Unicuique suum

Ogni Libro ha la sua storia

Un trattato scientifico non è mai opera di un solo Autore, ma di esperienze faticosamente accumulate nei secoli, e, quando ha per tema la Genetica, può affondare saldamente le sue radici solo nella seconda metà del 1800, quando Mendel verificò le sue geniali intuizioni, perseverando come un Certosino, pur essendo Agostiniano.

Perché Mendel ha scoperto ciò che da millenni era celato? Possibile che sia approdato alle leggi dell’ereditarietà solo perché, come suo padre, amava la natura, oltre ad essere dotato di mente equilibrata ed organizzatrice?

Io ritengo di no, e per questo voglio fare una digressione che al tempo stesso è storica e psicologica. Gregorio viveva in un convento, e la Storia c’insegna che gli studi scientifici spesso sono stati osteggiati da alcuni Capi della Chiesa Cattolica. Ne avremo la riprova leggendo la biografia di Gregorio. Invece, l’Abate Napp, Superiore di Mendel, non apparteneva alla risma dei retrivi, era senz’altro una persona intelligente, aperta, doveva soprattutto essere un Prete che non conosceva l’invidia, fardello di chi è inferiore ma non si sente tale. Assecondò il suo frate, erigendo addirittura una serra tutta per lui, era un Mecenate, di cui dovrebbe esser prodiga la vita, pronto a favorire gl’individui capaci anziché tarpar loro le ali. Non si trattò di una congiuntura di astri, ma di pura sintonia fra esseri intelligenti e umani.

Comunque stiano le cose, un dato è certo: nel giro di quattro lustri, una materia apparentemente governata dal caso è stata imbrigliata e messa a disposizione del benessere umano, dell’economia, nonché del diletto degli Avicoltori.

Nel novembre del 1993 ebbi fra le mani alcuni articoli sulla Genetica del Pollo apparsi nei periodici dell’ATA , l'Associazione Toscana Avicoltori che allora portava il nome di AIA. Li lessi con avidità, e cominciai ad orientarmi nel dedalo delle colorazioni e dei disegni del piumaggio. Fabrizio Focardi, attivo e prezioso Presidente dell’ATA, mi fornì il materiale originale in francese da cui erano tratte le notizie pubblicate nei suoi opuscoli, veri gioielli per giovani e vecchi avicoltori.

Un’altra digressione è necessaria. Il più insigne Etruscologo, il tedesco Keller, ha affermato che indizi della genialità degli Etruschi possiamo trovarli disseminati attraverso secoli di Storia Italiana, e che possiamo forse ancora individuarli nella genialità degli Italiani d’oggi, specie nei diretti discendenti dei Tusci. Infatti, basta pensare quale fucina d’arti e scienze è stata la Toscana: Giotto, Michelangelo, Leonardo, tre astri in un firmamento popolato da stelle altrettanto luminose. È realtà, non la sterile affermazione d’un Teutone. L’AIA FI-PI è diventata un importante faro culturale nello squallido deserto dell’avicoltura italiana, avviata finalmente a una dignitosa rinascita, i cui primi tangibili segni emergono dall’attività della nuova Federazione FIAV, capeggiata dall’infaticabile Maurizio Tona.

Curioso come un bambino, e pertanto insoddisfatto di quanto avevo tra le mani, decisi di aggredire il pollo alla radice. Mi avventurai su un sentiero che si è trasformato in un’autostrada a 3 corsie. Mi dedicai alla traduzione dei testi francesi, li integrai e li confrontai con la letteratura inglese, tedesca, americana, brasiliana, russa, olandese, cilena, italiana, spagnola, canadese, peruviana, ceca, giapponese, australiana, cinese e svedese.

Approfittai di qualsiasi occasione per verificare i dati, tartassando persino un tassista egiziano alle quattro e mezzo del mattino mentre mi conduceva all’aeroporto di Londra, dove avrei riabbracciato Bill Plant. Ventun’ore di volo da Sydney con tre quarti di secolo sulle spalle non è cosa da poco. Il pollo aveva da tempo sedotto anche lui, e così accettò l’avventura europea, desideroso di arricchire e completare quanto per decenni aveva racimolato con passione. In lui ho visto rivivere l’Abate Napp: nel 1995, Bill lasciò a mia completa disposizione la sua biblioteca personale, una miniera senza fine, conscio che il sapere è di tutti, e che la prodigalità è di pochi.

Ecco cos’è nato: un rompicapo per gli Avicoltori, che a questo punto debbono solo scegliere se in questa vita bisogna essere Medici o mediconi, Scienziati o alchimisti, Allevatori o allevatori.

La materia è stata volutamente trattata in modo vasto, senza risparmio di colpi, talora con sapore di pedanteria. Questi peccati sono stati commessi al puro scopo di non costringere gli amici Allevatori all’estenuante ricerca di testi introvabili, spinti dal desiderio di far luce su un concetto solo in apparenza marginale, ma che presto o tardi si rivela essere un elemento chiave nella comprensione di quelle raffinatezze che essi da tempo sanno creare con quotidiana consumata maestria.

Nessuno è nato Maestro. Per cui, se Essi non saranno in grado di masticare almeno una parte, la parte essenziale, di quanto troveranno in queste pagine, possono disilludersi fin d’ora di raggiungere le vette dei Paesi d’Oltralpe e d’Oltreoceano.

E tengano per certo che il contenuto di questo trattato fra poco sarà in parte obsoleto, in quanto anche la genetica del pollo è Scienza, che per definizione è in continuo divenire, e per la quale s’impone un costante aggiornamento.

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