Lessico
Sanguisuga
Hirudo medicinalis
Ordine Hirudidea, sottordine Gnathobdellae, famiglia Hirudinidae. In greco la sanguisuga era detta bdélla, derivato dal verbo bdállø = mungere, succhiare, poppare. Sanguisuga deriva dal latino sanguis = sangue e sugere = succhiare. In latino classico era detta hirudo, un sostantivo femminile derivato, a quanto pare, dal verbo greco heirúø = estrarre, strappare, o dal suo equivalente erúø.
In italiano la sanguisuga è detta anche mignatta, un termine la cui etimologia è irta di punti interrogativi. Una delle ipotesi più allettanti potrebbe essere quella che ha un addentellato col dito mignolo, aggettivo ma anche sostantivo che potrebbe derivare da una trasformazione di minimus (piccolissimo) in mignimus, rinvenibile per esempio nel piemontese mignu = micio, mignìn = micino, passato a indicare anche il bruco o il verme. La sanguisuga infatti non solo ha l'aspetto di un verme, ma appartiene al phylum degli Anellidi, tanto come i lombrichi.
Da non confondere l'etimologia di mignatta con quella di mignotta, anche se pare possano condividere qualcosa. Mignotta, nel senso di prostituta, sgualdrina, deriverebbe dal francese antico mignotte, femminile di mignot, propriamente gattino (affine a mignon = carino, grazioso). Secondo altri mignotta sarebbe un volgarismo romanesco e da Roma è stato indubbiamente divulgato. Priva di fondamento documentario, ma molto diffusa, è la spiegazione così riassunta da F. Ravano (Dizionario romanesco, Roma, 1994): “L'origine del vocabolo risale a una popolare interpretazione dell'annotazione matris ignotae (di madre sconosciuta) apposta sui registri anagrafici del passato nei riguardi dei trovatelli, annotazione spesso abbreviata in m. ignotae e che, letta come una sola parola, passò a indicare una donna impossibilitata ad allevare un figlio dato il genere di vita condotta”.
Gli Gnatobdellidi (sottordine Gnathobdellae) posseggono nel faringe 3 piastre mascellari cosparse di dentelli, con le quali incidono l’epidermide delle loro vittime. La specie più nota è la Sanguisuga comune o Mignatta comune (Hirudo medicinalis medicinalis; L massima 15 cm), con 6 strisce longitudinali rosse o marroni sulla faccia dorsale e il ventre macchiettato. Un tempo, e talvolta ancora ai nostri giorni, serviva per praticare i salassi, e in seguito alla caccia indiscriminata cui venne sottoposta è ora piuttosto rara. Perciò oggi è spesso sostituita dalla Hirudo medicinalis officinalis, una sottospecie importata con sole 4 strisce dorsali longitudinali e ventre non macchiettato.
Per assumere il cibo la Sanguisuga preme la ventosa orale sull’epidermide della vittima, e la incide con le mascelle, che vengono usate come seghe circolari; la ferita ha pertanto la forma di una stella a 3 raggi. Contemporaneamente le ghiandole salivari, che sboccano tra le mascelle, secernono l’irudina, una sostanza che impedisce la coagulazione del sangue. Così la Sanguisuga succhia circa 10-15 cc di sangue, ma dopo il suo distacco dalla ferita ne sgorgano ancora 20-50. Nell’intestino della Sanguisuga il sangue viene condensato mediante eliminazione di acqua, e quindi digerito in un periodo che si prolunga per circa 6 mesi. Particolari batteri intestinali (Pseudomonas hirudinis) impediscono che il sangue accumulato vada in putrefazione e nello stesso tempo lo digeriscono con sorprendente lentezza. Questa utilizzazione estremamente parsimoniosa del nutrimento permette alla Sanguisuga di vivere per un anno e mezzo pur avendo riempito l'intestino una sola volta; ma anche dopo un periodo così lungo l’animale non muore di fame se non trova subito una nuova vittima. Esso digerisce infatti i tessuti del proprio corpo, e riesce in tal modo a sopravvivere, anche se è costretto a limitare la propria attività. A causa di questa capacità unica in tutto il Regno animale, la Sanguisuga è considerata da R. Lotz l'essere vivente che meglio di ogni altro può essere impiegato per esperienze sui lunghi voli spaziali.
La Mignatta è diventata piuttosto rara nelle nostre regioni, mentre una specie affine, con la quale viene spesso confusa, la Haemopis sanguisuga (L massima 15 cm), è ancora frequente nelle acque stagnanti e correnti. Sebbene il nome greco del genere, come quello latino della specie significhino succhiatore di sangue, questa specie non è ematofaga. I suoi dentelli mascellari sono troppo piccoli e troppo poco numerosi per incidere l’epidermide; pertanto la Haemopis sanguisuga si ciba di vermetti, larve di Insetti e di tutti gli animaletti che può inghiottire interi. I piccoli diverticoli del suo intestino e l’ampiezza dell’ano sono aspetti dell’adattamento a questo tipo di nutrizione. Il nome non appropriato della specie è dovuto a! fatto che essa viene confusa con una forma di aspetto simile dell’Europa meridionale e del Nordafrica, la Sanguisuga del cavalli (Limnatis nilotica; L massima 10 cm) che popola le sorgenti e le pozze ove si recano a bere Bovini ed Equini. Durante l’abbeveramento numerose Sanguisughe penetrano nelle narici, nel faringe, nel laringe e nell’esofago, e provocando un edema delle vie respiratorie possono condurre il soggetto alla morte per soffocamento. Anche l’uomo, dissetandosi negli stessi luoghi, è facilmente assalito dal parassita, soprattutto dagli animali giovani che passano inosservati, e che si insediano per giorni o settimane intere nel faringe, nelle tonsille, nella cavità nasale o sulle corde vocali.
La peggior piaga per l’uomo sono tuttavia gli Emadipsidi (famiglia Haemadipsidae), che popolano con circa 50 specie l’Asia meridionale e sudorientale, l’Oceania, il Madagascar e il Sudamerica. Particolarmente nota è la Haemadipsa zeylanica (L massima 3 cm), diffusa in gran numero nell’isola di Ceylon; essa è in grado di penetrare attraverso le più piccole fessure degli abiti, raggiungendo l’epidermide dell’ignaro viaggiatore e incidendola senza provocare alcun dolore. L’altissimo numero di queste Sanguisughe e la prolungata emorragia delle ferite hanno come conseguenza delle forti perdite di sangue. Questi Irudinei percepiscono la presenza di una vittima non soltanto dai suoi movimenti, ma anche grazie all’odore che essa emana; essi pertanto si spostano controvento in gran numero verso persone e animali immobili. L’unico Emadipside europeo è 1a Xerobdella lecomtei (L massima 4 cm), diffusa nelle Alpi, ove succhia in genere il sangue della Salamandra nera, ma anche di molti altri animali di modeste dimensioni; essa striscia fuori dei suoi rifugi nel terreno solo quando piove e durante le notti umide.
Bernhard
Grzimek
Vita degli animali - 1971
Sanguisuga
Con il termine sanguisuga vengono comunemente identificate le specie di Anellidi (vermi segmentati) appartenenti alla sottoclasse Hirudinea. Le sanguisughe vivono generalmente nelle paludi non inquinate delle regioni intertropicali, fino a latitudini moderate. La loro bocca è provvista di una ventosa con la quale si attaccano al corpo di un vertebrato, in genere un mammifero, ma anche pesci, e servendosi di mascelle chitinose dentellate incidono la cute della vittima per nutrirsi del suo sangue.
Un tipico rappresentante è Hirudo medicinalis, la comune sanguisuga dei nostri climi. La metameria non è così evidente, almeno dall'esterno, tuttavia il corpo delle sanguisughe è sempre composto da 34 segmenti. I segmenti sono suddivisi, ma solo esternamente, in più anelli ciascuno. La bocca è circolare e provvista di dentelli calcarei. Produce un potente anticoagulante per meglio succhiare il sangue e un anestetico per impedire alla vittima di provare dolore, permettendole così di nutrirsi indisturbata. Una volta nutrite, le sanguisughe possono rimanere per mesi senza prendere cibo.
Uso in medicina
Le pratiche qui descritte non sono accettate dalla scienza medica, non sono state sottoposte alle verifiche sperimentali condotte con metodo scientifico o non le hanno superate. Potrebbero pertanto essere inefficaci o dannose per la salute. Queste informazioni hanno solo un fine illustrativo.
La medicina galenica le usava volentieri come moderata terapia ablativa. Oggi vengono ancora applicate in medicina popolare, medicina alternativa, naturopatia per malattie delle vene, tinnitus e altre patologie, e raramente in chirurgia plastica ricostruttiva per promuovere la guarigione di interventi e per impedire cheratosi. Per scopi terapeutici si usano Hirudo medicinalis che provengono da culture controllate.
Si applicano da 2 a 10 sanguisughe sul posto indicato (ampiamente descritti in testi galenici antichi e moderni), sfruttando le proprietà anticoagulanti, antinfiammatorie e spasmolitiche dell'irudina iniettata dalla sanguisuga. Pare che l'irudina iniettata si conservi a lungo nel tessuto connettivo sottodermico locale.
Si conservano le sanguisughe "affamate" in vasi con acqua fresca (cambiata ogni due giorni), coperte con garza all'ombra fino all'uso. L'applicazione sul paziente disteso richiede un po’ di esperienza (preparazione, applicazione, sorveglianza per circa un'ora) e avviene in tardo autunno fino all'inizio della primavera.
Saziate, le sanguisughe si staccano da sole e vanno messe in un vaso di acqua fino alla loro morte forzata. Procedura che richiede esperienza. Il cliente va bendato e medicato in maniera che resista bene alla susseguente leggera emorragia che può durare anche 24 ore. Dei clienti con note allergie a sostanze animali si medicano inoltre con antiistaminici locali contro il prurito.
Sanguisughe al bazar egiziano di Istanbul
Leeches are annelids comprising the subclass Hirudinea.
There are fresh water, terrestrial, and marine leeches. Like the Oligochaeta,
they share the presence of a clitellum. Like earthworms, leeches are
hermaphrodites.
The European Medical Leech (Hirudo medicinalis) and some congeners as
well as some other species have been used for clinical bloodletting for
thousands of years, although most leeches do not feed on human blood, but on
small invertebrates, which they eat whole.
Haemophagic leeches attach to their hosts and remain there until they become full, at which point they fall off to digest. A leech's body is composed of 34 segments. They all have an anterior (oral) sucker formed from the first six segments of their body, which is used to connect to a host for feeding, and also release an anaesthetic to prevent the host from feeling the leech. They use a combination of mucus and suction (caused by concentric muscles in those six segments) to stay attached and secrete an anti-clotting enzyme into the host's blood stream. Some species of leech will nurture their young, while providing food, transport, and protection; which is unusual behavior in an invertebrate.
Systematics and taxonomy
The leeches are presumed to have evolved from certain Oligochaeta, most of which feed on detritus. However, some species in the Lumbriculidae are predatory and have similar adaptations as found in leeches. Consequently, the systematics and taxonomy of leeches is in need of review. While leeches form a clade, the remaining oligochetes are not their sister taxon but a diverse paraphyletic group containing some lineages that are closely related to leeches, and others that are far more distant.
There is some dispute as to whether Hirudinea should be a class itself, or a subclass of the Clitellata. The resolution mainly depends on the eventual fate of the oligochetes, which as noted above do not form a natural group as traditionally circumscribed. Another possibility would be to include the leeches in the taxon Oligochaeta, which would then be ranked as a class and contain most of the clitellates. The Branchiobdellida are leechlike clitellates which were formerly included in the Hirudinea but are apparently just rather close relatives.
The more primitive Acanthobdellidea are often included with the leeches, but some authors treat them as a separate clitellate group. True leeches, of the infraclass Euhirudinea, have both anterior and posterior suckers and are divided into two groups:
Rhynchobdellida (or Rhynchobdellae): jawless leeches, armed with a muscular straw-like proboscis puncturing organ in a retractable sheath.
Arhynchobdellida (or Arhynchobdellae): leeches which lack a proboscis and which may or may not have jaws armed with teeth.
True leeches, of the subclass Euhirudine, with both anterior and posterior suckers, are divided into two groups:
Rhynchobdellae: "jawless" leeches, armed with a muscular straw-like proboscis puncturing organ in a retractable sheath. The Rhynchobdellae consist of two families: the Glossiphoniidae (flattened leeches with a poorly defined anterior sucker) and the Piscicolidae (have cylindrical bodies and a usually well-marked, bell-shaped, anterior sucker). The Glossiphoniidae live in fresh-water habitats; the Pisciolidae are found in seawater habitats.
Arhynchobdellid: leeches which lack a proboscis and which may or may not have jaws armed with teeth. Arhynchobellids are divided into two orders: Gnathobdellae and Pharyngobdellae.
Gnathobdelae: in this order of "jawed" leeches, armed with teeth, is found the quintessential leech: the European medical (bloodsucking) leech, Hirudo medicinalis. It has a tripartite-jaw filled with hundreds of tiny sharp teeth. The incision mark left on the skin by the European medical leech is an inverted Y inside a circle. Its North American counterpart is Macrobdela decora, a much less efficient medical leech. Within this order, the family Hirudidae is characterized by aquatic leeches and the family Haemadipsidae by terrestrial leeches. In the latter are Haemadipsa sylvestris, the Indian leech and Haemadipsa zeylanica (Yamabiru), the Japanse Mountain or Land Leech.
Pharyngobdellae: these so called worm-leeches consist of freshwater or amphibious leeches that have lost the ability to penetrate a host's tissue and suck blood. They are carnivorous and equipped with a relatively large, toothless, mouth to ingest worms or insect larvae, which are swallowed whole. The Pharyngobdellae have six to eight pairs of eyes, as compared with five pairs in Gnathobdelliform leeches, and include three related families. The Erpobdellidae are some species from freshwater habitats.
Reproduction
Leeches are hermaphrodites, meaning they are organisms that have both female and male reproductive organs (ovaries and testes respectively). They reproduce by reciprocal fertilization and sperm transfer occurs during copulation. The leech exercising the role of the male will grow a sperm sack near the end of their tail, and the leech playing the female will bite it off, thus reproducing. Similarly to the earth worms, leeches also use a clitellum to hold their eggs and secrete the cocoon.
During reproduction leeches utilize hyperdermic injection of their sperm. They use a spermatophore which is a structure containing the sperm. Once next to another leech, the two will line up with their anterior side opposite the others posterior. The leech then shoots the spermatophore into the clitellar region of the opposing leech where its sperm will make its way to the female reproductive parts.
Nutrition of leeches
Starting from the anterior sucker is the jaw, the pharynx which extends to the crop, which leads to the intestinum, where it ends at the posterior sucker. The crop is a type of stomach that works like an expandable storage compartment. The crop allows a leech to store blood up to five times its body size, and because the leech produces an anti-coagulant, the stored blood remains in a liquid state; because of this ability to hold blood without the blood decaying, due to bacteria living inside the crop, medicinal leeches only need to feed two times a year.
It was long thought that bacteria in the gut carried on digestion for the leech instead of endogenous enzymes which are very low or absent in the intestine. Relatively recently it has been discovered that all leeches and leech species studied do produce endogenous intestinal exopeptidases which can unlink free terminal-end amino acids, one amino acid monomer at a time, from a gradually unwinding and degrading protein polymer. However, unzipping of the protein can start from either the amino (tail) or carboxyl (head) terminal-end of the protein molecule. It just so happens that the leech exopeptidase (arylamidases), possibly aided by proteases from endosymbiotic bacteria in the intestine, starts from the tail or amino protein, free-end, slowly but progressively removing many hundreds of individual terminal amino acids for resynthesis into proteins that constitute the leech. Since leeches lack endopeptidases, the mechanism of protein digestion can not follow the same sequence as it would in all other animals where exopeptidases act sequentially on peptides produced by the action of endopeptidases. Exopeptidases are especially prominent in the common North American worm-leech Erpobdella punctata. This evolutionary choice of exopeptic digestion in Hirudinea distinguishes these carnivorous clitellates from Oligochaeta.
Deficiency of digestive enzymes (except exopeptidases) but more importantly deficiency of vitamins, B complex for example, in leeches is compensated for by enzymes and vitamins produced by endosymbiotic microflora. In Hirudo medicinalis these supplementary factors are produced by an obligatory symbiotic relationship with two bacterial species, Aeromonas veronii and a still uncharacterized Rikenella species. Non-bloodsucking leeches such as Erpobdella punctata are host to three bacterial symbionts, Pseudomonas sp., Aeromonas sp., and Klebsiella sp. (a slime producer). The bacteria are passed from parent to offspring in the cocoon as it is formed.
Leech bites
Though all species of leeches feed on blood, not all species can bite; 90% of them solely feed off decomposing bodies and open wounds of amphibians, reptiles, waterfowl, fish, and mammals (including, but not limited to, humans). A leech attaches itself when it bites, and it will stay attached until it has had its fill of blood. Due to an anticoagulant (hirudin) that leeches secrete, bites may bleed more than a normal wound after the leech is removed. The effect of the anticoagulant will wear off several hours after the leech is removed and the wound is cleaned.
Leeches normally carry parasites in their digestive tract which cannot survive in humans and do not pose a threat. However, bacteria, viruses, and parasites from previous blood sources can survive within a leech for months, and may be retransmitted to humans. A study found both HIV and hepatitis B in African leeches from Cameroon.
Removal
One recommended method of removal is using a fingernail to break the seal of the oral sucker at the anterior end (the smaller, thinner end) of the leech, repeating with the posterior end, then flicking the leech away. As the fingernail is pushed along the person's skin against the leech, the suction of sucker's seal is broken, at which point the leech should detach its jaws.
A common but medically inadvisable technique to remove a leech is to apply a flame, a lit cigarette, salt, soap, or a caustic chemical such as alcohol, vinegar, lemon juice, insect repellent, heat rub, or certain carbonated drinks. These cause the leech to regurgitate its stomach contents into the wound and quickly detach. The vomit may carry disease and increases the risk of infection. Simply pulling a leech off by grasping it can also cause regurgitation, and adds risks of further tearing the wound, and leaving parts of the leech's jaw in the wound, which can also increase the risk of infection.
An externally attached leech will detach and fall off on its own when it is satiated on blood, usually in about 20 minutes (but will stay there for as long as it can), while internal attachments, such as nasal passage or vaginal attachments, are more likely to require medical intervention.
Treatment
After removal or detachment, the wound should be cleaned with soap and water, and bandaged. Bleeding may continue for some time, due to the leech's anti-clotting enzyme. Applying pressure can reduce bleeding, although blood loss from a single bite is not dangerous. The wound normally itches as it heals, but should not be scratched as this may complicate healing and introduce other infections. An antihistamine can reduce itching, and applying a cold pack can reduce pain or swelling. Some people suffer severe allergic or anaphylactic reactions from leech bites, and require urgent medical care. Symptoms include red blotches or an itchy rash over the body, swelling away from the bitten area (especially around the lips or eyes), feeling faint or dizzy, and difficulty breathing.
Prevention
There is no guaranteed method of preventing leech bites in leech-infested areas. The most reliable method is to cover exposed skin. The effect of insect repellents is disputed, but it is generally accepted that strong (maximum strength or tropical) insect repellents do help prevent bites. Leech socks can be helpful in preventing bites when the full body will not be at risk of contact with leeches. Leech socks are pulled over the wearer’s trousers to prevent leeches reaching the exposed skin of the legs and attaching there or climbing towards the torso. The socks are generally a light color that also makes it easier to spot leeches climbing up from the feet and looking for skin to attach to.
There are many home remedies to help prevent leech bites. Many people have a great deal of faith in these methods, but none of them has been proven effective.[citation needed]Some home remedies include: a dried residue of bath soap, tobacco leaves between the toes, pastes of salt or baking soda, citrus juice, and eucalyptus oil. Diluted calcium hydroxide may also be used as a repellent, but may be damaging or irritating to the skin.
La sous-classe Hirudinea est celle des sangsues. Elle regroupe environ 650 espèces de 1 à 20 cm de longueur. Environ 300 espèces sont des parasites temporaires d'animaux marins, terrestres ou d'eau douce. Elles respirent par la peau, possèdent deux cœurs, certaines sont pourvues d'une ventouse à chaque extrémité du corps. Elles étaient collectées ou/et cultivées autrefois pour effectuer des saignées, mais sont également utilisées aujourd'hui pour drainer le sang de régions du corps où le retour sanguin s'effectue mal.
En français, le mot sangsue vient du latin sanguisuga, venant lui même de sanguis signifiant le sang. Le mot latin suga, également proche de sangsue, veut dire "je suce". Quand au nom de la sous-classe, Hirudinea, il viendrait du latin haereo signifiant "j'adhère". En anglais, sangsue se traduit par leech, signifiant également un exploiteur, est un ancien mot primitif (laece) désignant un médecin. L'utilisation médicinale est donc bien marquée.
Description
Le corps des sangsues est aplati dorso-ventralement, de forme ovale ou allongée selon son niveau de contraction. Les seuls organes visibles de l'extérieur sont la ventouse antérieure, contenant l'ouverture de la bouche, et la ventouse postérieure, servant la fixation. La sangsue respire par la peau et possède deux cœurs, mais elle n'a pas de cerveau centralisé. Certaines peuvent mesurer jusqu'à 20 cm et peser jusqu'à 30 g. Sa très grande élasticité et flexibilité est étonnante. Le corps de la sangsue est segmenté en environ 34 anneaux.
Il y a de nombreuses espèces de sangsue. Parmi les plus connues, on peut citer: la sangsue marine (Pontobdella muricata); la Sangsue médicinale (Hirudo medicinalis), qui est suceuse de sang de mammifère et est élevée pour des besoins médicaux. Une autre sangsue médicinale est Hirudo verbena, également suceuse de sang de mammifères, également élevée, ayant les mêmes vertus que la précédente et souvent confondue avec elle; Dinobdella ferox (littéralement la « sangsue féroce »).
Cycle de vie
Les sangsues se nourrissent de déchets organiques pour certaines, d'autres se nourrissent d'invertébrés aquatiques, les plus connues sont des parasites du corps et de la cavité buccale de plusieurs vertébrés (des poissons jusqu'à l'Homme). Pour cela, elles se fixent par ventouse sur leur hôte, perforent les tissus de leurs mâchoires munies de dents cornées et sucent le sang. Les sangsues sont hermaphrodites pour la majorité d'entre elles. Certaines ont une fécondation réciproque entre deux individus. Sa longévité moyenne est évaluée à 27 ans.
Population
Les sangsues sont protégées dans de nombreux pays à cause de leur diminution, liée à la destruction de leur habitat et à la pollution. Jusqu’à la fin du XIXe siècle, plus de cinquante millions de sangsues médicinales peuplaient les mares et les étangs français. Aujourd'hui, il en existe très peu en France à l'état sauvage (notamment dans le massif central, en Lozère). L'assèchement des marais a fait énormément de tort à l'espèce. La pollution — engrais, pesticides et herbicides — a fini de l'achever. Quatre entreprises dans le monde (Russie, France, Allemagne et Pays de Galles) font l'élevage de quelques espèces à des fins médicinales, c'est l'hirudiniculture.
Utilisation médicinale
Parmi les 650 espèces de sangsues existantes, la sangsue médicinale (Hirudo medicinalis), est une véritable alliée pour la santé humaine. Les propriétés anticoagulantes, anti-inflammatoires, vasodilatatrices et anesthésiques de sa salive sont utilisées dans différents domaines de la médecine. Il est déconseillé d'enlever une sangsue en appliquant du sel, de l'anti-moustiques, en la brûlant ou en tirant dessus. En effet, la sangsue risque de régurgiter dans la plaie et causer des infections . La méthode la plus sûre est la suivante:
Placez un ongle sur votre peau, juste à côté de la bouche de la sangsue (l'extrémité la plus fine). - Glissez doucement mais fermement l'ongle vers la bouche pour la détacher. Elle cherchera à se recoller. Si elle y parvient, elle ne commencera toutefois pas à sucer le sang tout de suite, vous pouvez facilement la redécoller. - Détachez ensuite la queue (la partie large) et jetez la sangsue. - Ne vous inquiétez pas si la plaie saigne abondamment: cela est dû à l’anticoagulant que vous injecte l'animal. La plaie vous démangera pendant un certain temps mais il ne faut surtout pas la gratter, afin d'éviter les infections. Si vous n'avez rien pour enlever la sangsue, vous pouvez la laisser tranquille et supporter l'inconfort le temps qu'elle soit rassasiée et lâche prise d'elle-même (de 30 mn à 24 h, selon sa voracité et les régions du monde). Cependant il est généralement préférable de s'en débarrasser rapidement.
Il arrive parfois que les sangsues (en particulier les Dinobdella ferox) s'introduisent dans les orifices naturels comme la bouche, le nez, l'oreille ou le vagin. Cette situation (l'hirudiniase) peut s'avérer très dangereuse car la sangsue obstrue progressivement les voies respiratoires en se gonflant de sang. Elle peut également provoquer des hémorragies. Un médecin doit être consulté mais en cas d'urgence, on peut se gargariser avec de l'alcool fort (vodka, whisky, etc.) ou dans les cas extrêmes, percer la sangsue. Les sangsues ne transmettent pas de parasites nuisibles pour l'homme. Leur estomac peut toutefois renfermer des bactéries susceptibles d'infecter la plaie si on retire brutalement le parasite. Des allergies peuvent par ailleurs se produire.