Lessico
Salamandra
Salamandra salamandra salamandra
Dal latino salamandra, dal greco salamándra, la cui etimologia è sconosciuta. Nome comune della maggior parte degli Anfibi Urodeli, in particolare di quelli che conducono un'esistenza prevalentemente terrestre. Più propriamente, le specie della famiglia Salamandridi appartenenti al genere Salamandra, entrato a far parte della mitologia in combutta col fuoco.
Salamandra salamandra salamandra
La salamandra pezzata (Salamandra salamandra), ben nota in Europa e presente anche in Asia Minore e in parte del Nordafrica, è caratterizzata da una sgargiante colorazione a macchie gialle distribuite irregolarmente su uno sfondo nero lucido. Vive soprattutto nelle boscaglie e in vallette umide e ombrose. Durante il giorno si lascia scorgere soltanto dopo violenti temporali, preferendo altrimenti trascorrere le ore diurne celata tra le radici o nell'humus. La fecondazione avviene in ambiente terrestre, entro l'autunno. La femmina fecondata conserva gli spermatozoi del maschio durante parte del letargo invernale, portandosi poi agli inizi della primavera in corrispondenza di piccoli corsi d'acqua dove depone alcune decine di larve che nel frattempo si sono sviluppate nel suo corpo. Queste presentano solitamente le quattro zampine già ben sviluppate e le branchie assai evidenti. La metamorfosi ha luogo a metà estate, quando le larve hanno raggiunto una taglia di ca. 5 cm. La giovane salamandra da questo momento adotta un'esistenza terrestre; tuttavia devono trascorrere quattro anni prima che essa raggiunga la taglia dell'adulto (20 cm ca.) e con essa la maturità sessuale. Assolutamente innocua – la sua unica difesa è rappresentata dalla secrezione irritante prodotta dalla cute – la salamandra pezzata è stata ed è tuttora considerata da alcuni molto pericolosa per le sue supposte proprietà velenifere.
Salamandra salamandra gigliolii
Allo stesso genere appartengono la Salamandra lineata che vive in Europa centrale e presenta una colorazione a macchie gialle molto allungate ed estese; la salamandra nera (Salamandra atra) completamente nera e lunga solitamente non oltre 12 cm, che vive sulle Alpi e sui monti della Penisola Balcanica e raramente scende di molto sotto i mille metri.
Alla famiglia dei Pletodontidi appartiene invece la salamandra dal dorso rosso (Plethodon cinereus), comune negli Stati Uniti orientali. La colorazione è solitamente grigiastra con una fascia rossastra che corre sul dorso; tuttavia taluni individui sono uniformemente grigi. Le uova vengono deposte a grappoli avvolti in un involucro sacciforme, mediante il quale vengono appese alla volta di piccole cavità rocciose a filo di terra; le larve nascono già prive di branchie e raggiungono la maturità sessuale entro due anni.
Alla stessa famiglia appartiene una salamandra (Haideotriton wallacei) che vive nelle acque sotterranee della Georgia. Completamente cieca e depigmentata, rimane durante tutta la vita allo stadio larvale. La salamandra del fango o salamandra rossa (Pseudotriton montanus), dalla colorazione rosso mattone, è abbondante negli stagni fangosi degli Stati Uniti orientali. Nelle stesse zone si rinviene un altro pletodontide, la salamandra porporina o salamandra rossa di montagna (Gyrinophilus porphyriticus), che tuttavia frequenta di preferenza le acque correnti di montagna.
Il pletodontide più strano è comunque la salamandra verme (Batrachoseps attenuatus), lunga sino a 13 cm, dal corpo vermiforme e dal colore nerastro con una striscia chiara o rossastra dalla nuca alla coda; vive nell'America Settentrionale.
La più grande salamandra che conduca un'esistenza terrestre è Dicamptodon ensatus, lunga sino a 28 cm, che appartiene alla famiglia Ambistomidi. Vive nelle regioni degli Stati Uniti che si affacciano sul Pacifico e ha una conformazione assai tozza, con testa voluminosa e coda compressa. Alla stessa famiglia appartiene la salamandra tigre (Ambystoma tigrinum), propria del Nordamerica, che misura anche 25 cm di lunghezza (17 nelle femmine), dalla colorazione molto varia secondo le sottospecie: in genere la tinta di fondo è bruno-scura con macchie giallastre che talora formano linee trasversali.
Con il nome di salamandra gigante si indicano invece due specie di Criptobranchidi appartenenti al genere Megalobatrachus (=Andrias): Megalobatrachus japonicus e Megalobatrachus davidianus. Si tratta dei due massimi anfibi viventi, raggiungendo, rispettivamente, una lunghezza di 1,5 e 1 m. Assai simili nell'aspetto, posseggono un corpo pesante e massiccio, con testa tondeggiante e coda compressa in senso laterale. Lente e goffe nei movimenti, vivono nelle acque correnti dell'Estremo Oriente, dove vengono cacciate dall'uomo a motivo del pregio delle loro carni. Anche per questo il loro numero è andato incontro a una notevole diminuzione.
Plinio il Vecchio nella sua Naturalis historia riferisce la credenza che la salamandra avesse il potere di spegnere il fuoco: "Anguem ex medulla hominis spinae gigni accepimus a multis. pleraque enim occulta et caeca origine proveniunt, etiam in quadrupedum genere, sicut salamandrae, animal lacertae figura, stellatum, numquam nisi magnis imbribus proveniens et serenitate desinens. huic tantus rigor, ut ignem tactu restinguat non alio modo quam glacies. eiusdem sanie, quae lactea ore vomitur, quacumque parte corporis humani contacta toti defluunt pili, idque, quod contactum est, colorem in vitiliginem mutat." (X,188)
La credenza nella salamandra come spirito elementare del fuoco si trova anche presso gli Arabi e nell'Europa medievale. In questa concezione la salamandra partecipa alla mitologia del fuoco: è di origine divina e proviene dal cielo. La sua virtù si esprime da un lato come energia utile e benefica e dall'altro come forza distruttiva e quindi negativa.