Lessico
Salvia
comune
Salvia pratensis
Nomi volgari: salvia comune, salvia dei prati, della famiglia Labiatae. Il nome deriva dal latino salvus = salvo, con riferimento alle proprietà medicinali di queste piante; oppure sempre dal latino salvere = star bene, con la medesima radice il nome tedesco Salbe = unguento medicamentoso.
Pianta perenne, di aspetto erbaceo, ha fittone ingrossato e fusto eretto, pubescente, legnoso e ramificato in alto, alta fino a 70 cm. La pianta ha un odore intenso, non gradevole. Le foglie della rosetta basale sono picciolate, lanceolate, caratterizzate da una nervatura reticolare e dai margini leggermente crenati. I fusti talvolta portano piccole foglie sessili disposte a 1-3 paia.
I fiori sono azzurro-violetti, raramente rosa o biancastri, hanno un corto labbro inferiore, mentre il superiore è arcuato. Sono disposti in radi verticilli, all’ascella di piccole brattee. L’insieme forma una spiga chiusa. Gli stami della salvia comune, si comportano come piccole leve: quando un insetto, in cerca di nettare, penetra nel fiore, aziona una specie di pedale che gli ribalta sul dorso il braccio dello stame che porta l’antera: il polline si rovescia allora sul dorso dell’insetto. Questo meccanismo si può facilmente verificare introducendo nel fiore un filo d’erba. I frutti sono tetracheni.
Pianta caratteristica dell’Europa mediterranea, in Italia è comune in quasi tutto il territorio; assente in alcune zone della Calabria, in Sicilia e in Sardegna. Vegeta nei pascoli magri, nei prati, nei luoghi sassosi, nelle radure asciutte, frequente nei luoghi asciutti e soleggiati, dove fiorisce da maggio a ottobre sino a 1.600 m.
La Salvia pratensis possiede proprietà simili, anche se più blande, della Salvia officinalis (salvia domestica), entrambe esercitano un’azione tonica, digestiva, antisettica, espettorante e antispasmodica. Per uso esterno buon rimedio in caso di gengivite, per eczemi, piaghe e punture d’insetti. Le foglie, pur non avendo la marcata aromaticità della più nota Salvia officinalis, possono essere utilizzate per insaporire sughi, minestre, frittate o ripieni per torte salate insieme ad altre erbe.
La salvia è conosciuta e utilizzata sin dall’antichità, la usava Cleopatra per preparare filtri afrodisiaci. I latini la chiamavano erba sacra e le attribuivano capacità di curare il morso dei serpenti, a condizione che non fosse stata infettata dall’alito venefico dei rospi. Ritroviamo questa credenza nel Decameron. I medici della scuola salernitana si chiedevano: perché dovrebbe morire l’uomo nel cui giardino cresce la salvia?
Nei secoli successivi si attribuirono a questa pianta diverse proprietà: quella di far restare incinta la donna che ne avesse bevuto l’infuso per 4 giorni di fila, o quella di curare le affezioni del cavo orale, perché la forma delle foglie ricorderebbe una lingua, oppure il potere di spezzare malie e incantesimi.
Il genere Salvia annovera 900 specie di aromatiche annuali, biennali perenni e, soprattutto suffruticose e arbustive, diffuse un po’ ovunque, specialmente nelle regioni temperate. Le salvie sono interessanti per l’aroma, ma sono localmente importanti anche come piante mellifere, alcune per i bellissimi fiori dai colori accesi (S. virdis, S. sclarea), vengono utilizzate come fiori recisi freschi o secchi, molte sono utilizzate come piante ornamentali.
Salvia pratensis (Meadow Clary or Meadow Sage; syn Salvia virgata Ait.) is a perennial sage in the family Lamiaceae, native to Europe, western Asia and northern Africa. It is a herbaceous perennial plant growing to 1-1.5 m tall. The leaves are arranged in opposite pairs, the leaves on the lower part of the stem up to 15 cm long, decreasing in size higher up the stem. The flowers are dark blue-purple, rarely pink or white. It is usually grows in unimproved calcareous soils, which is typical for grasslands, scrub edges, and woodland borders. It is grown as an ornamental plant.