Adriano Cecioni
1836-1886

Bambino col gallo - 1868

Adriano Cecioni (Firenze 1836-1886), scultore, pittore e critico d'arte italiano; tra i maggiori esponenti della scultura italiana dell'Ottocento, fu uno strenuo sostenitore della corrente realista. Dopo gli studi compiuti presso l'Accademia di belle arti di Firenze, con il maestro Aristodemo Costoli, nel 1859, come altri artisti della sua generazione, partecipò alla seconda guerra d'indipendenza.

Al suo ritorno prese a frequentare il Caffè Michelangelo, ritrovo fiorentino delle avanguardie artistiche, avvicinandosi al movimento dei macchiaioli. Nel 1863, grazie a una borsa di studio, si trasferì a Napoli, dove diede vita con Giuseppe De Nittis, Federico Rossano e Marco De Gregorio alla cosiddetta "scuola di Resina": distingueva il gruppo la predilezione per la pittura di paesaggio all'aria aperta, genere nel quale fu attuata un’interessante sperimentazione stilistica e tecnica. Nel 1870 Cecioni emigrò a Parigi, dove espose con successo il gesso Bambino col gallo (1868, Galleria d'arte moderna, Firenze), acquistato da un mercante americano per trarne delle riproduzioni in bronzo.

Trasferitosi a Londra nel 1872, lavorò come caricaturista per il periodico "Vanity Fair", e continuò la sua personale ricerca nell’ambito della scultura, realizzando opere caratterizzate da un timbro di verità rappresentativa, come la Madre (1880, Galleria nazionale d'arte moderna, Roma), ritratto di una popolana che scherza con il proprio figliolo. Nel 1884 ritornò in Italia, dove continuò a scolpire soggetti tratti perlopiù dalla vita familiare e quotidiana, rifiutando qualsiasi lettura idealizzante (Il suicida, 1866, Galleria nazionale di arte moderna, Firenze). Notevoli sono le opere di piccolo formato, come le terrecotte del Cane accucciato (1878, collezione privata, Firenze) e della serie delle cocottes, di grande immediatezza espressiva (tra cui Vento in poppa, 1870 ca., collezione privata, Firenze), modellate nei suoi soggiorni parigini. Tra i suoi dipinti, si ricordano La zia Erminia (1867-1870, Galleria e museo medievale e moderno, Arezzo) e Il gioco interrotto (Galleria nazionale di arte moderna, Roma).