Lessico


Sincope

Dal greco sygkopë, da synkóptø, spezzare. In fonetica è il fenomeno della totale scomparsa di uno o più suoni all'interno di una parola, generalmente prodotto da un forte accento espiratorio precedente o seguente. Se ne possono trovare esempi in latino classico (reppuli invece di *repepuli, valde invece di valide) e più ancora nel latino volgare (caldus per calidus, postus per positus).

È interessante notare che già Augusto riteneva pedante la pronuncia calidus, positus. L'italiano, come le altre lingue romanze, continua normalmente le forme sincopate, che in poesia sono ancor più sviluppate per ottenere determinati effetti stilistici (medesmo per medesimo, carco per carico).

La sincope fonetica non è da confondere con quell'episodio morboso caratterizzato da improvvisa, completa e transitoria perdita della coscienza che può essere provocata da: sforzo, prolungata stazione eretta, protratto decubito supino (nel momento in cui ci si alza in piedi), dolore acuto, intense emozioni, stato tossinfettivo, labilità vasomotoria, arteriosclerosi, ipertensione arteriosa, accelerazione (come avviene nei piloti durante i voli acrobatici), anossia anossica, ipoglicemia, infarto del miocardio, farmaci, stimolazione del seno carotideo. Può essere conseguente anche a turbe circolatorie che diminuiscono l'afflusso di sangue al cervello (sincopi cardiache): per esempio, fibrillazione atriale o ventricolare, blocco seno-atriale, collasso cardiaco, vasodepressione, trombo, lesioni intracardiache. Stop!