Lessico


Sambuco
Sambucus nigra

foto Elio Corti - 1972

  

Il latino sambuca, in greco sambýkë, forse da ricollegare all'arameo o al caldeo sabb'ka, in antico indicava uno strumento musicale di origine asiatica, forse fenicia, simile a una piccola arpa triangolare, quindi a corde pizzicate. Nel Medioevo sambuca fu il nome generico dato a molti strumenti musicali, come una varietà di flauto ricavato dal sambuco, la cornamusa, la ghironda e un tipo particolare di piccola arpa.

Il sambuco è una pianta della famiglia Caprifogliacee diffusa nei boschi dalla fascia mediterranea sino all'orizzonte inferiore del piano montano. È un arbusto alto fino a 10 m, con corteccia grigio chiara e foglie opposte, formate da cinque-sette foglioline ovate e seghettate. I fiori sono bianchi, lievemente profumati e raccolti in corimbi, i frutti sono piccoli e globosi, di colore nero a maturità, commestibili.

Specie congeneri sono Sambucus racemosa (sambuco montano), frequente nei boschi delle Alpi e degli Appennini a un'altitudine non inferiore ai 600 m, e Sambucus ebulus, noto comunemente con il nome di ebbio.

Proprietà

Il sambuco è una pianta emolliente, sudorifera,diaforetica, lassativa, diuretica, impiegata nelle malattie da raffreddamento, nelle cistiti e nelle nevralgie. Se ne conoscono, praticamente da sempre, le proprietà medicinali, anzi nella medicina tradizionale era considerato una vera panacea.

I frutti maturi sono depurativi e lassativi, contengono vitamina A e C; il succo è da sempre impiegato nella cura delle nevralgie e dei crampi allo stomaco.

Le mucillagini hanno una azione emolliente ed i flavoniodi una azione disinfiammante e diuretica.

La corteccia può essere impiegata per i reumatismi e nelle infiammazioni della vescica, nella ritenzione di liquidi in genere.

Un pizzico di foglie secche polverizzate può servire a fermare il sangue dal naso.
Per uso interno i fiori possono esser usati per combattere la bronchite, la febbre, la costipazione. Per uso esterno i fiori hanno attività astringente e lenitiva sulla pelle, possono essere impiegati sui foruncoli, sulle scottature e in caso di emorroidi.

Con i principi estratti da questi fiori, si producono lozioni astringenti, decongestionanti ed emollienti utili a normalizzare la secrezione sebacea, bagnoschiuma, emulsioni e maschere per pelli impure e grasse.

Il succo ricavato dai frutti può essere impiegato per tingere le fibre naturali, nelle varie tonalità del viola, un tempo era impiegato come sostanza colorante per il cuoio.

I frutti ben maturi possono essere mangiati, ma in genere vengono usati per la confezione di marmellate e sciroppi.

I fiori freschi, fritti in pastella e poi passati nello zucchero, sono un ottimo dolce, ottimi anche nelle insalate, nelle frittate e nelle macedonie.

I fiori secchi possono essere usati per aromatizzare bevande alcoliche, amari, il vino bianco e l’aceto.

Attenzione: i frutti immaturi possono determinare fenomeni di intossicazione per la presenza di glicosidi cianogenetici, con bruciore e senso di raschiamento alla gola, vomito e diarrea, mal di testa, difficoltà di respiro e crampi.

Resti di bacche di Sambuco, sono stati ritrovati in insediamenti del neolitico. È una pianta dal duplice simbolismo: nella tradizione cristiana veniva usata nei riti funerari, come viatico per il viaggio verso l’aldilà. Invece nella tradizione pagana come protettrice della casa e del bestiame.

Al sambuco in passato si attribuivano poteri magici contro i demoni e le streghe.In Tirolo il Sambuco veniva detto “farmacia degli dei” e la tradizione contadina imponeva di inchinarsi 7 volte davanti alla pianta, tante quante i doni che si ricavano da esso. Ritenendo che questa pianta proteggesse dal morso dei serpenti molti ne tenevano un pezzo in tasca.

Sempre per quanto attiene alle credenze popolari, si pensava che con il suono di un flauto ricavato da un ramo di sambuco ci si potesse proteggere dai sortilegi e dai malefici.

Sul tronco degli esemplari adulti cresce un fungo chiamato “orecchio di Giuda”(Auricula-Judae), molto apprezzato nei paesi orientali.

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foto Elio Corti - 1972

Elder

Sambucus nigra is a species of elder native to most of Europe, northwest Africa and southwest Asia. It is most commonly called just Elder or Elderberry, but also Black Elder, European Elder, European Elderberry, European Black Elderberry, Common Elder, or Elder Bush when distinction from other species of Sambucus is needed. It grows in a variety of conditions including both wet and dry soils, primarily in sunny locations.

It is a deciduous shrub growing to 4–6 m (rarely to 10 m) tall. The leaves are arranged in opposite pairs, 10–30 cm long, pinnate with five to seven (rarely nine) leaflets, the leaflets 5–12 cm long and 3–5 cm broad, with a serrated margin. The hermaphrodite flowers are borne in large corymbs 10–25 cm diameter in mid summer, the individual flowers white, 5–6 mm diameter, with five petals; they are pollinated by flies. The fruit is a dark purple to black berry 3–5 mm diameter, produced in drooping clusters in the late autumn; they are an important food for many fruit-eating birds, notably Blackcaps (Sylvia atricapilla).

There are several other closely related species, native to Asia and North America, which are very similar, and treated as subspecies of Sambucus nigra by some botanists.

Uses

This plant is used as a medicinal plant and also used as a ornamental plant. It is cited as a poisonous plant to mammals as well as cited as a weed. All parts of the plant except for the flowers and berries are poisonous, containing toxic calcium oxalate crystals in a form called sambunigrin (C14H17NO6, CAS number 99-19-4).

The flowerheads are commonly used in infusions, giving a very common refreshing drink in Northern Europe and Balkans. Commercially these are sold as elderflower cordial, etc. The berries are edible after cooking and can be used to make jam, jelly, chutney and cordial. They go particularly well with blackberries and with apples – for example in apple pie. The strong-smelling foliage was used in the past, tied to a horse's mane, to keep flies away while riding.

Stembark, leaves, flowers, fruits, root extracts are used to treat bronchitis, cough, upper respiratory cold infections, fever. In Beerse, Belgium, a variety of Jenever called Beers Vlierke is made from the berries.

Sureau noir

Le sureau noir (Sambucus nigra) est un arbuste fruitier caducifolié à croissance rapide. Il est présent en Europe, en Asie de l'ouest et en Afrique du nord, mis à part les régions montagneuses. Ses fleurs (étamines et pétales) sont de couleur blanc crème. Ses fruits noirs sont comestibles en gelée et en confiture.

Caractéristiques

Feuilles caduques, opposées, imparipennées, composées de 5 à 7 folioles. Fleurs hermaphrodites blanches disposées en ombelles. Petits fruits noirs-violets disposés en grappes. Ecorce vert-grise crevassée. Cet arbuste peut mesurer de 2 à 10 mètres.

Historique

Le nom latin Sambucus fait allusion aux flûtiaux (sambuca) que les pâtres grecs taillaient dans le bois tendre du sureau. Un médecin grec du II siècle de notre ère, Galien, recommandait le sureau contre les catarrhes et les excès de mucus. Quelques siècles plus tôt, Pline l'Ancien lui attribuait déjà ces propriétés.

Le sureau est intégré à la pharmacopée de la médecine ayurvédique (Inde) et faisait aussi partie de l'arsenal thérapeutique des Amérindiens d'Amérique du Nord qui attribuaient les mêmes propriétés au sureau blanc (Sambucus canadensis) dont la composition est semblable à celle de son cousin européen. Il faut savoir que les Anglais en font un sirop à partir des fleurs que l'on trouve dans le commerce sous l'étiquette elderflower. Cela se boit avec de l'eau gazeuse

Usages médicinaux

En 1986, la Commission E, un organisme gouvernemental allemand, approuvait l'usage médicinal des fleurs de sureau pour le traitement du rhume. En 1999, l'Organisation mondiale de la Santé a reconnu les usages traditionnels des fleurs de sureau comme diaphorétique (qui provoque la sudation) et expectorant.

Publiés en 1995, les résultats d'un essai clinique à double insu avec placebo mené dans un kibboutz israélien au cours d'une épidémie de grippe ont démontré qu'un extrait de baies de sureau (Sambucol®) était nettement supérieur au placebo pour le soulagement des symptômes de la grippe. Au bout de deux jours, 93,3 % des sujets traités au sureau voyaient déjà un soulagement significatif de leurs symptômes, tandis qu'il a fallu attendre six jours pour que 91,7 % des personnes du groupe placebo montrent une amélioration similaire.

Précautions

Grossesse. Les résultats d'une étude de pharmacovigilance datant de 2002 et ayant porté sur 762 femmes enceintes qui avaient pris durant leur grossesse une préparation renfermant, entre autres plantes, des fleurs de sureau (Sinupret®) n'ont pas révélé d'effet tératogène ou embryotoxique.