Diego Velázquez
1599-1660
Uova
e nani acondroplasici
come la gallina bassotta bolognese
Diego Rodríguez de Silva y Velázquez (Siviglia 1599 - Madrid 1660), pittore spagnolo, massimo esponente dello stile barocco. Tra il 1611 e il 1617 lavorò come apprendista presso Francisco Pacheco, pittore manierista di Siviglia e autore di un importante trattato di pittura (El arte de la pintura, 1649). Velázquez assimilò gli stili pittorici più diffusi dell'epoca, in gran parte influenzati dal realismo italiano e fiammingo.
Le prime opere, eseguite tra il 1617 e il 1623, possono essere raggruppate in tre categorie: i bodegones (dipinti di genere con nature morte), i ritratti e le scene religiose. Molti di questi lavori mostrano una marcata impronta naturalista, come Due giovani a tavola (1617 ca., Wellington Museum, Londra), tra le prime opere realizzate come artista indipendente, eseguita dopo aver superato l'esame per l'ammissione alla corporazione di San Luca; La friggitrice d'uova (1618, Edimburgo, National Gallery).
Nei bodegones, come l'Acquaiolo di Siviglia (1618-19 ca., Wellington Museum, Londra), i magistrali effetti di luce e ombra, così come l'osservazione diretta della natura, presentano strette analogie con la maniera di Caravaggio. Per i dipinti religiosi, caratterizzati da un tono di sincera devozione, Velázquez utilizzò come modelli uomini e donne comuni, conosciuti per le vie di Siviglia; nell'Adorazione dei Magi (1619, Prado, Madrid), in cui compare anche un autoritratto, i modelli per le figure bibliche furono i suoi stessi familiari.
Bene introdotto nella ristretta cerchia intellettuale di Siviglia, Velázquez entrò in contatto con letterati e poeti famosi, come Luis de Góngora y Argote, del quale realizzò un ritratto (Museum of Fine Arts, Boston) nel 1622. Tali conoscenze stimolarono nel pittore l’interesse per la cultura classica, che costituirà in seguito la base per numerose composizioni di soggetto mitologico, ricche di significati e simbologie nascoste.
Dopo un primo viaggio a Madrid nel 1622, Velázquez tornò nella capitale l’anno seguente, nominato pittore ufficiale di Filippo IV. Nel 1623 eseguì il primo di una lunga serie di ritratti del sovrano (Meadows Museum of Art, Dallas), inaugurando un periodo di intensa attività come ritrattista, prediletto dai membri della famiglia reale e della corte. Non mancò tuttavia di dedicarsi talvolta anche a soggetti mitologici, seppure con un taglio decisamente anticlassico: nel Trionfo di Bacco (o I bevitori, 1628-29, Prado) il dio del vino (Bacco) è rappresentato in un banchetto all’aperto insieme a personaggi che assomigliano più a furfanti d’osteria che a figure dell’Olimpo, a riprova dell’interesse del pittore per il realismo.
Nell'agosto del 1629 Velázquez, invogliato probabilmente anche dalle conversazioni sull'arte italiana intrattenute con Rubens a Madrid, partì da Barcellona per Genova; trascorse quindi due anni in viaggio per l'Italia, visitando Milano, Venezia, Parma, Roma e Napoli, dove poté studiare da vicino e assimilare l'arte del Rinascimento e del barocco italiano. Tra le molte opere eseguite in questo periodo si ricorda la Fucina di Vulcano (1630, Prado), in cui la resa delle figure umane, ispirata allo stile plastico di Michelangelo, si combina con la tecnica del chiaroscuro affinata sull’esempio di Guercino e di Giovanni Lanfranco.
Rientrato a Madrid, Velázquez tornò alle mansioni di ritrattista di corte, eseguendo tra l’altro l'intenso Principe Baltasar Carlos con una nana (1631, Museum of Fine Arts, Boston), che la precoce morte del giovane principe nel 1646 rese ancora più pregnante. Nel 1634 diresse i lavori per la decorazione della sala del trono nel nuovo Palazzo reale del Buen Retiro, per il quale progettò dodici scene di battaglia, realizzate in collaborazione con gli artisti più celebri dell'epoca, e dipinse una serie di ritratti reali equestri. Le opere autografe di Velázquez nel ciclo dei quadri delle battaglie comprendono la Resa di Breda (1634, Prado), in cui viene rappresentato l’incontro tra un generale spagnolo e il comandante delle truppe fiamminghe sconfitte dopo l'assedio della città nel 1624. L'originale composizione en plein air, la delicatezza e la precisione della pennellata insieme alla drammaticità rattenuta della situazione descritta fanno di questo dipinto la più celebrata opera storica dell'arte barocca spagnola.
Del periodo compreso tra il 1638 e il 1664 è l'importante serie di ritratti di caccia della famiglia reale, commissionata per la Torre de la Parada, padiglione di caccia presso Madrid. Negli stessi anni Velázquez si occupò tuttavia anche di altri soggetti, più originali: intorno al 1643-44 datano le famose raffigurazioni di buffoni e nani di corte i quali, diversamente degli usi correnti, vengono ritratti con rispetto e simpatia. Come pittore di corte Velázquez eseguì pochi lavori a soggetto religioso; le eccezioni più interessanti sono costituite dalle Storie dei santi Antonio abate e Paolo eremita (1634 ca., Prado) e dalle due versioni di Cristo in Croce (1631 ca., Prado).
Negli ultimi vent'anni Velázquez dedicò molto tempo agli impegni diplomatici e al lavoro di funzionario di corte. Ricevette alcuni incarichi come architetto ed ebbe la commissione di decorare le nuove stanze nei palazzi reali. Tra il 1649 e il 1650 fu nuovamente a Roma, dove dipinse due ritratti divenuti poi celeberrimi: Juan de Pareja (Metropolitan Museum of Art, New York) e Papa Innocenzo X (Palazzo Doria-Pamphilj, Roma). L’opera di Velázquez ebbe un ruolo di primo piano nello sviluppo dell’arte spagnola dopo la morte dell’artista, esercitando particolare influenza, circa un secolo più tardi, sulla pittura di Francisco Goya.