiandosi oggetti con persone infestate). Si utilizzano polveri secche a base di malatione, carbaryl, formulati sinergizzati di piretrinici, derivati organici dello zolfo, alcuni reperibili anche in formulazione shampoo. Inoltre, viene utilizzato cotrimossazolo (Bactrim) che ingerito nella dose di una compressa ogni 12 ore, elimina la pediculosi per via sanguigna già entro 48 ore. Ancora valido risulta il metodo antico di strofinare la sera le aree pilifere con una miscela in parti uguali di olio di paraffina e olio di oliva, seguito al mattino dopo da una saponata. Contro il Pediculus humanus corporis è indispensabile il lavaggio degli indumenti a temperatura superiore ai 60 gradi centigradi.
Falsi miti
Ecco una
breve lista di luoghi comuni errati sulla Pediculosi:
Per essere contagiato è sufficiente essere vicino a un altro individuo
contagiato
I pidocchi possono facilmente saltare da una testa all'altra
Essere contagiati è indice di scarsa igiene personale
Essere contagiati è indice di maniacale igiene personale
Per combattere la pediculosi è sufficiente lavare la superficie con acqua e
shampoo
Quando contagiati è necessario tagliare i capelli
È possibile prevenire la pediculosi con prodotti appositi
La diffusione è favorita dalla presenza di extracomunitari
È meno frequente nei Paesi più "evoluti"
Si ha più probabilità di essere infestati in campagna che non in città
I capelli lunghi sono più soggetti alla pediculosi
La pediculosi tocca solo i bambini
Il pidocchio umano (Pediculus humanus), insetto anopluro della famiglia Pediculidi, infesta l'uomo con due diverse forme che prendono il nome dalle loro sedi di elezione: il pidocchio del capo (Pediculus humanus capitis), lungo da 2 a 3 mm e di colore bruno, si rinviene tra i capelli e nelle altre regioni del corpo ricoperte di peli, mentre il pidocchio dei vestiti (Pediculus humanus corporis), lungo da 3 a 4 mm e di colore chiaro, vive anche tra gli abiti. Entrambe le forme si nutrono del sangue dell'ospite, determinando con le loro punture un forte prurito che induce la persona a grattarsi vigorosamente, dando luogo a lesioni cutanee spesso complicate da infezioni batteriche. Temibilissimo è il ruolo del pidocchio umano quale vettore di gravi malattie, in particolare il tifo esantematico, la febbre ricorrente, la peste*. Le uova di questi insetti, solitamente accollate ai peli o ai tessuti, prendono il nome di lendini. Il pidocchio del pube (Phthyrius pubis - Pediculus pubis), lungo ca. 2 mm, detto anche piattone o piattola, si insedia invece nei peli del pube, pur potendosi talora rinvenire in corrispondenza di altre regioni ricoperte di peli, comprese le ciglia e le sopracciglia.
Pidocchio del capo
Il pidocchio del capo (Pediculus humanus capitis de geer, 1767) è una specie di pidocchio specializzata a vivere nella capigliatura umana. Predilige la nuca e l'area sopra le orecchie, in cui svolge il suo intero ciclo vitale.
Il pidocchio del capo adulto assomiglia a una formica in miniatura che appare piatta quando osservata dal fianco. Il corpo è composto da testa, torace e addome; delle sei zampe, le due anteriori sono provviste di pinze molto sviluppate per permettere all'insetto di rimanere saldamente attaccato al tronco del capello. Il capo del pidocchio è semitrasparente, di colore che varia dal bruno al bianco-grigio. Le uova (lèndini) sono biancastre translucide della dimensione di circa un millimetro.Le uova sono molto appiccicose e molto difficili da vedere a occhio nudo.
Il ciclo di vita del pidocchio del capo consta di tre stadi:
Lendini: La femmina depone le lendini singolarmente sui capelli attaccandole a questi mediante la saliva che contiene composti cheratinici, pertanto la lendine è resistente sia all'acqua che alle spazzole, ma non all'acido acetico diluito e caldo. Dopo 7/10 giorni le lendini si schiudono.
Ninfe: si nutrono già di sangue. Questo stadio dura da sette a quindici giorni.
Adulto: ogni femmina adulta depone nella sua vita circa 300 uova.
Body louse
The body louse (Pediculus humanus corporis) is a louse which infests humans. The condition of being infested with head lice, body lice, or pubic lice is known as Pediculosis. Genetic analysis suggests that the human body louse may have originated about 107,000 years ago, with the ancestor of all human lice emerging about 770,000 years ago.
Pediculus humanus corporis (the body louse) is indistinguishable in appearance from Pediculus humanus capitis (the head louse) and under laboratory conditions they will interbreed. In their natural state, however, the two subspecies do not interbreed and occupy different habitats. In particular, body lice have evolved to attach their eggs to clothes, whereas head lice attach their eggs to the base of hairs. Body lice are a nuisance in themselves and cause intense itching. They are however, also vectors (transmitters) of other diseases such as epidemic typhus and louse-borne relapsing fever.
Delousing can be practically achieved by boiling all clothes and bed clothes. In fact, a temperature of 130° F or 55° C for 5 minutes will kill most of the adults and prevent eggs from hatching. Where this is not practical or possible, powder dusting with 10% DDT, 1% malathion or 1% permethrin is also effective. If insecticide is not available, louse-infested clothes and bedding should be burnt on an open fire. Medication is usually not necessary, as the problem normally goes away with daily bathing and wearing of clean clothes.
Oral ivermectin at a dose of 12mg on days 0, 7 and 14 has been used in a small trial of 33 people in Marseilles, but did not result in complete eradication, although there was a significant fall in the number of parasites and proportion of people infected. At the moment, ivermectin cannot be routinely recommended for the treatment of body lice.
Pidocchio del pube
Il pidocchio del pube (Phthirus pubis, Linnaeus 1758 - Pediculus pubis), volgarmente noto anche come piattola per la sua forma schiacciata, è un insetto parassita dell'uomo. Sono grandi intorno al millimetro. La forma del corpo è arrotondata, con sei zampe uncinate, testa ovaloide con due grandi antenne laterali e corpo munito di escrescenze pelose. Il colore è biancastro, quasi vetrificato.
Dopo l'accoppiamento le femmine possono deporre fino a 300 uova, dette lèndini, di forma allungata, colore biancastro e dimensioni di circa un millimetro. Le lendini sono attaccate ai peli dalla genitrice mediante la saliva che contiene composti cheratinici, pertanto la lendine è resistente sia all'acqua che alle spazzole, ma non all'acido acetico diluito e caldo. Dalle lendini si formano, dopo tre cicli evolutivi della durata di una o due settimane, i parassiti adulti.
Questi insetti, si trasmettono per contatto diretto (rapporti sessuali, ma anche in letti poco puliti e spogliatoi-bagni di locali pubblici) e colonizzano principalmente la zona genitale. In parassitosi intense si possono localizzare anche nei peli delle gambe, del petto e sotto le ascelle. L'unico sintomo riscontrabile dall'uomo è il prurito, dovuto alla saliva anticoagulante iniettata durante il pasto e a piccole infezioni localizzate. Inoltre, si possono notare piccolissime macchie, color rosso scuro sugli indumenti intimi.
Phtirus pubis
attraversa tre stadi vitali:
Lendine: si schiude dopo una settimana dalla deposizione.
Ninfa: già simile all'adulto, è comunque più piccola. Si nutre già di sangue, molto avidamente. Prima di trasformarsi in insetto adulto, vive in questo stadio per una settimana.
Adulto: la forma è simile a quella di un granchio (nei paesi anglosassoni è infatti chiamata crab) e vive per circa due settimane sull'ospite, riproducendosi e nutrendosi.
Il rimedio più efficace è costituito da farmaci a base di permetrina, efficaci sia contro i parassiti adulti che contro le lendini. Il trattamento va ripetuto ogni 7-10 giorni fino alla completa disinfestazione delle zone colpite, avendo cura di lavare ad alta temperatura (almeno 90°C) tutti gli indumenti venuti a contatto con le zone colpite. Solitamente rasare le zone colpite e quelle limitrofe favorisce la cura farmacologica, poiché diminuisce la possibilità delle piattole di spostarsi verso zone non trattate.