Lessico


Tarnasari

Tarnassari, Tenasari, Tanaser, Tanazzar, Tanazzari: ecco le molteplici grafie di Tenasserim, regione della Birmania che s’insinua, con la Tailandia, nella penisola di Malacca, importante emporio per i traffici con l’India. Ai tempi di Amerigo Vespucci (1454-1512) apparteneva, come buona parte della penisola di Malacca, al regno del Siam.

A cominciare dal 1535 la riunificazione della Birmania avvenne grazie all'attività di Tabinshweti re di Taungu, e più tardi di suo cognato Bayinnaung, che si servirono di un esercito in cui militava anche un corpo di Portoghesi. Sotto questi due sovrani la Birmania iniziò una politica di conquista e di espansione, specie a danno del Siam. Con alterne vicende, la dinastia – che aveva per capitale Pegu – restò al potere fino al 1740 circa.

Il regno del Pegu, detto anche del Pegù.

La fonte dei polli giganti del Tarnasari è rappresentata da Ludovicus Patritius – alias Lodovico de Varthema - e dobbiamo dire grazie a Gessner. Conrad Gessner Historia Animalium III (1555), pag. 381: Circa Tarnasari urbem Indiae gallos gallinasque proceriores vidisse memini quam usquam alibi, Ludovicus Patritius.

Per Aldrovandi i polli del Tarnasari avevano una mole che era il triplo dei polli italiani abituali. Così scrive a pag. 193 del II volume di Ornitologia: item apud Tarnasaros Indiae populos alios Gallos et Gallinas reperiri nostratibus triplo maiores.

Aldrovandi si permette di triplicare la mole di questi polli, mentre la fonte – e conviene credere a Gessner – si limita a dire che si tratta di galli e galline più grandi di quelli visti in qualsiasi altra località. A mio avviso Aldrovandi - come è suo solito - ha ciurlato nel manico. Non fornisce la fonte di questi polli giganti del Tarnasari, così nessuno può contestarlo circa la triplicazione della loro mole.

Non dobbiamo tuttavia omettere quanto ci racconta Gasparo Balbi a proposito di galline mastodontiche incontrate in Asia. Gasparo Balbi, gioielliere veneziano, nell’anno 1583 stava navigando nel golfo del Bengala per raggiungere il regno del Pegù. Così racconta a proposito di questo regno abitato da popolazioni Mon:

«In questo regno non nascono se non risi e grandissima quantità di galline buone, capretti, manzi, anatre, porci, colombi; ma colombi a noi per certo rispetto vendono mal volentieri, e di quelli mangiano in buona quantità e abbondanza, avendo tanto più carestia di grano, il quale non nasce in quel regno. [...] Si mangiano gran quantità di porci molto grassi e buoni e galli ancora tanto grandi di corpo, di gambe e di collo che mai ho visto de’ più grandi; e le donne ammazzano le galline con seder loro sul collo e soffogarle, ma in altra maniera non le ammazzano per non far sangue. Mangiano ancora d’alcuni galletti e galline dette lorine, che sono grandi come le tortorelle co’ piedi pelosi, ma tanto belle che non viddi mai un uccello così bello, de’ quali un maschio e una femmina ne portai fino a Chiavul [Chaul] e quivi, dubitando non mi venissero tolte, le donai a’ Padri Cappuccini della Madre di Deos.»

Galline lorine

Lorine può essere collegato al malese luri, pappagallo, mentre altri rimandano al giavanese lurik, gallo con penne macchiettate.

Tortorelle dai piedi pelosi

Le “tortorelle co’ piedi pelosi” potrebbero essere dei Columbiformi appartenenti alla famiglia Pteroclidae e al genere Syrrhaptes: sia il Syrrhaptes paradoxus che il tibetanus vivono nel sud dell’Asia, hanno piedi particolarmente brevi e piumati anche sulle dita - che sono solo 3 in quanto manca l’alluce - unite tra loro da una membrana.