Antonio
Ligabue
1899-1965
Lotta
di galli
1953
Autoritratto
Antonio Ligabue, vero nome Antonio Laccabue (Zurigo, 18 dicembre 1899 – Gualtieri, Reggio Emilia, 27 maggio 1965), è stato un pittore italiano, tra i maggiori esponenti del genere naïf nel XX secolo. Nato da Elisabetta Costa, originaria bellunese e da padre ignoto, la madre sposò nel 1900 Bonfiglio Laccabue, originario di Reggio Emilia che legittimò il figlio Antonio dandogli il proprio cognome, che nel 1942 il pittore cambierà in Ligabue. Nel 1901 fu affidato a una famiglia affidataria, gli Hasserman. Nel 1913 morirono tragicamente la madre, Elisabetta, e 3 fratellastri. Entrò in un collegio di ragazzi portatori di handicap, ma nel 1915 ne fu espulso. Iniziò a lavorare saltuariamente come contadino e condusse una vita errabonda. Dopo un vivace alterco con la madre affidataria fu ricoverato in una clinica psichiatrica.
Nel 1919, su denuncia della Hasserman, fu espulso dalla Svizzera. Da Chiasso fu condotto a Gualtieri, paese d'origine del padre adottivo, ma, non sapendo una parola d'italiano, fuggì dal paese tentando di tornare in Svizzera. Riportato nel paese, visse del soccorso del Comune nell'Ospizio di mendicità Carri. Nel 1920 gli fu offerto un lavoro agli argini del Po e proprio in quel periodo iniziò a dipingere. Nel 1928 incontrò Renato Marino Mazzacurati , il quale ne comprese l'arte genuina e gli insegnò l'uso dei colori a olio guidandolo verso la piena valorizzazione del suo talento. In quegli anni si dedicò completamente alla pittura, continuando a vagare senza meta lungo il fiume Po.
Nel 1937 fu ricoverato in manicomio a Reggio Emilia per atti di autolesionismo. Nel 1941 lo scultore Andrea Mozzali lo fece dimettere dall'ospedale psichiatrico e lo ospitò a casa sua a Guastalla, vicino a Reggio Emilia. Durante la guerra fece da interprete per le truppe tedesche. Nel 1945 fu internato in manicomio per aver picchiato un militare tedesco e vi rimase per 3 anni.
Nel 1948 iniziò a dipingere più intensamente, e giornalisti, critici e mercanti d'arte iniziarono a interessarsi a lui. Nel 1957 Severo Boschi, firma de Il Resto del Carlino, e il noto fotoreporter Aldo Ferrari si recarono a Gualtieri per incontrarlo: ne scaturì un servizio sul quotidiano e immagini tuttora notissime. Nel 1961 fu allestita la sua prima mostra personale alla Galleria La Barcaccia di Roma. Ebbe un incidente di motocicletta e l'anno successivo fu colpito da paresi. Guastalla gli dedicò una grande mostra antologica. Chiese di essere battezzato e cremato, morì il 27 maggio 1965. Riposa nel cimitero di Gualtieri, sulla sua lapide la maschera funebre in bronzo a opera di Mozzali.
Fu denominato Al matt, il matto, o Al tedesch, il tedesco. Nel 1965, all'indomani della sua morte, gli venne dedica una retrospettiva nell'ambito della IX Quadriennale di Roma. Sulla sua vita, il regista Salvatore Nocita realizzò nel 1977 per la RAI uno sceneggiato, Ligabue, con Flavio Bucci nella parte dell'artista. Al Palazzo Reale di Milano si è svolta una mostra monografica sul pittore. Iniziata il 20 giugno 2008, è terminata il 4 novembre 2008.
Aquila
con volpe
1952